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Autore: TheGreatAndPowerfulZael    17/07/2012    1 recensioni
Beh, che dire? Sono due anni che non scrivo in prosa ma solo in poesia, ma finalmente, dopo aver letto una marea di fanfic su Inazuma Eleven fin troppo yaoi per i miei gusti, mi è venuta l'ispirazione, e così inizierò a scrivere fanfic di IE NON yaoi. Spero di riuscire a mettere bene per iscritto tutti i concetti che ho in mente, e ovviamente che la fanfic vi piaccia/solletichi il vostro interesse.
In particolare, questa mia prima fanfic vedrà alcuni personaggi ex-Alius, alle prese con sentimenti forti, durante il loro secondo anno al liceo (high-school) Raimon. La coppia di protagonisti sarà Kiyama Hiroto x Kii Fumiko, cioé Gran (Xene) e Keeve (Kiburn).
Ringrazio tutti coloro che seguiranno la mia fanfic dall'inizio alla fine (anche se al momento non so quanti capitoli fare, né come farla finire).
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Xavier/Hiroto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 2 - RIVELAZIONI

 
Appena chiuse gli occhi dopo aver pensato a Reina, a Fumiko e a tutto ciò che gli era successo quel giornò, Hiroto si addormentò all’istante. Ma non sarebbe stata una notte tranquilla. I ricordi, nei quali non voleva più vivere, lo tormentarono.
 
Ultimo giorno del primo anno di high school. Hiroto e Reina sono ufficialmente una coppia: escono assieme, si recano a casa l’una dell’altro, ma non viceversa, in quanto nel dormitorio femminile era completamente vietato l’accesso ai maschi. Ne sapeva qualcosa in proposito Mutou Satoshi, Metron, che aveva cercato di intrufolarsi per confessare i suoi sentimenti a Maki, ma era stato scovato e selvaggiamente picchiato da Kuri Fuuko, da Kinki Nozomi e da Maki stessa. Correva anche una voce la quale diceva che i due si fossero già scambiati i primi baci; il solo pensare a quella storia faceva piangere la compagna di stanza di Reina, Fumiko, ostinata a credere che tutto ciò fosse solo una menzogna, che solo lei poteva amare veramente Hiroto; essendo però la migliore amica di Reina, aveva deciso di lasciar scorrere tutto, secondo i dettami della filosofia eraclitea, augurando ai due la migliore fortuna. Non si sarebbe rassegnata, certo, ma nemmeno avrebbe tentato di separarli. Fino a quel giorno. Usciti dalla scuola, Reina e Hiroto decisero di andare a fare una passeggiata prima di tornare alle rispettive sistemazioni. Ormai le vacanze estive erano iniziate, ma entrambi non si sarebbero mossi da Tokyo, come la maggior parte dei loro ex compagni dell’Alius: solo da un anno erano lì, dovevano ambientarsi. Mentre camminavano, Hiroto iniziò a parlare.
-Reina?-
-Sì?-
-Ti amo.-
-Lo so. Anche io.-
Trovarono una panchina libera, e si sedettero l’una fra le braccia dell’altro: assai forte era il loro legame affettivo, fin dalla dissoluzione dell’Alius, ma solo in quell’anno avevano accettato completamente i loro sentimenti. Si stavano stringendo, mentre il vento musicava una piacevole sinfonia tra le foglie fresche. La loro calma non durò a lungo perché un ragazzino, che dall’aspetto sembrava uno studente di una junior high school, chiese loro: -Ma voi due non siete della Alius Academy? Cosa ci fate qui?-
Fu Hiroto a rispondere, con molta calma e tranquillità: -Non più. Dopo il FFI ci siamo trasferiti alla Raimon High School.-
Arrivò un’amica del ragazzino e chiese loro: -Volete giocare a calcio con noi?-
-Perché no? In fondo di tempo libero ora ne abbiamo fin troppo.- Fu Reina a rispondere questa volta. Gli sguardi dei ragazzini sul campo si illuminarono quando videro scendere i loro due amichetti con Reina e Hiroto, e riconobbero quest’ultimo come uno degli eroi del FFI. Passò una mezz’ora prima che Reina e Hiroto decidessero di andare a casa e salutassero quei bambini. Sulla via del ritorno, percorsa rigorosamente a braccetto, Reina vide che una palla stava rimbalzando prima di fermarsi su una corsia della strada. Una piccola bambina, che avrà avuto all’incirca tre o quattro anni, si precipitò a prendere la palla, senza accorgersi che stava arrivando una macchina a tutta velocità inseguita da due volanti della polizia. Reina si gettò per salvare la bambina, mentre Hiroto si mosse subito dopo, per cercare di proteggere la sua amata. Tutto fu vano. Reina riuscì a gettare la bambina e la palla sull’altro marciapiede ma fu presa in pieno dall’auto pirata. Il mondo per Hiroto si fermò: non era vero. Non poteva essere vero. -Reina? Reina??-
Hiroto accorse subito a soccorrere Reina, priva di conoscenza in mezzo alla strada: una lunga e profonda ferita le si era aperta sul cranio. Un fiotto di sangue caldo bagnò la mano che Hiroto stava usando per tenere la testa di Reina.
-REINA!!! Non puoi lasciarmi così!!! REINA!!!-
Le volanti si fermarono per constatare la situazione, e uno degli agenti, appena sceso dalla macchina disse: -Niente da fare, ci è scappato. Merda.-
Hiroto non credeva alle parole del poliziotto: la sua ragazza stava per morire e quel tizio pensava al criminale. Gli stava ribollendo il sangue. La bambina che Reina aveva salvato ora era fra le braccia della madre... un’immagine terribile per Hiroto: lui e Reina non avevano mai avuto una madre. Prese la palla nella mano sozza di sangue, e la lanciò in aria: -TENKUU OTOSHI V3!!!-
Il pallone andò a schiantarsi proprio sulla macchina fuggitiva, fermando così la sua corsa omicida. -Ora l’ho fermato. Qualcuno chiami una cazzo di ambulanza!-
Hiroto era furibondo: si preoccupavano più di un criminale che della vita di una ragazza? Della vita della SUA ragazza???
 
All’ospedale, Reina fu subito portata in sala operatoria, mentre Hiroto a stento tratteneva le lacrime. Non aveva ancora avvisato nessuno, e non aveva intenzione di farlo; purtroppo per lui però furono gli altri a scoprirlo. Kuri Fuuko stava uscendo dall’ambulatorio dove si era recata per fare le prove allergologiche, e stava per andare via quando vide il volto affranto e terrorizzato di Hiroto. -Hiroto! Hiroto! Cos’è successo?-
Hiroto a malapena riuscì a balbettare: -Re... Re... Reina... Reina è...-
-Reina? Èsuccesso qualcosa a Reina?-
Hiroto annuì gravemente, e Fuuko cercò di capire la dinamica dei fatti da uno dei paramedici: una volta conosciuta la situazione, si adoperò a chiamare tutti quanti gli ex membri delle squadre dell’Alius rimasti a Tokyo.
-Hiroto non puoi portare questo peso da solo...-
-IO AMO REINA!!! Non possono portarmela via!!!- Il ragazzo era completamente schizzato, e Fuuko dovette aspettare l’arrivo di Ryuuji, Osamu e Fumiko per cercare di calmarlo, inutilmente. Uscì un medico dalla sala operatoria, e Hiroto si fiondò verso di lui. -Come sta??? La prego mi dica che sta bene!!!-
-Ragazzo... non so come dirtelo...-
I timori di Hiroto si rivelarono quasi del tutto certi. Il medico continuò: -Èin coma vegetativo. Non possiamo sapere se migliorerà o no. La trasferiremo in terapia intensiva. Fra circa mezz’ora potrai vederla. Da solo.-
La mente di Hiroto fu frantumata in mille pezzi. Il dottore rientrò in sala per sbrigare le pratiche del trasferimento, mentre Hiroto continuava a ripetere: -Non è vero... non può essere vero... è uno scherzo, sì... deve essere uno scherzo... Reina...-
Circa mezz’ora dopo, Hiroto fu costretto ad arrendersi alla dura realtà. Vide Reina, priva di conoscenza e di attività cerebrale, e si sedette su una sedia accanto a lei. -Reina... smettila di dormire... Reina... ti prego svegliati... non puoi... non puoi... NON PUOI ABBANDONARMI ANCHE TU!!!-
Il ragazzo non riuscì più a trattenere le lacrime, e appoggiò il volto sul lenzuolo che copriva il corpo di Reina, bagnandolo con ciò che sgorgava dai suoi occhi. La abbracciò, bagnandole anche la pelle del volto con le sue calde e salatissime, benché amare, lacrime. Quattro giorni e quattro notti rimase al fianco di Reina, lasciandola solo per i pochi minuti nei quali le infermiere dovevano occuparsi della pulizia e del cambio dei Non si allontanò nemmeno per mangiare, dato che, a turni, i suoi ex compagni gli portavano il pasto. Ma tutto era vano. Il quinto giorno, il cuore smise di battere. Hiroto non ci potava credere: la ragazza che significava tutto per lui non c’era più.
Il funerale di Reina fu tenuto strettamente privato: oltre a Hiroto, in uno stato di totale apatia, erano presenti solo Fumiko, la migliore amica di Reina, che non riusciva a capacitarsi della cosa e a smettere di piangere, e Hitomiko, tornata per quell’occasione dall’Europa. Gli altri avrebbero avuto il permesso di vedere la tomba di Reina solo dopo il funerale, per volontà di Hiroto. L’ultima immagine che gli era venuta alla mente era il sorriso di Reina...
 
Hiroto si svegliò di colpo: stava sudando freddo. Perché Reina stava sorridendo? Notò l’ora: si sarebbe dovuto comunque svegliare per andare a scuola, quindi aprì le tende, e vide che Reina stava già cinguettando. Versò del mangime e dell’acqua dei due appositi contenitori, e accarezzò con un dito il manto piumato della cutrettola: non comprese perché Reina stava sorridendo, ma sperava che in qualunque luogo fosse, Reina fosse felice per lui e Fumiko. Hiroto guardò il cielo fuori dalla finestra, e disse: -Reina... per me sarai sempre la prima... ma da solo non potevo andare avanti... tu e Fumiko siete due persone diverse, lei non potrà mai rimpiazzarti... ti amerò sempre, Reina... ma amo anche lei.-
Hiroto non perse tempo, si vestì velocemente dopo una doccia, fece tranquillamente colazione e uscì di casa, chiudendo la porta a chiave. Iniziò a camminare, ma subito dopo il primo incrocio una ragazza dai lunghi boccoli color orchidea gli si avventò addosso prendendogli il braccio e baciandolo sulla guancia. -Hi, ro, to!-
-Fumiko! Mi fai prendere un colpo se ti getti in questo modo!- Lui la baciò sulla fronte molto delicatamente, e poi si avviarono a scuola a braccetto: inutile dire che tutti gli studenti della Raimon che li vedevano erano ancora più straniti del solito. Alle orecchie dei due giunse una frase: -Guardalo, ieri fa il pazzo e picchia Saginuma e adesso se ne va in giro a braccetto con Kii.-
Hiroto guardò lo studente che aveva fatto quell’osservazione: il tipico studente medio. -Ehi, fatti i cazzi tuoi. Tu non sai cosa ho passato, e non hai diritto di giudicare le mie azioni. Andiamocene, Fumiko.-
Giunti davanti al cancello della scuola, Hiroto e Fumiko trovarono Osamu; quest’ultimo li vide, ma prima che potesse parlare, Hiroto disse: -Scusami per ieri... ero fuori di me. Spero di non aver esagerato.-
Osamu non si aspettava una frase del genere, e replicò: -E pensare che volevo scusarmi io per la cazzata immane che ho combinato... Immagino che ora sia tutto a posto, vero? Amici come prima?-
-Più di prima.- I due si diedero una vigorosa stretta di mano, e Osamu poi chiese: -Come mai a braccetto con Fumiko?- Hiroto e la ragazza si guardarono e arrossirono, ripensando a ciò che era successo il giorno prima, e mentre stavano per rispondere, Osamu disse: -Beh, immagino che non si possa vivere nel passato. In ogni caso, scusami ancora per quello che ho detto ieri, non volevo urtare i tuoi sentimenti.-
-Se non fosse stato per te, ora non sarei calmo e non avrei Fumiko al mio fianco a sostenermi. In fondo, forse ti dovrei ringraziare. Ci penserò.-
I tre si guardarono e scoppiarono a ridere, avviandosi verso l’istituto.
 
Mentre entravano dal cancello, una misteriosa ragazza dai capelli blu con due ciocche bianche osservava Hiroto e Fumiko, sorridendo. Disse un’unica parola: -Hiroto...- Sorrise spensieratamente, e scomparve.
 
 

L’angolo dell’autore

Capitolo molto di transizione: si spiega la morte di Reina e la reazione che ha portato Hiroto al comportamento del primo giorno. Alla fine però viene introdotto l’elemento misterioso... vi lascio solo immaginare chi potrebbe essere quella ragazza sorridente. Comunque, se volete darmi un soprannome invece di scrivere sempre _Genesis_, datemelo voi, visto che è la prima volta che utilizzo questo nick. Magari potrebbe andare bene GS, non lo so XD. Nel prossimo capitolo, il secondo giorno di high school e un annuncio importantissimo (dovevo farlo in questo capitolo, ma ho preferito tirarla per le lunghe e dividere in due capitoli, in modo da descrivere meglio le situazioni); inoltre, il mistero della ragazza s’infittisce. Al prossimo capitolo, ciao a tutti!
  
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