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Autore: shesnameless    17/07/2012    4 recensioni
Spense la sigaretta e guardò il cielo scuro sopra di lei. Le piaceva la notte, la rilassava, la faceva pensare chiaramente. Era tutto così assurdo: si domandò come la vita poteva averle giocato uno scherzo così infame e inaspettato. Beth non era una dal cuore fragile, anzi. D'altronde lei era conosciuta per questo: era 'quella' che non si aspettava mai niente, perchè andava a prendersi sempre cio' che voleva, 'quella' che non diceva mai chi era, 'quella' che camminava sempre a testa alta, 'quella' che diffidava da tutto. Eppure qualcosa era cambiata nella sua vita, una cosa che nemmeno lei si sarebbe aspettata. Ma c'erano riusciti lo stesso dannazione, erano riuscita a stravolgerla. Se lo avrebbe raccontato un'anno prima al suo migliore amico, o al suo fratellastro, le persone più importanti della sua vita, nemmeno loro ci avrebbero creduto. Ormai i giochi erano fatti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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It's time to get up Beth.

 

DRIIIIIIIIIIIIIIN. DRIIIIIIIIIIIIIIN. TOCTOOOOC. TOCTOOOOC. DRIIIIIIIIIIIIIIN. 

"Beeeeeeeeeeeeeth."
"Mhhhhhh."
Stavano gridando\suonando\bussando alla porta, e in più squillava la sveglia del cellulare. Oddio. 
Ma quanto era bello dormire?
Mi accoccolai sringendo le coperte.. Sapevo benissimo chi era, ma ero troppo pigra per andare ad aprirgli, e poi ero ancora immersa nel mondo dei sogni..

TOC TOOOOOOOOOC. TOCTOOOOOOOOOOOC.
Correggo: mi stava buttando giù la porta.
Sbuffai.
"Oggi è una bella giornata siiii, una bella gioooornataaaaaa, oh yeaaaaa nananaaaaaaa, BEEEEEEETH APRIII" canticchiava e fischiettava anche. Esasperata, con un gesto rapido staccai la sveglia e mi misi seduta sul letto.

Sbadigliai e mi alzai con gli occhi semichiusi cercando a tastoni la porta d'ingresso. Intanto continuava a bussare incessantemente. 
Ora lo ammazzo. Già avevo il mal di testa. Non ci posso credere, quel minchione ha rovinato un sogno che meriterebbe dieci premi Oscar.

"AHIAAAAAAAA!" presi in pieno con la testa la porta semichiusa della mia camera. 
"Il cielo é blu,e le rose sono rosseeeeeee" suonava a intermittenza quel dannato campanello, corsi da lui mentre massaggiavo con una mano la parte lesionata. D'un tratto mi girò la testa e andai a sbattare con la faccia adosso al muro.
"Porca merda" sibilai.
"Beeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeth." DINDLON DINDLON DINDLON DINDLON.
"E UN ATTIMO CAZZO!" urlai aprendo e ritrovandomelo davanti che mi sorrideva divertito.
Era Niall, quel cazzone del mio migliore amico, che mi sventola in faccia una bustina bianca.
"CAZZO NIALL MA TI DROGHI?" urlai sconvolta. "Che ti è successo?!" chiese allarmato guradandomi la mano che reggeva la testa.
"Ho sbattuto la testa alla porta e... non cambiare discorso stronzo!" mi scocchiò un rumoroso bacio sulla guancia ed entrò. Rimasi impalata lì dov'ero, altrimenti l'avrei strozzato con le mie stesse mani. Non mi diede nemmeno il tempo di parlare che si diresse verso la cucina, chiusi la porta e lo seguii.
"Coglione che non sei altro, guarda che ci sento, potevi suonare un’altra volta no?!" gli strillai in faccia. Appoggiò la bustina sul tavolino, si tolse la giacca e l'appoggiò sulla sedia. "Scusa dolcezza, volevo solo farti innervosire un po’ a prima mattina." disse facendo un espressione come per dire ’che c’è di strano?’.
"La tua dolcezza mi stupisce ogni giorno di più, IMBECILLE."
"Ahh se non ci fossi ioo.." disse come se la sapesse lunga.
"Vedi, vedi questo?! Me l'hai fatto fare tu!" indicai la parte colpita. 
Si fermò a guardare il danno, avevo un graffio e mi faceva pure male. "Oh.. Mi dispiace piccola." cercò di non scoppiarmi a ridere in faccia.
-Mi dispiace un cazzo Niall.- aprii lo sportello della cucina dove c'era la scatola delle medicazioni per trovare un po' di disinfettante.
"Dai non fare così, oggi è una bellissima giornata, non senti il profumo dell'estate?" chiese annusando l'aria tutto contento.
Mi toccai la pancia "Io sento solo puzza di pesce, non dovevo cucinarlo ieri sera, non l'ho nemmeno digerito.."
Si mise a ridere "Sai beth? Sono felice." sorrise tutto contento.
Alzai lo sguardo "Ma va? Non lo sapevo, hai solo urlato 50 volte 'oggi è una bella giornata' prima di entrare." trovai il disinfettante e lo misi sopra un batuffolo.
"E la verità, sono felice."
"Bene." 
"Sai almeno perché sono felice Beth?"
"Dovrei?!"
"Dovresti." rispose tutto impettito.
Non lo capivo quando faceva così, sul serio. Per di più se era mattina, quando non elaboravo una merda di pensiero sensato.
D'improvviso mi si accese la lampadina.
"Aaaaaaah è vero, oggi rivedrai i tuoi vecchi amici, come dimenticare tale 'evento'." dissi scocciata mentre strofinavo piano il batuffolo sopra la tempia. Bene adesso si che non mi avrebbe cagata più.
Scattò alla parola 'vecchi amici' "Non vedo l'ora Beth! Vieni con me all'aereoporto?" enfatizzò.
Che cosa? "Stai scherzando?" Sta scherzando?
"No, perchè?" chiese dubbioso.
"Non li voglio conoscere i tuoi amici Horan, da come me li hai descritti sembrano dei mezzi pazzi psicopatici." Mi aveva raccontato un sacco di volte di questi suoi amici, si erano conosciuti al liceo, andavano in classe insieme: diciamo che ora so a memoria tutte le loro avventure scolastiche ed extrascolastiche perchè Niall li idola come una teenager impazzita. Ne avevo il vomito. 
"Ma stavo scherzando! E poi loro sono cresciuti! Eddaaai Beeeethh" mi fece il labbruccio.
"No." chiusi la scatola delle medicazioni e la rimisi apposto.
"Ti preeeegoooo" si mise in ginocchio e mi supplicò con le mani giunte.
Sbuffai, odiavo quando faceva così "Ci penserò,ok?"
"Io amo Elizabeth Richards." iniziò a saltellare sul posto.
"Si certo, certo." 
"Guarda un po', ti ho portato la colazione: cornetto con panna e nutella, il tuo preferito! Poi dici che non ti penso!" disse con il suo solito sorrisino ebete tutto gioioso.
"No, il TUO preferito." ribattei nervosa.
"Dai intanto che preparo due cappuccini vai a rifarti il letto, questa casa è un porcile" disse guardandosi intorno con aria schifata.
"Sta zitto Horan. Sta zitto." girai le spalle e mi avviai in camera mia.
Io e lui ci punzecchiavamo sempre, eravamo come una coppia di vecchietti, come cane e gatto, ma era fondamentale per me e lo adoravo. Ci eravamo conosciuti due anni fa qui, a Los Angeles. 
Prima abitavo in Irlanda, ma non faceva per me. Inoltre con i miei non c’è stato mai un gran bel rapporto, entrambi si sono risposati quando avevo 15 anni: mia madre con Gerard, un pittore francese, e mio padre con una donna inglese, Jane. 
Quando i miei genitori si lasciarono, mia madre accompagnava sempre il suo nuovo compagno alle mostre di quadri per motivi di lavoro, non aveva molto tempo per me, così decisi di andare a vivere con mio padre, con la sua compagna, e con suo figlio, ma non me la presi più di tanto. 
Mi trovavo bene con loro, e sopratutto con il mio fratellastro: eravamo inseparabili, era il mio punto di riferimento. Ma quando lui se ne andò a Londra, perché aveva vinto una borsa di studio, mi ritrovai sola. Ormai più niente mi tratteneva lì, così a 18 anni non ci pensai due volte a trasferirmi, anche se non avendo un obbiettivo ben preciso, con la mia migliore amica Juliet. E Niall fu il primo a conoscere qui, mi ci trovai subito in sintonia, amavo passerarci del tempo insieme sopratutto in questa caotica città. Amavo Los Angeles in tutto e per tutto.

Arrivata davanti la porta rimasi a fissare la stanza, sbarrai gli occhi. Il caos che si presentava difronte a me era immane: magliette per terra, panni da stirare, jeans ammucchiati in un angoletto.
 Storsi la bocca, Niall non aveva tutti i torti. Non sapevo da dove iniziare. Magari avrei chiesto a Juliet di aiutarmi a ripulire casa un giorno di questi.. Era meglio rifare solo il letto. 

Rifatto il letto ritornai in cucina e trovai lui seduto che beveva un cappuccino fumante. Mi sedetti vicino a lui e incominciai a mangiare un cornetto in silenzio. La cosa più piacevole che c'era da fare con Niall era proprio consumare la colazione: lui non parlava, lo vedevi solo mangiare con gusto, era rilassante.
"Sono le otto meno un quarto, alle otto devi stare a lavoro. Sei in ritardo." sbiascicò tranquillamente mentre guardava attento la televisione e azzannava un cornetto. Non sclerava più, si era calmato, meglio.
"Si, ma la padrona ha detto che per oggi andava bene alle otto e un quarto, tanto tu attacchi alle 8 e mezza.." cercai di essere convincente. Comunque si, lavoravo nello starbucks nel centro, a cinque minuti di macchina da casa, e Niall lavorava con me. Non era un granché ma nemmeno tanto male.
Si girò verso di me "Non dire le bugie allo zio Niall, zio Niall ci resta male se dici le bugie" esclamò con un tono da orso yoghi.
"Non è vero.." mi scappò un sorriso e lui se ne accorse.
"AH AAAAH! Ti ho fregata Richards." aggiunse.
"Si, si certo." risposi farfugliando per poi tornare a mangiare.
"Comunque, com’è andato quel colloquio ieri?" mi chiese curioso finendosi il cornetto.
"..Eh?" mugugnai con il boccone pieno guardandolo. Avevo sicuramente sulla faccia un'espressione idiota, me lo sentivo. Ma di che colloquio parlava?
Rise "Non dirmi che ti sei dimenticata." mi canzonò.
"Di prima mattina non penso, quindi non scassare e parla." enunciai mentre mi alzai per prendere un tovagliolo. Stavo rigirando la frittata, perché non mi ricordavo mai le cose? Merda.
"Sei proprio una rincoglionita."
"Senti perché non ti fai un giro e non rompi le palle a qualcun altro? Per esempio la tua ragazza? Ecco, lei ti sopporta, non io. Lei è quella calma: non io. Hai sbagliato persona" quasi mi strozzai.
Sbuffò "La mia ragazza, ovvero la tua migliore amica, la pensa come me. E poi sarò anche odioso, ma senza me saresti persa. Ammettilo." aggiunse con tono ovvio.
"Si è vero, come farei il mio scassa palle vicino al mio fianco? Non credo che potrei sopravvivere." ironizzai. Scuoteva la testa in continuazione mentre beveva beatamente il suo cappuccino.
"Horan se non la smetti ti faccio vomitare quello che hai appena ingurgitato, dimmi che colloquio" Mi guarò scandalizzato "Quello che avevi ieri con il capo della gelateria, idiota!"
Sbiancai. Avevo un colloquio per una nuova gelateria-yogurteria aperta pochi giorni fa, Niall me lo aveva detto una settimana fa, e io, come tutte le cose, me ne ero dimenticata.
"Ah!..Ehm..si" mi grattai la testa in cerca di qualche scusa plausibile. "Non ci sei andata." terminò soddisfatto.
Sbuffai "Oh Niall, ma ti stai un po’ zitto e mi fai finire?" 
"Vorresti dire che ci sei andata?" mi sfidò.
"No però.."
"Appunto." Sbraitai. "Ci vado oggi pomeriggio, okay? Non mi sono... ricordata."
"Come sempre d'altronde! Non so se sei ancora in tempo, ieri era l'ultimo colloquio, magari ha già preso qualcun'altro.." lo sentii dire.
"Tranquillo, vuol dire che dovrò ancora sopportare quella bisbetica della padrona." dissi arresa.
"Mh.. mai dire mai Beth!"
Che scena ridicola. Scoppiamo a ridere, e non resistetti all’impulso di abbracciarlo così mi buttai su di lui.
"E’ tardi, vado a prepararmi, tu intanto non mi svuotare la credenza, se ce la fai insomma." Gli schioccai un rumoroso bacio sulla guancia.
"Sbrigati scimmia."
"Ok tarzan" salii frettolosamente in camera mia sentendolo sghignazzare da lontano.Optai per una t-shirt bianca, pantaloncini di jeans e superga bianche. Decisi di lasciarmi i capelli sciolti, non mi andava di truccarmi quella mattina, così presi i miei ray ban e la borsa. Mi guardai velocemente allo specchio: avevo un fisico esile, capelli mossi lunghi fino alle spalle, occhi marroni, nasino a patatina e avevo alcuni tatuaggi sul corpo. Sarei sembrata adorabile a tutti, certo a tutti quelli che non mi conoscevano, ecco.
"Andiamo?" strillai mentre scendevo rapida le scali, ma non ottenendo nessuna risposta corsi da lui e gli tirai le orecchie. Stava sulla poltrona a guardare.. i puffi. 
"Dio santo, Niall hai quasi diciannove anni!" esclamai esasperata.

"E con questo? A me piacciono i puffi. NON PUFFI SIAM COSIIII’, NOI SIAMO PUFFI BLUUUU, PUFFIAMO SU PER GIU', DUE MELE E POCO PIUUU' LALALALALALAA." rispose cantando. Iniziammo a ridere.
"Sarei io poi la rincoglionita." urlai e lo buttai giù dalla poltrona.
"EHI, ce la faccio da solo!" mi disse rialzandosi da per terra. Presi al volo il mio pacchetto di lucky strike e le chiavi della macchina, e uscimmo finalmente da casa.
Entrammo in macchina, il mio gioiellino. Una mini couper nera, comprata grazie all'aiuto dei miei e con i risparmi che avevo messo da parte da alcuni anni. Dire che l’amavo era poco, per lo più ne ero gelosissima.
"Posso guidare?" mi domandò, facendomi gli occhioni dolci. Stronzo.
"Pft, Scordatelo." 
"Eddaiii, ce l’ho la patente!" disse con tono lamentoso come avesse tre anni.
"Infatti non riesco ancora a capire come hai fatto. Il guidatore esperto della formula uno, che ha tamponato un vecchietto due mesi fa. No, Niall." lo presi in giro e misi a moto.
"Sei proprio scorbutica lo sai? Ma che hai il ciclo stamattina?" chiese storcendo la bocca.
"Te lo meriti. Oggi hai rovinato un sogno a dir poco affascinante e.. strano." quello era l'aggettivo più adatto si. "Che?" domandò sorpreso. "Stavo sognando, e tu mi hai interrotto." esclamai offesa.
"E anche questa sarebbe colpa mia?" chiese stufo.
"Emh.. fammi pensare.. Si."
"Ti ho solo svegliata, come tutte le sante mattine Beth, e poi che sognavi di così meraviglioso? Me per caso?" scherzò facendomi ridere. Pensai di non dirglielo, ma tanto con lui era impossibile tenerselo per se, mi avrebbe torturata per tutta la giornata. Così raccontai quell'incontro surreale con quei due tizi misteriosi.
"..E poi l'altro mi ha detto, 'chiunque tu vuoi che io sia'. Fine." dissi dubbiosa al ricordo di quei tipi. Non mi ricordavo nemmeno i loro volti, che merda di sogno.
Dal nulla, scoppiò in una fragorosa risata.
Mi girai verso di lui con fare tetro "Che cazzo ti ridi? Hai visto una scimmia in mutande?" sbottai.
"..Ma chi erano questi?" disse ancora con le lacrime agli occhi, neanche avessi raccontato una barzelletta, ma a quanto pare per lui lo era.

Che felicità. Sapevo dove voleva andare a parare: mi prendeva sempre in giro perchè ero una un po' strana, quasi sempre con la testa fra le nuvole.
Lo guardai storto, risentendolo ridere.
"No, nemmeno mi ridordo i loro volti." dissi sincera.
"Oddio, Beth Richards é unica." ironizzò, come se ce ne fosse bisogno.
"Non é colpa mia, dai la colpa al mio subconscio, ha fatto tutto lui." esclamai risentita.
Arrivati parcheggiai il mio splendido veicolo quattro ruote, e scendemmo insieme.
La mattina era sempre così: la solita routine con affianco quella specia di scimma del mio migliore amico. Mi avvicinai per pizzicargli una guancia e lui mi scompigliò i capelli, più di quanto lo fossero già.
"Andiamo caccola."
"Andiamo cacca."

 

 


SALVEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
Non ho scritto nel prologo che questa ff é gestita da due persone: io e la mia amica. Giada e Bea, piacere :3 lol
Se non avevate capito perdonateci cwc
Allor, questo è il primo capitolo! Bello? Brutto?
Che ve ne pare di Beth? Un po' acidella? ahahah povero Niall che la deve sopportare çç
Fateci sapete cosa ne pensate con qualche recensione, dai non mordiamo c: *incita la folla*
Scriveteci anche 'ciao, fa schifo' almeno sappiamo che ci cagate ewe
Se lo farete vi regaleremo un panda :3 *occhi dolci* 
Scherzo é importante davvero, vogliamo saperee *u*
Ok, basta.
Si ringrazia in particolare   Life in technicolor  perchè ci ha cagate il prologo *w* #muchlove
*TATATA PUBLICITA'* PASSATE A LEGGERE QUESTE FF: 
 Everytime you look my way 
Summer and dreams
BACIONI GENTEEEE <3
  
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