What True Love Creates
Chapter Two
3:00 A.M. –
Villa del sindaco
«
Grazie » disse Emma, accettando la tazza di cioccolata da Biancaneve.
Erano le tre del mattino, e malgrado la
certezza di essere al sicuro, lei, Neve e James non erano riusciti a chiudere
occhio; ora erano tutti e tre accampati nello studio di Regina.
Emma era accoccolata su un lato del
divano, mentre Biancaneve sedeva con le gambe incrociate dall’altro lato. James
sembrava incapace di stare fermo. Andava dalla finestra alla libreria al
caminetto. Un bel fuoco scoppiettante spargeva un confortevole bagliore dorato
nella stanza; in realtà non c’era bisogno di occuparsene, ma questo non gli
impediva di riassestarlo ogni pochi minuti.
Emma si concentrò sulla cioccolata,
sforzandosi di ignorare gli sguardi che i suoi genitori le rivolgevano. Trascorse qualche istante di spiacevole silenzio
prima che lei, improvvisamente, posasse la tazza sul tavolino da tè con un
colpo violento.
« Non ce la faccio più. Ho così tante domande...
La mia testa non vuole fermarsi » disse con aria tormentata.
« Va bene, Emma. Puoi chiederci
qualunque cosa » disse James, voltando le spalle al fuoco con un sorriso incoraggiante.
« Com’è che dovrei chiamarvi? »
Biancaneve rise. « Davvero? Milioni di
domande che ti fanno impazzire, ed è questa la prima che vuoi fare? »
Emma fece un sorrisetto. « Beh, cerco di
considerare tutto nei minimi particolari, ma poi incespico sui vostri nomi... »
« Beh, io non sono più Mary Margaret,
non proprio. Ma puoi chiamarmi Mary se non sei pronta a chiamarmi... lo sai. »
Mary abbassò lo sguardo sulle proprie mani.
Emma sospirò. « Sentite, non voglio
ferire nessuno di voi. Capisco che siate mia madre e mio padre, ma è così...
difficile pensare a voi in quel modo » confessò.
« Lo capiamo, Emma. Chiama lei Mary, e
me James. Va bene così. »
Lei sospirò ancora e annuì.
Mary sorrise e si protese per stringerle
la mano nella sua. « Ci è stato rubato così tanto... Anni interi... Non so se
potrò mai perdonarla per averti separata da me. E questo sarà un gran
cambiamento anche per noi due. Mi sento come se solo ieri tu fossi stata una
bambina, mentre oggi... Dovremo andarci piano. »
Emma annuì di nuovo, con un nodo in gola
che le impediva di parlare.
All’improvviso ci fu un forte schiocco,
e una suora – fata tutta rosa apparve
di fronte a loro. Se non fosse stato per la prontezza di riflessi di James,
sarebbe finita dritto nel fuoco.
« Perdonatemi, la magia può anche essere
arrivata a Storybrooke ma è davvero imprevedibile »
cercò di spiegare, lisciandosi i capelli.
« Che notizie? » domandò James
impaziente.
« Abbiamo contattato tutti i membri del
consiglio che siamo riusciti a trovare. I più stanno bene, e non vedono l’ora
di incontrarsi. Stiamo spargendo la voce per riunirci a mezzogiorno di domani
in municipio. Anche Thomas ed Ella intendono partecipare » riferì lei.
James annuì. « Naturalmente, hanno tutto
il diritto di esserci. »
Anche la fata annuì. « Devo cercare di
riposare un po’ prima dell’assemblea. »
« Grazie. Ti vedremo domani » la congedò
Mary.
La fata accennò un inchino e svanì con
un altro schiocco sonoro.
« Che succede? » domandò un assonnato
Henry dalla soglia.
Mary gli sorrise e diede un colpetto al
divano accanto a sé. Lui vi saltò su obbediente e si appoggiò a sua... nonna...
permettendole di circondarlo con le braccia. Vide Emma che lo guardava e si
voltò per posarle i piedi in grembo.
« Stiamo solo parlando, Henry. Cerchiamo
di metterci in pari » spiegò Emma.
« Beh, neanch’io riesco a dormire. »
Tutti fissarono silenziosi il caminetto
per qualche minuto.
« Raccontatemi una storia » disse Henry
all’improvviso.
Lo guardarono.
« Ho letto il libro, ma voglio sentirla
anche da voi. Per favore » chiese lui con occhi da cucciolo.
Durante le due ore successive, Neve e
James gli raccontarono le loro storie. Anche se Emma perlopiù le conosceva,
sembrava tutto diverso adesso, sapendo che era ai suoi genitori che tutte
quelle cose erano accadute...
Prima che arrivassero alla nascita di
Emma, Henry si era già addormentato.
« Quando ho capito cosa dovevo fare...
che dovevo abbandonare te per salvare tutti... non credo di aver mai odiato
Regina più che in quel momento » confessò Mary con le lacrime agli occhi.
Emma scivolò a sedere sul pavimento e
appoggiò la testa al suo ginocchio. Sentì delle dita che le scorrevano tra i
capelli, e tutto ciò che seppe dopo era che si stava svegliando, distesa sul
divano con Henry accanto a sé. Mary e James erano in piedi alla finestra, a
guardare l’alba, stretti l’uno all’altra.
Attirò Henry più vicino e si
riaddormentò.
12:00 P.M. – Municipio
Emma
non sapeva da dove fosse sbucata quella grande tavola rotonda, ma decise che le
piaceva di più rispetto a delle file di sedie puntate verso un palco. Dava l’impressione
che ogni persona avesse un suo ruolo nel decidere del destino della città.
Invece che con i suoi genitori, Emma
scelse di sedere accanto alla nonna e a Rub... ehm,
Cappuccetto Rosso. Con loro aveva già discusso di quella decisione. Non voleva
proiettare alcun tipo di ‘aura’ da leader. In effetti, aveva intenzione di
restare ostinatamente in silenzio per l’intera durata della cosa. Ma non aveva
fatto i conti con la Fata Turchina.
La fata sembrava essere la
sovrintendente naturale dell’incontro, ed era lei a tenere le redini. In primo luogo
accusò Geppetto di aver rovinato tutto.
Ora, Emma non era sicura che qualcuno
fosse d’accordo nel voler punire Geppetto, come la Fata Turchina intendeva
evidentemente fare, ma lei non gliene diede la possibilità.
In un attimo fu in piedi davanti al
vecchio, a fronteggiare tutti coloro che sedevano alla tavola.
« Quel che è fatto è fatto. Non importa
cosa sia successo, la Regina Cattiva è stata sconfitta. Ho spezzato la
maledizione come avrei fatto a prescindere da chiunque sia venuto in questo
mondo con me. Gli unici ad avere il diritto di essere arrabbiati con lui siamo
io e i miei g-genitori... »
Si voltò a guardare il vecchio con un
sorriso rassicurante.
« Mi dispiace... » cominciò lui, ma lei
scosse la testa.
« No. Non devi. Se fossi stata nella tua
posizione e quello fosse stato l’unico modo per mettere in salvo Henry, io avrei
fatto la stessa cosa. »
Una lacrima sfuggì dall’occhio dell’uomo
e percorse la sua guancia antica. S’inginocchiò ai suoi piedi, prendendole la
mano e posandovi un bacio.
Lei sentì James e Mary muoversi dietro
di sé, e ognuno di loro le posò una mano sulla spalla.
« Noi tre siamo gli unici sui quali
abbia influito la tua decisione » disse James.
« E noi ti perdoniamo » concluse Mary.
« Vi ringrazio » mormorò il vecchio.
James accompagnò di nuovo Mary ed Emma
alle loro sedie e fece un cenno a Geppetto perché anche lui prendesse posto al
tavolo.
August incrociò lo sguardo di Emma – lei
non si era nemmeno accorta che fosse lì – e ammiccò.
« Ora che questo è sistemato, qual è il
prossimo punto? » chiese James, senza guardare la Fata Turchina.
Lei non sembrava turbata, ma Emma avvertiva
tutto il suo biasimo.
« Oh, non le è piaciuto » le borbottò la
nonna a mezza voce.
« No, infatti » convenne Emma, mentre la
discussione volgeva sul dover cercare di trovare – o meno – un modo per tornare
indietro, nel loro vero mondo.
« Non so quanto sia stato saggio, cara »
sussurrò la nonna.
Emma si voltò verso di lei. « Cosa? Perché?
» bisbigliò di rimando.
« Beh, mettiamola in questo modo: nel
nostro mondo c’erano tre grandi detentori di magia. Per garantirti una tua sicurezza,
dovevi giurare cieca fedeltà ad uno di loro. Naturalmente l’unica vera scelta
possibile era tra la Fata Turchina e la malvagia Regina. È facile intuire perché
i tuoi genitori abbiano scelto la prima. Non è perfetta, ma cerca di fare ciò
che è giusto. La Regina, d’altro canto – beh, non c’è bisogno che ti dica nulla
su di lei, no? »
Emma scosse la testa. « Hai detto che ce
n’erano tre. Chi era il terzo? »
« Tremotino. »
Quel nome sussurrato la fece
rabbrividire. Emma fece scorrere lo sguardo sulla tavola per scoprire che Mary
la osservava accigliata. Tempo di prestare attenzione.
« La magia qui è troppo instabile » stava
dicendo la Fata Turchina. « Non possiamo tentare di tornare a casa finché non
avrò imparato a controllarla meglio. »
James annuì e si alzò. « Per il momento
dovremo adattarci a vivere in questo mondo. »
Tutti stavano assentendo ed Emma si
sentì sollevata. Non voleva partire per questo strano regno, ma non voleva
neppure che la sua famiglia la lasciasse.
« Chiedo che Emma Swan
venga nominata Signora di Storybrooke » disse
Geppetto, prendendo Emma alla sprovvista.
« No! I-io non posso... Mi dispiace, ma
non sono pronta a niente del genere » protestò debolmente.
Sean – no, il Principe Thomas – si alzò
e tutti gli sguardi corsero a lui.
« Emma Swan è
la nostra salvatrice e protettrice. Lei rifiuta il ruolo di condottiera, ed è
suo diritto. Io chiedo che James e Biancaneve siano la guida di questa città. Ci
hanno guidati bene una volta, lo faranno di nuovo. »
« Approvo » dichiarò Leroy – no,
Brontolo.
« Tutti i favorevoli? » chiese la Fata
Turchina.
I molti ‘sì’ echeggiarono in tutta la
sala.
« I contrari? »
Silenzio.
« In questo caso, che tutti sappiano che
Re James e la Regina Biancaneve regnano ancora una volta sul nostro popolo »
proclamò la fata.
Ci fu un lungo applauso.
Dopo una discussione sui preparativi per
una sorta di ‘cerimonia d’incoronazione’ che ufficializzasse il tutto, il
consiglio fu dichiarato sciolto.
Emma era esausta, e voleva solo tornare
a casa da Henry che, tra tutte quelle persone, era stato affidato a Cucciolo.
« Emma, posso dirti una parola? »
Si voltò per vedere la Fata Turchina che
la invitava in una sala attigua.
Sospirando, la seguì.
« So che sei impaziente di tornare da
Henry, perciò arriverò subito al punto. Tu hai della magia. Ma ti è nuova, e
hai bisogno di qualcuno che ti insegni a usarla nel modo corretto. Vorrei iniziare
con il tuo addestramento domani... »
« Wow, aspetta un attimo! Sì, okay,
probabilmente ho una specie di magia, ma non ho nessuna intenzione di
utilizzarla tanto presto. In tutta sincerità, non la voglio proprio » confessò
lei.
La Fata Turchina le rivolse un sorriso
indulgente. « Ignorarla non servirà a mandarla via. »
Emma sospirò, stanca di tutto. « Beh, l’hai
detto tu che la magia qui è imprevedibile. Quindi, magari dovresti concentrarti
sulla tua prima di cominciare ad ‘addestrare’
me perché usi la mia. »
Di nuovo, la fata non sembrò irritarsi,
ma Emma ne sentì tutta la disapprovazione nell’aria che le circondava.
« Bene. Ma non potrai rimandare per
sempre. Più cercherai di sopprimerla, più essa lotterà per venire fuori. E tu
non vuoi rischiare di ferire accidentalmente nessuno, giusto? »
Rimasero a fissarsi per un lungo
istante.
« Ti farò sapere, quando sarò pronta »
disse Emma alla fine.
Non era disposta a fare amicizia con la
Fata Turchina, anche se probabilmente sarebbe davvero finita col doversi far istruire
da lei. Ma almeno, prima avrebbe considerato le altre opzioni.
Emma lasciò la stanza ed esaminò la
folla assiepata, lieta di scoprire che Cappuccetto Rosso e la nonna erano
ancora lì.
Si affrettò verso la nonna.
« Allora, perché nessuno... uh... prometteva
fedeltà a Tremotino? » le domandò, mentre l’attenzione
di Cappuccetto veniva catturata da un Archie – ehm, Grillo Parlante – tutto intento
ad arrossire.
« Oh, beh, non ci si può davvero fidare
di lui. Aveva sempre i suoi piani. Un uomo crudele... » disse la nonna,
arricciando il naso.
« Beh, e quali erano i suoi piani? »
« Non lo so. Ma sono certa che non
fossero buoni » disse la nonna con fermezza.
Più
tardi, quella notte, Emma si ritrovò di nuovo ad agitarsi e dimenarsi. Era ridicolo.
Sapeva cosa doveva fare, e non poteva continuare a temporeggiare.
Scivolò fuori dal letto e tirò fuori il
cellulare dalla tasca della giacca.
Scorrendo velocemente l’elenco dei
contatti, trovò il nome che stava cercando e premette il tasto ‘invio’.
Lui rispose al primo squillo.
« Mi stavo
chiedendo quando ti avrei sentita, mia cara. »
Note di
traduzione
Io amo quest’autrice oltre ogni dire. Perché nel mezzo della sua Rumpel/Emma mi ci infila pure l’accenno Archie/Ruby, f*ck yesss! XD
Piccolo appunto sulle parole di Geppetto: Queen of Storybrooke doveva essere Regina di Storybrooke,
ma ho preferito tradurre con Signora
in parte per non creare confusione con Regina (Mills),
in parte perché comunque mi suonava come un termine un po’ eccessivo per una
donna che ha appena cominciato a credere di essere figlia di una coppia di
sovrani delle favole.
Aya Lawliet ~