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Autore: YOLO_x    21/07/2012    2 recensioni
Sonia, una ragazza che si trasferisce a Londra per l'estate e non sa che sta per diventare la migliore amica di cinque ragazzi molto speciali.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘Sonia, svegliati, dobbiamo partire, mamma è giu che ci aspetta' questo che rompe le scatole è mio fratello maggiore, Marco. Mi alzai cotrovoglia e mi vestii, usci di casa e mia mamma mi buttò letteralmente in macchina. Io e mio fratello dobbiamo partire, andremo a Londra da nostra zia per tutta l'estate.
'Mamma spiegami ancora una volta perchè devo andare a Londra e lasciare tutti i miei amici qua' chiede Marco.
'Già spiegalo anche a me, perché io non ho proprio voglia di lasciare Milano e i miei amici soprattutto Monica e Silvia tu lo sai bene' dissi guardandola mentre lei guidava con lo sguardo fisso sulla strada.
'Ve l'ho già detto, dovete andare a trovare vostra zia Jen, è tantissimo tempo che non vedete ne lei ne vostra cugina July e lo sapete che se potessimo verremmo anche io e vostro padre' ci dice, aveva lo sguardo preoccupato sapevo che c'era qualcos'altro dietro. Zia Jen è l a sorella di mia mamma le voglio bene ma non voglio passare l'estate da lei, l’ultima volta che sono stata da lei mi sono annoiata a morte 1 perché non conoscevo nessuno a parte July e non avevo assolutamente voglia di uscire con lei non solo perché ha due anni meno di me ma anche perché è una bambina viziata e 2 perché non sapevo parlare inglese ed ero da sola, non c'era nemmeno mio fratello, almeno questa volta potevamo annoiarci insieme.
'Mamma perché hai quella faccia' le chiedo vedendola preoccupata. 
'Non è niente' disse, dopo un po' che insistevo a chiederle cosa avesse, cedette e mi disse che zia Jen era malata, per questo voleva che andassimo a trovarla per stare vicino anche a July.
Arrivati in aeroporto io e Marco abbracciamo mia mamma così forte che le mancava il respiro.
'Non ti preoccupare per la zia, cercheremo di fare il possibile per aiutarla' dice Marco, ci stacchiamo da lei e andiamo su quel tanto odiato aereo.
Ovviamente i nostri genitori, sapendo che a Londra non ci volevamo andare, non avevano badato a spese per il biglietto, eravamo in prima classe.
'Sanno come corromperci quei due' disse Marco prendendo posto, io mi sedetti vicino a lui, ma pur essendo in prima classe qualcuno a far casino ci doveva essere no? Qualche sedile dietro di noi c'erano 5 ragazzi che facevano un casino pazzesco, l'hostes se avesse potuto li avrebbe  presi a schiaffi tutti quanti, erano inglesi, li sentivo parlare in inglese e capivo a malapena cosa dicevano. Visto che ci volevano tipo 2 ore per arrivare a Londra decisi di dormire, ma dopo qualche tentativo ci rinunciai, quei ragazzi facevano troppo casino.
'Marco, uccidili ti prego' gli dico facendo finta di strozzarlo.
'Per tua fortuna, io che sono andato anche in America, parlo benissimo inglese adesso vado la e gli chiedo di far silenzio' 
'Partendo dal fatto che tu sei andato in America 5 anni fa, non hai mai saputo parlare inglese non cercare di fare il figo' gli dico ridendo.
'Quanto ci scommetti che so parlarlo?' Mi chiese alzandosi e andando da quei ragazzi. Wow era riuscito a farli stare zitti, ma come non detto 5 minuti dopo iniziarono a fare ancora casino, e Marco faceva casino con loro.
Dopo un'ora che facevano casino andai da loro.
'Sonia, ti presento Zayn, Liam, Niall, Louis e Harry, sapevi che sono dei cantanti? Sono gli One Direction' disse Marco. 'Ragazzi, lei è mia sorella Sonia' disse indicandomi.
'Non me ne frega se siete cantanti famosi ok? Dovete stare un po' zitti! Fate troppo casino' dissi in un inglese incerto.
'Scusa, non volevamo disturbarti' mi disse il riccio, Harry forse? Boh poco importa, non li avrei più rivisti e la cosa mi non mi dispiaceva. Me ne tornai al mio posto e dopo 2 minuti quei coglioni ricominciarono a fare casino, in quel momento avrei volentieri strozzato mio fratello. Dopo un'altra ora di viaggio, più o meno, arriviamo all'aeroporto, scesi dall'aereo e quando accesi il telefono mi arrivò un messaggio di July, diceva che lei e la zia erano dovute andare in ospedale, di prendere il taxy e andare a casa loro, le chiavi erano sotto lo zarbino e che sarebbero tornate presto.
'Marrco, Jen e July sono all'ospedale, July mi ha detto di andare a casa e mi ha lasciato l'indirizzo' dissi, ero preoccupata per zia Jen, cosa aveva? E se doveva rimanere in ospedale?
'Ok, andiamo e sta tranquilla Jen starà bene' disse con un sorriso.
'Ragazzi tutto bene?' Sentì una voce alle mie spalle e quando mi girai vidi il biondino di prima e dietro di lui gli altri 4.
'Si, ora ce ne andiamo, addio' dissi prendendo il braccio di Marco e trascinandolo.
'Volete un passaggio?' Chiese il riccio, lo chiese più a me che a Marco.
'No' dissi secca.
'Si, invece, Sonia piantala di fare l bambina' disse Marco.
'Non ti mangimo, stai tranquilla' mi disse.. beh non ricordavo il suo nome, lo fissai per un istante e notai una macchia sul collo.
'Va bene, dobbiamo andare qua' dissi facendogli leggere l'indirizzo per arrivare a casa di Jen.
'Ma è perfetto, siete vicino a casa nostra' disse l'altro, portava una maglia a righe e i suoi pantaloni erano arrotolati alla fine.
'Oh, perfetto, adesso che lo so dirò a zia Jen di trasferirsi' dissi acida.
'Arg che aggressiva che sei' disse il biondino prendendo la mia valigia, diciamo che lui era quello che tra tutti mi stava più 'simpatico'(?). Salimmo sulla loro auto, non un auto normale ma una di quelle che sembrano furgoni e con i vetri oscurati.
'Non c'erano fan ad aspettarvi, non dovete essere così famosi' dissi.
'Oh, lo siamo, solo che nessuno sapeva che oggi saremmo tornati' disse il riccio.
'Si, certo' dissi assonnata, erano le 8 di matina e non ero riuscita a dormire nemmeno un pochino, così mi accucciolai a Marco.
'sveglia, siamo arrivati' mi disse Marco, spostandosi, così io caddi.
'Grazie, davvero sei un fratello su cui contare' dissi scendendo da quell'auto/ furgone/camion. 
'Grazie ragazzi, ci vediamo' disse Marco.
'Si, grazie e addio' dissi.
'Non sarà così facile liberarsi di noi, tranquilla' mi disse il riccio con un sorriso.
'Allora ti denuncerò per stalking' dissi acida, rivolsi un sorriso amichevole al biondo e poi entrai in casa.
Non me la ricordavo così grande, andai a sistemare la roba in camera mia e poi andai da Marco ad aiutarlo a sistemarsi.
'Non dovresti fare così, in fondo loro sono stati gentili' mi disse, finendo di sistemare i vestiti, si era portato più roba di me D:
'Non riesco più a fidarmi di nessuno e tu lo sai' dissi abbassando la testa e sedendomi al bordo del suo letto.
'Si, lo so, ma non puoi rimanere sola tutta la vita, non voglio una sorella zitella e poi vorrei diventare zio prima o poi' disse ridendo.
'Frena ragazzo, prima di diventare zio dovrai aspettare tanto tanto tempo e poi anche tu sei single e anche io vorrei diventare zia' dissi con un sorriso.
'I non sono ponto, e poi è colpa di voi ragazze se non sono fidanzato, siete troppo complicate' disse con un sorriso, io sospirai.
'Dovete saperle conquistare le ragazze, non puoi pretendere che la prima che trovi ti cada ai piedi così, da un momento all'altro' dissi.
'Sonia, Marco! Siamo a casa!' Questa era ka voce di zia Jen corremmo giù per le scale e trovammo zia Jen e July davanti alla porta con un sorriso stampato in faccia.
'Zia Jeeen, mamma mi ha detto che non stai bene, ma cos'hai?' Chiesi abbracciandola e poi abbracciando July. 
'Sono malata di cancro' disse intristendosi un po'.
'Oh, zia, mi dispiace noi siamo qua per starvi vicine, ma puoi guarire vero?' Chiesi.
'Si, adesso sono in cura, il medico dice che ho buone possibilità di guarire' disse con un sorriso e andando in cucina.
'Oh, Sonia, Marco mi siete mancati' disse July riabbracciandoci. Dall'ultima volta che l'avevo vista era cresciuta parecchio, mi somigliava molto, era alta come me, magra, bellissimi capelli biondi e occhi azzurri, le differenze erano che io ho i capelli marroni come mio fratello.
'Io volevo uscire a vedere se trovavo un lavoretto, non voglio stare in casa tutto il giorno a fare niente' dissi.
'Io invece starò in casa tutto il giorno a fare niente' disse Marco.
'Se hai voglia di fare la cameriera conosco un bar in centro molto bello e sempre pieno, per cui pagheranno bene, vediamo se hanno bisogno di qualcuno?' Mi chiese July.
'Certo, andiamo' dissi. Uscimmo di casa e ci avviammo verso il bar, era strano non pensavo che sarei mai uscita con mia cugina, me la ricordavo brutta e rompipalle, diciamo che era cambiata molto, in meglio per fortuna.
'Eccoci, entra e fatti assumere' disse con un sorriso a 32 denti.
'Va bene' dissi convinta. 
Alla fine, in qualche modo sono riuscita a farmi assumere, il proprietario aveva detto qualcosa a proposito dell'italiano che non avevo ben capito, ma fa niente, andai da July che era seduta al tavolo aspettando la sua colazione.
'Mi hanno assunta, comincio domani' dissi sorridente sedendomi accanto a lei.
'Brava! Hai fame? Io ho ordinato uova e bacon come colazione' 
'No, non sono abituata a mangiare così tanto la matrina, prenderò un caffè' dissi chiamando la cameriera e dicendole quello che volevo.
'Tu sei Sonia vero? Mi hanno detto che domani comincerai a lavorare qua' mi disse la cameriera con un sorriso.
'Si, sono io' risposi gentile.
'Io sono Alex, adesso ti porto il caffe' sorrise e si allontanò.
Alex mi portò il caffè e mentre iniziavo a bere arrivarono 5 individui la cui vista mi infastidiva parecchio.
'Oh, no' dissi mettendomi le mani sulla faccia.
'Sonia!' Disse il riccio sedendosi di fianco a me.
'July non potevi prendere un tavolo da due? Qua ci stanno pure sti rompipalle' dissi indicandoli, si erano già seduti e in piedi di fianco a loro c'era un uomo.
'Oh, mio, dio, Sonia, tu li conosci?!?!?' Chiese incredula July.
'Si, ci conosce, tu sei la sorella?' Chiese sempre il riccio, avevo qualche grave problema perché non mi ricordavo i loro nomi.
'No, s-sono July, la cugina' disse balbettando.
'Piacere di conoscerti' dissero tutti insieme.
'Ora potete andarvene, io e mia cugina volevamo stare sole' dissi cercando di cacciarli.
'No, non è vero, potete restare' disse July sbavando.
'July, stai sbavando' dissi chiudendole la bocca.
'Venite spesso in questo bar?' Chiese July.
'Si, quando siamo a Londra passiamo la maggior parte del giorno qua dentro' disse il riccio. Io mi sarei volentieri uccisa.
'Bene, allora vado a licenziarmi' dissi alzandomi ma il riccio mi fece risedere.
'Lavori qui?' Mi chiese.
'No, avrei iniziato domani, ma non ci torno qua dentro' dissi seria.
'Ma cosa ti abbiamo fatto di male per essere odiati da te?' Chiese il tipo con la maglia a righe.
'1 non mi avete fatto dormire sull'aereo perché facevate casino e adesso per colpa vostra sembro un'isterica, 2 sembrate i tipici ragazzi snob che hanno la puzza sotto il naso e 3 scommetto che ci provi con tutte le ragazze che incontri' dissi l'ultimo punto fissando il riccio.
'Sul primo posso darti ragione e se il terzo è riferito a harry, beh anche su quello posso darti ragione il secondo punto invece non è affatto vero, siamo semplici ragazzi che hanno realizzato il loro sogno e non per questo siamo per forza snob' disse con un sorriso.
'Beh sta di fatto che non voglio più affezionarmi a nessuno, July, andiamo a casa?' La supplicai.
'Ok.. come vuoi, ciao ragazzi mi ha fatto piacere conoscervi' disse July fissandoli.
'Ciao ragazze, ci rivedremo presto' disse il riccio.
'È una minaccia?' Chiesi.
'No, è una pomessa!' Disse il tipo a righe.
'Ok, voi state male, addio' dissi uscendo dal bar.
Arrivate a casa trovai mio fratello seduto sul divano e mi accucciolai a lui.
'Si può sapere che ti prende? Sai chi sono quelli? Sogno da un casino di tempo di incontrarli e tu che li conosci li tratti male?' Disse July accusandomi.
'Cosa vuoi da me? Li hai conosciuti, accontentati' dissi quasi urlando.
'Ehi ehi che succede?' Chiese Marco.
'Succede che tua sorella è una stupida!' Disse July. Gli spiegò come avevo trattato i ragazzi, e di quanto lei, al contrario di me, li amasse.
'Ti prego, sta zitta ok?' Dissi andandomene in camera mia, mio fratello non mi venne a chiamare perché sapeva che volevo stare sola.
  
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