Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Lils_    22/07/2012    3 recensioni
La Settantesima Edizione degli Hunger Games è ormai conclusa ed è stato decretato un vincitore: il suo nome è Annie Cresta, Tributo dal Distretto 4.
All'apparenza Annie è riuscita a sconfiggere i suoi avversari, ma in realtà l'arena ha sconfitto lei.
Cosa è accaduto davvero durante i Giochi?
“Non ci dovrai tornare mai più, Annie.” le dice Finnick. Colto da un’improvvisa ispirazione aggiunge “Raccontami com’era. Raccontami tutto. Così saremo in due a portare questo peso, d’accordo? Proveremo a dimenticare insieme.”
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Finnick Odair, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Proveremo a dimenticare insieme
 

 
 
Prologo
 
 
 
“Annie?”
“Non uccidermi.”
“Annie, sono il Dottor Glass. Sono qui per aiutarti.”
“Non uccidermi.”
“Non ho intenzione di ucciderti. Voglio solo parlare con te. Sai dirmi quanti anni hai e da dove vieni, Annie?”
“Non uccidermi.”
Il Dottor Glass sospira, lanciando un’occhiata impaziente e scoraggiata allo specchio unidirezionale posto sulla parete. Sa di essere osservato mentre interroga quella ragazzina, la vincitrice dei Settantesimi Hunger Games, uscita di senno dopo la morte del suo compagno di Distretto, un certo Brandon. E sa anche che non c’è nessuna speranza che torni in sé. Scruta attentamente la ragazza che gli sta di fronte, cercando di capire cosa veda che la terrorizza così tanto. La postura del suo esile corpo è irrigidita, colta da improvvisi spasmi che la lasciano senza fiato e i suoi occhi sono spalancati, le pupille così dilatate che quasi non né si riesce a distinguere il verde intenso dell’iride. Il viso è coperto da una massa di capelli scuri. Non è né denutrita né scarmigliata dopo che il suo staff di preparatori l’ha ripulita e rimessa in sesto in seguito alla sua vittoria, qualche giorno prima. E’ solo terrorizzata. Da qualcosa che ha visto. Da qualcosa che ha vissuto.
“Dottor Glass, esca, c’è il mentore della vincitrice che vuole provare a parlare con lei.” Quell’ordine perentorio gli giunge dall’auricolare che indossa, così il dottore esce dalla stanza, scuotendo mestamente il capo. “Che ci provi, non credo che quella creatura potrà mai tornare a com’era un tempo.”
Quando il mentore di Annie, Finnick Odair entra nella stanza, c’è un’improvviso cambiamento in lei: si dibatte sulla poltrona su cui è accucciata e sposta lo sguardo su Finnick, distogliendolo per la prima volta dal punto indefinito che aveva fissato fino ad allora.
“Finnick?” mormora flebilmente Annie, prima di tornare a fissare il vuoto.
“Sono io Annie.” replica lui nel tono più calmo che riesce a trovare, anche se vorrebbe urlare, correre ad abbracciarla, dirle che andrà tutto bene, che riuscirà a salvarla come aveva cercato di fare mentre lei era ancora nell’arena.
“Non uccidermi.”
“Non lo farei mai. Di cosa hai paura, Annie? Sono io, Finnick. Non ti farei mai del male, lo sai.”
Lei sposta di nuovo lo sguardo su di lui, guardandolo disperata.
“Ti prego, digli di non uccidermi, Finnick.”
Quella era la frase più lunga che le sentiva pronunciare da quando era uscita da quella maledetta arena. Stavano facendo progressi, dopo tutto. Finnick le si avvicina un po’, aspettandosi una qualche reazione, ma lei continua a fissare il vuoto, dondolandosi terrorizzata e tremando incontrollabilmente, le mani premute sulle orecchie.
“Di cosa hai paura, Annie?” chiede di nuovo Finnick, avvicinandosi ancora, fino a quando non è a pochi centimetri di distanza da lei. Cade in ginocchio davanti, aspettando una risposta.
“Di loro.”
“Degli altri tributi? Non ci sono più, Annie, sono morti. Sei sopravvissuta solo tu. Hai vinto.” risponde lui cercando di reprimere la gioia nella sua voce. Ce l’aveva fatta. Era sopravvissuta. Era tornata da lui. Ma a che prezzo?
Annie scuote leggermente la testa, a scatti, e torna a guardarlo per qualche istante. “Non di loro. Di loro.” replica puntando un dito contro lo specchio, senza però voltarsi a guardarlo, tenendo gli occhi fissi su di lui.
Finnick sospira lentamente, cercando di scegliere con cura le sue prossime parole. E’ un terreno minato quello in cui si stanno inoltrando. Il loro odio per Capitol City non deve manifestarsi.
“Nessuno ti farà del male, Annie. Sei al sicuro qui. Ci sono io con te. Non ti accadrà nulla di male.” Cerca di rassicurarla, in modo da poterla calmare, in modo da potersi far raccontare ciò che vede, per poter condividere con lei le sue paure.
“Non voglio tornare la.” piagnucola Annie, guardandolo con occhi pieni di lacrime, e a lui si stringe il cuore vedendola così.
“Non ci dovrai tornare mai più, Annie.” dice e colto da un’improvvisa ispirazione aggiunge “Raccontami com’era. Raccontami tutto. Così saremo in due a portare questo peso, d’accordo? Proveremo a dimenticare insieme.” mormora sperando che i medici dall’altra parte del vetro non sentano l’ultima parte della frase. Loro non vogliono che dimentichi. Capitol City non dimentica nulla.
Annie lo fissa terrorizzata, ma poi sembra calmarsi un po’. Gli occhi tornano quasi normali, e la posizione si ammorbidisce, come se si fosse liberata da un peso.
“Va bene, Finnick.” replica docile.
E i Settantesimi Hunger Games ebbero inizio.
 
 
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Lils_