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Autore: Rosmary    23/07/2012    7 recensioni
È la Vigilia di Natale del 1996. Voldemort è sempre più potente e l'Ordine della Fenice deve agire.
Tutti sono coinvolti in questa guerra, anche i più giovani, costretti a vivere immersi in paure, preoccupazioni e compiti gravosi. Eppure vi sarà sempre qualcuno pronto a sorridere e a vivere, e allo stesso tempo vi sarà anche qualcuno pronto a spegnere quei sorrisi e quella vitalità.
Indirizza lo sguardo su Hermione «Ti accompagno a casa?»
«No, papà. Lo faccio io» Tutti si voltano verso Fred.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mangiamorte | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La bassa temperatura del mese invernale è ormai compagnia abituale per Fred ed Hermione, costretti a districarsi tra abitazioni Babbane senza l’ausilio di alcun mezzo di trasporto magico, fatta eccezione per casi di necessità ed urgenza. Anche questa mattina li ha visti impegnati nel solito compito: bene attenti agli sguardi indiscreti, fasciati nei loro cappotti, rapidi e silenziosi, hanno fatto scudo a tutti i familiari della strega. Sostano, ora, presso una panchina in marmo. Aria sfinita e labbra serrate, par che nessuno dei due abbia la forza d’intraprendere una conversazione, fortuna che il gemello non sia molto incline alla venerazione del silenzio, ed infatti, ruotando il capo verso Hermione, assume un’aria sghemba, dando vita ai propri pensieri.

«Mi annoio»

«Non iniziare»

«Cosa non dovrei iniziare?» Il sopracciglio inarcato esprime tutta la perplessità del giovane.

Sbuffa la strega, voltandosi in direzione dell’altro «Non iniziare a dare fastidio! Anzi, perché non torni a casa?»

«Quanto sei acida» L’afferma sghignazzando «Vuoi mandarmi via per correre da quel cervello di Troll di un Babbano?»

«Si chiama Logan, Fred»

«Wow! Hai capito subito chi fosse il cervello di Troll!»

Lui ridacchia, ed assieme a lui ridacchia anche lei, scuotendo il capo con aria rassegnata «Quindi torni a casa?»

«No, avrei un’altra idea» L’aria sghemba e provocatrice non abbandona i tratti del ragazzo «Hai fame?»

«Fame?»

«Sì, perché io ho fame!» Si alza in piedi dunque, tendendole la destra. Hermione, dal canto suo, osserva con scetticismo quella mano, per nulla convinta circa le intenzioni dell’altro «Avanti, Granger. Non ti mangio, promesso!»

«Sì, scherza» Il tono stizzito. La mancina, ad ogni modo, s’arrende alle pretese dell’altro, posandosi sulla destra di Fred. Si alza in piedi anche Hermione, arrossendo non appena avverte le dita di Fred incastrarsi tra le sue.

«Finalmente ti sei convinta!»

«P-puoi anche lasciarmi…» Non prosegue, semmai deglutisce. Il tono imbarazzato e lo sguardo che vaga ovunque, ma non sulla figura di Fred; quest’ultimo, anziché accontentarla o risponderle, non fa altro che ghignare divertito, serrando maggiormente le dita, riprendendo ad avanzare con disinvoltura, costringendo lei a fare altrettanto «Casa mia è dall’altra parte»

«Lo so. Ma si dia il caso che solitamente quando un ragazzo invita a pranzo una ragazza, la meta sia un ristorante»

«Ma tu parli di un appuntamento, inve…»

«Appunto» L’interruzione di Fred, esternata con nonchalance, provoca in Hermione un rossore indecente. Si zittisce la strega, incurvando il mento verso il basso, sopraffatta dall’imbarazzo misto ad una sensazione che è molto vicina alla contentezza. Una strana morsa allo stomaco accompagna ogni passo della diciassettenne, incapace di comprendere cosa o chi, e soprattutto perché, stia svolazzando all’altezza dell’ombelico. Il mago, d’altro canto, esibisce un sorrisetto sghembo che, diversamente dal solito, è accompagnato da una stramba radiosità.


 

****



Un tornado dai capelli stranamente arancioni invade l’ufficio di Alastor Moody. Il tornado in questione ha un sorrisetto soddisfatto delineato in volto, e le mani impegnate da svariate cartelline colme di pergamene.

«Dimmi che sono la migliore!»

«Sei la migliore» Il tono asciutto, distratto. Malocchio non si degna neanche di guardarla in volto, proseguendo la stesura di un qualche documento.

Sbuffa Ninfadora, lasciando ricadere le cartelline sulla scrivania dell’Auror in un tonfo. La grazia non le appartiene «Siamo sicuri? C’è qualcuno in ascolto?» Nel dirlo si guarda intorno furtiva, precipitandosi alla porta, serrandola. Alastor segue, ora, i movimenti della ragazza con lo sguardo perplesso e la fronte corrucciata.

«Che informazioni hai?»

«Mi avevi chiesto di rintracciare eventuali compagnie…» Tace, esibendo una pausa ad effetto, accomodandosi sulla sedia posta dinanzi la scrivania «…E come potevo non accontentarti?» La domanda retorica viene seguita da un sorriso eccitato.

Malocchio, come suo solito, non si scompone, indirizzando l’occhio magico ai documenti portati dall’altra «Chi sono?»

«Chi è, vorrai dire» Il sorriso s’amplia «Oh, ti piacerà! Questo qui ti piacerà!»

«Tonks!»

Sobbalza la ragazza, affrettandosi a concludere «Thorfinn Rowle
1»

«Rowle?» Il tono di voce impaziente «Quel Rowle?»

«Se intendi il Rowle del dipartimento delle catastrofi e degli incidenti magici, sì. Parliamo di quel Rowle»

Un sorriso soddisfatto riesce a farsi largo persino sul volto duro di Alastor «Cosa sappiamo di lui?»

«Tutto, direi. Se mi dai un altro paio di giorni ti procuro anche il nome del suo primo amico a Hogwarts!»

Annuisce l’Auror, ignorando l’ironia dell’altra. La destra cattura una delle cartelline, curandosi di sfogliarla «Come l’hai scoperto?»

«Ho chiesto i fascicoli degli attacchi ai luoghi Babbani nell’ultimo mese. Mancava lo scontro con Fred ed Hermione»

«Ma l’abbiamo denunciato»

«Appunto. Mi sono insospettita e…» Esibisce un ghigno, alzandosi «…Conosci i miei metodi»

«E tu conosci i miei. Avvisa Kingsley: procediamo»

Ninfadora annuisce semplicemente, abbandonando l’ufficio di Moody.


 

****



«Prego, signorina!»

Ridacchia Hermione, precedendo Fred all’interno del ristorante scelto dal ragazzo «Non credevo scegliessi un ristorante Babbano»

«Non ho mai detto d’essere prevedibile!»

«Intendi confondere il cameriere al momento del pagamento?!»

«Tu non preoccuparti, sei in compagnia di Fred Weasley! Goditi il momento!»

Acconsente con un sorriso la strega, accomodandosi ad un tavolo per due persone. Fred, congedando il cameriere, indirizza lo sguardo al posto spettante a lui. Storce le labbra, preoccupandosi di spostare tutto e portarlo accanto alla ragazza.

«Ma che fai?»

«Mi siedo accanto a te»

«Di fronte non andava bene?» Lo chiede esasperata, guardandosi intorno a disagio, constatando quanti abbiano trovato interessante seguire le gesta audaci di Fred, il quale, infischiandosene, si lascia ricadere sulla sedia, spoglio del cappotto.

«Sei una lagna, lo sai?!»

«E tu sei fastidioso» Lo osserva sorriderle sghembo «Pensavo volessi impiegare questo tempo per portare avanti la missione»

S’acciglia al dire dell’altra «Come ti è venuto in mente?»

«Beh, questa mattina, quando hai voluto che dicessi a mamma di non aspettarci per pranzo»

«Volevo portarti qui!» La naturalezza del ragazzo disarma Hermione. Fred lo nota ed esibisce un ghigno impertinente «Miss Granger, credo proprio che lei sia imbarazzata!»

«Imbarazzata?» Finge indifferenza, spogliandosi del cappotto «Io?» Lui inarca un sopracciglio, lei afferra il menu, portandolo all’altezza del volto, camuffando il rossore «Non farmi ridere, Weasley!»

Peccato che sia lui a ridacchiare, sinceramente divertito «Dai, abbassa questo coso. Voglio guardarti mentre parliamo»

«Di cosa dovremmo parlare?» Il menu è nuovamente sul tavolo. Le dita della destra torturano la treccia scura, lo sguardo indugia sul volto di Fred.

«Non lo so, in genere si parla e basta!»

«Perché fai questo?»

«Questo cosa?»

«Questo! Passare del tempo con me. Insomma, non sei costretto»

«No, non lo sono» Ghigna in direzione di Hermione. Il gomito destro puntella il tavolo, il palmo della mano accoglie la guancia del ragazzo, assume un’aria quasi scocciata «Scommettiamo che puoi arrivarci da sola?»

«Non potresti rispondere e basta?»

«Certo che no!» Si sorridono alla risposta di Fred, stranendosi nel ritrovarsi a loro agio e perfettamente in sintonia «Secondo te, per quale motivo un ragazzo passa del tempo con una ragazza, invitandola a pranzo o passando delle serate con lei?» Il solito tono guidato dalla nonchalance, le sopracciglia s’inarcano furbescamente.

«Non sono così stupida, è chiaro. Succede quando al ragazzo…»

«Sì?»

«…» Boccheggia Hermione, sotto lo sguardo pestifero e soddisfatto di Fred. Imbarazzata, agguanta celermente il menu, voltandosi in direzione del cameriere «Scusi! Vorremmo ordinare» Il tono malfermo.


 

****



Dopo giornate trascorse tra salite ripide e climi rigidi, Remus ed Angus giungono alla meta. Entrambi esibiscono un aspetto affaticato, i volti deturpati dalla barba incolta ed i capelli poco curati. Gli abiti sgualciti sono celati dai manti scuri. Sono immobili dinanzi un’apertura scavata nella roccia, s’avverte l’eco di un vociare rozzo e marcato proveniente dall’interno. Sono udibili anche alcune risate sguaiate e persino dei macabri ululati. Il chiarore del cielo mattutino non riesce a rischiarare l’ombra vigente all’interno ed intorno quella cavità. L’aria fresca inonda i corpi dei due, ritemprandoli, tentando di conferirgli nuova energia. Impugnano le bacchette, incrociano i propri sguardi.

«Non si torna più indietro, Angus»

«Ne sono consapevole, Remus»

Con queste parole si incamminano all’interno della grotta. È un luogo umido, freddo e maleodorante. Le smorfie dipinte sui volti dei due uomini sono sufficienti ad esternare il ribrezzo provato. È una voce estranea a bloccare i passi dei due. Una voce roca e dura.

«Chi siete?»

«Sono Angus…» L’anziano fa una pausa, portandosi qualche passo in avanti, scorgendo in volto il terzo «…Non ti ricordi di me, Leo2

Un risata sguaiata segue la rivelazione, una risata che fa rabbrividire Remus «Gente!» Attira l’attenzione degli altri Leo «Il vecchio Angus è venuto a far visita a degli amici!»

Un altro uomo si fa avanti, ridacchiando sguaiatamente, al pari del compagno. È zoppo, il corpo percorso da profonde cicatrici, il volto completamente sfigurato «Angus! Quale onore! Un Rosier tra noi!» Il tono schernitore. Lo sguardo scuro dell’uomo viene poi catturato da Remus «Chi è questo qui?»

«Lui è Remus»

«Remus!» Interviene Leo, alto e grosso e con i capelli rasati. S’avvicina a Lupin, scrutandolo con attenzione «Carne fresca. Ottima scelta, Angus. Sarà divertente!»

«Temo non vi sia chiaro un dettaglio» Remus prende parola, affiancandosi ad Angus. Tacciono gli altri uomini, osservandolo, chi con fastidio, chi con interesse «Non sono carne fresca. Sono esattamente come voi, e sono qui per proporvi un compromesso»

A queste parole, un terzo uomo, più alto e più grosso degli altri, con la muscolatura ben definita ed il capo ricoperto da riccioli bruni, s’avvicina a Remus. La folla s’accerchia intorno ai due. L’uomo dal cipiglio crudele e severo par essere una sorta di Capobranco. Annusa Lupin, saggiando l’odore emanato dall’uomo. Trascorrono degli attimi d’attesa e di silenzio. Il cuore di Remus accelera i battiti, suo malgrado una sensazione di terrore riesce a farsi strada, invadendo il suo corpo. Il terzo uomo, sostando di fronte il membro dell’Ordine, spezza il silenzio e l’attesa «Sei un lupo mannaro. Non menti» La sentenza viene accolta da un respiro di sollievo di Angus e da un annuire di Lupin «Parla. Cosa vuoi?»


 

****



Il pranzo tra Hermione e Fred, paradossalmente, continua nel migliore dei modi. Superato l’imbarazzo iniziale, grazie alla leggerezza del ragazzo, è stato possibile procedere senza ulteriori imbarazzi. Sono ormai al dolce i due, ignari di tutto ciò che gli accade intorno, inglobati in una sorta di campana in vetro, al di sotto della quale esistono loro due e nulla più. Una sensazione congeniale a Fred e sconosciuta ad Hermione, sempre così assorbita dalle preoccupazioni e dalla voglia di trovare spiegazioni e soluzioni a tutto, si trova adesso a vestire i panni di una semplice adolescente, ed a ben dire sono vesti che le calzano a pennello.

«Sei stato tu! Lo sapevo! Harry e Ron non mi hanno mai voluto credere, ma io ne ero convintissima!» L’esclamazione ridente della strega, travolta dalla conversazione instaurata con Fred.

«Mi lusinga che tu non abbia mai avuto dubbi!»

«Dai, Fred. Chi avrebbe potuto pietrificare Mrs Purr e depositarla nel gabinetto di Mirtilla Malcontenta?!»

«George o Lee! Non sono l’unica mente diabolica, sai?»

«No, non lo sei. Ma hai uno stile inconfondibile»

Un sorriso si delinea sul volto del gemello. Non un ghigno, non un’espressione beffarda, bensì un semplice e luminoso sorriso «Conosci il mio stile» Il tono basso, lo sguardo che tenta d’incrociare le iridi altrui. Hermione, venendo invasa dall’intimità di cui è colmo il momento, distoglie lo sguardo, trovando interessante la fetta di torta al cioccolato ancora intatta. Dei brividi la scuotono quando avverte delle dita gentili depositarsi alla punta del mento, sollevandolo «Riesco a zittirti troppo spesso, di questo passo mi farai sentire onnipotente davvero!» L’esclama con sarcasmo, sortendo l’effetto sperato, difatti la ragazza sorride, rilassandosi.

«Non mi zittisci! Ho solo fame»

«Ah, certo; ti credo, come no!» Accontenta il desiderio tacito di Hermione, non spingendosi oltre «Stasera io e George andiamo al luna park»

«Non dirai sul serio»

Ghigna, avvicinando la forchetta alle labbra «Invece sì. E tu vieni con noi!»


 

****



All’interno dei Tiri Vispi Weasley, complici le vacanze invernali, vi è una folla inaudita. Ragazzini di tutte le età si accalcano intorno ai più svariati ritrovati, tra la folla anche degli adulti e tra gli adulti un contrariato Dedalus Lux.

«Ragazzo, posso avere la tua attenzione?» Il tono imbronciato fa sogghignare George, il quale indirizza un gruppetto di tredicenni verso altri scaffali, degnandosi poi di prestare attenzione all’uomo.

«Qualcosa non va, Signor Lux?»

«Non giocare con la mia pazienza, gemello Weasley!»

«Oh, quanta formalità! Sono George per gli amici!»

Il tono ghignante di George indispettisce ancora di più Dedalus «Questo postaccio è un attentato al buon senso ed alla prudenza! Quindi spicciamoci, non voglio trattenermi oltre»

«D’accordo! Quanta diffidenza» Si conduce al bancone, riprendendo il discorso «Può informare i suoi nipoti che la versione Lunastorta dei torroni è arrivata»

«Ci voleva tanto?» Una domanda retorica che conduce Lux alla porta.

«Una buona giornata anche a lei!» Scuote il capo, divertito «Che personaggio!»


 

****



Remus Lupin ha tentato di racchiudere il compromesso in un discorso breve e conciso. Ricordando perfettamente l’incarico, ha tentato di persuadere quegli uomini che vivono ai margini del mondo civilizzato, perché lupi mannari, a collaborare con Albus Silente. Memore dell’esperienza di Hagrid con i Giganti, non ha abbandonato la bacchetta neanche per un istante. L’hanno ascoltato, nessuno ha osato interromperlo, semplicemente perché il Capobranco ha mostrato un certo interesse.

«Il tuo è un discorso ragionevole»

«Vi offro la possibilità d’essere liberi, di vivere come ogni altro mago»

«L’ho capito» Ivor2 indirizza lo sguardo su Angus, rimasto in silenzio al pari di tutti gli altri «Cosa pensi a riguardo, Angus?»

«Cosa vuoi che ti dica?»

Un sorriso sadico si delinea sulle labbra di Ivor, i tratti s’induriscono e lo sguardo s’assottiglia «Non gliel’hai detto?» Il tono strascicato, volge nuovamente l’attenzione ad un confuso Remus «Abbiamo un problema, Remus Lupin»

«Quale problema?» S’affretta a chiederlo, alternando lo sguardo tra Ivor ed Angus, quest’ultimo è nuovamente ingobbito su se stesso, il capo chino, lo sguardo che si rifiuta di posarsi sul volto di Lupin «Angus» Lo richiama con tono fermo e nervoso «Quale problema?»

«Ora basta» Una voce s’intromette. È dura, roca e priva d’emozioni. Proviene da una figura raccapricciante, che d’umano ha ben poco.

«Greyback?» Si sfila rapidamente il mantello Remus, puntando la bacchetta contro il nemico.

«Prendetelo»

Peccato che un’unica parola annienti ogni suo tentativo di difesa, poiché Ivon è il primo ad aggredirlo, seguito da altri quattro. Remus, incapace di difendersi con la bacchetta, tenta di lottare con il proprio corpo, invocando l’aiuto di Angus, il quale è ormai rintanato alle spalle di Fenrir.

«Non avercela con me, Remus. Perdonami» Sono le uniche parole che vengono dette da Angus, e sono le ultime che Remus riesce a percepire prima di svenire a causa d’un colpo potente alla nuca.


 

****



Ѐ ormai sera, Hermione è tornata da un paio d’ore a casa, Fred le ha dato appuntamento per il luna park, congedandosi. È sdraiata sul proprio letto, un sorriso stupido stampato in volto, adocchia il soffitto, perdendosi nei ricordi della mattinata trascorsa in compagnia di Fred. Ridacchia ripensando al proprio sconcerto quando il mago ha estratto un sacchettino colmo di sterline; non avrebbe mai pensato di assistere ad uno spettacolo simile: Fred Weasley che maneggia monete e banconote Babbane, con disinvoltura per giunta, in un ristorante Babbano.

«Che ti succede, Hermione. È solo Fred»

Lo sibila a se stessa, incapace di comprendere per quale motivo il suo stomaco continui ad improvvisare strane danze. Perché si senta particolarmente felice e perché l’aspettativa cresca in lei. Adocchia l’orologio, sbuffando nel constatare quanto tempo manchi al ritorno di Fred.

«Merlino, Hermione. Cosa t’importa? È uno stupido luna park»

Mente persino a se stessa, ricordandosi poi che assieme a Fred ci sarà anche George. Un’improvvisa delusione la invade, ed il sorriso sparisce dal viso. È buffo, ma non ha mai odiato così tanto la presenza di George.

«Sei lì?»

La voce di Logan, al di là della porta, l’allontana da tutti quei pensieri «Sì, entra pure»

«Niente Fred?» Si guarda intorno il ragazzo, sorridendo quando Hermione scuote il capo «Finalmente!»

«Cos’hai contro Fred?»

«Non ho nulla contro di lui, mi spiace non riuscire mai a passare una serata con te, o un pomeriggio. Tra qualche giorno io tornerò a casa e tu a scuola. Passeranno mesi prima di poterci rivedere» S’accomoda ai piedi del letto di Hermione, i lineamenti esprimono un certo dispiacere.

«Hai ragione. Mi dispiace, sul serio» Lo raggiunge, sedendosi sul pavimento freddo, rabbrividendo «Sono stata un po’ distratta in questi giorni»

Esibisce un sorriso poco convinto lui. Volge il capo il direzione della strega «Ѐ lui a distrarti?» Il rossore che compare sul volto di Hermione è un eloquente risposta «Immaginavo»

«Non è come pensi»

«Non importa» Un vero sorriso s’increspa sulle labbra di Logan «Quando ti sei iscritta in quella scuola per cervelloni, ho creduto che la nostra amicizia sarebbe finita. Ero geloso delle tue nuove amicizie. Loro potevano stare con te, ed io no»

«Logan…»

«Aspetta» Lei annuisce, e lui prosegue «Però sono stato un completo idiota: non mi hai mai escluso, ho fatto tutto io. Questo Natale speravo di poter recuperare il rapporto perduto, poi ti ho rivista ed anziché rivedere l’amica d’infanzia, ho visto una ragazza che mi piaceva molto» Deglutisce lei, allontanandosi istintivamente, imponendo un’ulteriore distanza «E poi ho visto un ragazzo»

«Fred?»

«Lui, sì. Un ragazzo a cui piaci molto, e che a te piace molto»

«Ti stai sbagliando»

«Può darsi. Ma ho sbagliato nell’essere geloso per l’ennesima volta, nel non volerti ascoltare davvero. In questi giorni mi sono impegnato a tenerti lontano da lui, senza capire quanto mi stessi allontanando da te»

Tacciono per qualche istante, registrando la conversazione. Lui, completamente spoglio d’ogni difesa. Lei, divisa tra il senso di colpa per non essersi accorta di nulla e la felice illusione d’interessare sul serio a Fred. Un’illusione così irrazionale da gettarla nella confusione totale.

«Ricordi quel locale dove ci portavano da bambini?»

«Sì»

«Ci verresti questa sera? Io e te, come i vecchi tempi, da amici»

Lo sguardo scuro di Hermione indugia sui tratti sinceri e speranzosi del diciassettenne. Se esiste una caratteristica attribuibile alla Granger che vada oltre il coraggio, la disciplina e l’intelligenza, questa è senza ombra di dubbio la disponibilità dovuta al buon cuore della strega «D’accordo» Una domanda l’attraversa nell’immediato: Cosa dire a Fred?











1 Il fatto che Thorfinn Rowle sia infiltrato al Ministero e sia impiegato presso quel Dipartimento è di mia invenzione, funzionale alla storia.
2 Leo e Ivan sono personaggi di mia invenzione.



Angolo Autrice:
Salve ragazze, mi scuso per avervi fatto attendere tanto il nuovo capitolo, spero ne sia valsa la pena e vi sia piaciuto! Devo avvisarvi che tra una settimana parto e sarò fuori città (e sprovvista di internet) per un paio di settimane, dunque il prossimo capitolo potrebbe essere pubblicato tra qualche settimana. Non credo di riuscire a pubblicarne un altro prima di partire, perché sono giorni frenetici T.T
Per il resto, devo avvisarvi che nei prossimi capitoli dei personaggi perderanno la vita, non posso dirvi se saranno buoni o cattivi o entrambi, ma ci saranno queste situazioni, ovviamente sempre trattate entro il limite del rating giallo; è un'evoluzione della storia che si è delineata da poco. Avviso nel caso in cui a qualcuno dovesse non piacere questo tipo di trama. Spero naturalmente che vogliate seguire comunque, ed anzi ringrazio tutte coloro che mi stanno seguendo con delle entusiaste recensioni, chi legge semplicemente e chi ha inserito la storia tra le seguite/ricordate/preferite. Grazie! Perdonatemi per questo spazio così prolisso, di solito evito! Alla prossima :)

   
 
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