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Autore: InsaneMind    25/07/2012    0 recensioni
La storia di un amore intrigante che neanche il tempo riuscirà a scalfire.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il senso di oppressione che mi stringeva il cuore fino a farmelo scoppiare in quel preciso momento in cui ti vedevo sempre più lontano da me. Ti sentivo distante, troppo lontano da me.
 
Correre. Cercarti. Solo questo dovevo fare. Venire da te, abbracciarti forte fino a farti mancare il respiro. Sussurrarti quanto mi sono sentita bene con te. Quanto la tua presenza mi faccia sentire diversa.
Correre sempre più veloce col fiatone fino a crollare ai tuoi piedi esausta ma contenta di esser giunta alla meta: la mia felicità.
Mi risvegliai l'indomani e improvvisamente questi pensieri mi tartassarono la mente e sentii improvvisamente malinconia di qualcosa, di qualcuno. Di te.
Mi sentii così stupida per averti fatto del male, anche se in modo ''lieve''. Ma come può definirsi lieve il dolore che una persona, qualunque essa sia, ti infonde? E' come quando ti tagli accidentalmente col coltello ed esce il sangue. Dal cuore iniziano a delinearsi le prime crepe fino a quando, col passare del tempo, non diventano sempre più profonde.
Iniziavo a sentirmi così doppiamente stupida: mi sentivo in colpa ed iniziavo ad affezionarmi ad una persona che sicuramente mi avrebbe fatto male a sua volta. Gettai questi pensieri nel cestino della mia mente e presi coraggio: volevo vivere. Chi se ne importa se soffrirò in seguito, se mi spezzerà il cuore. La vita è un ciclo: vogliamo essere felici e improvvisamente ci assale la tristezza, quando pensiamo che siamo giunti al culmine, che la tristezza ci ha strappato di dosso ogni brandello di carne ecco che appare uno spirarglio di luce: una nuova speranza. Alcune volte cadiamo e siamo in grado di rialzarci, altre abbiamo bisogno semplicemente di una persona che è lì per noi. Per farci rialzare, per aiutarti senza ipocrisia. Ma quando arriverà quel fatidico momento?
Ora. Ora e mai più. Correrò più forte che posso per arrivare a destinazione. Mi sono svegliata ed ora voglio solo vivere. Vivere sapendo che posso inciampare in ogni momento, in ogni luogo ma che sono accompagnata dalla forza, dalla mia forza di sapermi rialzarmi per una buona causa. Non lascerò che il mio carattere odioso mi impedisca di essere felice, di vivere. Voglio correre, sentire il vento che mi viene contro, come se volesse fermarmi per evitare di soffrire. Ma io voglio soffrire. Se per essere felice, se per raggiungerlo devo percorrere questo calvario, io lo voglio. Non è masochismo, non è voglia di immergermi in questo tugurio di solitudine, è solo voglia di essere felice.
 
Erano le 10.29 quando decisi di alzarmi dal letto per dirigermi in bagno concedendomi una lunga doccia fredda per schiarirmi le idee. Subito dopo mi preparai e mi diressi al mare.
Lungo il vialetto che conduceva dalla strada principale all'ingresso dello stabilimento non c'erano molte moto parcheggiate, ma appena varcai l'ingresso vidi Paky seduto vicino ad un tavolino da solo e lo salutai alzando un braccio dirigendomi come una vigliacca a poggiare la borsa.
''Vigliacca che non sono altro e meno male che da oggi sarei cambiata''.
 
Dopo un paio di minuti ch mi parvero interminabili, mentre continuavo a martellarmi da sola con pensieri frustanti, riuscii a distrarmi pensando a quante persone si erano recate li al mare, era insolito. 
Gettai il cellulare nella tasca superiore della mia tracolla, che appoggia svogliatamente sul bracciolo della sedia, mi svestii-per quanto io potessi odiare farlo- e mentre mi voltavo due mani offuscarono la mia vista.
 
-  C-che cosa diamine...- non feci neanche in tempo a finire la frase che subito riuscii a voltarmi e la visione che mi attendeva era di una bellezza da far sciogliere persino un cuore ghiacciato, persino in grado di sciogliere me.
 
-Buon giorno- mi disse con una voce dolce incorniciata da un sorriso.
 
-Buon giorno..- 

Inaspettatamente mi prese la mano e ci dirigemmo sulla spiaggia silenziosamente. Dal canto mio mi sentivo imbarazzata: quella mano così calda che avvolgeva gentilmente la mia, quel suo sguardo così sicuro di sè sempre vigile su di me. Ero incantata da quello spettacolo. Mi sentivo così estranea, come se fossi uno spettatore. Lo guardavo con aria sognante come se quella parte dura di me fosse scomparsa nell'abisso dei miei pensieri più remoti. Mi sentivo felice, come se fosse riuscito ad accendere la fiammella della gioia che si celava in me. Mi sentivo così al sicuro con lui come se ci conoscessimo da sempre.
 
Decisi di lasciarmi andare, di percorrere lungo questo sentiero che mi si era presentato su un piatto d'argento. Pian piano riuscivo a fidarmi. I suoi occhi sembravano lo specchio del suo animo. Un animo che avevo giudicato troppo in fretta.
 
-Terra chiama la Luna. C'è qualcuno?- disse interrompendo il filo dei miei pensieri. Ormai era un'abitudine.

-Luna risponde. Chi è che mi cerca?-

-Io.- si fece ad un tratto serio- Cosa ti turba? E' da prima che sei pensierosa... E non dirmi che non è successo nulla. Un po' ti conosco anche io. Vieni, ti porto in un posto dove possiamo parlare indisturbati.-
 
                                                                                                               * * *

Mi prese la mano e camminammo per qualche minuto, accompagnati solo da un silenzio opprimente. Non riuscivo ad alzare il viso per poter incontrare il suo sguardo dolce, mi sentivo bloccata, incapace di affrontare un confronto diretto: di vedere i suoi occhi scintillare sotto i raggi del sole, quasi privi di tristezza. Immedesimarmi in ciò che gli passava per la mente, infrngere le mura del silenzio cercando una parola per non far pesare il macigno dello stesso su di noi. 
 
Perché è così difficile trovare le parole giuste per non cadare nel banale?
 
Stare vicino a lui mi rendeva così strana, sentivo dentro di me una strana gioia. Mentre avvertivo il contatto tra le nostre due mani il calore riscaldava il mio corpo, persino il mio cuore non riusciva a restare completamente indifferente a quel tocco.
Salimmo su una scogliera dove le onde del mare si infrangevano sugli scogli, come successe la prima volta che lo vidi.
Ci fermammo vedendo quel panorama così familiare ma mai così banale, in grado di modificarsi ogni secondo che passa. Una leggera brezza iniziò a colpire lungo la costa così che delle goccioline di mare ci finirono addosso. Lo guardai e sorrisi. 
Ci fermammo vedendo quel panorama così familiare ma mai così banale, in grado di modificarsi ogni secondo che passa. Una leggera brezza iniziò a colpire lungo la costa così che delle goccioline di mare ci finirono addosso. Lo guardai e sorrisi.
 
 
  
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