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Autore: StupidWorthlessBoy    25/07/2012    0 recensioni
La mia prima storia, forse anche l'ultima.
Non sono capace a scrivere, lo so. Ma ho bisogno di scrivere.
la storia è basata su un'esperienza personale.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"I get too scared to move, cause i'm still just a stupid worthless boy."
-Blink 182

La voce di Tom si toglie dalle mie orecchie lasciandomi in testa fiumi di versi, fottutamente veri.
I would wish upon a star, but that star, it doesn't shine. So read my book with a boring ending a short story of a lonely guy.”
Tutti mi guardano dannatamente male. Sono qua da ore, seduto su uno scalino su una piazza dal nome osceno, con tantissime persone che combattono contro il traffico, e corrono per il lavoro.
E invece io faccio scivolare i secondi sulle corde di Mark, e sulle sue parole.
Prima o poi tu sbucherai da quella massa di auto e mi inizierai a fissare da lontano, con un'aria emozionata, credo.
Devo ascoltare qualcosa, mi dico.
Riprendo il mio Ipod, e scelgo una canzone a caso. Parla di me, di
nuovo.
Mi viene voglia di scaraventarlo a terra.
Scaraventare tutto. La mia vita, i miei difetti, i miei stupidi sentimenti.
Perchè non vieni, perchè.
Ho sbagliato tutto, tutto.
I minuti scorrono e si accumulano formano ore eterne, sotto il sole.

“All day it is there to remind an over sensitive guy. That he's lost and alone.”
Tutto questo per cosa? Per una chioma tinta e per un sorriso che amo.
Il cellulare vibra sotto la mia tasca.
“Spero che tu sia ancora li.”
E intanto
Swing life away, passa nelle mie orecchie, e io ricomincio a vivere.
E conto i secondi che passano da quello strano messaggio arrivato da un numero sconosciuto, che risulta così diverso dai messaggi che mi arrivano di solito.

E i miei occhi non si staccano da lì, rimangono a fissare quelle parole, immaginando la tua voce e il tuo profumo.
Ed eccoti, con la maglia del nostro gruppo preferito, con il tuo sorriso, con le tue gambe esili e già abbronzate. Guardi per terra, però vieni proprio verso di me.
Sei sempre come ti ho immaginato.

E la mia paura più grande è che io non sia come tu vuoi.
Ti avvicini e rallenti il passo. Non ci tocchiamo, non ci abbracciamo, accenno un timido ciao.

Ti prego fai che non resti in silenzio.
-
Hai visto, ho messo questa maglia apposta per te!- mi dice scoprendo quella voce così melodica.
-L'ho notata subito!- è l'unica cosa che so dire.

Sei venuto fino qua, è ora di fare il primo passo.
Passeggiamo per un'oretta buona, in questo schifo di città.
-Me l'avevi descritta bene questa città. Fa davvero schifo.- scoppia una risata generale.
Non credevo fosse così bello far ridere una persona. Faccio ridere tanta gente con la mia stupidità, ma far ridere te, è bellissimo.
La mia emozione piano piano se ne andata.
-Parlare è diverso da chattare, vero?- mi chiedi impacciata.
-Oh, si. Ma io preferisco così. Sai ho sempre immaginato questo momento. Parlarti guardandoti negli occhi.-
-Anche io.- mi risponde con le guance già tutte rosse.
-Non credevo di arrivare a scrivere quel messaggio, di venire fino qua, solo per sperare di incontrarti.- sembra ascoltarmi con gli occhi pieni di speranza -Non credevo di potermi prendere una cotta simile per una persona che non avevo mai visto, e invece eccomi qua.-
Lei sorride piano.
Mi sento in uno di quei film americani così finti.
-E io non credevo ai miei occhi vedendo quel messaggio, e le mie gambe quasi si muovevano da sole verso di te.-
E io che tanto mi ero preoccupato per un tuo no.
Ci alziamo e ci ritroviamo sulle strisce pedonali ad aspettare il verde.
La mia spalla contro la tua, ti prendo la mano e la stringo.
-Per fortuna che ci sei tu, se no non saremmo qui.-
Rido soddisfatto.

Non attraverserò queste strade finché non mi terrai per mano.
E arrivo al treno non ci siamo ancora staccati la mano, forse per paura che all'altro dia fastidio, o forse perchè stavamo bene così.
Mi tiri un capello e mi dici che lo vuoi tenere per ricordo.
Mi stai per dire qualcos'altro ma ti blocco con un velocissimo bacio, che mi è parso eterno.
Chissà quando incontrerò di nuovo le tue labbra.
E con il tuo sudore ancora sulla mia mano, mi siedo e ti guardo li fuori dal mio finestrino, che mi fai faccie buffe.
Non vorrei abbandonarti mai, non vorrei lasciarti da sola.

  
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