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Autore: JulietAndRomeo    26/07/2012    2 recensioni
-Ti prego, Granger, fallo per me, lei non è cattiva, è solo un po'... possessiva-
-Ok, ma se sgarra un'altra volta la crucio-
Piccola Draco/Hermione senza alcuna pretesa.
Mi piacerebbe lasciaste un commentino, giusto per potermi migliorare qualora ce ne fosse bisogno :)
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Mi è stato suggerito di scrivere un altro capitolo e l'ho fatto quindi eccolo qui :)



Due mesi: questo era il tempo passato dal famoso pranzo con i Malfoy.
Due mesi di totale pace.
Forse non avete capito a cosa io mi stia riferendo e quindi mi affretto a spiegarvi: Narcissa non aveva più tentato di uccidermi.
Attenzione, non sto dicendo che non mi aveva più insultata o derisa, ma non aveva tentato di ucccidermi, forse perché adesso ero incinta e non voleva rischiare di perdere il nipotino prima ancora di averlo tra le mani.
Nonostante gli attentati alla mia persona fossero finiti, gli attentati alla mia salute mentale erano appena iniziati.
Quel giorno, subito dopo essersi ripresa, ormai rassegnata al fatto che essendo incinta avrei dovuto per forza sposare suo figlio, aveva cominciato a fare progetti sul matrimonio e sulla sua organizzazione: i fiori, il vestito, il catering, gli invitati e via dicendo.
Se io volevo i fiori rossi, lei li voleva bianchi; se io volevo un vestito senza pizzi, lei voleva il vestito stracolmo di pizzi; se io volevo una cena semplice, lei voleva la più ricercata; se io volevo evitare di invitare tutta la comunità magica, lei aveva intenzione di invitare il ministro della magia americano! Ma dico: chi diavolo lo conosce?!
Ok, potevo anche assecondare la scelta di invitare Kingsley, infondo era mio amico, ministro della magia inglese e anche pseudo-salvatore dei componenti della famiglia Malfoy insieme ad Harry, ma il ministro americano, da dove era saltato fuori???
Fatto sta che avevamo aggiunto un tavolo proprio per ospitare gli uomini (politici e non) più importanti dell'inghilterra e del mondo.
Draco mi chiedeva sempre di tentare di andar d'accordo con lei, perché era pur sempre sua madre, di non farla stressare troppo perché era una signora di sessant'anni... una strega di sessant'anni!
-Hey, Granger, mia madre ti ha spedito una lettera- disse Draco appena rientrato dal lavoro.
-Oh, che Morgana me la mandi buona!- borbottai.
-Hai detto qualcosa?-.
-No, Malfoy, fammi vedere cosa vuole l'arpi... tua madre- risposi correggendomi all'ultimo momento.
Lui mi passò la lettera ed io, con la morte nel cuore all'idea di quello che vi era scritto, la aprii.
Più che una lettera, sembrava un telegramma: l'unica differenza e che non erano presenti le parole STOP al posto dei punti.

Futura moglie di mio figlio,

Si, l'arpia mi chiamava così, non voleva pronunciare neanche il mio nome.

Domani andremo insieme a Diagon Alley, per l'ultima prova del vestito. 

Non era una domanda, era un ordine. Un ordine che mi spaventava e non poco per le cose che implicava.

Ci vediamo davanti al Ghirigoro alle 9 in punto.

Come trasformare la libreria preferita di tua nuora nel peggiore degli incubi: manuale d'istruzione firmato Narcissa Black in Malfoy.

Cordiali saluti,
Narcissa Black in Malfoy.


Neanche stesse salutando il primo ministro.

-Allora? Che dice mia madre?- mi chiese Draco.
-Che vuole torturarmi in modo lento ed estremamente doloroso-.
-Dai non farla tento lunga, dammi la lettera-.
Lui la lesse in silenzio e poi tornò a guardarmi: -Andiamo, Hermione, non sarà così terribile!-.
-Sarà un incubo!-.
Sorrise e mi baciò. Da lì a smaterializzarci in camera, il passo fu breve.
La mattina dopo, la prima cosa che mi venne in mente fu l'appuntamento con la strega.
-Buongiorno amore- disse Draco uscendo dal bagno.
-Buongiorno- dissi dimenticandomi dell'appuntamento con l'arpia.
-Come stai?-.
-Bene, Draco, non c'è bisogno di preoccuparti per me-.
-Come vuoi-.
Mi alzai dal letto e dopo essermi preparata e aver fatto colazione, mi recai all'appuntamento con la vecchia.
Ero davanti al Ghirigoro già da venti minuti,  quando Narcissa decise di onorarmi con la sua presenza: -Allora, sei pronta?-.
-Signorsì signora- borbottai a mezza bocca: -Ma dobbiamo aspettare Ginny-.
-Chi?- disse Narcissa preoccupata.
-Ginny Weasley, stamattina le ho detto che andavamo a provare l'abito e, visto che la prima volta non è potuta venire, l'ho invitata. Le da fastidio?-.
-Ma certo che no- disse irritata.
Io ghignai come la più degna dei Malfoy e insieme, senza parlare, aspettammo Ginny.
Arrivò dopo circa cinque minuti, trafelata e con il fiatone: -Scusa Herm, James e Albus non mi hanno mollata un secondo, li ho lasciati da mia madre e sono corsa subito da te-.
-Non preoccuparti Ginny, vogliamo avviarci?- dissi rivoglendomi all'arpia.
-Ma si, certo- rispose lei.
Arrivammo davanti al negozio di Madama McClan, ma non entrammo, anzi proseguimmo svelte lungo la via e quando arrivammo alla fine, svoltammo a sinistra. In un angolo poco conosciuto e frequentato di Diagon Alley, stava il più bel negozio che avessi mai visto: piccolo e somigliante alla casetta di marzapane di Hansel e Gretel.
Era già la seconda volta che andavo lì, ma non smetteva di affascinarmi.
Entrammo e la commessa ci riconobbe subito: certo le avevamo lasciato duemila galeoni, mi sembrava il minimo.
-Vado a prendere il suo abito, signorina, vogliate nel frattempo accomodarvi nel salottino di prova- disse la donna prima di sparire nel retrobottega.
Ginny e Narcissa si accomodarono e, mentre la prima parlava a ruota, senza fermarsi, discutendo di quanto era eccitata nel vedermi con l'abito da sposa, l'altra ghignava apertamente.
'Che cavolo ha da ridere?' pensai sospettosa.
La mia domanda trovò presto risposta quando, una commessa particolarmente carica di stoffa bianca si avvicinò a noi.
-Non so perché abbia voluto cambiare vestito, signorina Granger, ma eccolo qui, se le serve aiuto mi chiami.
-Cambiare vestito? Io non ho mai cambiato vestito!-.
-Eppure mi è arrivato un gufo un paio di settimane fa con una lettera in cui lei diceva di voler cambiare il vestito che aveva scelto, con il primo che aveva provato-.
-Sta scherzando vero?!-.
Aprii il vestito che la commessa mi porgeva e una montagna di stoffa, ricoperta di pizzi e merletti mi ricoprii per intero.
Rimasi senza parole per qualche minuto, guardando lo scempio di vestito che mi ritrovavo davanti e in pochi secondi ricollegai il ghigno della Strega con quella massa di pizzi che avevo addosso.
-Io la ammazzo!!!- urlai con tutto il fiato che avevo in gola.
-Perché, non ti piace?- disse Narcissa.
-Mi riporti subito il vestito che avevo scelto prima o io la crucio per bene!- dissi rivolta alla commessa.
Lei deglutì a vuoto e mi rispose balbettando: -Beh, vede... n-noi... lo abbiamo... v-v-venduto-.
Scattai in piedi come una molla: -Ve-ve, ve-ve, ve-ve...-.
Ginny mi diede uno schiaffo per aiutare il mio cervello a riconnettere i fili: -Venduto?!- urlai: -Grazie- dissi poi a Ginny.
-Quando vuoi- rispose la mia migliore amica.
-Beh, vede quello era un vestito bellissimo e molte spose lo volevano, così quando lei ha disdetto l'acquisto, cambiando abito, lo abbiamo venduto subito- disse esitante la commessa.
Se le occhiate avessero potuto uccidere, al posto di un matrimonio avremmo celebrato un funerale: Narcissa mi guardava con sguardo soddisfatto e Ginny con sguardo preoccupato.
'Se vuole la guerra, l'avrà!' pensai.
Dopo essemi calmata, dissi: -Ok, ne troverò un altro, ma non sarà questo scempio!-.
-Cosa?!-.
-Mi hai sentito bene, cara Narcissa: rimarrò qui anche fino al giorno del matrimonio se è necessario, per trovare il vestito giusto e ovviamente tu rimarrai con me! Non voglio che tu non veda l'abito!-.
-Io veramente avrei da fare..-.
-Oh, no! Tu rimarrai qui, devi consigliarmi, sei la mia futura suocera e hai il diritto di assistere! Ginny si assicurerà che tu non vada via, giusto Ginny?-.
-Ma certo, Herm!- disse Ginny ghignando.
-Mi porti gli abiti più costosi e belli che ha, mia suocera sarà felice di pagare, alla fine della giornata- dissi sorridente alla commessa.
Passarono i minuti, che si trasformarono in ore, ma io ancora non riuscivo a trovare l'abito. L'unica cosa degna di nota era che ogni volta che uscivo dal camerino con un abito diverso, Narcissa sveniva e veniva svegliata da Ginny con un colpo di bacchetta.
Ero fiera di me, stavo facendo soffrire mia suocera e la mia migliore amica mi aiutava: non poteva andare meglio... o forse si?
Alla fine provai l'ultimo vestito: era senza spalline e la gonna partiva da sotto il seno, allungandosi fino ai piedi e terminando con uno strascico. Il punto di incontro tra la gonna e il corpetto era segnato da un fiore bianco.
Quando lo misi, pensai subito fosse meglio del primo che avevo comprato e uscii dal camerino.
Capii che a Ginny piaceva dal fatto che alla mia amica linguacciuta non era uscita più nemmeno una parola dalla bocca e capii che piaceva a Narcissa dal fatto che continuava a tentare di svenire ogni due per tre. Riuscì finalmente a svenire sul serio quando le venne presentato un conto di cinquemila galeoni. Si afflosciò per terra come un sacco di patate e dopo averle lanciato un ultimo sguardo, io e Ginny ci guardammo negli occhi, decidendo che sarebbe stata meglio lì, come decoro al pavimento del negozio, anziché come incubo nella mia vita.
Quindi, io e Ginny uscimmo dal negozio con un bellissimo vestito in mano e un sorriso divertito sulle labbra.
   
 
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