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Autore: Vichy90    26/07/2012    8 recensioni
Nome: Isabella Marie Swan
Città di provenienza: Forks, soprannominata anche dalla sottoscritta "il buco del culo d’America".
Città di residenza attuale: New York, il mio personale inferno sulla terra.
Anche se ad essere sinceri non era la città in sé il mio inferno sulla terra ma una azienda.
La Cullen-Masen Society, Società Finanziaria fondata da Carlisle Cullen e attualmente gestita dal mio ex compagno di classe, ex fratello della mia migliore amica, ex ragazzo con cui ho perso la verginità, Edward Anthony Masen Cullen.
Se la società ero il mio inferno, Edward era di sicuro il Diavolo, Lucifero, Satana, Belzebù.
Gli mancavano solo le corna e il forcone. Ma non ero del tutto sicura che quest’ultimo non lo tenesse nascosto dentro qualche armadio, pronto a scagliarmelo addosso appena gli avessi voltato le spalle.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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2.
The Rumble to the Jungle




<< certo che avevi proprio ragione… fai schifo a ballare Bella! >> mi fece notare Jacob in una risata appena mi appoggiai nuovamente alla sedia, dopo che Edward alla fine della canzone mi ci aveva ricondotto per mano.
<< grazie Jacob… soprattutto per la delicatezza della tua sincerità! >> gli sorrisi io.
<< sono una persona franca! C’è gente che pagherebbe per avere vicino uno come me! >>
<< chi? >>
<< che ne so.. qualche vecchia ciabatta alla ricerca di compagnia! >> proruppe lui facendomi scoppiare in una fragorosa risata.
Il resto della serata lo passammo al tavolo a parlare dei compiti che dal giorno dopo avremmo dovuto sobbarcarci. Io avrei dovuto lavorare su dei grafici assieme ad Edward e questo mi metteva già in ansia.
Tornammo nelle nostre stanze a mezzanotte passata e Jacob spinse per riaccompagnarmi davanti alla mia porta come il più classico dei cavalieri.
<< senti Isabella, dato che la sera l’abbiamo libera che ne pensi di andare a cena domani? Chessò... magari in un ristorante dove non servono interiora di animale! >>
Sorrisi a quell’invito. Non ero esattamente dell’umore di uscire, ma la sera Edward ce l’aveva data libera e alla fine avevo 26anni, ero single e in una città che non conoscevo. Jacob poi era simpatico e carino… mi dissi perché no?
<< si, va bene. Mi piacerebbe molto! >>
Il sorriso che mi riservò mi fece capire che avevo fatto la scelta giusta.

<< cosa significa “verticalizzare un processo produttivo”? >>
Oddio questa la sapevo… la sapevo!!
<< Signorina Swan per cortesia si concentri. I “costi affondati”? Sa cosa sono i costi affondati? >>
<< emm.. credo che siano… >> Dio ti prego salvami dal Maligno!!
<< Non ci credo!!! >> urlò lanciando il suo blocco degli appunti contro il muro dell’ufficio nel quale ci eravamo chiusi per fare delle analisi dei dati << sa almeno in che cosa consiste l’analisi di Break-Even?! >>
<< i-io… mi scusi! >>
<< ma quale razza di indemoniato le ha dato la Laurea?! Lei è un’ignorante… una buona a nulla!! >>
Ok. Stavo seriamente per scoppiare a piangere.
Abbassai il capo per non mostrargli i miei occhi, ormai colmi di lacrime, e trattenni il respiro cercando di ritrovare la calma e non finire a singhiozzare come una bambina. Peccato che Edward se ne accorse.
<< cos’è… si stà mettendo a piangere? >> domandò in dubbio.
Per un momento non risposi, temendo che la mia voce si spezzasse, ma poi quando mi sentii sicura alzai il capo e ignorando i miei occhi troppo lucidi lo fissai dritto in faccia.
<< se sono una buona a nulla perché sono qui? Perché mi ha dato questo incarico, mi ha fatta venire in trasferta, mi ha offerto un contratto? Se pensa davvero che non valgo niente la smetta di affidarmi questi incarichi… altrimenti mi lasci lavorare come so fare.
Non ricordo cosa diavolo è un costo affondato? Sì può darsi, ma mi sono laureata da poco e non posso ricordarmi ogni singola cosa io abbia fatto all’università. Va bene sgridarmi, ma la smetta di essere così aggressivo! >>
Edward rimase zitto ma continuò ad osservarmi dritto negli occhi sinceramente colpito dal vederli lucidi… e cosa diavolo di aspettava dopo avermi fatto una scenata del genere?!
Abbassai il capo che però rialzai lestamente quando sentii quelle parole uscire dalla sue labbra.
<< mi scusi. Ho perso la calma… non volevo. >>
Edward che mi chiedeva scusa.
Era tipo il “bacio della morte” che si davano i mafiosi o era davvero dispiaciuto?
<< se non mi sopporta per quale motivo mi ha offerto il lavoro? >> Era la prima volta che parlavo direttamente ad Edward di quello che provavo o che pensavo lui provasse nei miei confronti.
Quando quella frase scivolò fuori dalle mie labbra sentii la pelle incresparsi per l’agitazione che potesse nuovamente arrabbiarsi. Che si infastidisse per il fatto di aver portato la discussione su un piano personale e non più professionale… che in qualche modo stessi rivangando quel passato che entrambi facevamo finta non fosse mai accaduto.
Lui però rimase tranquillo e pacato, tanto che per un attimo pensai mi avrebbe davvero risposto, mi avrebbe spiegato… saremmo riusciti ad avere una discussione civile.
Speranza vana però, perché lui come il solito si nascose dietro la solita scusa che mi aveva propinato da quando, il giorno dopo della mia Laurea in Economia, mi aveva mandato una lettera dove mi offriva un posto da stagista nella sua società:
<< ho fatto una promessa. >>
Questa volta non riuscì a controllarmi e nel sentire di nuovo quella frase scoppiai, perdendo completamente la pazienza e la ragione.
<< sono morti Edward!! 8 anni fa, in vacanza, alle Hawaii! Qualunque promessa tu abbia fatto ai miei genitori o ai tuoi genitori non vale più!! Loro non avrebbero voluto vederci così, quindi basta! Ti libero dell’impegno della tua promessa sul farmi lavorare nell’azienda di tuo padre!
Se vuoi avermi qui devi volermi tu! Sei tu ora il direttore, tuo padre come il mio non c’è più! Quindi se non mi vuoi tra le scatole mandami via e vivi la tua vita sereno, altrimenti smettila di rendere la mia di vita un inferno!! >>
Quando smisi di parlare mi resi conto he avevo il fiatone e la gola mi doleva per lo sforzo di cacciar fuori tutti i miei pensieri dopo tutte quelle angherie che lui stesso mi aveva fatto subire fino a quel momento.
Pensavo si sarebbe alzato e mi avrebbe cacciato dalla stanza. Che avrebbe sfruttato l’occasione di liberarsi di me e delle mia scomoda presenza.
Invece quello che vidi davanti fù solo Edward che con lo sguardo basso ed espressione seria in volto scuoteva la testa
<< sei sempre stata lenta a capire certe cose Bella. >>
Il suono del mio soprannome pronunciato dalle sue labbra fece lo stesso effetto di un pugno allo stomaco.
Improvviso. Doloroso. Che dopo il colpo lascia solo tracce di desolazione e amarezza.
<< vieni a cena con me stasera? >>
I miei occhi a quell’invito scattarono su di lui che continuava a guardarmi serio aspettando una mia risposta.
<< n-non posso… >> sussurrai confusa. Cosa diavolo stava cercando di fare?
Perché riusciva sempre a disorientarmi?
<< vieni a cena con me stasera? >> ripeté più forte, ma non per obbligarmi a fare ciò che voleva lui. Semplicemente per convincermi.
<< non posso. >> mormorai questa volta cercando di essere più decisa << ho un appuntamento… >>
La domanda nacque fulminea
<< con chi? >>
<< Jacob Blak. >>
E non disse nient’altro.
Sospirò...
Chiuse gli occhi…
Si alzò dalla sedia…
E se ne andò.

Nonostante il litigio del pomeriggio con il “Signor Cullen” che mi aveva lasciata nervosa e confusa, quella sera uscii davvero con Jacob e nonostante tutto, riuscii anche a divertirmi e a nascondere in un angolino recondito del mio cervello Edward e il suo comportamento nei miei confronti.
Jacob poi era molto simpatico, carino e gentile.
Uno che di sicuro non tratta male le altre persone… nemmeno le ex fidanzate.
E poi aveva un bel corpo e quella sera si era messo una t-shirt grigia che faceva risaltare la sua carnagione abbronzata e il torace muscoloso… di sicuro sarei stata sciocca a non approfittarne, contando che ormai era da parecchi mesi che non uscivo con nessuno.
Fu per quel motivo che quando mi riaccompagnò davanti alla porta e come tradizione vuole mi lasciò un umino e caldo bacio sulle labbra, non mi trattenni dal domandarglielo
<< ti và di entrare? >>
<< ah. Ecco... io… veramente non posso! >> mormorò mentre faceva un passo indietro e si grattava la testa in evidente imbarazzo.
<< guarda che non volevo fare nulla, insomma, per chi mi hai preso!? >>
Bugiarda, Bella, Bugiuarda!
<< no-no è solo che… >> balbettò a disagio.
che cosa diavolo gli prendeva?
<< hai una ragazza? >> domandai confusa
<< no-no, macché!! Sono libero come l’aria! >>
<< e allora? >>
<< è che… non posso! In questa settimana proprio non posso… ma la prossima sì! Quando torniamo a New York! >>
Ok, la faccenda stava diventando strana forte.
<< hai il ciclo? >> gli domandai facendolo ridere.
<< no… >> sogghignò lui << dispiace più a me che a te, credimi. Ma non mi è permesso mi dispiace! >>
Non mi è permesso…
Quella frase suono nel mio cervello come un campanello d’allarme.
Permesso.
Edward!
<< che cosa ti ha detto?! >> lo fulminai all’istante quando capì cosa stava succedendo.
<< niente Bella!! >> Jacob alzò le mani in segno di pace ma ormai la furia cieca nei miei occhi non potevo più nasconderla.
<< Dimmi. Subito. Cosa cavolo ti ha detto!! >> ringhiai ad un palmo dal suo viso
<< mi ha… mi ha… >> balbetto combattuto.
<< PARLA!! >>
<< Mi ha dato 500 dollari per non venire a letto con te!.. non che pensassi che avremmo fatto sesso se fossi entrato in camera tua, ma mi ha detto che se lui lo fosse venuto a sapere avrei potuto considerare la mia vita finita! >>
<< non ci credo.. >> mormorai totalmente shockata.
<< credo che si sia preso una cotta per te Bella! >> balbetto ancora spaventato dal mio improvviso cambio di umore.
Una cotta per me?
Ma che sciocchezze, Edward non aveva una cotta per me. Edward si era preso un cotta per me, ma all’età di 16 anni. Quando insieme avevamo deciso di giocare ad “esplorando il corpo umano”.
Non aspettai nemmeno che Jacob mi chiedesse scusa per aver partecipato a quel gioco dell’orrore, semplicemente mi voltai e senza dire una parola corsi all’ultimo piano dove di trovava la Suite di Edward.

<< è vero? >> gli urlai contro quando aperte le porte dell’ascensore lo vidi in corridoio insieme ad una biondina dai tacchi alti.
<< Signorina Swan?! >>
<< è vero che hai pagato Jacob per non venire a letto con me?? >> proruppi fregandomene altamente della terza incomoda presente davanti a me che alla mia domanda sgranò gli occhi sconcertata.
Per un attimo nel suo sguardo vidi comparire una nota d’allarme, subito nascosta però dalla sua solita espressione impenetrabile.
<< Kate forse è meglio se posticipiamo ad un’altra volta… questa non mi sembra la serata giusta. >>
<< ma bambino… >>
Bambino?!
<< vai Kate! >> ordinò duro.
E così la biondina che chiamava Edward “bambino” come la più scontata delle pornodive, se ne andò con la testa bassa e la coda tra le gambe.
<< entri nella mia stanza Signorina Swan >> disse pacato aprendo la serratura con la chiave magnetica.
<< non ho intenzione di entrare da nessuna parte se non mi spieghi che cazzo stai cercando di fare! >>
<< e io non ho intenzione di mettermi a discutere con te in mezzo al corridoio di un Hotel a 5 stelle!! Ora entra in questa fottuta stanza e taci per una buona volta!! >> gridò arrabbiato aprendo la porta di scatto e facendola sbattere rumorosamente contro la parete.
Quando entrai nella sua stanza il suo odore mi pervase e mi fece girare la testa.
Nel tempo non era cambiato.
<< Le sembra appropriato assalire in questo modo il suo capo davanti ad altre persone e in un luogo pubblico? >> mi domandò nervoso mentre si versava un bicchiere di schotch ritornando in “modalità estraneo”.
<< e a lei sembra il caso di corrompere un suo dipendente per impedirgli di venire a letto con me? >> risposi io mantenendo le distanze che lui stesso aveva deciso di porre.
<< a che gioco stai giocando Edward? >> continuai risoluta.
<< Nessun gioco Signorina Swan. >>
<< smettila, smettila!!! >> scoppiai andandogli contro, pronta a fracassargli quel bicchiere sulla testa << Bella – Isabella - Signorina Swan – lei - tu… per una buona volta deciditi con chi vuoi parlare e fallo!! >>
<< non ho nulla da dire. >> continuò rigido
<< ah no?! E allora sentiamo… perché tutto questo teatrino con Jacob? >>
Non rispose
<< Edward!! >>
<< non volevo venisse a letto con te. >> mormorò rigido continuando a fissarmi negli occhi.
<< perché? >>
Nuovamente rimase zitto tanto che dovetti ripetere la domanda.
<< perché?! >>
<< non mi piaceva l’idea. >>
La risposta mi lasciò a bocca aperta.
<< ma si può sapere che problemi hai con me Edward? >>
<< nessun problema. >>
<< sei un bugiardo. >>
Edward rimase zitto per un lungo tempo di fronte a me, tenendo lo sguardo basso e il bicchiere ricolmo tra le dita.
Poi quando ormai pensavo che non avrebbe più aggiunto nulla ed ero pronta per lasciare quella stanza, quell’hotel e quel maledetto lavoro, i suoi occhi si alzarono sui miei, trangugiò lo scotch in un sorso e domandò:
<< Ricordi cosa mi hai detto quella notte nel mio letto, la sera del tuo compleanno di 10 anni fà? >>



Allora prima di tutto spiego il titolo:
the Rumble in the Jungle (mi piace da morire questo giro di parole!!:D ) è uno storico incontro di pugilato tra George Foreman e Mohammad Alì. Mi è piaciuto il paragone con Bella ed Edward perché nonostante l’incontro e il gran clamore che questo fece nella storia della boxe (si parlò di avvelenamento per mettere ko Foreman, di partita truccata ecc), alla fine i due pugili rivali divennero grandissimi amici!
Riguardo invece alla “barzelletta” di Edward sul pagare Jacob per non stare con Bella… beh è un fatto personale!:D Quando io e il mio ragazzo ancora non stavamo insieme ma avevamo una liaison stile Edward-Bella, lui pagò un suo amico per non provarci con me! Ahahaha che matto!!! :D:D
Ed infine commento generico sul capitolo.
Finalmente Bella ha tirato fuori le unghie, di sicuro non poteva continuare ad essere trattata a quel modo senza dire nulla… quello che però deve attirare l’attenzione è il comportamento di Edward.
L’ho ripetuto molto spesso nelle recensioni ai capitoli ma voglio sottolinearlo anche qui:
Edward non è pazzo! Tutto quello che avete letto fin’ora rappresenta solo ed esclusivamente quello che Bella ricorda del suo passato con Edward e quello che intuisce vedendolo comportarsi in questo modo aggressivo con lei.
E’ solo il suo punto di vista! Noi fino ad ora non conosciamo il punto di vista di Edward ma in questo capitolo i suoi comportamenti iniziano a suggerire una “verità alternativa” o comunque una giustificazione di fondo al suo comportamento.
Non fatevi ingannare dai pensieri di Bella, perché sono solo i suoi pensieri e solo adesso che ha deciso di mettere in chiaro la situazione e abbandonare il Lei riuscirà a distorcere la verità ad Edward.
Nel capitolo 3 – Gospel according to Judah - Il Vangelo secondo Giuda (non credo sia necessario spiegare la scelta del titolo!:D ) “la verità sarà rivelata”. ;)
  
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