Il demone che non esiste
 

Il cielo si era tinto di nero ormai da diverse ore, sotto l'accampamento delle forze alleati Shinobi: ma sinceramente, a Sakura Haruno non sembrava importare affatto.
In quella notte oscura, rinchiusa nella tenda dove risiedevano i ninja medici, si arrovellava il cervello e il cuore per l'uomo che amava profondamente.
Non era semplice masochismo, come probabilmente avrebbe pensato la sua amica Ino.
La verità è che Sakura percepiva amore in Sasuke Uchiha e, avendolo potuto conoscere, a lei sembrava impossibile la maniera per cui aveva tradito i suoi ideali.
Conosceva il suo volto, fine, delicato ed espressivo, come i suoi occhi, ebano che risplendeva di emozioni varie e fragili, come lui lo era sempre stato.
Non amava la stessa persona dodicenne, amava il Sasuke che ora faceva fatica ad emergere per cose che lei non sapeva.
Perché quello incontrato per la seconda volta dopo il tradimento non era e non sarebbe mai stato Sasuke: era il suo cuore a dirle che qualcosa non gli permetteva di essere come voleva, e in quei momenti Sakura gli dava ascolto, fiduciosa.
Cadde senza accorgersene sul pavimento, lasciando spazio ai suoi sogni di sedicenne triste e sconsolata.

Sognava il suo corpo avvinghiato a quello del suo amato, che dava il via ad una danza quasi interminabile di movimento e di passione.
I baci che Sakura riceveva sulle labbra erano semplicemente simbolo di un romanticismo amaro, la lingua che passava intorno al suo corpo nudo, dopo un breve periodo di piacere, si trasformava in una lama affilata che la colpiva ancora, nel petto, nel suo cuore.
Durante quell'atto ad alto sfondo erotico, Sasuke non la degnava affatto di uno sguardo e non faceva altro che continuare a torturarla, come spesso aveva fatto con le sue azioni rancorose e solitarie, in tante parti del corpo, sensibili per Sakura: bocca, collo, petto, seno, cuore.
E Sakura restava immobile e bloccata sul da farsi, con gli occhi tristi ed assenti, come se quel dolce veleno fosse necessario per lei, fosse vitale.
Dalla bocca la passione, dal collo l'appartenenza, dal petto la fisicità, dal seno l'erotismo, dal cuore la consapevolezza di essere amata, illusa.

No. No.NO!

La giovane si svegliò, con la fronte e il collo crogiolati dal sudore, ricordandosi perfettamente l'incubo appena fatto.
No, Sakura non doveva assolutamente cedere a quel male, perché in fondo esso non esisteva in Sasuke: le congenzioni di un demonio non avrebbero mai convinto la rosa, il suo amato Uchiha non sarebbe mai stato visto come un triste e cattivo esempio di uomo.
Lei non avrebbe mai mollato con lui, avrebbe sconfitto quella maschera di cera con i fatti e le parole, con la speranza vivida di incontrare quello vero.
Di riconoscere i suoi occhi neri passionali e pervasi di quelle emozioni contrastanti.

E mentre Sasuke aveva trovato la via da percorrere per la sua vita, i loro occhi si incontrarono per la terza volta.
Ma entrambi sapevano che sarebbe stata la più importante.

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note autrice
Ecco un po' di sano SasuSaku angst con un po' di lime presente nella flashfic.
Mi piace molto questo pairing ed entrambi i personaggi presi individualmente, anche se a volte penso che Sakura esageri con l'essere un po' egoista, ma questo passa.
Mi sono ispirata al manga ed agli ultimi spoiler (in maniera velata), quindi questo è un momento ipotetico, specie quello accennato nel finale.
Se Sasuke riuscirà a cambiare il suo momento di essere e fare senza essere manipolato, la crescita di Sakura potrà aiutare Sasuke ad andare avanti e a crescere, insieme, per tanto tempo.
E' tutto, alla prossima.