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Autore: Niniane_88    27/07/2012    6 recensioni
Niente vampiri. I nostri Cullen sono tutti umani, hanno età diverse, non hanno nessun legame di parentela tra loro e vivono nell'affollata ed eccitante New York del 1920! Cosa succederebbe se il loro mondo ruotasse attorno a un immaginario teatro dell'opera? Tra primedonne irritabili, ballerini talentuosi e direttori d'orchestra in difficoltà, la stagione operistica del White-Flower Opera sta per iniziare... e non mancheranno i corteggiamenti, gli amori improvvisi, le rivalse... Buona lettura!
ATTENZIONE: chi mi conosce già come autrice sa che la mia coppia preferita NON è la classica Bella/Edward!
Disclaimer: i personaggi di questa storia appartengono a Stepheny Meyer
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Jasper
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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L'amore è un Canto


XVIII



   Emmett Mc Carty non perdeva d’occhio il palcoscenico nemmeno per un istante.
   Non vi era alcun dubbio: Mr Whitlock aveva fatto un lavoro eccellente. Emmett era stato tormentato dal timore di dover rimpiangere la scelta fatta insieme a Carlisle, ma almeno fino a quel momento non ce n’era stato alcun motivo. Quella sera poi, ogni dettaglio era stato messo a punto con la massima cura: Emmett non aveva mai visto una scenografia più organizzata, né dei costumi così ben confezionati. Sembrava che il carismatico direttore d’orchestra avesse imposto a tutto il personale del Flower ordine e massima disciplina.
   E poi l’orchestra, a proposito di perfezione! Avevano sempre suonato così bene, i “ragazzi”? Che limpidezza di suono avevano le trombe! E i violini come filavano!
   Infine c’erano i cantanti: Esme Platt e Richard Johnson avevano fatto davvero un ottimo lavoro, quel matto di Masen era irriconoscibile per quanto era concentrato e bisognava riconoscerlo, stava interpretando divinamente le sue arie. Chiunque sarebbe stato indotto a credere che lui e Rosalie si amassero davvero, mentre, nei ruoli di Ramerrez e di Minnie cantavano e recitavano con immensa dolcezza.
   Emmett sentì che non c’era nulla di cui preoccuparsi: l’opera si avviava al trionfo, le sue tasche stavano tornando a riempirsi e Rose avrebbe avuto un immenso successo, come sempre.
   La sua Rose… era ben deciso a ignorarla, anche quella sera. Le avrebbe fatto pervenire solo un garbato biglietto per congratularsi con lei, a spettacolo concluso. Non intendeva cedere ancora: era certo che, sotto sotto, quella donna provasse dell’affetto per lui e proprio per questo non intendeva più essere il suo burattino. Se Rosalie avesse desiderato la sua amicizia, o magari qualcosa di più, avrebbe dovuto riguadagnare la sua fiducia. Si era fatto maltrattare troppo a lungo da lei e per che cosa? L’unico risultato era stato il rendersi ridicolo davanti a tutti i suoi amici e conoscenti per ben tre anni. Non avrebbe più accettato mezze misure: lui lottava per vincere. O tutto o niente.
   Eppure, quando le note conclusive dell’opera s’innalzarono attraverso la sala, sentì di avere le lacrime agli occhi per la commozione.
   Rosalie era così bella quando lasciava la sua freddezza per quel mondo fatto di suoni ed emozioni… se solo avesse amato lui come Minnie amava il suo Ramerrez…


*           *           *


   Il Times non mancò di parlare della Fanciulla del West andata in scena al Flower la sera del 28 marzo 1920. Jasper Whitlock fu definito “un eroe del mondo musicale”, la “divina” Rosalie Hale fu letteralmente ricoperta di lodi e così pure Edward Masen. Il Flower stava ormai diventando una nuova, interessante attrazione per i newyorkesi che fino a poco tempo prima ne conoscevano a malapena l’esistenza.
   Ampia pubblicità fu fatta anche a Lucia di Lammermoor, che sarebbe andata in scena il 9 aprile, a chiusura della stagione operistica. I giornalisti e i critici musicali erano particolarmente incuriositi dalla presenza Miss Isabella Marie Swan, una cantante agli inizi della sua carriera, comparsa brevemente in Traviata e scelta inaspettatamente dal grande maestro per il ruolo della protagonista. Le voci di corridoio erano discordi nel giudicarla: alcuni sostenevano che il suo talento fosse al di là di ogni immaginazione, altri la definivano un “rischio”, troppo giovane e inesperta.
   Jasper leggeva i vari articoli, un po’ accigliato. Era stato orgoglioso del successo della Fanciulla del West e si era congratulato ripetutamente con Miss Hale, riuscendo perfino a strapparle un sorriso e una lacrima. Sapeva di aver fatto un ottimo lavoro con quell’opera ed era felice che i suoi sforzi fossero stati premiati. Il Flower non era un grande teatro, ma all’interno vi lavoravano musicisti di grande valore, questo doveva riconoscerlo. Era felice di aver accettato l’incarico che il signor Mc Carty gli aveva offerto, non era stata affatto una perdita di tempo, come aveva immaginato all’inizio. Lavorare lì era diventato perfino… divertente.
   E poi… e poi al Flower aveva conosciuto Isabella.
   Jasper posava gli occhi su di lei in ogni momento possibile, cercando di capire come si sentisse. Senza dubbio era emozionata e contava le ore e i giorni che la separavano dal suo debutto. Cominciava ad essere un po’ pallida e il suo aspetto alle prove era leggermente più disordinato del solito. Jasper sapeva che non smetteva mai di studiare e che qualche volta si svegliava in piena notte e subito correva a controllare sulla partitura un passaggio che temeva di aver dimenticato. Tutti questi segnali erano indice di una grande tensione.
   Un giorno, al termine di una prova fu Isabella stessa a confessargli di sentirsi gelare dalla paura.
   - E’ naturale. – le rispose, in tono gentile – Sarebbe strano che foste tranquilla, mia cara. Nei giorni che precedono uno spettacolo bisogno sempre avere una paura matta.
   - Ma allora come mi sentirò a pochi minuti dall’inizio? – chiese la fanciulla, con un sorriso nervoso.
   Jasper rise di cuore: - Vi sentirete euforica e con la testa tra le nuvole… poi l’orchestra inizierà a suonare e voi avrete una voglia irrefrenabile di darvela a gambe e di non rimettere mai più piede in un teatro!
   Isabella si unì alla sua risata: - E poi?
   Per un momento Jasper non riuscì a rispondere, tanto quel suono argentino e inaspettato riuscì ad affascinarlo: impiegò un paio di secondi a ritrovare il filo del discorso.
   Questa ragazza mi ha sedotto e non ne è affatto consapevole, pensò.
   - Poi entrerete in scena e con grande sforzo lascerete uscire la prima nota. Superata quella, ogni paura svanirà.
   Isabella lo guardò in volto e Jasper lesse nei suoi occhi color cioccolato una miriade di emozioni. Alcune di queste lo colpirono dritto al cuore, perché in esse riconobbe le proprie.
   Erano emozioni che una signorina di buona famiglia avrebbe, normalmente tentato di nascondere, ma Jasper sapeva, oramai, che Miss Swan era una ragazza fuori dal comune: troppo limpida e trasparente per nascondere ciò che provava, troppo spontanea e sincera. Forse sulla scena sapeva fingere, ma non nella realtà.
   E Jasper, incontrando i suoi occhi ebbe la certezza assoluta che i sentimenti che provava per lei fossero ricambiati.
   - Miss Swan, - disse a bassa voce – ho una strana sensazione. E’ possibile che in passato ci siamo già incontrati?
   La fanciulla si aprì in un sorriso radioso: - Oh Jasper, non posso credere che abbiate ricordato! Sì, è stato molto tempo fa, a Roma! Avevate diretto Il Trovatore! – disse tutto d’un fiato.
   Ma certo! Quella ragazzina bellissima che l’aveva guardato in silenzio a occhi sbarrati prima di uscire dal teatro… allora era la piccola Miss Swan!
   - Ora ricordo! – esclamò – E’ stato… sette anni fa, giusto?
   - Giusto! – esultò Isabella.
   Sembrava così felice, perfino estatica per quella piccola scoperta… e d’improvviso Jasper si sentì altrettanto felice.
   Si avvicinò a lei e con delicatezza le sfiorò la guancia morbida e candida:
   - Non abbiate paura, Isabella, sarete eccezionale in Lucia.
   Isabella rimase immobile e continuò a fissarlo con i suoi occhi grandi e innocenti. Egli desiderava con tutte le sue forze baciarla, ma si impose di non farlo.
   La sconvolgerei… non devo distrarla a pochi giorni dal debutto.
   Con un ultimo sorriso e un saluto si separò da lei e lasciò il teatro. Aveva voglia di fare quattro passi.
   Prima di tutto, Lucia. Poi, dopo che la stagione si fosse conclusa avrebbe dichiarato i suoi sentimenti a Isabella e avrebbe chiesto al colonnello suo padre la sua mano.
   Lorelai sarebbe stata orgogliosa di lui.






Buongiorno a tutti e scusate il ritardo!! Ho avuto problemi con internet e ne ho ancora, perciò non ho potuto aggiornare prima come avevo auspicato.
Grazie ancora a tutti coloro che mi seguono, la storia si avvia al gran finale e spero davvero che continui a piacervi!
Nel prossimo capitolo, finalmente, il gran debutto di Bella!
Un bacione e a presto!

Vostra Nini
   
 
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