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Autore: Mambow_    27/07/2012    14 recensioni
Alyson Brown la vita fa brutti scherzi a volte, giorno dopo giorno, sogno dopo sogno, non riuscirai più a distinguere la realtà. 
Sogni d'Horan.
Avverto, ho preso spunto da un libro che ho letto un po' di tempo fa. Non so se sia necessario dire di che libro si tratti, comunque ho preso solo spunto, da un certo punto in poi andrò per la mia strada. (?)
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo.

Alyson, è già la terza volta che ti dico di alzarti! Muoviti che se no ci vai a corsa a scuola!”
Mi rigirai tra le coperte ancora addormentata sentendo la voce stridula di mia madre far capolino nel sonno, avevo appena chiuso occhio ed era già ora di alzarsi?
Sicuramente stavo ancora sognando quindi tirai il piumone fin sopra le orecchie e continuai a farmi cullare tra le braccia di Morfeo.
Alyson andiamo alzati.” eccola che tornava a disturbare i miei sogni isterica, le devo forse dare la soddisfazione di avermi svegliata? Ma infondo sa che sono d’animo buono, ignorandola le sto solo facendo perdere tempo, tempo prezioso. Mi stropicciai gli occhi per rendere tutto più reale e mi sedetti sul bordo del letto notando mia madre affannata appoggiata allo stipite della porta intenta ad infilarsi un tacco già pronta per uscire.
Finalmente! Muoviti se no facciamo tardi.” esclamò.
 
Faccio parte di una famiglia un po’ strana, ho diciotto anni e sicuramente vi starete chiedendo perché mi faccio accompagnare a scuola da mia madre, semplice, mio padre mi ha confiscato l’auto perché crede che non riesca a farne buon uso. Sempre il solito premuroso ed infantile padre che cerca di compensare l’assenza dei genitori con regali di cui non può reggere moralmente il peso. Sapete sono all’ultimo anno di liceo, scientifico, e non appena avrò fatto l’esame di maturità scapperò via da questa piccola casa in cui abito praticamente sola, i miei sono sempre a lavorare in giro per il mondo sponsorizzando il loro nuovo libro sulla psicanalisi e roba varia, non che mi dispiaccia, sono entusiasta quanto loro per il successo che stanno acquisendo ma nonostante abbia diciotto anni mi sento un po’ trascurata.
Ma infondo è per una buona causa no?
 
 
“ ‘Giorno Aly, nottata in bianco?” mi raggiunse all’entrata della scuola Rebecca facendo dondolare i suoi grandi boccoli dorati sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisi mozzafiato. Mi ero sempre chiesta come potesse essere sempre così felice e iperattiva a qualsiasi ora, in confronto sembravo uno zombie assetato di sangue e cervelli.
Quasi, mia madre mi ha praticamente buttata giù dal letto stamani.” sbuffai passandomi una mano tra i capelli esausta come sempre, avrei dato qualsiasi cosa per avere un pizzico di vitalità di quella ragazza.
Piccola la mia Aly.” scherzò Rebecca dandomi una pacca di conforto sulla spalla.
Ho studiato storia fino all'una stanotte, ma Garibaldi non se ne poteva stare a casa invece di fare tutto quell’ambaradam?” mi lamentai raggiungendo il bar della scuola per assumere quel poco di cibo che mia madre mi aveva tirannicamente rinnegato.
Pensa che se non ci fosse stato lui adesso non saremo qui, quindi non lamentarti e ringrazialo.” come sempre cerca di trovare il lato buono in ogni cosa ed adesso dovevo ringraziare Garibaldi di avermi fatto sgobbare fino a tarda notte, bene.
E tu, raccontami non dovevi uscire con il bibliotecario ieri?” cambiai discorso addentando la brioches ancora bollente che avevo appena acquistato.
Ah, niente di che..” gesticolò amareggiata.
Ma come, mi avevi detto che eravate fatti l’uno per l’altro..” mi stupii, Rebecca era sempre stata una innamorata dell’amore e essendo una ragazza appariscente e notoriamente intelligente aveva sempre avuto fortuna con un sacco di ragazzi, a differenza mia.
E' che.. ho cambiato idea.” disse semplicemente sorseggiando un po’ del mio caffè mentre suonava la campanella.
Sapevo che non me la raccontava giusta ma avrei indagato più tardi.
Ah Aly, ti ricordi oggi pomeriggio dovevamo studiare insieme? Beh, non posso.. ho un impegno importante di cui mi ero completamente dimenticata. Mi perdoni?” Ah, ora si spiega tutto aveva trovato l’anima gemella sostituta, sempre la solita. Annuii mordendomi il labbro per non sorridere e ci avviammo verso la nostra classe.
Morrison, Brown andiamo ho già fatto l’appello!” ci richiamò la Winston non appena varcammo la soglia della nostra classe, quella donna era un orologio svizzero che non appena sentiva il suono della campanella correva a chiudere la porta per poi fare l’appello alla velocità della luce, seriamente.
Il tempo non passava e la matematica sembrava non volermi entrare in testa quindi smisi di ascoltare la Winston dopo dieci minuti, stava parlando di trigononsochecosa e la lezione era più sfiaccante delle altre e decisi di staccare la spina.
Giuseppe Garibaldi nacque a Nizza il 4 luglio del 1807, fu condottiero italiano e guidò la spedizione dei Mille. Garibaldi.. fu ferito,
fu ferito ad una gamba,
Garibaldi che comanda,
che comanda il battaglion.
 
Garabalda fa farata,
fa farata ad ana gamba,
Garabalda cha camanda,
cha camanda al battaglan.
 
Gerebelde fe ferete..
 
Morrison, vuole anche un cuscino e una rivista per caso?” non riuscivo nemmeno a ripassare storia per le ore successive e adesso quella brutta strega della Winston irrompeva bruscamente nei miei pensieri .. non ero mai riuscita a finire la filastrocca con tutte e cinque le vocali proprio ora doveva interrompermi?
Magari..” bofonchiai incoscientemente sperando che non se ne fosse accorta.
Vada a vedere se li trova fuori allora, credo di averne intravisti.” Okey, se ne è accorta.
Ma professoressa a me interessa la trigo... trigocosa..
Morrison stia zitta ed eviti altre figuracce, per stavolta le risparmio la passeggiata dal preside perché sono buona.”
Buona, certo. E io ballo tutte le sere la conga con Garibaldi e i tutti i Mille.
 
 
Sono a casaaa!” urlai sbattendomi il portone alle spalle senza ricevere risposta. Strano. Scaraventai a terra lo zaino e lasciando il corridoio entrai in cucina dove trovai la tavola apparecchiata per uno, piatti, bicchiere, posate, tovaglioli.. mamma aveva finalmente imparato ad apparecchiare. La tavola troppo grande per un solo individuo era stata ricoperta con una tovaglia rossa che usavamo soltanto durante le feste, cioè quando mangiavamo finalmente tutti e tre insieme, e su di essa, accanto ai piatti e alle posate, vi era appoggiato un foglietto piegato malamente, lo aprii e ne lessi il contenuto iniziando a mangiare ciò che mia mamma aveva tirato fuori dal frigo e schiaffeggiato nel piatto.
 
 
Tesoro, solito problema, papà ha bisogno di me a Liverpool.
Arriverò in albergo verso le nove di stasera, prometto di chiamarti per aggiornarti,
lo so che ti avevo promesso che domani pomeriggio saremmo uscite insieme, ma il lavoro chiama.
Mi dispiace, so che capirai.
Baci,
Mamma.
 
Mi era già sembrato strano che mamma fosse riuscita a stare ben due giorni nello stesso posto, era da aspettarselo, quando il lavoro chiama lei c’è sempre, soprattutto se il lavoro implica il fatto di correre in aiuto a mio padre che in materia, a dircela tutta ne sa meno di lei.
Papà aveva sempre amato mia madre, si erano conosciuti per caso ed era rimasto ammaliato dal fatto che lei si fosse appena laureata in psicologia, a differenza sua che appena finito il liceo aveva fatto qualche lavoretto senza impegnarsi tanto. Anni dopo, prima che nascessi io, con la necessita di garantirmi un futuro migliore del suo aveva deciso di laurearsi in psicologia, troppo affascinato dai racconti di mia madre, avevano aperto uno studio e pian piano si erano evoluti studiando una strana patologia e finirono per scrivere un libro, quello che adesso sbandierano ai quattro venti e sponsorizzano in tutto il mondo.
Ed ero sola un'altra volta, Becca usciva con la nuova scintilla, mamma e papà erano a Liverpool lontani chilometri e chilometri e Josh .. oh Josh.
 
Josh, che fine hai fatto?
Ti sei perso la Winston che mi offriva ristoro con cuscini e riviste in corridoio..
A.
 
Presi il telefono e scrissi velocemente il messaggio al mio migliore amico Josh riponendolo poi vicino al lavabo intenta a lavare i piatti che avevo usato; stranamente non si era presentato a scuola e non aveva avvertito ne me ne Rebecca rendendo ancora più oscura la cosa.
Oramai ci conoscevamo da anni io e Josh, frequentavamo l’elementari quando siamo diventati amici ed eravamo sempre stati essenziali l’uno per l’altro, era il mio confidente ed io ero il suo saggio della montagna e non passava giorno che non ci sentissimo, quello non poteva essere il primo, sarei perfino andata a casa sua in pigiama se ne avessi avuto bisogno.
 
Scusami è che avevo da preparare una certa cosa..
Ah, che premurosa che è quella donna!
J.
 
Il telefono vibrò sonoramente muovendosi di qualche centimetro sul ripiano, mi asciugai le mani concludendo le faccende di casa che facevo oramai solo io e lessi perplessa il messaggio.
 
Cosa mi nascondi Josh Sono Tutto Un Segreto In Questo Periodo Peeterson?
Per stavolta le risparmio la passeggiata dal preside perché sono buona.’
Testuali parole.
E poi uno non dovrebbe riderle in faccia?
A.
 
Mi sedetti sul divano con in mano il telefono aspettando una risposta che però sembrava non voler arrivare. Mi avrà mandato un corriere pensai dopo un quarto d’ora.
Non avevo niente da fare, i compiti per il giorno dopo li avevo già fatti per evitare di farmi trascinare dal parrucchiere da mia madre che si ostinava a cercare di convincermi che un caschetto sarebbe stato molto casual cercando di eliminare definitivamente la fitta chioma riccia che oramai mi arrivava a più di metà schiena.
Di uscire fuori non se ne parlava nemmeno, tirava un vento così forte che avrebbe buttato a terra un rinoceronte, figuriamoci una ragazza esile ed indifesa come me. In tv non c’era niente di interessante, a dire la verità per me la tv non era interessante per principio; quindi non mi rimaneva altro che gingillarmi e distendermi sul divano assumendo una posizione poco femminile, più che altro ricordava un koala assatanato, ma tanto chi mi avrebbe visto?
Abbracciai un cuscino e allacciai una gamba allo schienale pronta a riprendermi le ore di sonno che la scuola e mia madre mi avevano soffiato via quella mattina, chiusi gli occhi e mi immersi nel buio più totale facendomi cullare dal ticchettio della lancetta dei secondi dell’orologio in soggiorno, tic tac pian piano quel suono iniziava a rallentare, tic .. tac a farsi più flebile tic .. tac per poi scomparire.Cammino in mezzo alla strada, incrocio visi e persone che a malapena percepisco, appaiono e scompaiono senza fermarsi nella leggera luce che ci avvolge. Inizia a fare davvero caldo, un caldo insopportabile.
Fortunatamente mentre avanzo sento pian piano dell’aria fresca sfiorarmi le guance, così so che ho preso la strada giusta, ma mi sembra di avanzare da sempre e non raggiungere niente.

Come se non potessi fermarmi comunque cammino, fino a che non svolto in un vicolo cieco illuminato da uno strano ed innaturale barlume di luce che rende la strada più viva e serena, raggiungo il muro del vicolo e lo sfioro lentamente, è fresco quasi tiepido. Mi ritrovo ad osservare il muschio che disegna strane figure sulle mattonelle ormai antiche, quel verde vivo in una strada vuota e morta.
Ed è mentre mi perdo a guardare il muschio che un’altra mano lentamente si avvicina alla mia poggiata alla parete, ma non ho paura, quella mano è sicura e serena. Mi sposto lentamente a guardare l’individuo misterioso che, immobile, guarda le nostre mani sfiorarsi timide.
Si volta, serio ma sereno, gli occhi verde come il muschio che mi disorientano. Apro e richiudo le palpebre e mi sento come il naufrago che tocca terra dopo aver vagato per mesi e anni, come chi si è perso da sempre e trova finalmente la via di casa. E ringrazia di essersi perso, se perdersi è stata la condizione necessaria.
Il suo viso  tranquillo, ma mi spaventa, ogni suo tratto mi ricorda qualcosa, qualcosa che non ho mai vissuto ma che mi sembra di aver sempre ricordato. Come se lo conoscessi da un tempo così lontano da essere il nostro primo incontro. Come se le nostre anime si stessero salutando calorosamente, complici, senza essersi mai veramente incontrate.
Non sto morendo ma vedo ogni emozione che ho vissuto danzarmi davanti, e come in un puzzle ricostruire tutta la mia vita.
Sento che ciò che ho davanti è tutto ciò che avevo sempre inconsciamente desiderato, non è un semplice viso, non è un semplice uomo.
Sorride.
Faccio un passo verso di lui, ma inspiegabilmente sento la gamba fredda e ferma, ci riprovo ma non riesco a muovermi. Lo guardo confusa. Il mio corpo mi tira verso il basso come se volesse strapparmi via da quella scena che io avrei voluto far durare per sempre. Un suono metallico mi riportò alla realtà. tic tac



 
 Salve salvino sono Ned Flanders.
Eh si sono tornata con una nuova storia, sinceramente non so dove voglio andare a parare, ma l'altra notte ho avuto l'ispirazione e volevo condividerla con voi ç__ç
Ammetto, quest'inizio non è molto alltettante e non ci sono i nostri uan dairescion però arriveranno, diamo tempo al tempo.
Avevo letto un libro a Natale che mi era piaciuto particolarmente e ho preso spunto, spero non sia una cattiva idea :s
Ah, fatemi sapere cosa ne pensate, mi farebbe molto piacere.
Sono in tensione pre test per il patentino AHAHAH quindi ho bisogno di distrarmi..
Vi amo di già.
Sofia 

 
 
  
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