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Autore: Bess Black    28/07/2012    10 recensioni
Louis non lo disse mai a nessuno, ma sapeva già come sarebbe andata a finire: l'aveva visto.
Sapeva del cancro di Molly e di quanto lentamente l'avrebbe uccisa.
Sapeva di Lucy e del motivo per il quale parlasse da sola tutto il tempo.
Sapeva di Roxanne e di Fred, e dei macigni che si trascinavano dietro.
Sapeva ciò che nascondeva Lysander. E ciò che faceva Lorcan per coprirlo.
Sapeva di Evelyn Black e tutto ciò che celava quel cognome.
Sapeva di James ed di Albus, e chi dei due si sarebbe pentito alla fine.
Sapeva chi era Derek Nott davvero, chi non era Amelia Nott e quanto sarebbe costato scoprirlo. E quanto sarebbe costato ad Alexander e Denise Rosier.
Sapeva di Scorpius. E Rose.
Sapeva di Lily, finché sapeva di Hugo.
Sapeva di Frank, tanto quanto ne sapeva di Dominique.
Sapeva di ciò che legava Damian Harper ad Adam Zabini. E di ciò che legava lui ad Adam.
Sapeva chi sarebbe rimasto, chi se ne sarebbe andato e chi, dal principio, li avrebbe traditi tutti.
Louis sa già come terminerà questa storia e sa già di essere tra quelli che, alla fine, non ci saranno.
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Fred Weasley, Fred Weasley Jr, James Sirius Potter, Louis Weasley, Regulus Black | Coppie: Hugo/Lily, Rose/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'isola che non c'è'
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II.
Effetti soporiferi, Battaglie di cibo e Intrusi bianchi


 
 
« Naturalmente i Folletti sono sempre stati autonomi da noi esseri umani, ci ritengono corrotti. Per loro qualunque specie vivente cerchi di sterminare se stessa è come contaminata, infetta. Hanno ragione, ma io non sono qui per darvi lezioni di esistenza, sono solo un povero e misero fantasma… Dunque, la loro prima rivolta avvenne nel 1073 dopo che un villaggio di Folletti in Corsica fu saccheggiato. Sono così le persone di potere, traggono benefici dalla loro posizione e chiunque si trovi a un livello più basso, non vale nulla né tantomeno merita l’esistenza… Avevo un alunno tempo fa, un ragazzo davvero intelligente, anche se un po’ indisciplinato, una volta quando lo interrogai a sorpresa sul medesimo argomento perché aveva fatto Evanescere la gonna a una ragazza, disse che per conoscere un uomo bisognava guardare come trattava i suoi inferiori e non i suoi pari*. Mai sentite parole più sagge, solo per questo gli assegnai trenta punti. È così che siamo noi umani macchiati d’ingiustizie… » Il professor Rüf continuò a parlare preso dalla sua loquela. 
Rose Weasley, seduta tra i primi banchi, non si perse una parola, annotando tutto con cura nella sua pergamena. Di fianco a lei sedeva uno Scorpius Malfoy piuttosto disinteressato alla lezione, che pareva aver trovato impiego molto più interessante. Studiava, infatti, con cura i moti dei boccoli di Rose e aveva notato con particolare stupore che alcuni roteavano in senso antiorario, ma c’erano alcuni, i più ribelli, che ruotavano in senso orario. Esaminava, così, gli slanci dei moti dei capelli della suddetta ragazza, tra ipotesi, valutazioni, calcoli e formule. Naturalmente il sopracitato ragazzo non si sarebbe mai seduto di suo proposito tra i primi banchi, se non fosse stato letteralmente trascinato dall’altrettanto summenzionata ragazza.
Oltre a Rose c’erano solo altri due che seguivano la lezione, Lavanda Thomas di Grifondoro e Derek Nott di Serpeverde.
In fondo alla classe, infatti, la voce noiosa del professore aveva dato esiti soporiferi. Roxanne Weasley dormiva accasciata sul banco sotto sedativo della voce e della stanchezza, giunta l’ultima lezione. Nelle ultime settimane era rimasta sveglia gran parte delle notti a organizzare i preparativi per la festa e ora che mancava solo una settimana ad Halloween, il lavoro diventava sempre più arduo. Di fianco a lei una certa Evelyn Black alternava momenti di assopimento ad altrettanti di veglia in cui fissava con insistenza un ragazzo dai capelli straordinariamente ribelli seduto davanti a lei.
Albus Potter contrastava la noia accartocciando assieme a Damon con estrema cura piccoli fogli di pergamena, buttandoli in testa a chiunque avessero davanti e soffocando ogni tanto con un tonfo il russare che si levava da Adam Zabini, totalmente in letargo.
Quando la campanella suonò, gran parte della classe sobbalzò, ridestandosi. Scorpius aveva già concluso una teoria sui capelli di Rose (quest’ultima fu l’unica che segnò i compiti), Evelyn e Roxanne si risvegliarono di soprassalto e Albus, Damon e Derek Nott, dopo aver tentato di svegliarlo in tutti i modi, dovettero trascinare Adam mezzo addormentato fuori dall’aula.
 
 
*

 
La Sala Grande era affollata e chiassosa come sempre all’ora di cena. Lily e Hugo testavano i nuovi prodotti Weasley su ragazzini del primo e del secondo anno e Fred annotava le varie e molteplici reazioni in una lunghissima pergamena. Si trattava di prodotti inventati da loro e di cui volevano accertare l’incolumità per poterli mettere in commercio ad Halloween. James era mollemente abbandonato sopra un'intera panca e si sarebbe addormentato certamente se non fosse stato interrotto da un Louis Weasley con gli occhi fuori dalle orbite.
« Dammelo! » quasi urlò il ragazzo.
« Come? » fece James, disorientato.
« Adesso! Dammelo o giuro che ti getto nel Lago Nero! » 
« Louis, cosa ti sei fumato? » chiese James sempre più confuso.
« Il mio diario! Tu me l’hai rubato! »
« Guarda che io non ti preso nessun dia… Aspetta, tu hai un diario? » 
Louis studiò la sua espressione con sospetto come a voler decidere se bruciarlo vivo o dopo averlo ucciso, ma una volta appurata la sua sincera espressione esterrefatta ci rinunciò e prese a sbattere la testa contro il tavolo, dandosi continuamente del « Coglione-coglione-coglione-coglione-coglione-coglione-coglione… »
« Cugino, sul serio hai un diario? » Lo stupore di James stava lentamente sfumando in una risatina, trattenuta solo dopo che Dominique gli ebbe pestato un piede.
« Louis » s’intromise lei con delicatezza. « Cosa è successo? »
« Coglione- coglione-cogl… Ho perso il mio diario! Qualcuno me l’ha rubato! E se non è stato James... » Parve illuminarsi. « Fred! È stato Fred! » Si girò dall’altra parte del tavolo e trovò Fred seduto vicino a Hugo e Lily, impegnato a scarabocchiare qualcosa su lunga pergamena.
« Fred! » lo chiamò. « Vieni immediatamente qui! »
Il ragazzo si alzò sorridente e, ammiccando in direzione di due Corvonero, si avvicinò sorridente.
« Ehilà, Dom, carina la cosa che hai al collo » disse riferendosi al foulard. Aveva deciso, su suggerimento di Rose, di farle complimenti tutte le volte che la vedeva affinché continuasse a dare loro una mano con i decori per la festa. « Jamie, Louis, da quanto non ci si vede? » Li abbracciò come se fosse appena tornato dalla guerra. « Da mezz’ora! Merlino, sapeste quante ne ho passate! » Si fermò un attimo per fare l’occhiolino ad una ragazza che passava in quel momento dal portone della Sala Grande. « Vi sono mancato? » concluse con un sorriso largo.
« Mancato un cazzo! Dammelo! » fece Louis riprendendo la collera di prima.
« Cugino, ho sempre compreso e accettato le tue scelte sessuali, ma non sei il mio tipo, ecco. James, hai fissato gli orari degli allenamenti della prossima settimana? »
« Ma no, idiota! Il mio diario! Tu hai rubato il mio diario! » precisò Louis, agitandosi.
« … Sai, è l’ultima settimana prima della festa e io e Rox saremo impegnatissimi, bisogna fare in modo che gli allenamenti non coincidano con- » Fred distolse lo sguardo da James e si voltò di scatto verso Louis. « Tu hai una diario? »
 « Ho avuto la tua stessa reazione! » lo informò James con complicità.
« Aspetta. Veramente, ha un diario? » chiese Fred a James ancora incredulo, mentre Louis riprendeva a sbattere la testa contro il tavolo.
« Ti rendi conto? È nostro cugino e compagno di dormitorio e veniamo a sapere che ha un diario dopo diciassette anni di vita! Non è tradimento? »
« Un diario? Bah! Secondo me ci sta prendendo per il culo. » Prese posto vicino a migliore amico. « Voglio dire, un diario? Ma dai! »
Dominique scosse la testa esasperata mentre Louis continuò a fare la cosa che gli sembrava più logica al momento.
« Coglione-coglione-coglione-coglione-coglione… »
 
Roxanne ed Evelyn, sedute a poca distanza da James, Fred e Dominique, conversavano a bassa voce aspettando che i tavoli si riempissero per poter finalmente cenare.
« … Cioè la festa è nostra, mia e di Fred, lui deve solo collaborare e invece che fa? Comincia a comandare! Non capisco come Fred possa lasciarglielo fare! E poi ha insistito per il colore del tema, lo vuole verde! Capisci? Solo perché è un Serpeverde! Ora tutte le luci saranno verdi! E Fred che gli dice? Che va bene! E indovina di che colore sono i divani? Argento! Tanto vale trasformare la Camera dei Segreti nella sala comune Serpeverde! »
« Beh, il verde è un bel colore… » rispose Evelyn con tono vacuo.
« Questo non mi consola. Il problema non è il colore, ma il fatto che lui voglia imporsi e decidere tutto! »
« Allora non lasciarglielo fare » sbuffò Evelyn con ovvietà.
« Ma lui mi ricatta! » sussurrò lei. « Ogni volta che provo a dirgli qualcosa, dice che mollerà tutto! E per quanto mi faccia male ammetterlo senza di lui sono spacciata! Non so come faccia ad avere certi contatti… Pensa che è riuscito a farsi procurare dei tavoli di vetro persiano, io fino a martedì non pensavo nemmeno che esistesse, il vetro persiano! »
Evelyn inarcò un sopracciglio. « Scusa, qual è il tema della festa? »
« Teoricamente non potrei dirtelo… »
L’altra inarcò il secondo sopracciglio. 
« E va bene! Abbiamo estratto, beh, io ho estratto ed è venuto fuori ‘Oceano Indiano’. »
« Oh, ma certo! Quel ragazzo è un genio! Ora capisco perché senza di lui saresti spacciata! » proferì Evelyn, improvvisamente illuminata.
Roxanne si limitò a riassumere la stessa espressione che aveva qualche ora prima durante la lezione di Trasfigurazione. 
« Avanti, l’Oceano Indiano! È noto per il suo colore più incline al verde che al blu, rispetto agli altri mari! Si chiama verde ceruleo. E il vetro persiano si estrae dalle perle degli abissi del confine persiano con l’Oceano Indiano. Ciò che, però, rende quest’Oceano terrificante è che si racconta che da lì salirono gli Inferi durante la Prima Guerra Magica, per questo è perfetto per una festa di Halloween! »
I tavoli si riempirono mentre Evelyn concludeva il suo discorso. Roxanne prese una coscia di pollo e l’addentò con ferocia.
« E perché nessuno si è preso la briga di dirmelo? Porca Morgana, l’Oceano Indiano è inculato rispetto all’Inghilterra! Tu l’avrai letto nell’infinità dei tuoi libri di magia oscura, ma lui come diavolo fa a saperle certe cose? » domandò rabbuiata.
Evelyn fece per risponderle, ma proprio in quel momento un pezzo di carta accartocciato colpì con velocità la testa di Roxanne, puntuale come tutte le sere delle settimane precedenti.
Ormai abituata, Evelyn lo raccolse, certa che Roxanne sapendone bene il contenuto non l’avrebbe neanche toccato, e lo stese.
 
Stesso posto. Stessa Ora.
Il tuo bianco preferito
 
« Maledetto Serpeverde! Lo so che ci dobbiamo vedere alle dieci nei sotterranei! Perché cazzo deve ricordarmelo tutte le dannate sere?! » Roxanne alzò il suo sguardo verso il tavolo Serpeverde e intercettò quello di colui che si firmava come il suo bianco preferito e che ora le sorrideva pacifico. « Giuro su quello scostumato di Merlino che questa me la paghi! » afferrò la prima cosa che si ritrovò davanti (che appurò in seguito essere un piatto di purè) e sfruttando le sue abilità da Cacciatrice glielo scagliò contro.
Il piatto di purè fu eccezionalmente schivato dal ragazzo (si dà il caso che anche lui fosse un celebre Cacciatore) e colpì in pieno viso Stephen Warrington, attirando così l’attenzione di tutta la Sala e causando un forte attacco ilare in Damon.
Warrington si alzò in piedi e, dopo un « Ma che Diavolo…? », afferrò una ciotola di salsa alla francese che aveva davanti e gliela rilanciò indietro. Ma Roxanne, prima che la ciotola la raggiunse, riuscì ad abbassarsi e schivarla, facendo così in modo che colpisse Dominique a pieno petto, rovinando il suo nouveau foulard Marocain
James si alzò, allora, e afferrando una bistecca di manzo, la rilanciò indietro al Serpeverde. Il caso volle che proprio in quell’istante Melanie Stewart di Corvonero si alzasse, andando incontro alla bistecca. La ragazza, dopo essersela tolta dal viso con una lentezza esasperante mentre tutta la Sala Grande la fissava, prese del pane imburrato, ma ancor prima che potesse rispedirlo al mittente, Fred Weasley afferrò una manciata di piselli dalla scodella che aveva davanti, si alzò, salì copra il tavolo e si aprì in un urlo bellico: « GUERRAAAAAAAA!!! » 
Fu così che Evelyn si vide passare davanti tutti i primi e i secondi che gli Elfi avevano servito. Tra trote alla griglia, patate al forno, i famosi piselli, cosce di pollo e tacchino arrostito riuscì ad andare sotto al tavolo ed evitare le carote al vapore provenienti dal tavolo Tassorosso.
La situazione peggiorò quando arrivarono i dolci. Vide Roxanne andare avanti, indipendentemente dalle pietanze che la colpivano, nella sua lotta con Damon Harper e urlargli un amorevole suggerimento su dove ficcarsi il bignè alla crema che le aveva lasciato. Sentì di sfuggita il ragazzo chiederle se anche lui poteva ficcarle qualcosa nella stessa parte.
« No, la torta al cioccolato, no! » piagnucolò quando vide Hugo gettarla sul portiere di Serpeverde, Stephen Warrington, con il quale aveva una rivalità personale, in qualità di Battitore Grifondoro.
Fu distratta da Fred che la invitava a prendere parte della battaglia, fece per declinare gentilmente l’invito quando rialzò lo sguardo su di lui. Era messo peggio di tutti. Addosso riportava il primo, il secondo, il contorno ed ora stava subendo il dolce. Era in piedi sul tavolo e bersagliato da tutte le ragazze che aveva intorno e la cosa non pareva dispiacergli particolarmente. Si era spalmato della panna montata in mezzo alle gambe, mettendoci poi una ciliegina, aveva chiesto 'Chi vuole assaggiare?'
Evelyn si ritrovò a ridere, ma dopo aver visto che al tavolo dei professori c’era solo Hagrid, che chiedeva (senza impegno e senza successo) agli studenti di calmarsi, prese a ringraziare Godric e tutti i suoi discendenti.
Allungò lo sguardo verso il tavolo Serpeverde alla ricerca di Scorpius, ma in breve appurò che del ragazzo non c’era nemmeno un residuo biondo. Non si era presentato a cena. Nemmeno Rose.
I Serpeverde, come i Grifondoro, erano particolarmente agguerriti, come se ci stessero mettendo del personale. Al di là dell’affettuosa lotta individuale tra Damon e Roxanne.
Distolse lo sguardo solo quando la colpì una fetta di torta alla crema, oltre la quale Lily Potter sorrideva con innocenza. Le puntò il dito contro minacciosa pronta a vendicarsi con un tiramisù sopra il tavolo fino ad allora rimasto incredibilmente intatto, quando sentì improvvisamente qualcuno prenderla da dietro. Ebbe giusto una frazione di secondo per vedere il corpo di Liam Baston fare da scudo a quello di Molly Weasley, che si ritrovò tra le braccia di qualcuno che la circondava da dietro. 
Urlò d’istinto, ma nel chiasso, della sua voce si udì solo un bisbiglio sbiadito. Chiunque fosse le tappò la bocca con una mano e, dopo averla coperta con un tessuto leggero e trasparente, cominciò a trascinarla fuori dalla Sala Grande. Lei urlava e si dimenava più che poteva, ma le braccia, molto più forti e possenti delle sue, la tenevano saldamente stretta, senza permetterle alcun movimento.
Ad un tratto colui che la stringeva avvicinò la bocca al suo orecchio e le ordinò un « Stai ferma. » secco. Riconosciuta la voce Evelyn non riuscì proprio a rilassarsi, ma almeno smise di divincolarsi.
Lo sentì sollevarla, probabilmente per camminare più velocemente sotto il manto che li copriva e, dopo aver schivato un paio di pietanze tra il tavolo Tassorosso e quello Corvonero, riuscirono ad attraversare la soglia, ma si fermarono solo dopo aver svoltato su un altro corridoio.
La mise giù e tolse il mantello.
« Grazie, ma non rifarlo mai più » gli disse cercando di sorridere, anche se i battiti a livello del petto martellavano rimbombando. 
Albus si limitò a gettarle un’occhiata lunga e piegare il mantello.
« Quello cos’è? »
« Un mantello dell’invisibilità » fece lui, rimettendolo in tasca, sempre grazie all’incantesimo estensivo irriconoscibile.
« T-tu hai un mantello dell’invisibilità? Da quando? »
« Da sempre » disse aprendo le braccia.
Evelyn assottigliò lo sguardo. « E perché io non lo sapevo? »
Albus si limitò ad alzare le spalle.
« Non ci credo! Era così che tu e Scorpius non venivate mai scoperti! » disse riferendosi a tre anni prima. « Tutti quei misfatti senza che nessuno vi riconoscesse, le uscite ad Hogsmeade fuori orario e le vostre escursioni nella Foresta Proibita di cui nessuno si è mai accorto?! Per non parlare di tutte le volte che riuscivate a mettere le Caccabombe nella Sala Comune Grifondoro senza essere visti! » Evelyn era allibita. « Come ho fatto a non accorgermene prima? »
« E così ci hai scoperti » constatò « Dopo sei anni. » Aggiunse con un ghigno.
Lei arricciò il naso in modo infantile e incrociò le braccia al petto. Lui la osservò e poi cominciò a ridacchiare, le si avvicinò e le toccò il naso.
« Che…? »
« Hai un po’ di crema » si spiegò tastandole il naso con delicatezza, pulendola dalla crema, causata della fetta di torta lanciatale da Lily.
La sua mano indugiò qualche istante in più, poi scese lenta verso la guancia, che però non riportava alcun residuo alimentare. 
« Sono così sporca? » chiese Evelyn.
Albus sbuffò una sincera risata. « Sai, non sei poi così bella » fece con tono grave. « Sì, guarda, il tuo naso fa una strana curva, proprio qui. » Finse toccando un punto impreciso del suo naso. « E poi i tuoi capelli » iniziò passando la mano tra qualche ciocca. « Sono crespi. E gli occhi hanno un colore strano. » 
Lei nella sua ingenuità lo guardava seria. 
Albus abbassò la mano verso le labbra, ma non riuscendo a trovare alcun aggettivo negativo da attribuire loro, lasciò perdere. 
Evelyn invece allontanò la sua mano, facendolo pentire di aver anche solo aperto bocca.
« Allora dovresti assegnarmi qualche punto » disse lei, facendogli intuire che dietro l’ingenuità, c’era anche dell’astuzia.
« Spiacente, non posso assegnare punti alla mia casata rivale. » Fece scorrere lo sguardo su di lei. « Anzi, te ne tolgo cinque perché sei tanto brutta che non ti si riesce a guardare. »
« Sei un terribile stronzo, Potter. Nel caso nessuno te l’avesse mai fatto notare » lo informò lei con uno sbuffo di rabbia.
Lui ghignò. « La piccola Black alla scoperta delle prime parolacce. Un punto a Grifondoro per la terza parolaccia della tua vita. Ora, se non ti dispiace, io vado a farmi una doccia… »
« Un punto? » si lamentò lei. « Solo uno? Ma se ne dico altre, mi ridai gli altri quattro punti? »
« La prossima volta » le disse allontanandosi.
« Bastardo » sillabò a denti stretti Evelyn, guardandolo allontanarsi a passo lento e prepotente.
« Ah, Black, sarò pure un terribile stronzo, ma sono altrettanto terribilmente bello e sono sicuro che sei d’accordo con me. »
Un occhiolino arrogante e scomparve dietro le scale che conducevano ai sotterranei.
 
 
 
*
 
 
Fred,
ti aspettiamo in dormitorio, non il mio, il suo. Muoviti.
Rox
 
Piegò il fogliettino, rimettendoselo in tasca e chiedendosi perché la sua adorabile sorellina non avesse lasciato qualche altra informazione, ad esempio, su dove si trovasse quel fottuto dormitorio. Girava a vuoto tra i dormitori Serpeverde da ormai un quarto d’ora, senza contare che per farsi dire la parola d’ordine aveva messo su un’epopea teatrale. Inizialmente chiese gentilmente (più o meno) a tre Serpeverde diversi di farlo entrare, il primo sbadigliò ed entrò senza calcolarlo, il secondo completamente ricoperto di alimenti, probabilmente appena tornato dalla Sala Grande, prese delle carote che aveva tra i capelli e gliele buttò sulle scarpe (corse poi dentro la Sala Comune, schivando la sua fattura), il terzo non lo guardò nemmeno. Cercò addirittura di sedurre una ragazza, ma quella se ne andò dopo avergli riso in faccia per cinque buoni minuti. Infine riuscì a minacciare un primino di metterlo sotto Cruciatus se non avesse aperto immediatamente questo stupido, fottuto e inutile muro del cazzo, e poté finalmente entrare.
Salì le scale che conducevano ai dormitori, ignorando gli sguardi di coloro che si erano accorti che non era un Serpeverde, anche se la maggior parte degli studenti cercava ancora di pulirsi dagli avanzi di cibo. Un Caposcuola cercò di dirgli che doveva uscire, che non si può accedere ai dormitori delle Casate altrui, è severamente proibito, Weasley, mi costringi a togliere venti punti a Grif…, ma le parole mancanti a dare una funzione logica alla frase si schiantarono insieme al secco Stupeficium di Fred.
Finì per quattro volte nel dormitorio sbagliato. Il primo lo trovò abissalmente vuoto, nel secondo trovò il primino che aveva minacciato, il ragazzino appena lo vide si nascose sotto al letto a baldacchino, urlando ai suoi amici di imitarlo, negli altri due chiuse subito la porta dopo aver sentito dei suoni sinistri
Alla fine dedusse che per ogni dormitorio di un determinato anno c’erano due stanze, invidiando i Serpeverde come non mai, perché mentre noi stiamo ammassati in una torre del cazzo, che in questo momenti ficcherei direttamente nel culo a Godric, ‘ste fottute Serpi si prendono tutto il loro spazio! Riuscì finalmente, dopo qualche calcolo ad arrivare al famoso dormitorio.
Non si prese nemmeno la briga di bussare, non l’aveva mai fatto e il suo umore in quel momento non gli suggeriva certo di farlo.
La stanza era davvero spaziosa ed elegantemente arredata. C’erano due letti a baldacchino matrimoniali, dalle tende verdi e le trapunte argentate. Di fronte ai due letti, in adiacenza con la grande finestra (che per Fred era un balcone, altro che le misere finestre della torre!) c’era un divano dall’aria antica, ma maestosa. Roxanne, Damon e Adam erano seduti su un letto e pareva stessero contando gli alcolici che quest’ultimo aveva proccurato.
« Fred! » Roxanne gli venne incontro e lo accolse con l’abituale saluto alla Weasley, lasciano dietro di sé un Damon Harper aperto in una solidale espressione interrogativa di chi assiste ad un rito satanico.
« Che avete fatto alla fine? » chiese sbrigativo e in parte ansioso Adam Zabini, mettendo da parte qualche bottiglia di Whisky Incendiario. 
« Sì, giusto, cos’è successo? » domandò Roxanne ritornando a sedersi sopra letto, invitandolo a fare altrettanto. D’altronde i letti dei dormitori Serpeverde erano così grandi che non ebbero alcun problema a starci in quattro. 
Si sedette, afferrò una bottiglia di Whisky ignorando il “Hey!” indignato di Adam e dopo un lungo sorso disse: « Gazza ha minacciato di spifferare tutto quello che abbiamo combinato alla McGranitt, accusando me, James e Louis di essere stati la causa, non gli è ancora andata giù la storia dei bigodini, ma Louis- »
« Aspetta! » lo interruppe Damon con un improvviso attacco di risate. « Cos’è questa storia dei bigodini? » Ma Roxanne gli rifilò una gomitata intimando a Fred di andare avanti.
« … Louis gli ha fatto un incantesimo di memoria… »
« Ma chi? Il Weasley occhi color spiaggia delle Hawaii? » commentò Adam, beccandosi anche lui una gomitata.
« … E lui se n’è andato borbottando qualcosa riguardo al pelo della sua gatta, quella invece ci ha guardati con i suoi occhi da felino incazzato giurandoci vendetta e lo ha seguito sventolando la coda. Louis non ha potuto fare l’Oblivion anche a lei, non sappiamo che effetto ha sugli animali, anche se per quanto mi riguarda poteva anche gettarle un Avada Kedavra! » Prese un altro sorso e andò avanti. « Hagrid ha promesso che non avrebbe detto niente se solo noi avessimo promesso di non rifarlo mai più, gli abbiamo sbattuto in faccia una promessa e se n’è convinto. Poi è arrivata una Corvonero perfettina del cazzo e ha detto che avrebbe fatto sapere tutto alla preside, ma Lily le ha lanciato una delle sue Fatture Orcovolanti e ‘sta qui non s’è più fatta vedere. Abbiamo chiesto agli Elfi Domestici una mano per sistemare la Sala Grande, anche se eravamo rimasti in pochi dopo l’irruzione di Gazza, ma loro hanno insistito per fare tutto da soli. Quelle creature sono l’ottava meraviglia del mondo, in meno di venti minuti hanno risistemo tutto senza lasciare minima traccia. Al diavolo il CREPA, Essiccati o Suicidati di zia Hermione, costringerò mamma a farcene prendere uno, tanto non credo che papà avrà qualcosa in contrario, basta non farlo sapere alla zia. » Un altro lungo sorso poi li guardò con un sopracciglio inarcato, poiché quelli aspettavano ancora che andasse avanti. « Che c’è? Ho finito. »
Gli altri annuirono distratti.
« Certo che c’è proprio andata di culo, eh, se ci beccava la Preside, addio Quidditch! » disse Adam, prendendo la bottiglia di mano a Fred e bevendo.
« Però è stata la cena più bella della mia vita! Dovremmo rifarla… Magari tra qualche mese… » riflesse Roxanne.
Seguì un lungo silenzio in cui Fred e Adam si passavano tra loro la bottiglia alternando lunghi sorsi, quando Damon, che fino a quel momento era rimasto completamente in silenzio, se ne uscì con un: « Mi sento un intruso. »
Gli altri tre si voltarono a guardarlo interrogativi.
Lui prese la bottiglia di Whisky Incendiario, bevendo e disse: « Un bianco in mezzo a tre neri. »
Ci misero un po’ a realizzare il concetto della sua affermazione. 
« Potremmo ucciderlo e gettare il suo cadavere bianco nel Lago Nero… » propose Roxanne al fratello. 
Quest’ultimo si limitò ad alzarsi e sbadigliare: « Magari un’altra volta, io mi ritiro, sono distrutto! » Qui si stiracchiò, emettendo muggiti dalle straordinarie capacità imitative. « Ci si becca in giro! » Posò un bacio sulla fronte della sorella e batté un pugno a mo’ di saluto ai due ragazzi, uscendo di scena con un ulteriore sbadiglio rimbombante.
 
Chiuse la porta dietro di sé nello stesso momento in cui concluse il suo epico sbadiglio, ma non riuscì a fare un ulteriore passo che finì incontro a qualcuno con un forte impatto.
Il corridoio era illuminato solo da qualche fiacca torcia verde, quindi non riuscì a vedere bene chi aveva praticamente schiantato, riuscì solo a distinguere una figura a terra. Chiunque fosse era di piccole dimensioni, perciò era caduto a causa dell’impatto. Fred si ritrovò a pregare Morgana che non fosse il primino che aveva minacciato di Cruciatus per entrare.
« Ma guardi dove vai, coglione? » La ragazzina si rimise in piedi con estrema velocità e lo guardò con sfida.
« Scusa, non ti ho vista » le disse Fred, sinceramente dispiaciuto. 
Era piccolina, al massimo gli arrivava al petto. Doveva essere del quarto o quinto anno, anche se la fierezza del suo sguardo la faceva sembrare molto più matura della sua età.
« Ti sei fatta male? » cercò di chiedere con garbo.
« Non sono cazzi tuoi se mi sono fatta male o no, idiota! » quasi gridò lei.
« Okay, non ti sto simpatico e l’abbiamo capito, ma ti ho chiesto scusa. Certo che voi Serpi siete proprio permalosi, eh » disse in un soffiò incapace Fred.
« Voi Serpi…? Tu non sei un Serpeverde? Allora mi spieghi cosa diamine ci fai qui, imbecille? » urlò lei. « Sei un Grifondoro! » disse puntandogli il dito contro come fosse un’accusa. « Ecco perché sei così ebete! Razza d'idiota…! »
La sua ulteriore offesa poco colorita venne interrotta da una porta che si apriva al lato opposto dalla stanza di Damon e Adam. La porta si aprì, emettendo un po’ di luce ed illuminando un Albus Potter in boxer e con i capelli più arruffati del solito. Lui strizzò gli occhi, ma nel buio del corridoio non riuscì a distinguere le figure e di conseguenza, non riuscì a riconoscere il cugino, « Ehilà, voi idioti! Potete litigare, scannarvi, schiantarvi, cruciarvi o avadakedavrizzarvi, basta che lo fate altrove! Qui c’è gente che cerca di dormire! »
 
Fred fece per salutare il cugino, ma Albus chiuse la stanza con un tonfo.
La ragazzina lo prese per la maglia e lo trascinò con forza fuori dal corridoio, dall’altra parte, fino a sotto le scale che portavano ai dormitori femminili. Lì una torcia più lampante illuminò il suo volto. Fu così che Fred fece scorrere lo sguardo su di lei con attenzione, notando la delicatezza e l’innocenza del suo corpo abusata dal trucco e dai vestiti troppo grandi e discordanti.
« Quanti anni hai detto che hai? » chiese Fred, la fronte corrugata e la voce un po’ roca.
« Non credo siano cazzi tuoi! Ora porta le tue chiappe nella tua Sala Comune e sparisci! » 
Notò come le sue parole fosse troppo sgarbate e stonate per una voce tanto delicata e dolce. « Aspetta! Tu sei la sorella di Nott! » disse riferendosi al compagno di stanza di Albus e Scorpius. « Alice…? No… Cornelia? Aspetta era più qualcosa tipo Delia? No… Ophelia? »
« Amelia, Amelia Nott » sbuffò lei.
« Oh, ecco, lo sapevo! Se non sbaglio sei in classe con Hugo Weasley… Io sono Fr… ! » fece per darle la mano e presentarsi, ma lei lo guardò annoiata. 
« Non me ne frega nulla di chi sei! Ora te ne vai o vuoi che chiami i Caposcuola? »
Fred studiò un’ultima volta la sua espressione dura, forse troppo dura, poi annuì e, dopo averle augurato la buonanotte, scese le scale che davano sulla Sala Comune, ormai vuota, e se ne andò.
Amelia salì le scale e, nel modo più silenzioso possibile per non svegliare le sue compagne, entrò in dormitorio.
Una volta in bagno, chiuse la porta dietro di sé con la chiave.
Il bagno, se così miseramente lo si poteva definire, era dotato di un enorme vasca e anche di una doccia, entrambe d’argento. Le pareti di ceramica verde acqua riportavano calcografie e dipinti della vita sott’acqua. Sul lato sinistro c’era però una parete non dipinta, completamente spoglia e coperta da un unico specchio. 
Fu verso quella parete-specchio che Amelia si diresse tremante. 
Vide davanti a sé il volto di una quindicenne corroso da una matita nera che metteva in risalto gli occhi e nello stesso tempo li deformava, logorato dal rossetto indaco che voluminizzava e contemporaneamente sminuiva le sue labbra. La camicia stretta intorno alla sottile e non ancora del tutto sviluppata vita ed estremamente scollata per imporre il poco seno. L’esagerata cortezza della gonna della divisa sciupava aggressivamente la bellezza delle sue gambe.
Una mano smaltata miseramente di rosso si pose brutalmente sullo specchio davanti a lei per sorreggere il suo inginocchiamento, mentre l’altra spedita si diresse a soffocare un singhiozzo con forza e dolore, come a voler punire le labbra che avevano emesso tante aspre e sgarbate parole, non solite a pronunciare.
Cos’era diventata a causa di Fred Weasley?
 
 
*
 
« Sono novecento Burrobirre, qui. »
« Sì, è giusto » confermò Roxanne.
« Settecento bottiglie di Rhum e cinquecento di Acquaviola. »
« Vanno bene » approvò Damon, controllando sulla pergamena che lui e Roxanne continuavano  ripetutamente a strapparsi di mano.
« E Novecentonovantanove bottiglie di Whisky Incendiario » pronunciò Adam completando la lunga lista di alcolici. « Questa sarebbe stata la millesima » disse portandosi in bocca la bottiglia che Fred aveva aperto prima.
Roxanne gliela prese di mano e fece per assaggiarla quando fu bloccata da un 'Hey, hey, hey!' ed una mano di Damon Harper. Il Serpeverde le strappò la bottiglia di mano, intimando un autoritario: « Tu no. »
« Io che? Scherzi, vero? » fece Roxanne con un’incerta ironia nella voce.
« No. »
« Scusa, e chi sei tu per dirmi quello che devo o non devo fare? » lo attaccò, cercando di prendergli la bottiglia.
« Damon Stephen Harper, sedici anni, fieramente Serpeverde, figlio di Stephen Harper ed Emily Selwyn, incredibilmente bello, affasciante oltre ogni misura ed altrettanto noto per le sue misure nonché per le sue doti sovraumane… »
« Egocentrico! »
« Ma sentitela…! Permalosa! »
« Megalomane! »
« Isterica! »
Adam pesò bene di filarsela intatto. Spostò con un Incantesimo di Levitazione l’ultima scatola rimasta che conteneva i vari vini e furtivamente si ritirò nel suo letto.
Aprì il suo baule e nascose la pergamena che conteneva lista e prezzi degli alcolici al sicuro. Il suo occhio cadde poi su una scatola di preservativi, soffocando una risata, ne prese uno e lo lanciò da sopra la tenda, agli altri due che all’atterrare del profilattico e successivamente al suo riconoscimento tacquero. Si sentì improvvisamente la risata sguaiata di Damon, di Roxanne, invece, si udì solo un urlo militare, poi la bottiglia di Whisky (senza dubbio lanciata da quest’ultima) lo schivò per un pelo.
« Lo vedi che sei isterica?! »
« No, io vedo solo un coglione! »
« Dov’è? » Il tono canzonatorio di Damon non poté non far ridere Adam, che ancora trafficava nel suo baule alla ricerca di qualcosa.
« Ti prenderei a calci, ma ho troppo rispetto per il mio piede! »
La mano vagante di Adam toccò un solido consistente, poi, dopo sinceri tentativi, tirò fuori un libro dalla rilegatura rossa. Una volta riconosciuto, si diresse verso il suo letto e, dopo esservici comodamente adagiato, lo sfogliò con non curanza.
Stava giochicchiando con l’orlo di una delle prime pagine, perso nell’amorevole scambio di battute tra i due ragazzi, quando si rese realmente conto di ciò che aveva tra le mani. Poi dopo ripetute indecisioni su quanto fosse o meno patetico avere un diario o su quanto Louis Weasley fosse stato furbo a non sottoporlo ad un incantesimo di protezione, si chiuse le tende, si spogliò e si sistemò tra le lenzuola accoglienti e morbide. Gettò un’occhiata dietro la tenda a Damon e Roxanne, ma i due erano troppo impegnati a complimentarsi tra loro per badare a lui. Sistemò un’ultima volta con estrema cura le tende, poi dopo un respiro di decisione, sicuro, aprì il diario e cominciò da come cominciavano tutte le storie. Dall’inizio.
« Plebea! »
« Eccentrico! »
« Negra! »
« Culo Bianco! »
« … Ma bello! »
« Il mio di più! »
« Si, in effetti… »
 
 
 
 
 
 
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