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Autore: moveslikelevine    30/07/2012    0 recensioni
Salve gente, questa è la prima storia che pubblico qui, l'avevo scritto un po' di tempo fa, ho fatto poi delle modifiche e ho pensato di pubblicarla, le critiche sono bene accette in modo che io possa migliorare.
Brevemente la storia racconta di una ragazzina che ad un tratto si trova catapultata in un ambiente diverso, circondata da persone sconosciute e deve affrontare situazioni nuove.
Questo perchè è stata costretta a trasferirsi in un altra città.
Incontrerà nuovi amici e forse un nuovo amore, ma basterà a farle amare la California?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E in un attimo era arrivato il sabato, Jenny aveva a disposizione un intero fine settimana per rilassarsi, ma sapeva di doversi anche preparare per l’esame, ma era felice, aveva ricevuto il permesso di andare alla festa.
Jenny decise di uscire -Vado da Vera- urlò, aprendo la porta, -okay ma ricorda che a pranzo avremo ospiti, quindi vedi di non fare tardi- rispose Flora dalla cucina.
Jenny era già fuori, il caldo era soffocante, nonostante il tempaccio del giorno prima, salì sull’autobus e dopo qualche fermata era arrivata.
Era davanti a casa di Vera, quando vide dal balcone, la madre dell’amica che agitava la mano, dicendole di entrare.
Il cancello era aperto, Jenny salì gli scalini e entrò.
-Ciao Jenny, Vera è nella sua camera- la donna le indicava una porta in fondo al corridoio –Jenny vieni pure- esclamò Vera dalla stanza.
Jenny entrò nella stanza –Hey pigrona, come stai?- le disse abbracciandola.
-Più o meno come se un tir mi avesse investito, ma meglio di ieri- rise.
-Verrai alla festa vero?- -Purtroppo credo che dovrò venire- fece una smorfia e poi scoppiò a ridere.
-Stavo pensando, cosa potremmo regalargli?- disse Jenny –Hm non saprei, un pugno sui denti?-
-Dai Vera, sii seria- ma entrambe continuavano a ridere.
-A proposito a che ora sarebbe questo strazio?- disse ancora Vera –Oh cavolo, non ne ho idea- disse Jenny rendendosi conto di non aver chiesto a George.
-Ma come?- Vera saltò giù dal letto e si mise a cercare in mezzo a pigne di quaderni –Ecco- disse aprendo la guida telefonica –Dunque, vediamo…Melbrooke, trovato!- disse tenendo il dito sotto al nome. –Prego, chiama pure- continuò dando a Jenny il telefono.
-No…cioè…potresti chiamare tu?-balbettò Jenny –Okay niente festa- disse Vera sorridendo e ributtandosi sul letto.
Jenny allora prese il telefono e compose il numero.
-Pronto?- si sentì –Pronto potrei parlare con George, sono…un…un’amica- disse Jenny agitata e poco convinta della descrizione che aveva fatto di sé.
-Certo, te lo passo-
-Pronto?-
-Hey George, sono Jenny- disse fingendo un po’ di sicurezza.
-Ciao dimmi?-
-Per la festa...domani…ecco… a che ora possiamo venire?- sentendo quella voce, Jenny ritornò timida e insicura.
-Alle nove, alla spiaggia, davanti al bar sul lungomare-
-D’accordo a domani-
-A domani- concluse George
 
-Bhè sei ancora viva- disse Vera alzando un sopracciglio.
-Già- disse Jenny con un sorriso –Ma è tardissimo, devo tornare a casa, ci sentimao Vera!- esclamò poi guardando lo schermo del cellulare.
Quando arrivò a casa, vide che nel suo cortile era parcheggiata una macchina grigia, entrò di corsa in casa –Sei in ritardo Jenny, gli ospiti sono in cucina- la rimproverò Flora, poi le mise un braccio attorno al collo e la presentò –Karen, Peter, lei è mia figlia Jenny-
Jenny fissò Peter per qualche secondo, non capiva, e poi alla sua mente arrivò la foto, quella foto, trovata per caso a casa della nonna.
Era lui il ragazzo della foto, e si accorse che assomigliava anche molto a George, stessi occhi.
-Bhè Jenny? Saluta!- Jenny non sapeva quanto era durato quel silenzio imbarazzante e cercò di rimediare –Ciao, hm… mi ricordo di te, Peter!- -Già anch’io mi ricordo, anche se è passato un bel po’- rispose il ragazzo –Eri tu al telefono oggi?- continuò –Sì ero io-rispose Jenny, cominciando a capirci qualcosa.
-Mio figlio George non è potuto venire, sta preparando la sua festa- disse Karen –Ah allora è alla sua festa che andrai?- disse Flora a Jenny –Sì- rispose.
Jenny aveva così ritrovato i suoi amici d’infanzia, ma non si spiegava come mai non avesse anche foto con George, ma Karen svelò il problema –Tu e George, ricordo che non andavate d’accordo, litigavate in continuazione- e si mise a ridere.
Jenny le sorrise e intanto cominciarono a pranzare.
Intanto anche Liza era arrivata.
Passarono un po’ di tempo insieme finchè Karen e Peter decisero che era ora di andare.
Jenny pensò di uscire, per cercare qualcosa da regalare a George.
Cominciò a guardare nelle vetrine del centro, ma tutto le sembrava così banale.
All’angolo il suo sguardo si posò sulla vetrine di un negozio che vendeva tavole da surf, decise di entrare.
-Ciao- disse il ragzzo tutto muscoli, dietro al bancone –posso aiutarti?-
-Vorrei vedere delle tavole da surf, devo fare un regalo ad un amico-
-Certo, aspetta qua- il rgazzo scomparve dietro una porta, Jenny intanto si guardava in giro, vide una tavola azzurra e se ne innamorò. Dopo poco il ragazzo tornò con una tavola fantastico, o almeno a Jenny sembrava molto bella.
-Questa gli piacerà di sicuro- disse –Okay prendo questa- disse Jenny di getto –e questa…-disse segnando quella azzurra, chissà forse un giorno avrebbe imparato, diamine viveva in California ormai.
Durante la strada verso casa Jenny pensò a cosa raccontare a sua madre, mentre le tavole sotto il sole cocente facevano sentire il loro peso.
Arrivata a casa, aprì piano il garage e decise di nasconderle dietro un telo nero.
-Allora cos’hai trovato?- disse Flora quando la vide –Hm niente, Vera ha detto che prenderà lei qualcosa- mentì.
Poi salì in camera, prese il telefono e chiamò l’amica.
-Tu sei pazza- fu il commento di Vera dopo aver sentito cosa aveva appena fatto Jenny.
Jenny ne era al corrente, se l’era ripetuto per tutto il tragitto, tornando a casa, ma era soddisfatta e felice della sua decisione. 
  
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