Beh... io ve l' avevo detto che sono lenta XD
Comunque sono contenta che qualcuno abbia letto questo delirio... E passo a ringraziare le persone che hanno gentilmente commentato il primo capitolo!!!
Squall000: Non sono morta!!! L' ho detto che sono lenta... ma non lenta normale, no, lenta mooooooooolto di più!!! E' già un' impresa aver scritto il secondo capitolo, giuro! Comunque sì, ho dovuto usare un piccolo "espediente" per far sì che il Quidditch venisse insegnato... E' che ormai me l' ero messa in testa XD Comunque no, l' insegnante non è Draco, che qui ancora non compare... Ah, ma cosa ho in serbo per lui... una carriera molto più brillante che insegnante di Quidditch XD Comunque grazie mille per i commenti e il sostegno!!!
alicesil: Grazie mille per il commento <3 Sono davvero contenta che ti sia piaciuto il primo capitolo!
Alessandra: Eeeee... mi spiace di averti disilluso sull' identità dell' insegnante :P Ma come promesso Draco arriverà... Giuro! XD Grazie mille per il commento, mi ha fatto molto piacere!
verohp4ever: Grazie mille per il commento!!! <3
Wren: Ma che ti ringrazio a fare?!? XD
Harry non
fece in tempo a terminare la frase, che dal corridoio si levarono delle grida
infuriate.
«Tu…
Porta… Ufficio… ORA!»
Gli occhi di
Harry ed Hermione si incontrarono per un attimo. Per
quanto lo sguardo del ragazzo fosse altamente
comunicativo - sì Herm, lo so, è la voce
di Ginny, e tu non sei stupida, sei sempre stata la più sveglia di noi e sai
fare sicuramente due più due, e sì, come avrai notato questo significa che
Ginny sta cercando di trascinare qui dentro Ron, e io lo so che le cose tra te
e Ron non vanno troppo bene, ma ero con le spalle al muro, Ginny mi ha
costretto e lo sai che non potevo dirle di no e poi in fondo stavo per
avvisarti e poi non trovi che potrebbe essere l’ occasione buona per sistemare
la questione una volta per tutte, eh Herm? - lo sguardo di Hermione non
lasciava adito a fraintendimenti di ogni sorta.
Vaffanculo, Harry Potter!
«Scusami
Herm», le disse Ginny dopo aver lasciato il fratello nelle mani di Harry e aver
seguito la ragazza nella sua stanza. «E’ stata una mia idea…
ma vedi, Ron… secondo me ne ha davvero bisogno.»
«Credo che
abbia bisogno anche di un paio di altre cose»,
commentò sarcasticamente Hermione, continuando a rivolgere le spalle all’
amica.
«Lo so… Lo
so che è stato un cretino! Si è comportato male con
tutti noi, sai? Non ho mai visto mia madre così sconvolta da quando Percy… Beh,
da quando ha fatto quello che ha fatto. Ma… non dico
che Ron avesse un valido motivo per scomparire così
dalla circolazione, però… Quanto meno, bisognerebbe provare a… capirlo. Anche
io ero furiosa con lui ma… poi… abbiamo parlato e…»
«Ma il
Quidditch non è una materia scolastica», sbottò Ron, evitando di guardare l’ amico negli occhi.
«Ah, Ron,
da quanto tempo manchi da Hogwarts! Un paio di anni fa
il Ministero della Magia ha riscontrato che il 50% dei maghi adolescenti è in
sovrappeso, e naturalmente ha attribuito la cosa allo scarso movimento fisico
che i ragazzi fanno qui a scuola… E così abbiamo dovuto inventarci qualcosa…
Come una bella ora settimanale di Quidditch coercitivo. Senza considerare che
un valido supporto per gli allenamenti delle squadre delle Case è molto più
utile di quanto tu possa pensare.»
Ron aveva
ascoltato il discorso di Harry senza fiatare, ma una volta intuito che l’ amico aveva realmente intenzione di fargli insegnare
Quidditch cominciò a sbuffare e protestare.
«Harry, io
non so cosa ti abbia raccontato Ginny, ma lo sai… dopo l’ incidente…»
«Ma il suo
infortunio è stato davvero così grave?», chiese Hermione, che finalmente, dopo
un decisamente troppo lungo monologo di Ginny sembrava
essersi decisa a lasciare una minuscola possibilità alle presunte ragioni di
Ron. «I giornali non hanno mai specificato di cosa si trattasse».
«No»,
rispose la ragazza sospirando . «No, sul piano fisico
Ron è perfettamente guarito.»
«Non è poi
un problema così grave», commentò Harry, continuando a sorridere - e
innervosendo, per questa ragione, il suo interlocutore. Ron non resse il colpo:
come poteva Harry anche solo lontanamente pensare che non fosse una questione
seria? Era chiaro che ormai anche lui ragionava come
quella disgraziata di sua sorella, che gli aveva estorto con la forza la verità
sul suo incidente e il motivo per cui aveva deciso di abbandonare
definitivamente la carriera da professionista. E che
poi aveva sentenziato che la questione non era grave, usando le stesse
identiche parole di Harry.
«Non è un
problema grave?!? Non è un problema grave! Ma certo, non è un problema grave!»
Ron si era
alzato dalla sedia e stava declamando le parole «non è un problema grave» ai
diversi oggetti dell’ ufficio di Harry, il quale ora
aveva smesso di soridere e stava davvero cominciando a preoccuparsi per l’
amico.
«Non - è -
un - problema - grave! Ma sì Harry, io non riesco nemmeno a toccare un manico
di scopa senza farmi prendere dalle crisi di panico e tu vuoi che io insegni a
dei ragazzini a giocare a Quidditch… Ma non è un
problema grave, oh no! Ma forse tu volevi sottolineare
che si tratta di un problema GRAVISSIMO?»
Ron si
fermò, prendendo finalmente fiato. Si rese conto, per la prima volta, di avere
apertamente detto quale fosse il suo problema, affermandolo di sua spontanea
volontà, ad alta voce, senza giustificazioni o scuse di ogni
sorta. E la cosa, in un certo senso, lo faceva sentire
meglio.
«Cosa?», esclamò Hermione sorpresa, avvicinandosi di scatto a
Ginny per fissarla bene negli occhi - quasi a volersi assicurare che lei non
stesse mentendo.
«Te l’ ho detto… Ron non riesce più a volare. Ma non è un problema
fisico… Ha soltanto… paura.»
«I ragazzi
hanno già un ottima insegnane di volo», concluse Harry
porgendo un foglio di pergamena e una penna in direzione di Ron, che dopo la
sua sfuriata era tornato a sedersi. «Tu dovrai soltanto far esercitare gli
alunni anche a terra, dare loro una buona infarinatura
teorica e controllare gli allenamenti, magari suggerendo qualche miglioramento
nelle strategie delle squadre. Ma mi raccomando, nessuna preferenza per
Grifondoro.»
Ron
osservò la pergamena davanti a lui, il suo contratto di lavoro. Non si sarebbe
aspettato un trattamento tanto formale, ma in fondo quello che per lui era il
suo migliore amico di sempre era anche il Preside di
Hogwarts. E poi, pur sospettando che per Harry sarebbe andata benissimo anche
una stretta di mano, come sigla dell’ accordo, aveva
l’ impressione che una volta messo il suo nome sulla pergamena gli sarebbe
stato ben più difficile gettare tutto alle ortiche e scappare. Era sul punto di
rifiutare - e farlo seriamente - quando si rese conto che, in fondo, una
possibilità poteva anche concerderla. Avrebbe camuffato la sua paura di volare
con la storia dell’ incidente, i soliti problemi
fisici e bla bla bla… Nessuno avrebbe avuto da ridire, e forse sarebbe riuscito
a dare un senso alla sua vita che - come lui - era sbandata e precipitata a
terra senza pietà. Chissà, forse avrebbe anche mandato un bel gufo a Hermione…
chissà come sarebbe stata contenta di sapere che lui era diventato un
insegnante a Hogwarts! Sicuramente gli avrebbe fatto una ramanzina infinita per
essere sparito nel nulla senza lasciare tracce, ma avrebbe inventato qualcosa…
Sì, le prospettive future erano interessanti.
Finalmente sorridendo dopo un sacco di tempo, Ron firmò il suo contratto di
lavoro.
«Perfetto!»,
sentenziò Harry riprendendosi immediatamente la pergamena, prima che l’ amico potesse cambiare idea.
«Sai, per
un attimo avevo pensato che la presenza di Hermione a Hogwarts ti avrebbe fatto
rifiutare… Ma vedo che l’ hai presa benissimo! Spero
che riusciate a riappacificarvi… Insomma, lei è furiosa con te. Ma ha tutte le ragioni! Sei sparito nel nulla… E non capisco
perché poi. Lo sappiamo tutti che ti piace ancora.»
«Ah… Beh
io…»
Ron era
stato preso un po’ in contropiede, non si aspettava che Harry volesse parlare
di Hermione. Ma in fondo aveva ragione, a lui piaceva
ancora. Eccome se gli piaceva! Solo che non aveva mai trovato il coraggio di
dichiararsi… E poi lei aveva cominciato a scrivergli di Tizio, Caio e
Sempronio, che aveva conosciuto di qui, di lì e di là, e alla fine si era
sentito terribilmente geloso e aveva fatto di tutto per farsi
fotografare con modelle e altre ragazze che di lui, in tutta onestà, non si
erano mai interessate. Ma forse avrebbe potuto
scriverle e spiegarle tutto… Anzi, cosa aveva detto Harry? Hermione si trovava
a Hogwarts… Perfetto, averebbe anche risparmiato la fatica di scrivere.
«COSA?!?», esclamò infine, rendendosi effettivamente conto di
quello che Harry gli aveva detto. Non era pronto, Hermione se
lo sarebbe mangiato vivo! Cercò di richiamare l’ amico,
ma Harry se ne stava ormai trotterellando allegramente verso la sua camera da
letto.