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Autore: yan_mazu    14/02/2007    5 recensioni
Voldemort ormai è bello e sepolto: Harry ha preso una casetta a Hogsmeade con Ginny e ha ricevuto l' incarico di preside di Hogwarts, Hermione è diventata Auror a pieni voti e ha accettato una proposta interessante da parte di Harry, Ron è la nuova stella (cadente) del Quidditch... E Draco, da qualche parte, spunterà fuori. Perchè, come cantava Pito... Renato Zero, "il triangolo no, non l' avevo considerato".
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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«Herm… Pssst… Herm Piccola Nota Poco Significativa #2 e ringraziamenti!
Beh... io ve l' avevo detto che sono lenta XD
Comunque sono contenta che qualcuno abbia letto questo delirio... E passo a ringraziare le persone che hanno gentilmente commentato il primo capitolo!!!

Squall000: Non sono morta!!! L' ho detto che sono lenta... ma non lenta normale, no, lenta mooooooooolto di più!!! E' già un' impresa aver scritto il secondo capitolo, giuro! Comunque sì, ho dovuto usare un piccolo "espediente" per far sì che il Quidditch venisse insegnato... E' che ormai me l' ero messa in testa XD Comunque no, l' insegnante non è Draco, che qui ancora non compare... Ah, ma cosa ho in serbo per lui... una carriera molto più brillante che insegnante di Quidditch XD Comunque grazie mille per i commenti e il sostegno!!!
alicesil: Grazie mille per il commento <3 Sono davvero contenta che ti sia piaciuto il primo capitolo!
Alessandra: Eeeee... mi spiace di averti disilluso sull' identità dell' insegnante :P Ma come promesso Draco arriverà... Giuro! XD Grazie mille per il commento, mi ha fatto molto piacere!
verohp4ever: Grazie mille per il commento!!! <3
Wren: Ma che ti ringrazio a fare?!? XD



Harry non fece in tempo a terminare la frase, che dal corridoio si levarono delle grida infuriate.

«Tu… Porta… Ufficio… ORA!»

Gli occhi di Harry ed Hermione si incontrarono per un attimo. Per quanto lo sguardo del ragazzo fosse altamente comunicativo - sì Herm, lo so, è la voce di Ginny, e tu non sei stupida, sei sempre stata la più sveglia di noi e sai fare sicuramente due più due, e sì, come avrai notato questo significa che Ginny sta cercando di trascinare qui dentro Ron, e io lo so che le cose tra te e Ron non vanno troppo bene, ma ero con le spalle al muro, Ginny mi ha costretto e lo sai che non potevo dirle di no e poi in fondo stavo per avvisarti e poi non trovi che potrebbe essere l’ occasione buona per sistemare la questione una volta per tutte, eh Herm? - lo sguardo di Hermione non lasciava adito a fraintendimenti di ogni sorta.

Vaffanculo, Harry Potter!

 

«Scusami Herm», le disse Ginny dopo aver lasciato il fratello nelle mani di Harry e aver seguito la ragazza nella sua stanza. «E’ stata una mia idea… ma vedi, Ron… secondo me ne ha davvero bisogno.»

«Credo che abbia bisogno anche di un paio di altre cose», commentò sarcasticamente Hermione, continuando a rivolgere le spalle all’ amica.

«Lo so… Lo so che è stato un cretino! Si è comportato male con tutti noi, sai? Non ho mai visto mia madre così sconvolta da quando Percy… Beh, da quando ha fatto quello che ha fatto. Ma… non dico che Ron avesse un valido motivo per scomparire così dalla circolazione, però… Quanto meno, bisognerebbe provare a… capirlo. Anche io ero furiosa con lui ma… poi… abbiamo parlato e…»

 

«Ma il Quidditch non è una materia scolastica», sbottò Ron, evitando di guardare l’ amico negli occhi.

«Ah, Ron, da quanto tempo manchi da Hogwarts! Un paio di anni fa il Ministero della Magia ha riscontrato che il 50% dei maghi adolescenti è in sovrappeso, e naturalmente ha attribuito la cosa allo scarso movimento fisico che i ragazzi fanno qui a scuola… E così abbiamo dovuto inventarci qualcosa… Come una bella ora settimanale di Quidditch coercitivo. Senza considerare che un valido supporto per gli allenamenti delle squadre delle Case è molto più utile di quanto tu possa pensare.»

Ron aveva ascoltato il discorso di Harry senza fiatare, ma una volta intuito che l’ amico aveva realmente intenzione di fargli insegnare Quidditch cominciò a sbuffare e protestare.

«Harry, io non so cosa ti abbia raccontato Ginny, ma lo sai… dopo l’ incidente…»

 

«Ma il suo infortunio è stato davvero così grave?», chiese Hermione, che finalmente, dopo un decisamente troppo lungo monologo di Ginny sembrava essersi decisa a lasciare una minuscola possibilità alle presunte ragioni di Ron. «I giornali non hanno mai specificato di cosa si trattasse».

«No», rispose la ragazza sospirando . «No, sul piano fisico Ron è perfettamente guarito.»

 

«Non è poi un problema così grave», commentò Harry, continuando a sorridere - e innervosendo, per questa ragione, il suo interlocutore. Ron non resse il colpo: come poteva Harry anche solo lontanamente pensare che non fosse una questione seria? Era chiaro che ormai anche lui ragionava come quella disgraziata di sua sorella, che gli aveva estorto con la forza la verità sul suo incidente e il motivo per cui aveva deciso di abbandonare definitivamente la carriera da professionista. E che poi aveva sentenziato che la questione non era grave, usando le stesse identiche parole di Harry.

«Non è un problema grave?!? Non è un problema grave! Ma certo, non è un problema grave!»

Ron si era alzato dalla sedia e stava declamando le parole «non è un problema grave» ai diversi oggetti dell’ ufficio di Harry, il quale ora aveva smesso di soridere e stava davvero cominciando a preoccuparsi per l’ amico.

«Non - è - un - problema - grave! Ma sì Harry, io non riesco nemmeno a toccare un manico di scopa senza farmi prendere dalle crisi di panico e tu vuoi che io insegni a dei ragazzini a giocare a Quidditch… Ma non è un problema grave, oh no! Ma forse tu volevi sottolineare che si tratta di un problema GRAVISSIMO?»

Ron si fermò, prendendo finalmente fiato. Si rese conto, per la prima volta, di avere apertamente detto quale fosse il suo problema, affermandolo di sua spontanea volontà, ad alta voce, senza giustificazioni o scuse di ogni sorta. E la cosa, in un certo senso, lo faceva sentire meglio.

 

«Cosa?», esclamò Hermione sorpresa, avvicinandosi di scatto a Ginny per fissarla bene negli occhi - quasi a volersi assicurare che lei non stesse mentendo.

«Te l’ ho detto… Ron non riesce più a volare. Ma non è un problema fisico… Ha soltanto… paura.»

 

«I ragazzi hanno già un ottima insegnane di volo», concluse Harry porgendo un foglio di pergamena e una penna in direzione di Ron, che dopo la sua sfuriata era tornato a sedersi. «Tu dovrai soltanto far esercitare gli alunni anche a terra, dare loro una buona infarinatura teorica e controllare gli allenamenti, magari suggerendo qualche miglioramento nelle strategie delle squadre. Ma mi raccomando, nessuna preferenza per Grifondoro.»

Ron osservò la pergamena davanti a lui, il suo contratto di lavoro. Non si sarebbe aspettato un trattamento tanto formale, ma in fondo quello che per lui era il suo migliore amico di sempre era anche il Preside di Hogwarts. E poi, pur sospettando che per Harry sarebbe andata benissimo anche una stretta di mano, come sigla dell’ accordo, aveva l’ impressione che una volta messo il suo nome sulla pergamena gli sarebbe stato ben più difficile gettare tutto alle ortiche e scappare. Era sul punto di rifiutare - e farlo seriamente - quando si rese conto che, in fondo, una possibilità poteva anche concerderla. Avrebbe camuffato la sua paura di volare con la storia dell’ incidente, i soliti problemi fisici e bla bla bla… Nessuno avrebbe avuto da ridire, e forse sarebbe riuscito a dare un senso alla sua vita che - come lui - era sbandata e precipitata a terra senza pietà. Chissà, forse avrebbe anche mandato un bel gufo a Hermione… chissà come sarebbe stata contenta di sapere che lui era diventato un insegnante a Hogwarts! Sicuramente gli avrebbe fatto una ramanzina infinita per essere sparito nel nulla senza lasciare tracce, ma avrebbe inventato qualcosa… Sì, le prospettive future erano interessanti. Finalmente sorridendo dopo un sacco di tempo, Ron firmò il suo contratto di lavoro.

«Perfetto!», sentenziò Harry riprendendosi immediatamente la pergamena, prima che l’ amico potesse cambiare idea.

«Sai, per un attimo avevo pensato che la presenza di Hermione a Hogwarts ti avrebbe fatto rifiutare… Ma vedo che l’ hai presa benissimo! Spero che riusciate a riappacificarvi… Insomma, lei è furiosa con te. Ma ha tutte le ragioni! Sei sparito nel nulla… E non capisco perché poi. Lo sappiamo tutti che ti piace ancora.»

«Ah… Beh io…»

Ron era stato preso un po’ in contropiede, non si aspettava che Harry volesse parlare di Hermione. Ma in fondo aveva ragione, a lui piaceva ancora. Eccome se gli piaceva! Solo che non aveva mai trovato il coraggio di dichiararsi… E poi lei aveva cominciato a scrivergli di Tizio, Caio e Sempronio, che aveva conosciuto di qui, di lì e di là, e alla fine si era sentito terribilmente geloso e aveva fatto di tutto per farsi fotografare con modelle e altre ragazze che di lui, in tutta onestà, non si erano mai interessate. Ma forse avrebbe potuto scriverle e spiegarle tutto… Anzi, cosa aveva detto Harry? Hermione si trovava a Hogwarts… Perfetto, averebbe anche risparmiato la fatica di scrivere.

«COSA?!?», esclamò infine, rendendosi effettivamente conto di quello che Harry gli aveva detto. Non era pronto, Hermione se lo sarebbe mangiato vivo! Cercò di richiamare l’ amico, ma Harry se ne stava ormai trotterellando allegramente verso la sua camera da letto.

  
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