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Autore: Alys93    01/08/2012    9 recensioni
Come si può capire dal titolo, questa storia parla di un sogno. Ma non di un sogno qualunque, oh no! Si tratta di un sogno che ho fatto qualche giorno fa e che mi ha decisamente scombussolato. Potrà sembrarvi folle (e lo è, decisamente!) ed eccessivamente lungo (un po' l'ho romanzato) e non vi darò torto.
Se avrete la pazienza (e la forza) di arrivare fino alla fine, capirete che, a volte, la fantasia è il modo più veloce per ammattire. Ve lo posso assicurare! ò_ò
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti!! sì, lo so che dovrei iniziare quel benedetto sequel di "Al di là del Pozzo", ma il primo capitolo mi sta dando tante di quelle rogne che non avete idea! >.< Comuqnue, ne ho approfittato per postare una Ff abbastanza... particolare, che mi ronzava in testa da un paio di giorni. ovvero da quando ho fatto questo benedetto sogno! se si può considerare tale... Perché io non so come chiamarlo! ò_ò mi auguro che non mi prenderete per una pazza squilibrata e non chiamerete il CIM, anche se ne ho abbastanza bisogno. per ora, vi auguro buona lettura



Un sogno... decisamente folle

1 - Come ho scoperto di essere decisamente malata

Non ricordo esattamente come sia iniziato quell'assurdo sogno che mi scombussolato un'intera nottata, ma sono certa che ho sognato di essere davanti al computer.
Come sempre, d'altronde.
Diciamocelo, io vivo per il computer!
Per scrivere e leggere le storie che mi creano dentro mille sensazioni...
Per vivere qualche ora in un mondo tutto mio, in cui posso fare quello che voglio, senza che nessuno mi dica niente.
Però, un sogno come questo, sinceramente, non me l'aspettavo.
Neanche dopo un'indigestione (che, perdipiù, non ho fatto, dato che la mia cena era composta da un misero mini panino con bresaola e pomodori all'insalata)!
Forse perché non credevo che la mia mente fosse così malata!
Ma, forse, è meglio che proceda con ordine, in modo da non far impazzire anche voi.

§ § §

Come tutte le sacrosante sere, si sono fatte le undici e qualcosa ed io sono ancora attaccata come una piovra al mio amato portatile, a commentare un capitolo di una mia amica.
Mi urta dover rimandare certe cose alla mattina, quando poi, magari, succede qualcosa che ti scombussola tutti i piani che ti eri fatta.
Stranamente, non ho sonno, al contrario della dodicenne alle mie spalle, che si lamenta a bassa voce da almeno un quarto d'ora.
Non posso darle torto, ma la sera è uno dei pochi momenti in cui posso rilassarmi davanti al mio computer, approfittando anche del fatto che, stasera, non fa un bel niente in Tv.
Il punto è che neanche quella rompiscatole si distrae, così!
E mi si mette nelle orecchie, peggio di un trapano.

Sara: "Anna!! Ma spegni quel coso! Ho sonno, io! Domani, mamma mi porta in piscina e mi devo alzare presto".
Anna (io): "Sta' zitta e girati dall'altra parte! Ho quasi fatto, abbi ancora un po' di pazienza. Finisco la frase e spengo, dammi un momento".

Questo è uno dei tanti, ormai consolidati dialoghi tra me e mia sorella.
La quale è perfettamente consapevole che non finirò la frase e spegnerò, come le ho detto.
Ho sfruttato questa scusa troppe volte... Uff.
Dovrò inventarmi qualcos'altro, per incantarla un po'!
Continuo imperterrita a battere le dita sulle lettere della tastiera, decidendo di essere un po' più breve nella recensione.
Per stavolta.
Se le imprecazioni di mia sorella svegliano mia madre, che dorme beatamente per ora, posso anche dire addio alla testa.
Se poi si sveglia mio padre... Posso dire addio alla vita.
Letteralmente.
No, non vivo in una famiglia di pazzi squilibrati con manie omicide (anche se io, un po' pazza lo sono XD), ma i miei si alzano molto presto la mattina e la sera non vogliono essere disturbati.
Direi che è anche logico...
Il mio unico problema è la mia adorata sorellina, con la quale divido la camera da letto da quando lei ha smesso di dormire nella culla.
Con un sospiro, aggiungo rapidamente i miei saluti alla recensione ed inizio a spegnere il portatile, costretta a rimandare i miei piani al giorno successivo.
Nel vedermi prendere la pila, che uso per non andare a sbattere nello spigolo in legno del letto quando spengo la luce della scrivania, mia sorella borbotta un "Alleluia! Ha spento...".
Le rifilo un'occhiataccia seccata, mentre vedo il mio amico elettronico godersi il suo meritato risposo.
Per stasera, è meglio spegnere. Sono già le 23; 27...
Di questo passo, non prenderò sonno neanche per mezzanotte.
Purtroppo, ho problemi d'insonnia; è anche per questo che passo le ore davanti al PC, proprio perché non mi viene sonno!
Con un sospiro, m'infilo sotto il lenzuolo e, preparandomi mentalmente all'idea di sentire le campane di mezzanotte, comincio ad immaginare quello che dovrò scrivere domani.

Penso di essermi addormentata, perché, quando apro gli occhi, sono le due passate.
Buffo, credevo che avrei dovuto aspettare un'eternità per crollare e invece...
Beh, non posso dire di essere contenta, però.
Se mi addormento subito, puntualmente mi sveglio nel cuore della notte.
Non c'è modo di farsi un bel sonno tranquillo, purtroppo.
Chiedendomi perché cavolo mi sono svegliata a quest'ora, mi guardo intorno per capire se ho dimenticato qualcosa.
Di solito, è quello il motivo per cui mi alzo nel cuore dell'oscurità notturna.
Una flebile luce attira il mio sguardo e per poco non mi viene un infarto nel vedere che il portatile è acceso e che la sua luce azzurrina illumina il soppalco con un'atmosfera...
L'unica parole che mi viene per definirla è spettrale.
Sì, decisamente quella luce fioca mi fa venire in mente uno di quei dannati film horror che i miei amici mi hanno costretto a guardare quando ci riunivamo a casa di Francesco.
Mamma mia... non è che mo' appare un pozzo nero e ci esce la bambina di "The Ring"?
Scuotendo la testa per non pensare a certe scemenze, butto via il lenzuolo e mi alzo a sedere.
Passandomi le mani sulle braccia scoperte, fisso il mio computer con un misto d'ansia e preoccupazione.
Ma non l'avevo spento circa due ore e mezza fa?
Voltandomi verso mia sorella, la vedo dormire beatamente, con i riccioli neri sparpagliati sul cuscino.
Poco ci manca che si metta a ronfare, tanto dorme tranquilla.
Ghiro pigrone la prendo in giro, prima di alzarmi dal letto ed avvicinarmi al portatile.
Cosa neanche troppo difficile, dato che tra il mio letto e la scrivania c'è solo lo spazio per la sedia.
Con un sospiro assonnato, inizio ad armeggiare sui tasti per spegnere il computer, ma una schermata mi blocca.
Ma fa che questo PC è uscito scemo, così di botto?
Si dice che gli oggetti finiscono sempre per assomigliare ai proprietari, ma questo non spiega tutto questo casino.
Da dove esce quest'immagine di un pozzo in legno e pietra con rampicanti ovunque sul bordo?
Ma che ha cambiato sfondo da solo?
Sinceramente, ho troppo sonno per risolvere enigmi.
Cerco il pulsante per spegnere il portatile, ma non faccio in tempo a premerlo che una luce accecante mi costringe a ripararmi il viso con le mani.
Ma si può sapere che cavolo sta succedendo? Che ha il computer?
A tentoni, cerco di coprire il più possibile lo schermo, in modo da affievolirne la luminosità.
Se mamma si accorge della luce, mi ammazza sul serio!
Di colpo, mi sento come se il mio corpo fosse diventato leggero come una piuma.
Ok, qualcosa non va... Decisamente.
Prima che io possa fare qualunque cosa, la luce scompare in un tunnel apparentemente kilometrico ed io mi ritrovo a caderci dentro.
Peggio degli scivoli agli Acqua Park!
Non riesco a capire niente, neanche se sto urlando o no per la paura; so solo che voglio uscire da qui dentro.
Dopo quelle che sembrano ore, la luce del tunnel si fa sempre più grande, segno che sto uscendo.
Senza che abbia il tempo di prepararmi all'impatto, mi ritrovo a rotolare come una palla su di un prato.
Cielo e terra si sovrappongono senza sosta, dandomi l'impressione di girare in una ruota per criceti dipinta.
Chiedendomi quando mi fermerò, se mai mi fermerò da qualche parte, sbatto la schiena contro qualcosa di duro.
Mentre cerco di riprendermi ed evitare che il mondo mi balli una mazurca davanti alla faccia, capisco che sono a testa in giù, con le gambe sollevate contro un tronco.
E qui inizio seriamente a preoccuparmi, perché niente è più logico.
Apparte il fatto che non ho ancora capito dove sono, perché ho i jeans e le scarpe da ginnastica e non la mia camicia da notte?
E poi, dove diavolo sono finita?
Con uno sbuffo, mi rimetto dritta e, massaggiandomi la schiena, mi guardo intorno.
Ma dov'è finita la mia stanza?
Il mio letto, il computer, la scrivania... mia sorella?!
Dove sono?!?
Davanti a me, si estendono solo alberi frondosi. Per kilometri.
Niente case, niente costruzioni... neanche un cane, nei paraggi!
Ma si può sapere dove sono finita?
Spaventata, mi porta le mani alla bocca e grido "Ehi, ma c'è nessuno?! C'è qualcuno, qui?".
Niente, la mia voce si perde tra gli alberi, senza che nessuno mi risponda.
Sforzandomi di non farmi prendere dal panico, inizio a camminare tra gli alberi, segnando con un nastro (che mi sono ritrovata in tasca) il punto di partenza.
Se non inizio a camminare, mi verrà un attacco di panico ed arrivederci...
Stranamente, ho come l'impressione di aver già visto una cosa del genere, da qualche parte.
Solo che, ovviamente, non ricordo dove, né quando.
Mi addentro in mezzo al bosco, guardandomi intorno alla ricerca di qualcuno che possa darmi una mano.
O almeno capire dove capperi sono finita!
Il silenzio mi irrita moltissimo e quasi sono contenta quando sbatto un piede contro un sasso e comincio ad imprecare.
Almeno sento qualcosa di normale! I miei insulti rivolti a tutte le rocce del pianeta (se mi sentisse il mio prof di geologia, gli verrebbe un infarto!) sembrano attirare qualcuno.
Sento dei passi pensati sull'erba, assieme ad un rumore metallico ripetuto, che però non riesco a capire.
Sempre tenendomi il piede dolorante tra le mani, mi volto verso destra... ed ho come l'impressione che i miei occhi mi vogliano uscire dalle orbite.
Davanti a me compaiono cinque uomini, ma vestiti in maniera così assurda che mi stupisco di non essere crollata a terra per il troppo ridere.
Armature.. armature con spade, mazze ferrate e chissà che altri gingilli.
Ma sono armature che ho visto al museo e risalgono al Giappone medievale!
Aspetta... Giappone medievale?
Ma che cavolo... altra cosa che non mi torna affatto; questi tizi non sono come me, o meglio... mi sembrano appena usciti da un'anime, di quelli che seguo in televisione.
Ok, adesso inizio davvero a preoccuparmi...
DOVE CAVOLO SONO FINITA?!?
Vedo quei tizi fissarmi altrettanto sorpresi e borbottano tra loro, indicando il mio abbigliamento come se fosse qualcosa di extraterrestre.
"Chi sei, ragazzina?" mi apostrofa il più grosso, puntandomi la spada al petto "E che diavolo sono quei cosi che indossi?".
"Uno: abbassa quella spada" replico irritata, allontanando l'arma da me "Secondo: Questi sono vestiti, imbecille. Terzo: posso sapere dove sono?".
Li vedo sbarrare gli occhi, ma non capisco se per le mie parole o per il mio tono di voce. Forse, per entrambi.
"Sei nel bosco nei pressi del villaggio Musashi" mi risponde uno di quei bestioni, sorridendo poco amichevolmente "E, purtroppo per te, noi controlliamo la zona".
Per un attimo, resto allibita, incapace di muovermi, mentre il mio povero cervello cerca di comprendere che cavolo sta succedendo.
Aspetta.. ha detto.. ha detto Musashi?!
No, è assurdo... Non può essere.
Ho la vaga impressione che mi sia venuto un tic all'occhio destro, perché lo sento scattare in sincronia con un muscolo della mascella. Il che non è una buona cosa.
"Mu... Musashi?" ripeto incredula "No, dico... state scherzando! Non... non è possibile!".
Non posso essere finita davvero nel Giappone del periodo Edo!
Per di più, un Giappone in stile manga. È.. è semplicemente assurdo!
"Invece è così, dolcezza" replica uno di quei tizi, fissandomi... con intenzioni ben poco rassicuranti "E tu.. sei finita in un bel pasticcio".
Senza pensarci due volte, mi volto e comincio a correre come una forsennata, ben decisa a mettere la maggior distanza possibile tra me e quei bestioni.
So di non avere molto tempo, perché non sono certo il tipo da maratona!
Sono rapida negli scatti, ma non duro a lungo.
Evitando gli alberi di un soffio, mi sforzo di correre il più velocemente possibile, ma sento le gambe pensati come piombo.
Ovviamente, il mio corpo non mi aiuta mai quando serve!
Sento le urla di quegli scimmioni poco dietro di me e trattengo un urlo isterico.
Accidenti, ma che diavolo sta succedendo?! Voglio tornare a casa mia!!
Se tutto questo è un sogno, io voglio svegliarmi! Subito!

ecco fatto... questa è la prima parte di questo sogno che mi ha tenuto "prigioniera" tre notti fa. che dite? sono da ricoverare? io temo di sì... fatemi sapere se è meglio che li chiamo al più presto, quelli del CIM, così mi levo il pensiero...
Bacioni, vostra
Alys-chan (alias Sclero-Girl)

   
 
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