Noi siamo eroi
Capitolo 2
- Lei deve
aiutarci! La pagheremo tutto
quello che vorrà! – pregò quasi in ginocchio l’uomo che aveva bussato
alla
porta poco prima del mio assalto al mio fratellastro.
- N-non
capisco… - sorpreso Jim chiuse di corsa la porta.
Solo dopo tutti noi ci rendemmo conto di chi era quell’uomo, o meglio, io mi resi conto di chi era: il signor
Medison, il padre di Artur! Che ci faceva lì in quel momento?
- La prego!
Ci aiuti! Lei è l’unico che può prestarci
soccorso! – mancava poco e avrebbe pianto!
- Okay…
Chris, prepara del caffè, io e il
signore parliamo in salotto – si riferì alla moglie che con un gesto si
congedò
in cucina –Adesso respiri, si alzi e mi spieghi tutto con calma – disse
al
signore aiutandolo ad alzarsi.
- Io
vi conosco fin troppo bene signor Wandom, lei è il preside della più
grande
scuola di super eroi che io conosca. Da una parte è quella tenuta più
segreta,
dall’altra è la più conosciuta dalle persone giuste! Devo chiedervi un
favore
urgentissimo… - tremava mentre parlava.
- Ditemi,
signor Medison – sorseggiò il caffè.
Scommetto
che anche lui ha pensato che il nome del
signore sia davvero strano!
- Come
dovreste sapere (perché so che voi siete un uomo
ben informato!) io sono il proprietario di una grande azienda di
tessuti,
famosa in tutto il mondo e grande fornitrice, la Medison’s
drapery. Purtroppo sono malato gravemente di cuore, e
secondo i medici potrei morire da un momento all’altro d’infarto per
un’emozione troppo forte! In pratica sono destinato ad una vita priva
di
emozioni sul filo del rasoio…
Mio figlio
Artur, il minore dei miei due figli, è l’erede
leggittimo delle mie proprietà, (ho già scritto il testamento col
notaio e
tutto il resto…) ma c’è un problema. Mio figlio maggiore Vincent,
quando ha
saputo della mia scelta è andato su tutte le furie… - posò la tazza sul
tavolino facendo una pausa, sempre tremando, forse più di prima, poi
riprese:-…
Ha deciso di… ecco di… beh, diciamo che ha quasi minacciato di morte
tutta la
sua famiglia e questo mi ha causato molti problemi, sia a casa che nel
mio
cuore – si appoggiò una mano sul petto e sospirò a fondo – Ogni giorno
rischio
sempre più di lasciare questo mondo a causa sua e come se non bastasse
Vincent
cerca di rapire sempre più spesso Artur. Di cosa ne voglia fare non ne
ho la
più pallida idea! A parte ucciderlo… Ma il fatto che i miei figli
combattino
per una stupida eredità… lo trovo… - cominciò a singhiozzare – …
Terribile! –
- Mi scusi
se ve lo domando, ma perché ha lasciato
un’azienda così importante nelle mani di un’adolescente piuttosto che
nelle
mani del primo genito? – domandai io intromettendomi nel discorso.
- Artur è un
adolescente? – domandò un po’ sbigottito
Jim.
- Si… -
balbetto in imbarazzo – Ma, vede, da quando c’è
lui a capo dei reparti sembra andare sempre tutto meglio! Riesce ad
ottimizzare
qualunque cosa! È proprio portato per questo mestiere! Mentre Vincent…
beh,
comprendo il suo impegno, ma… nei reparti che lui segue si sono già
licenziati
20 lavoratori… e non sono pochi! Ma soprattutto… questo è il minimo di
quello
che è successo con lui! –
- Capisco… -
mio padre posò la tazza sul tavolo
sospirando – Quindi… volete una guardia del corpo per Artur… -
- Esatto! –
prese una valigetta in mano, cosa che prima
non avevo notato!
- Sono
disposto a pagarvi qualunque prezzo! –
- Non
occorre un anticipo ora… ne riparleremo con il supereroe
che vi manderò –
- Bene! Ora
si che sono più tranquillo. Ma… - titubò il
signore.
- Cosa c’è?
– i ma non
portano mai nulla di buono…
- Non è che
ne avete uno disponibile adesso? –
- Adesso?! –
saltò in piedi Jim – A quest’ora?! Ma se era
così urgente perché non siete venuto sta mattina? – sbraitò.
- Avevo…
delle visite… - balbettò –Ecco io devo andare
dal medico una volta a settimana per dei controlli al cuore, e proprio
questa
mattina era capitata una visita importantissima! Per colpa di Vincent i
malori
sono aumentati e sono stato diverse volte male! Prima di adesso non ho
potuto…
-
Il mio
padrino ci pensò su per un po’ quando un’ultima
supplica arrivò alle sue orecchie:- La prego! Mi aiuti! –. Così sospirò
paziente ed indicandomi esclamò:- L’unica disponibile è lei. O vi
accontentate
o aspettate domani! – diede un ultimatum.
- Che poteri
ha? –
- Vede… in
verità sono ancora un po’ sconosciuti a tutti
noi i suoi completi poteri, ma posso assicurarle che è tra i migliori –
mi sorrise.
- Accetto! – si strinsero le mani e dopo di che espresse il desiderio di aspettarmi in macchina così che avrei avuto il tempo di prepararmi valige eccetera con calma.
- Oh mio
Dio! Oh mio Diooo!! La mia prima missione! Non ci
posso credere!! – saltellavo per tutta la casa entusiasta come una
pasqua
seguita da una fiera Chris ed un ancora più fiero, ma preoccupato Jim
ed infine
da un Tomy verde d’invidia!
- Ascoltami
bene signorinella! – attirò la mia attenzione
mio padre – Avere la prima missione è una grande responsabilità! E tu
non hai
ancora sviluppato al massimo i tuoi poteri! Ecco perché la prima
(quella nominata
in classe) non l’avevo affidata a te, ma date le circostanze sono stato
costretto, ma so che ce la potrai fare – mi prese le spalle e mi guardò
negli
occhi – Ehi! È chiaro? – annuii sorridendo – Sarai perfetta, ce la puoi
fare! Non ti scoraggiare mai! – quelle parole
probabilmente le stava dicendo più a se stesso che a me per darsi la
forza di
lasciarmi andare… e lì mi commossi a tal punto da buttarmi tra le sue
braccia
chiamandolo papà. So che gli piace.
Così tutti
commossi andammo nella mia camera.
- Ma quanta
roba posso portare in missione? – domandai come
una totale imbranata. Come se tutto quello che avessi studiato fin ora
fosse
svanito nel nulla!
- Poco. Poco
e niente. In pratica devi portarti solo i
ricambi delle tute, maschere e biancheria intima, considerando che deve
entrarti tutto in uno zainetto molto leggero
– mi spiegò Chris cacciandomi tutte le tutine che possedevo. Fortuna
che le mie
si rimpiccioliscono!
- Oh! E…
basta? – domandai un po’ confusa.
- Una
bottiglietta d’acqua che in missione puoi riempire
facilmente, o almeno si suppone, e una capsula di cibo di scorta.
Capsula frigorifera… - continuò Jim.
- Come
quelle di Dragon Ball? – vedevamo spesso cartoni
tutti insieme… perché dicevano che mi avrebbe fatto sentire più parte
della
famiglia.
- Si!
Esattamente! – sorrise.
Ed in men
che non si dica il mio zainetto fu riempito e
pronto! Più veloce che potevo indossai una delle tutine e,
aggiustandomi un po’,
ero pronta anch’io.
Già il fatto
che fosse la prima missione mi eccitava
parecchio, ma poi… pensare che colui che dovevo proteggere era proprio
Artur! Cavoli…
non si capiva se il cuore mi batteva più per una cosa che per un’altra!
Ma… non
avrei avuto il tempo per le smancerie… sarei dovuta essere davvero
professionale! E molto discreta, ce la posso fare! Anche se… con veri
criminali
non avevo mai combattuto… la paura infatti si fece facilmente largo in
me, ma
abilmente la mia mente addestrata la scacciò.
Troppe
emozioni insieme!
Chissà
se il mio
cuore non esploderà! pensavo.
Salutai
calorosamente tutta la famiglia. Non sapevo
quando sarei tornata né se i miei criminali sarebbero stati tanto
pericolosi da
preoccuparmi se sarei tornata o meno a casa… Quindi ad uno ad uno li
abbracciai, e, si, anche Tony la peste abbracciai, perché tutto sommato
mi
sarebbero mancati i nostri battibecchi… poi mi resi conto che sembrava
proprio
come se stessi partendo per una guerra! Tutto d’un tratto capii cosa
provavano
un tempo i soldati nelle grandi guerre mondiali. Un brivido mi percorse
la
schiena e la tristezza salì. Li abbracciai e baciai nuovamente tutti
quanti con
le lacrime agli occhi.
Senza farlo
apposta commossi anche Chris che nascose il
viso nell’incavo tra collo e spalla di Jim, mentre lui mi sorrideva
dolcemente
ed orgoglioso. Che tenerezza…
Quella sì
che l’avrei chiamata per sempre famiglia.
Prima che
potessero scendere altre lacrime e ripensamenti
vari, salii nella lussuosissima macchina salutandoli ancora dal
finestrino. Come
al solito partirono molte altre raccomandazioni di vario tipo! Tipico
dei
genitori…
- Vi voglio
bene! – urlai loro quando la macchina partì
allontanandosi. Svolazzai la mano fuori come se non volessi lasciarli.
- Anche noi
te ne vogliamo!! Ci mancherai, tesoro! –
urlarono in cambio. Persino Tony rispose.
Qualunque
cosa
succeda… li amerò per sempre! e con questo pensiero mi allontanai
da tutto
ciò che conoscevo, per avviarmi verso un’immensa avventura.
E così… ho aggiornato… ^^” non
tiratemi verdure in faccia
cortesemente. Ci ho messo un po’… ma in questo mese sono stata molto
impegnata!
(al mare, al sole, sulla spiaggia, coi bimbi belli che mi gironzolavano
intorno) O_O beh… comunque ^^” spero vi piaccia il nuovo e commovente
capitolo!
Ci risentiremo con la prossima storia!! :* bacioni!