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Autore: Nidham    03/08/2012    5 recensioni
Breve elucubrazione della mia ladra nel momento piu' triste del videogioco, quando una scelta porta a tragiche conseguenze. Fatemi conoscere il vostro parere, visto che è anche il mio primo tentativo^^
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se fu la volontà, o la disperazione, a guidarci fino ai Cancelli cittadini, non avrei saputo dirlo. Sapevo solo che, stanchi, ma non piegati, eravamo infine giunti a liberare un passaggio per il futuro e la speranza, racchiusi tra mura instabili e macerie fumanti, che ancora rappresentavano, per noi, il simbolo di quel domani così incerto e così desiderato.

Avevamo lasciato molti dei nostri come pegno per quella piccola vittoria, ma ancora di più erano i corpi dei nemici che macchiavano col loro sangue fetido la piana di Denerim.

Sorrisi, scostandomi un ciuffo di capelli, madidi di sudore, dalla fronte. Una battaglia non è mai buona, ma quando riesci a contare una sola perdita contro tre o quattro dell'avversario, devi trovare comunque la forza di gioire. Erano parole di mio padre e, adesso più che mai, risuonavano prepotenti nella mia mente, perché capivo come i vivi meritassero non meno rispetto dei morti e come quell'amara, terribile consapevolezza di trionfo, per quanto effimera, esigesse il prezzo di un'ingrata, temporanea amnesia.

Avremmo avuto il tempo di onorare gli eroi caduti... io stessa sarei stata tra loro. Ma eravamo ancora vivi ed eravamo tutt'altro che in salvo.

“Stai bene, mia sposa e mio amore?” La voce di Alistair, affannata, ma ferma, mi avvolse come le sue braccia non potevano fare.

Appariva scarmigliato, con l'armatura ammaccata e varie ferite in ogni parte del corpo, ma teneva le spalle erette e il suo sguardo era duro e fiero, mentre si posava sulle truppe, contando mentalmente le perdite e valutando le nostre possibilità.

Annuii, cedendo solo per un istante a quello stupido sentimentalismo che ancora mi attanagliava il cuore, e sfiorandogli il dorso della mano con la punta delle dita.

Era l'ultima volta che l'avrei visto. L'ultimo addio dei miei occhi a colui che, in quei mesi, aveva saputo riempirli di luce e di lacrime.

Avremmo dovuto dividerci in quell'attimo e quella consapevolezza mi spaventò più dell'idea stessa di morire, perché, fino ad allora, non avevo realizzato del tutto che non avrei potuto averlo al mio fianco, nel momento della fine... che non mi sarei spenta nel suo abbraccio, se davvero volevo salvarlo...

Dovevo perderlo allora, per impedirmi di perderlo per sempre.

Maledissi la sua determinazione a morire al mio posto, che solo la notte prima mi aveva portato conforto, e scossi la testa per la mia stupida ingenuità, dalla quale,ormai era ovvio, mi sarei liberata soltanto morendo.

Trattenni un inutile sospiro e indurii il mio sguardo insieme al mio cuore, cercando di convincermi che non avrebbe fatto differenza morire con o senza il mio amore al fianco. Ma ogni battito di quel fastidioso organo che ancora avevo nel petto mi ripeteva “Bugiarda! Bugiarda! Bugiarda!”.

Lo volevo con me, volevo fosse il suo volto l'ultima cosa che avrei visto, volevo fosse il suo profumo a circondarmi nell'ultimo attimo... soprattutto non volevo lasciare questo mondo da sola.

Ma erano solo sciocche romanticherie. Il mio corpo sarebbe stato, probabilmente, schiacciato tra i viscidi artigli di un drago maleodorante, nel momento della morte, e i miei occhi si sarebbero chiusi su un macabro spettacolo di squame insanguinate e ossa spezzate.

Inutile rimuginarci sopra. Quella era solo l'ultima parte della verità che mi ero illusa di aver accettato... tanto valeva affrontarla senza troppi piagnistei da femminuccia.

Riordan si avvicinò a noi, seguito da Eamon e Wynne.

“Dobbiamo mantenere questa posizione.” Respirava con fatica, reggendosi una spalla che appariva orrendamente fuori posto nella sua mano. “Ho intravisto due generali di quel maledetto, mentre stavo combattendo. Non possiamo permetter loro di aiutarlo quando lo affronteremo.”

“Alcuni di noi dovranno proteggere i cancelli, ma non sarà facile, perché avrete bisogno che la maggior parte delle truppe venga con voi.” Wynne aveva parlato con tono pacato, in modo che soltanto noi potessimo udirla, saggiamente evitando di alimentare il panico tra i soldati.

Nel guardarla mi sorpresi a pensare che avrei potuto affezionarmi di più, a lei, se l'avessi vista altre volte così spettinata e arruffata, coi vestiti in disordine e l'espressione selvaggia degna di una battaglia... era stato irritante guardarla uscire da ogni scontro con i capelli in perfetto ordine e lo sguardo imperturbabile e saccente di un maestro di scuola.

“Se è qui che lo scontro sarà più cruento, lascia che rimanga!” La voce di Oghren non aveva perso la sua roboante potenza, mentre si faceva largo tra gli uomini per avvicinarsi a me.

Lo guardai con affetto e, d'istinto, mi chinai a posargli un bacio veloce sulla barba ispida, meravigliandomi di trovarvi ancora sentore di alcool, nonostante fosse completamente incrostata di sangue.

L'idea che sarebbe potuto morire mi era intollerabile... l'idea che qualcuno dei miei amici, dei miei compagni non avrebbe potuto festeggiare la nostra vittoria non era sostenibile.

Io sarei morta, ma loro dovevano vivere. Non esistevano altre possibilità.

Cercai, tra la folla, il volto di quanti ancora non si erano avvicinati a noi.

Vidi Leliana impegnata a confortare un giovane soldato il cui viso appariva orribilmente sfigurato

da un colpo di spada, mentre Sten si ergeva perfettamente immobile e granitico ai margini dello spiazzo.

Continuai a guardarmi intorno, sempre più freneticamente.

Dov'era il suo sorriso irriverente? Dov'erano i suoi occhi brucianti come il ghiaccio?

Ogni chioma bionda che riuscivo ad intravedere non portava il suo volto... ogni orecchio a punta che scorgevo non apparteneva a lui...

Sentii il panico attanagliarmi le membra, più crudele e feroce di quanto non avessi mai provato.

Io potevo morire, ma non lui... mai lui...

Zevran...

 

 

“So che sei qui.” Un'ombra minacciosa si staccò dalle altre, scivolando in silenzio oltre i cadaveri di uomini, elfi e genlock.

C'era quiete, adesso, in quell'angolo di inferno, mentre i soldati si erano raccolti intorno ai loro generali e i morti si preparavano all'eternità.

C'era quiete nel buio di quell'anfratto devastato, troppo sporco di sangue per godere della luce del sole.

“So che sei qui, strega delle Selve.”

“E cos'hai intenzione di fare di questa tua consapevolezza, orecchie a punta?”

Morrigan si parò davanti all'elfo con aria beffarda, ignorando i pugnali insanguinati che egli stringeva ancora tra le mani, e poggiandosi pigramente al suo bastone.

“Ho intenzione di chiederti un unico, semplice favore...”

  
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