Alzò gli occhi e si trovò davanti un tenerissimo e fradicio... Tomlinson.
-No, tu non sai niente di me.- Ribattè lei.
-Forse no, ma so quello che serve. Non occorre conoscere il passato di qualcuno per poter affermare di sapere qualcosa sul suo conto. Raccontare le persone, come se fossero libri, è dannatamente inutile. Le persone si vivono.- Disse lui a testa bassa. -E ora tira su quel culo, Parker. Non voglio che tu ti prenda una polmonite.-
Jenna era sbalordita.
Però! A Louis Sonouncoglionechesicredefigomanonloè Tomlinson importava davvero qualcosa di lei.
Ma restava da capire il motivo.
Voleva solo giocarci, usarla per andarci a letto come faceva con tutte? Voleva divertirsi, umiliarla, farla star male?
Oppure era diverso?
Forse Louis non era il bulletto idiota che tutti descrivevano.
Forse anche lui era umano, con un cuore, dei sentimenti e soprattutto un cervello.
Di quest'ultima opzione in particolare Jenna dubitava seriamente.
Tomlinson e cervello.
No, queste due parole non andavano d'accordo.
Eppure era lì, sotto un temporale, per lei.
Era lì a parlarle col cuore in mano, dicendo cose che penetravano l'anima come spessi spadoni d'acciaio.
Che intenzioni aveva?
-Perchè sei qui? Perchè lo fai?- Disse allora lei alzando finalmente gli occhi e puntandoli in quelli del ragazzo.
-Non lo so, non lo so nemmeno io. Ma sentivo che se non fossi venuto a cercarti e ti fosse accaduto qualcosa, non me lo sarei mai perdonato.-
Jenna lo scrutò con più attenzione, era sincero.
C'era tristezza nei suoi occhi blu mare, c'era un grido d'aiuto.
Non era lo sguardo stupido e crudele che tutti raccontavano di aver visto.
Era qualcosa di inspiegabile.
Era Louis.
Louis e basta.
La ragazza si alzò lentamente e si mosse fino ad arrivare di fronte a lui.
Era molto più alto e la sovrastava.
Si fissarono, poi lei, inspiegabilmente lo abbracciò.
Non badò alla vocina che le dava della stupida nella sua testa, non badò al suo cervello che rifiutava quel contatto.
Ascoltò solo il cuore.
Lo fece senza pensieri, rancori o ragioni ben precise.
Il ragazzo restò pietrificato, evidentemente sorpeso, poi si sciolse e ricambiò la stretta.
Jenna avrebbe potuto sentire il cuore di Louis accellerare gradualmente man mano che la stringeva a sè, ma non ci fece caso.
Era troppo impegnata a maledire le farfalle che avevano appena organizzato un festino nel suo stomaco.
-Grazie.- Sussurrò.
-Non devi ringraziarmi, ma ora andiamo. Siamo rimasti sotto la pioggia come due cretini per fin troppo tempo.-
-Ah Tomlinson, giusto per puntualizzare. Questo abbraccio non cambia la mia opinione. Resti sempre un babbuino ammaestrato.- Disse allora lei sforzandosi di restare seria.
Il ragazzo scoppiò a ridere.
Una risata pura, serena, cristallina.
Che, ben presto, contagiò anche lei.
Louis la amava, si ne era sicuro e, prima o poi, avrebbe trovato il coraggio di dirglielo.
Erano Jenna e Louis, tutto il resto del mondo non esisteva.
E la gente che li osservava dalle finestre delle case, al caldo e all'asciutto, li scambiava sicuramente per due pazzi che, tenendosi per mano, ridevano da soli nella magia della notte.
-Hola!-
Amori miei siamo arrivati alla fine di questa storia bellissima °-°
*si autoconvince che il suo sgorbietto sia degno di essere chiamato storia*
Volevo dirvi, per l'ultima volta, grazie di tutto.
Perchè, senza di voi, non sarei nessuno.
Grazie perchè mi avete incoraggiata, fatta sorridere e piangere.
Grazie di esserci, perchè questo è sufficiente a rendermi felice.
Vi amo con tutto il mio cuore.
Con affetto xx
-Faith