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Autore: Niniane_88    04/08/2012    4 recensioni
Niente vampiri. I nostri Cullen sono tutti umani, hanno età diverse, non hanno nessun legame di parentela tra loro e vivono nell'affollata ed eccitante New York del 1920! Cosa succederebbe se il loro mondo ruotasse attorno a un immaginario teatro dell'opera? Tra primedonne irritabili, ballerini talentuosi e direttori d'orchestra in difficoltà, la stagione operistica del White-Flower Opera sta per iniziare... e non mancheranno i corteggiamenti, gli amori improvvisi, le rivalse... Buona lettura!
ATTENZIONE: chi mi conosce già come autrice sa che la mia coppia preferita NON è la classica Bella/Edward!
Disclaimer: i personaggi di questa storia appartengono a Stepheny Meyer
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Jasper
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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L'amore è un Canto


XIX


   La giornata del 9 aprile arrivò, infine, portando con sé un bel sole e un insolito tepore che non abbandonò la città neppure a sera, quando i battenti del White-Flower Opera si aprirono per il pubblico.
   La locandina recitava: Lucia di Lammermoor, dramma tragico in due parti, libretto di Salvatore Cammarano, musica di Gaetano Donizetti. In basso spiccavano alcuni altri nomi: Isabella Swan, Edward Masen, Richard Johnson, Jasper Whitlock.
   Rosalie Hale prese posto in un palco tra i migliori disponibili in sala: da lì poteva vedere l’intero palcoscenico e giudicare obiettivamente lo spettacolo. Il palco reale, quella sera era occupato da ospiti particolarmente illustri, per questo lei e Mr Mc Carty ne avevano scelto un altro. Quanto a Mr Cullen, aveva deciso di posizionarsi dietro le quinte e seguire per intero l’opera da lì. Dunque, Rosalie si sarebbe trovata da sola insieme all’impresario del teatro.
   Non sapeva se esserne felice o meno: il biglietto che Emmett le aveva fatto pervenire dopo la Fanciulla del West era così freddo e impersonale che nel leggerlo si era sentita ferita e scontenta. Ormai era evidente che quell’individuo la disprezzava. Nei giorni seguenti al suo trionfo, Rosalie si era chiesta quali ragioni potesse avere per comportarsi così con lei e dopo una lunga e seria riflessione era giunta alla conclusione di essersi meritata quel trattamento. Rievocando tutte le occasioni in cui palesemente aveva sfruttato l’amicizia di Emmett per i propri scopi, si era sentita piena di vergogna verso sé stessa. Con dolore, si era resa conto di aver sottovalutato e ridicolizzato i sentimenti che lui aveva cercato di dimostrarle. Come se l’amicizia e amore fossero uno scherzo o un regalo senza valore! Rosalie si era ritrovata a chiedersi, smarrita, come avesse potuto essere tanto meschina e, in preda a un rimorso del tutto nuovo per lei aveva cominciato a pensare a Emmett in modo diverso. All’improvviso, tutti i pregi e anche i difetti di quell’uomo le erano apparsi più preziosi e più cari. Povero Emmett era stato tanto paziente e in cambio aveva ricevuto solo rifiuti…
   Rosalie desiderava scusarsi con lui, dirgli che le dispiaceva di averlo offeso, ma non sapeva come fare e aveva il timore che fosse ormai troppo tardi per rimediare agli errori fatti.
   Sconfortata, si accomodò al suo posto chiedendosi se ce l’avrebbe fatta a sopravvivere alla serata: doveva ascoltare la Swan trionfare e contemporaneamente sopportare la presenza di Emmett.
   Mr Mc Carty la raggiunse poco dopo e le rivolse un piccolo cenno di saluto, garbato, ma distaccato. Rosalie strinse i denti e si sforzò di concentrarsi sullo spettacolo.
   Ed ecco, le luci si spensero, la sala si fece silenziosa, poi Mr Whitlock entrò, salutato dal pubblico e dall’orchestra, i cui componenti, naturalmente erano tutti in piedi.
Il breve preludio che precedeva l’inizio dell’opera vera e propria fu emozionante al punto giusto e Rosalie dimenticò per un istante lo scopo per cui era venuta. Poi il sipario si aprì e il coro dei cacciatori fece il suo ingresso raccontando al pubblico di essere alla ricerca di un uomo misterioso che aveva sparato a uno dei tori di proprietà della famiglia Ashton e poi si era dileguato. Dopo che se ne furono andati, giunse Mr Johnson, nei panni del perfido Enrico Ashton, accompagnato da altri due personaggi ai quali confidò di essere preoccupato perché per ragioni politiche la sua posizione sociale e tutti i suoi beni erano in pericolo: solo il matrimonio tra sua sorella Lucia e il nobile Arturo avrebbe potuto salvare la situazione, ma Lucia si rifiutava di acconsentire alle nozze. Il guardiacaccia Normanno lo informò allora di un segreto: Lucia era innamorata di Edgardo, il peggior nemico degli Ashton ed era proprio lui l’uomo che i cacciatori andavano cercando. Mr Johnson si lanciò allora nella sua cavatina, piena di furore e di giuramenti di vendetta contro il suo rivale.
   A quel punto Rosalie si tese in avanti: toccava a Lucia entrare in scena. Infatti eccola, vestita di azzurro, pallida e ansiosa. Miss Swan, quella piccola provinciale…
   Rosalie ascoltò attenta ogni singola nota, sperando di cogliere qua e là qualche sbavatura, qualche scelta di dubbio gusto… ma non trovò nulla. Mentre Miss Swan raccontava alla sua dama di compagnia Alisa (interpretata da Esme) delle sue angosce e del suo amore per Edgardo, era come se il personaggio fosse entrato così a fondo in lei che non era più possibile distinguere dove finisse Isabella e dove iniziasse Lucia.
   Edward Masen giunse poco dopo, nei panni dell’innamorato Edgardo a chiudere in bellezza la scena, prima ricordando a Lucia che solo per amor suo aveva rinunciato ai suoi propositi di vendetta contro la sua famiglia, poi compiendo con lei una sorta di rito nuziale nel quale le giurò eterna fede.
   E’ incredibile, pensò Rosalie, stupita, Edward ha cantato per tutta la stagione, non c’è mai stato bisogno di sostituirlo ed è ancora in ottima forma! Come diavolo fa?
   Quando il duetto tra i due amanti si concluse con un fragoroso fortissimo, Rosalie applaudì con entusiasmo insieme al resto della sala e si alzò addirittura in piedi. Se avessero continuato a cantare così, lo spettacolo sarebbe passato alla storia come uno dei migliori della carriera di Mr Whitlock e avrebbe aperto a Miss Swan le porte dei più grandi teatri d’America.
   Nel tornare al suo posto, vide che Emmett le sorrideva, vagamente divertito e le venne spontaneo ricambiare il gesto.
   - Mi pare che stiate deponendo le armi, finalmente, piccola testarda! – la apostrofò lui, allegramente.
   Rosalie scosse il capo: - Non posso negare l’evidenza. Questo primo atto è stato strepitoso, non ho percepito neppure una singola imperfezione. – Sospirò, poi aggiunse: - E va bene, lo ammetto, mi auguravo che Miss Swan facesse cadere l’opera, invece è una bravissima cantante. Siete contento adesso?
   Emmett la guardò attentamente in viso: - Miss Swan è molto brava, ma lo siete anche voi, Rosalie. E ricordate che la signorina se andrà dopo questa sera, farà la sua carriera altrove. Questo teatro invece è il vostro regno. Anche se, naturalmente, non posso impedirvi di andare a cantare anche altrove se lo desiderate. – aggiunse gentilmente.
   - Qualche volta mi piacerebbe spostarmi. – ammise Rosalie – ma non spesso. Sono troppo affezionata a questo posto.
   - Allora smettete di essere gelosa di quella ragazza. Ditemi, in quanti spettacoli avete avuto un enorme successo, durante questa stagione?
   - In tutti. – affermò Rosalie, sicura e quasi offesa dalla domanda.
   - E allora lasciate che lei trionfi in uno solo! Che c’è da arrabbiarsi tanto?
   La primadonna sbuffò: - Mi infastidisce che Miss Swan mi abbia portato via un ruolo. Mi fa rabbia che Mr Whitlock la preferisca a me. E poi nessuno si ricorderà della mia esistenza dopo questa sera, l’unica stella lucente sarà lei. Io ho molta più esperienza di quella piccola oca eppure sembra dieci volte più preparata di quanto lo sia io. Questo non è giusto: io canto in teatro da anni, lei no! Vi sembra strano che io sia tanto arrabbiata, signor Mc Carty?
   - Se voi non pensaste solo ed esclusivamente al canto nella vostra vita, tutto questo non vi apparirebbe tanto grave. Diamine, Rose, ci sono cose più importanti della carriera! – replicò Emmett serio - Smettetela di essere sempre un pezzo di ghiaccio!
   Rosalie chinò il capo: - Sono stata orribile, vero?
   Emmett inarcale sopraciglia: - Abbastanza. – disse, seccamente.
   - Mi dispiace tanto… - mormorò lei.
   In sala si erano nuovamente spente le luci. Iniziò un nuovo quadro e Rosalie ascoltò con attenzione il duetto tra Mr Johnson e Miss Swan, nel quale Lucia respingeva con rabbia le pretese del fratello. Ma anche se una piccola parte di lei continuava a cercare difetti nella sua rivale, Rosalie non era più agguerrita. La sua mente era concentrata su Emmett.
   Cosa doveva dirgli?
   Più lo guardava più le sembrava bello.
   - Emmett? – chiese timidamente, durante un cambio di scena.
   Egli la guardò sorpreso, come se sentirsi chiamare per nome fosse per lui una novità.
   - Mi dispiace davvero tanto. – continuò Rosalie, facendosi coraggio – Ho riflettuto molto in questi giorni e ho capito di aver sbagliato. Mi sono vergognata del mio comportamento, quando ho ripensato a tutte le volte in cui vi ho trattato con sufficienza… non ve lo meritate, voi siete una persona meravigliosa.
   Gli occhi azzurri di lui la scrutarono. Per un lungo istante nessuno dei due parlò.
   - Non vi credo. – disse Emmett infine.
   - Co-come?
   - Non vi credo. E come potrei? Sono tre anni che mi respingete. Pretendete forse che adesso io dimentichi tutto e vi perdoni? Troppo facile, Rosalie.
   Ciò detto, Emmett si alzò e se ne andò.






Ciao a tutti!
Mamma mia che fatica questo capitolo! Forse sarà anche noioso, con tutto questo parlare dello spetacolo in corso, ma vi prego di avere un po' di pazienza. A parte gli scherzi, spero che il racconto dell'opera sia stato piacevole. Se qualcuno si sta chiedendo da dove mi è venuta l'idea di inventarmi il personaggio del baritono Richard Johnson, la risposta è... da nessuna parte. Cioè, me lo sono inventato e basta: non trovavo nessuno che potesse coprire il suo ruolo di persona tranquilla, posata che non dà mai fastidio a nessuno. Avrei potuto scegliere uno dei lupi, ma devo dire che proprio non ce li vedo in questo contesto... Seth è l'eccezione, ovviamente. Emmett? Emmett non ci crede, no no... se n'è andato. Ma siamo ancora nella prima parte della serata e lo spettacolo è ancora lungo! Piano piano ogni cosa andrà al suo posto!
Devo davvero ringraziare un sacco di persone quando la storia sarà conclusa, per l'affetto con cui la stanno seguendo e il sostegno che mi danno sempre.
Lasciate una recensione se avete tempo e voglia, cari lettori, mi fanno sempre molto piacere i vostri pareri.
Un abbraccio e buon fine settimana! A presto!
Niniane

   
 
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