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Autore: The Cactus Incident    06/08/2012    3 recensioni
Stavo suonando con tutta me stessa per scaricarmi e non pensare a per quale cazzo di motivo non mi parlava se era stato lui a cominciare, quando la mano bianca e ossuta di Jimmy si posò sul mio polso che si muoveva freneticamente.
Alzai di scatto la testa, nervosa e lo trovai a mostrarmi un sorriso tranquillo che contagiava anche quelle iridi così azzurre nascoste dietro gli occhiali.
“Faccio troppo rumore?” “Non abbastanza da coprire quello del tuo cuore che si spezza e sanguina”
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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sch chapter 13

Cactus è tornata! :D
Un unico avviso prima che cominciate a leggere: preparate l’insulina, tanta insulina.
Come perché?
Diabete ragazzi!
Ok, vi lascio leggere, ci vediamo sotto c.c


Stacey P.O.V.
Quella mattina aprii gli occhi e pregai con tutta me stessa di essermi ammalata, di avere una gamba rotta che mi bloccava a letto o che mi fosse morto il pesce rosso per poter rimanere a casa, da sola.
Come mai tutta questa voglia di svegliarsi e andare a scuola?
Quella mattina era il 14 febbraio.
Giorno nero, anche noto comunemente come San Valentino.
Uccidetemi, per favore. Pregherò per voi dall’inferno, ma evitatemi questo supplizio.
Non avevo per niente voglia di una giornata estremamente stucchevole, in cui Matt avrebbe deciso sicuramente che era meglio la sua ragazza, piuttosto dell’ultima arrivata e passare una giornata di merda, da sola, visto che tutti erano impegnati con la propria dolce metà. Magari Jimmy era libero….
Come minimo mi sarebbe arrivato Simon con uno stock di cioccolatini, ci avrei scommesso.
Contro ogni voglia, fui costretta a uscire da sotto le coperte e quando passai davanti alla mia scrivania trovai una rosa con una piccola confezione di quei cioccolatini con le frasi sdolcinate, must per San Valentino.
Mio padre mi reputa così sfigata da dovermi regalare lui i cioccolatini? Wow.
Buttata carta e biglietto, ne buttai giù un paio, prima di andare a prepararmi e vestirmi.
Scesi le scale più svogliatamente del solito, feci colazione e mentre guardavo i biscotti che stavo mordendo svogliatamente, suonarono alla porta.
Era Meg.
“Giorno!” disse tutta pimpante.
“Si, giorno” corrucciò le sopracciglia e la feci entrare.
“Mi vado a lavare i denti e andiamo” dissi come al solito e tornai sopra.
Quando scesi di nuovo, stava tranquillamente parlando con mia madre.
“Andiamo?” chiesi io e lei annuì.
“Si, certo”
“Buon San Valentino, ragazze!” Ci augurò mia madre mentre uscivamo.
“Grazie, anche a lei!”
“Se, ciao mà”
Appena girammo l’angolo e Meg mi afferrò per l’avambraccio.
“Ho un regalo per te” disse convinta e io inarcai un sopracciglio.
“Che..?!”
“Sssh! Dammi un momento” Affondò quasi fino ai gomiti nelle tasche dei jeans e ne tirò fuori un pacchetto di Marlboro da dieci stra consumato.
Aprì il pacchetto e dentro c’era un unica sigaretta con un cuore disegnato sulla carta.
Si, avete capito bene, un cuoricino rosso al limite del filtro, sulla carta bianca.
“Nuooo! Che figata!”
“Visto, eh? Mi sono impegnata. Tutta per te. Fuma tranquilla, l’ho fatto col pennarello alimentare”
“Ma dove l’hai presa?” Perché dovete sapere che la ragazza al mio fianco e me medesima avevamo “smesso di fumare”.
“Secondo te Haner che esiste a fare? Dobbiamo pur trovargli uno scopo nella vita!”
“Hai l’accendino?”
“Sure, baby”
Tirò fuori il portafoglio (da vecchia, ma vabbè) e dalla tasta interna tirò fuori il mio ex accendino, affidato a lei quando avevo “smesso” anche io.
“Prego madame”
“Grazie” Le stampai un bacio sulla testa e poi accesi la sigaretta.
Tirai una grossa boccata e il fumo invase i miei polmoni portando con sé il suo effetto benefico (almeno per il cervello, ai polmoni un po’ meno, ma fanculo).
“Ohh graaazie!” L’abbracciai e lei mi diede un paio di pacche sulla spalla.
“Tranquill. Adesso andiamo?” Annuii e andammo fino alla scuola. Logicamente Meggie mi scroccò un paio di tiri, ma tutto regolare.
Stavamo entrando con tutta la calma e c’erano già coppiette che si baciavano in ogni angolo.
“Che hai regalato a Zack?” chiesi distrattamente.
“Un paio di boxer con su scritto ‘I’m sexy and i know it’ con un enorme cuore rosa sul pacco” scoppiai a ridere.
“No, seriamente… cosa?” scrollò le spalle.
“Un po’ di ferraglia”
“Ah?” emisi inarcando un sopracciglio e lei mi liquidò con un gesto della mano.
“Lascia perdere” Scrollai le spalle. C’era da perderci le speranze con quella, che ci vuoi fare.
Davanti al cancello della scuola, qualche stronzo aveva attaccato uno striscione che recitava:
- Se ami due persone nello stesso momento, scegli la seconda, perchè se amassi veramente la prima non ti saresti innamorato della seconda.*-
Rimasi venti secondi a guardare quella roba, un’espressione di totale sorpresa sul viso.
“Cristo Santo che boiata…..” sbottai dopo un po’.
“Ma chi è questo deficiente?” aggiunse Meg.
“Non lo so, ma dev’essere davvero morto di figa se a San Valentino fa di queste cagate” Meg scrollò le spalle e avanzammo oltre il cancello.
“Uh ecco Zack” disse tranquilla e fece un mezzo sorriso.
Tutto sommato, non gliene fregava un cazzo di questo giorno, lo sapevo, ma era la prima “festa” insieme a Zack, visto che il Natale avevano deciso di saltarlo perchè stavano da troppo poco insieme (a quanto mi aveva detto Meg, l’aveva minacciato per non farsi comprare un regalo e alla fine lui le aveva comunque fatto un pensierino), vabbè, cazzi loro.
“Bionda!” Jim mi passò di fianco e mise un braccio attorno alle spalle.
“Bruno!” dissi io, a mo di battuta. Era di un biondo stupido davvero singolare, come io non ero di certo bionda.
“Allora? Niente regalini all’orizzonte?”
“Nah, sembrerebbe di no. Tu?”
“Ho fregato qualche cioccolatino ad Haner, ma a me ancora niente. Quel ragazzo potrebbe aprire un negozio con tutta la roba che ha ricevuto”
Difatti ci passò Brian di fianco con moltissimi pacchetti in mano e un sorriso smagliante. Aveva le mani piene e li teneva su usando anche il mento, per evitare che cadessero.
“Oh cazzo!” emisi sorpresa. Andiamo, ok che aveva finalmente messo da parte l’ananas biondo, ma per favore….. dimostrava trent’anni!
“Si, è sempre così” fece Jim scrollando le spalle.
“Ciao ragazzi! Ne volete un paio?” disse Haner tranquillo e sorridente.
“No, passo” dissi facendo un gesto della mano.
“Io si!” mentre Jimmy afferrò un pacchetto di Baci, della Perugina.
“Ne vuoi uno?” mi offrì lo spilungone.
“Uhm.. si, dai” afferrai uno dei cioccolatini e buttai la carta senza controllare la frase.
“E la frase?” “Che si fotta, tanto sono solo cagate” dissi mordendo il cioccolatino.
“Diamine, pure Meg controlla la frase…. e poi li fa mangiare a me”
“Ahaha! Come?”
“Si, le fanno schifo. Odia le nocciole e ancora di più il coccolato fondente”
“Non capisce cosa si perde”
“Lasciala fare, fin quando li mangio io…” disse sorridendo. Si guardò attorno prima di parlare di nuovo.
“Hai visto lo striscione all’ingresso?”
“Era difficile fare il contrario, Sullivan”
“E che ti pare?” chiese divertito.
“Che mi pare….. una cagata, come tutto quello che si fa a San Valentino. Certa gente avrebbe seriamente bisogno di una ragazza”
“Dai, non è così terribile…”
“Sullivan, mica l’hai messo tu?” chiesi dubbiosa e lui sgranò gli occhi, parandosi con le mani davanti.
“Certo che no!”
“E allora?” chiesi scazzata.
“Niente… conosco quello che l’ha messo” borbottò stringendosi nelle spalle.
“Oh cazzo… non credevo te la facessi con certa gente” feci semi sconcertata.
“Non dirlo a me….” ed entrammo nell’istituto.
Nel corridoio ci separammo e io mi avviai al mio armadietto. Almeno adesso avevo un buon sapore di cioccolato in bocca.
Digitai la combinazione dell’armadietto e questo non si aprì, incastrato. Diedi una strattonata e si spalancò, lasciandomi a bocca aperta.
C’era un mazzo di rose rosse semplicemente enorme, almeno un paio di dozzine, come minimo.
Rimasi un po’ a guardare i fiori, chiedendomi chi potesse essere stato, quando notai un bigliettino che quasi soffocava fra tutti quei petali morbidi e profumati.
Riuscii a recuperarlo e sopra c’erano scarabocchiate poche parole, con una scrittura elegante e pendente verso destra che sul momento non riuscii nemmeno a riconoscere.
“I want you” né più, né meno.
Mi voltai, magari sperando di trovare qualcuno che aspettava una mia reazione e quando mi trovai a un palmo dalla mia schiena lui, fui sul punto di collassare.
Mi sorrideva, tranquillo, le fossette in bella mostra e gli occhi liquidi.
Gli strinsi le braccia attorno al collo e lui mi pressò con la schiena contro il muro di armadietti gialli, baciandomi, fregandosene del corridoio pieno di ficcanaso e di avermi quasi fatto male.
Beh, questo era Matt, per niente delicato, ma tanto dolce…..
Separò appena le labbra dalle mie e a mezza voce emise un “Sorpresa…” sfiatato e svogliato mentre continuava a guardare le mie labbra su cui si rituffò poco dopo.
“Ma Val…”
“Ma niente. Non ci sono ma, non c’è nessuna Val, alcun perché o altre stronzate. Ci siamo solo noi due. Voglio te, e basta”  Non ebbi il coraggio di ribattere e mi limitai a sorridere, mentre mi baciava ancora.
Sentii una sorta di sospiro sognate venire da qualcuno che girava dalle nostre parti, ma lo ignorai.
La campanella interruppe il nostro momento idilliaco e Matt si separò da me, con un sorrisone enorme e si congedò con un “Ci vediamo a pranzo” sparendo nel corridoio.
Rimasi un paio di secondi a contemplare la sua figura che si allontanava tutta saltellante e allegra, poi buttai lo zaino nel poco spazio rimasto nell’armadietto, scavai per recuperare il libro per la prima ora e me ne andai tranquilla e saltellante fino alla classe, con in testa tutte cazzate da post-primo bacio semiufficiale e vedendo pony rosa e arcobaleni in tutto quello che mi circondava.

Contemporaneamente, nel cortile della scuola…..

Meg P.O.V.
“No! Tu! Ma com… cos…. nuooooooo!!” e mi abbracciò stretto, quasi soffocandomi.
Ok, il mio regalo era piaciuto.
Eravamo seduti su una panchina di marmo, nel cortile, e Zack stava attentando alla mia vita con un abbraccio.
“Si Zack, anche io ti voglio bene, ma così ci resto secca” allentò la presa e tornò a guardare il regalo, gli occhi che gli sbrilluccicavano (più del solito).
“Scusa… ooooh, che carino!”
Ok, forse non era per niente un regalo da San Valentino e forse il termine ‘carino’ non era adatto ad un bracciale di pelle nera con una placca di metallo con su era inciso il simbolo dei Misfits, ma mi era sembrato….. adatto. Era il suo gruppo preferito e la prima cosa che avevo notato di lui, in un certo senso.
Fra l’altro c’era una seconda placca di metallo su cui avevo fatto fare un incisione che quando ero andata dal gioielliere mi era costata un occhiata di traverso davvero epica.
“Fuck the world! Zee, you are awesome. Meg” lesse ad alta voce, un tantino divertito, prima di stamparmi un bacio rapido.
Afferrò lo zaino e dopo un paio di bestemmie e aver scavato come un cane, facendomi sorridere, tirò fuori un pacchetto.
“Ok, adesso tocca a te, dolcezza” Rimasi a fissare un po’ la scatola quadrata di cartone spesso, nera.
Gli lanciai un occhiata e rimossi il fiocco argentato al vertice. Aprii e su un cuscinetto di raso bianco era poggiato quello che a primo occhio sembrava un porta gioie rotondo, di metallo, con un teschio e delle rose incise sulla parte superiore.
Infilai la mano e lo tirai fuori, scoprendo che non era un portagioie, bensì un carillon. Lo poggiai sul palmo della mano e rimasi un po’ ad osservarlo.
“Sai, dovresti girare la chiavetta, geniaccio” mi disse divertito.
“Si…. Stavo osservando gli intarsi. Sono una figata! Dove l’hai recuperato un carillon con i teschi e le rose?”
“Sssh, questo non conta. Dai, gira la chiavetta!” disse eccitato battendo un paio di volte le mani.
Gli sorrisi e diedi la carica, prima di sollevare il coperchio. A quel punto partì l’intro e poi il ritornello di Nothing Else Matters, all’infinito. Era una delle mie canzoni preferite in assoluto e lui se ne era ricordato.
Mi coprii la bocca con entrambe le mani e gli strinsi le braccia al collo, mentre lui sorrideva.
“Oddio Zack!!! Sto cincischiando ma è troppo bello!! E’ stupendo!!” Mi carezzò la testa e rise.
“Mi piace quando cincischi, è divertente ogni tanto” e mi posò un bacio poco più su dell’orecchio.
“Grazie…. E’ davvero bellissimo”
“Ci voleva qualcosa di speciale, al tuo livello”
“Vaffanculo Zack, con tutto il cuore”
“Ma che cariina” disse come se gli avessi fatto un complimento o qualcosa di simile.
Si separò di poco e mi prese per il mento.
Mi guardò a lungo negli occhi e io cominciai a sospettare che si fosse rincoglionito. Stavo per uscirmene con una delle mie solite battutine, quando si decise a parlare.
“Ti amo” rimasi di sasso. Era la prima volta che me lo diceva e io non glielo avevo ancora mai detto. Sorrisi e lo baciai, stra felice, stringendogli le braccia intorno al collo.
Quando mi separai sembrava stesse per dire qualcosa, ma fu interrotto dalla campanella. Sbuffò e fece un mezzo sorriso.
“Dai andiamo” Riposi il suo regalo nella scatola nello zaino e lui si tolse un bracciale che aveva per mettere quello che gli avevo regalato io.
Mi passò un braccio attorno alle spalle ed entrammo nell’istituto.
Ci separammo in mezzo al corridoio, salutandoci con un bacio leggero e prendendo due direzioni diverse.
Arrivai in classe, con un sorriso coglione stampato in faccia e mi trovai JD in condizioni peggiori di me, al penultimo banco che guardava fuori dalla finestra e sorrideva al vuoto.
Sventolai una mano davanti al suo viso e non ottenni reazioni. L’afferrai per una spalla e dopo una grossa scossa sembrò riprendersi.
“Woh… che ti prende?!” chiese stralunata.
“A me? Che prende a te! Sembra che ti abbiano fatto il lavaggio del cervello” fece un altro sospiro e tornò nella stessa posizione di prima.
“Allora?” chiesi.
“Allora che?” rispose, sempre sognante. Mi veniva quasi voglia di darle due schiaffi, ma era troppo tenera.
“Che ti è successo?”
“Armadietto, rose, Matt, baaaacio”
“Fammi capire. Nel tuo armadietto c’era Matt con le rose che è saltato fuori e ti ha dato un bacio?” dissi ridendo. Trovare la possibilità più stupida per qualsiasi cosa, era una mia prerogativa. Alzò gli occhi al cielo, tornò la solita JD e parlò.
“Ho aperto l’armadietto ed era pieno di rose, mi sono voltata e c’era Matt che mi ha baciato”
“Aaaaah”
“Eeehh” e tornò a sospirare guardando il vuoto.
Rimase così tutta la lezione e quando uscii dalla classe con lei, mi trovai Matt sulla porta che m’ignorò completamente. Che carini!
“Ciao” Lui.
“Ciao” lei.
“Ciao” lui. Alzai gli occhi al cielo.
“Seh, vabbè. Ciaoo!!” e me ne andai alla mia prossima lezione, dannatamente intenerita da quei due.
Biologia, corso del quarto anno. Sinceramente non sapevo nemmeno come fosse possibile che fossi di un anno avanti in biologia, ma questo mi era costato un altro corso con Haner.
Buttai le mie cose all’ultimo posto e poi mi misi a parlare con un paio di ragazze.
Buttai un occhio fuori alla porta e vidi una ragazzetta minuscola e carina, completamente imbarazzata, dare un pacco a Brian. Lui ringraziò con un sorriso e un bacio sulla guancia e lei, dopo essere diventata bordeaux, sgommò via. Alzai gli occhi al cielo, sconcertata.
Entrò, più strafottente e montato del solito e dopo avermi guardato, assunse una posa da macho mezzo frocio e parlò.
“Ma che gli faccio io alle donne?” disse convinto, indicandosi il petto e io feci una smorfia disgustata.
“Schifo, Haner, schifo” Non si smosse di un centimetro, inarcò un sopracciglio e allargò ancora di più il suo sorriso.
“Sei solo invidiosa”
“Seh, col cazzo!”
“Quanti regali hai ricevuto?”
“Uno che conta e mi sono ritrovata un paio di bigliettini e cioccolatini nell’armadietto. A proposito, sono Baci Perugina” dissi schifata.
“Woh! Cioccolata italiana!”
“Già. Li vuoi tu?” dissi seccata. Quei cosi mi facevano dannatamente schifo.
“No, ne ho già troppi. Dalli a Jim” scrollai le spalle.
“Ok, devo ricordarmene”
“Piuttosto… ne vuoi uno al latte?” mi offrì.
“Quello lo accetto. Hai mica qualcosa della Lindt?”
“Certo che si, ma mica li do a te”
“Sei una merda!”
“Lo so, amore, ma le ragazze di questa scuola mi adorano, quindi va benissimo così”
Mi tirò un cioccolatino e mentre lo scartavo mi venne improvvisamente voglia di frecciatine.
“E Michelle?” Indurì la mascella e il sorriso sparì. Minchia, così male? Per far smettere di sorridere Brian Haner, il giorno di San Valentino, doveva essere stata proprio stronza.
“Niente” mi andò di traverso la cioccolata e dovetti tirarmi un paio di pugni sul petto.
Il prof entrò in classe e mise fine al nostro discorso per qualche secondo. Andammo a sederci e riattaccammo. Tanto il prof non faceva altro che leggere dal libro e far finta di spiegare.
“Come niente?” chiesi subito dopo l’appello.
“Niente! Ha detto che ci vediamo oggi pomeriggio…..”
“Ma tu le hai comprato un regalo?”
“…Si…” bofonchiò imbarazzato e sulle mie labbra spuntò un sorriso sornione.
“Cosa?” diventò rosso.
Eeeh si. Rosso come un peperone.
“Questi non sono affari che ti riguardano!”
“Andiamo Haner, ti conosco da prima che ti uscissero pure delle vere sopracciglia, con me puoi parlare” Prendere per culo Haner fra tre…due…uno…
“Orsacchiotto” mi cadde la testa e tirai una frontata sul banco, afflitta.
“Così terribile?” chiese afflitto, mordendosi il labbro.
“Peggio di terribile, Haner! E’ una catastrofe! Ma porca puttana come ti viene?!”
“Ma non lo so! Non sapevo proprio che cazzo comprarle, quindi….”
“Andiamo è la tua ragazza da mesi, cazzo!”
“Non è la mia ragazza… noi… facciamo sesso e basta”
Mi passai una mano sul viso, tirandolo verso il basso per trattenermi dalla voglia di dare un'altra testata sul banco. Si era finalmente alleggerito il viola dell’occhio maltrattato al compleanno di Jim, meglio non calcarlo di nuovo.
“E allora che cazzo vuoi regalarle a San Valentino? Un vibratore?” dissi sarcastica.
“Dici che sarebbe più adatto?”
“Ma sei coglione?!?!?!?” Alzai un po’ troppo il tono e il prof sollevò la testa, ci ammonì e tornò giù.
“E dai! A te Zack che ti ha regalato?” Sperava che pure Zack avesse fatto cilecca, eh? Eh no, caro mio!
“Un carillon”
“Un carillon” ripeté, quasi schifato (anzi, senza quasi).
“Si, un carillon” dissi orgogliosa.
“Wow” disse del tutto disgustato.
“Un carillon di metallo, rotondo con inciso sopra un teschio con le rose e quando lo apri parte Nothing Else Matters” Mi guardò sgranando gli occhi.
“Wooooooooow!”
“Eeeh si” dissi sorridendo orgogliosa.
“Quando muori me lo lasci in eredità?” Inarcai un sopracciglio.
“Cosa ti assicura che tirerò le cuoia prima di te?”
“La speranza” Feci una smorfia e schioccai la lingua.
“Comunque lo porterò con me nella tomba, quindi non lo avrai mai”
“Fanculo”
“Piuttosto….. non c’è qualcosa di decente che potresti riciclare per la tua…. ragazza?”
“Ho tanta di quella cioccolata da far venire il diabete pure a Willy Wonka e mi hanno regalato diverse stronzate”
“Tipo?”
“Pupazzi a forma di teschio, tanti orsacchiotti, qualche rosa,…. una tipa mi ha regalato pure un set di corde Ernie Balls”
“Che calibro?”
“0.11 antiruggine”
“Woooh! Molla Mich e mettiti con le, è un ordine” Scrollò le spalle.
“In effetti è anche carina, si potrebbe fare, ma lasciare Michelle il giorno di San Valentino…….” lo guardai come a dire ‘perché no?’ e lui sgranò gli occhi.
“Non sono così stronzo!” lo guardia scettica.
“No infatti, di più”
“Sei una stronza”
“E tu un coglione”
“Mi aiuterai?”
“Ti ho mai mollato nei casini?”
“Grazie”
“Fottiti”

Stacey P.O.V.
Lezione di scrittura creativa, Shoffol. Ehi ma…..
Oooooooh cazzo. A quel corso c’era anche Valary! Porca prostituta……Era già da un po’ che Matt e lei si erano lasciati, ma a quell’ora di certo aveva già saputo di quello che era successo nel corridoio, ad inizio giornata. Forse mi conveniva starmene nel mio angolino, in santa pace, zitta zitta.
Vicino a me si sedette Veronika, una ragazza che (botta di culo) somigliava in maniera spaventosa a Val, tranne per il fatto che era bionda mentre la diBenedetto era bruna.
Giusto per aumentarmi i sensi di colpa, eh.
La lezione stava per cominciare, quando entrò Val, due secondi prima che il prof chiudesse la porta.
Il viso completamente privo d’espressione e gli occhi leggermente rossi.
Si buttò ad un posto in fondo alla classe, vicino ad un certo Creg e rimase lì, immobile per tutto il tempo.
Chissà perché, mi aspettavo che da un momento all’altro mi sarebbe arrivato un banco fra capo e collo e che Valary avrebbe cominciato ad urlarmi dietro, ma dovetti ricredermi.
Stavamo parlando di Valary, mica di Michelle. Feci in modo di essere il meno visibile possibile e anche quando il prof mi fece i complimenti per i temi appena corretti, mi limitai ad un sorriso e non fiatai.
Quei cinquantacinque minuti mi sembrarono dannatamente lunghi. I più lunghi di tutta la mia vita.
Quando finalmente la campanella suonò, raccattai di fretta la mia roba e mi alzai, ma prima d’infilare la porta feci il grande errore di voltarmi verso Val.
Aveva gli occhi puntati su di me, pieni di odio e tante altre emozioni per niente carine.
Senza emettere un respiro, uscii dalla classe e dopo aver buttato i libri nell’armadietto mi poggiai con la schiena contro il muro di metallo.
Cristo, quella mi uccide, pensai mentre prendevo un respiro profondo.
Da quando mi facevo intimorire da una ragazza? Per di più anche più bassa di me?
La California mi stava facendo male, senza alcun dubbio.
I dubbi sparirono quando il motivo della disputa con la ragazza puntò diritto verso di me, affiancato da Jim e da un altro tipo che non conoscevo. Ah no, era Justin.
Sembrava quasi basso fra quei due, mentre con un sorriso raggiante attraversava il corridoio.
Da quando il mondo andava a rallentatore? Dovevo essermi persa qualche passaggio della scienza moderna.
I due spilungoni si separarono, sfilandomi davanti e salutandomi con un “Ciao Sty” in coro a cui io risposti con un cenno della testa e della mano, per poi tornare a guardare Matt, anche noto come “motivo della disputa” che adesso si era fatto più vicino.
Si chinò, mi prese il viso fra le mani e mi baciò. Mio Dio, così mi fai diventare epilettici i neuroni, cazzo.
“Allora? Andiamo?” disse tranquillo, sorridendomi beato a qualche centimetro dal mio viso.
Rimasi a fissarlo come una menomata, ci scommetto.
Annuii e si separò, cominciando a camminare. Dopo qualche passo mi mise un braccio sulle spalle e io intrecciai la mano alla sua.
“Beh, com’è andata oggi?” fece distrattamente, continuando a sorridere facendo sporgere il labbro inferiore. Dopo avrò da fare col tuo piercing, è una promessa.
“Tutto tranquillo. Credo che Val voglia uccidermi, è normale?” dissi un tantino preoccupata. Il sorriso di Matt diventò di marmo.
“Ah….. Forse avrei dovuto dirglielo prima di te… di noi, insomma” scrollai le spalle.
“Ormai quel che è fatto è fatto”
“Comunque non credo farà scenate…. almeno spero” feci una faccia preoccupata e lui mi sfiorò la guancia.
“Ti proteggo io” fece con fare quasi infantile, sfiorandomi di nuovo la guancia e io risi, rincoglionita dal suo sorriso e da quelle adorabili fossette.
“Che ti pare lo striscione davanti alla scuola?” fece sorridendo e io risi divertita.
“Sssi, una boiata. Io mi chiedo chi sia stato quel coglion…..” Matt mi guardava con una faccia da cane bastonato, molto bastonato, forse troppo.
“No Matt non dirmi che….”
“Eh si, invece, sono io quel coglione” fece mordicchiandosi il labbro e dopo una faccia divertita lo abbracciai.
“Oh diamine! Avrei dovuto capirlo quando Jim provava a convincermi che non era tanto male!”
“Vabbè dai, se ti fa tanto schifo…” fece lui mogio. Merda, c’era rimasto una chiavica.
 “Ma no! Tu ancora mi ascolti? E’ una bella frase. Dove l’hai presa?”
“L’ho scritta io…”
“Oh, ma che carino che sei! Forza forza, andiamo a mangiare che sto morendo di fame”
Merda.

Il pranzo tutto sommato andò bene, niente Val che provava ad uccidermi e nemmeno Michelle si vedeva all’orizzonte. Meno male, diamine.
Come al solito il mio orario di merda non mi permise di passare ancora un pò tempo con i ragazzi e dovetti separarmi da Matt con un lungo bacio.
Stavo camminando tranquilla e scazzata come al solito, quando mi resi conto delle semi urla di Brian e Jim. Attirata dal nome di Meg mi fermai a ascoltare.
“Meg mi ha aiutato con i regalo per Mich, ringraziando il cielo… stavo per fare una colossale figura di merda”
“Quella ragazza è la tua salvezza bro, davvero”
“Tzè, convinto, eh?” Potei quasi sentire gli occhi di Jim puntarsi su Brian e fare uno sguardo sarcastico.
“Cosa?!” chiese innocentemente il chitarrista, messo in soggezione dallo sguardo dell’amico.
“Andiamo bro, ammettilo, Meg non è solo un’amica”
“Jim ma che ti sei fumato? Non dire stronzate!”
“Andiamo Bri, che la sera di capodanno stavi morendo”
“Forza Jim, non dire stronzate. Meg è Meg” Il batterista sbuffò pesantemente.
“Si, ma c’è una cosa che tu non hai ben chiaro, ma gli altri si, puoi starne certo: Meg è una ragazza e pure parecchio carina” gli spiegò Jim e sentii Brian sbuffare.
“Meg non è carina…. È Meg, cazzo! E’ come se dicessi che tu sei carino!”
“Sono carino?” chiese convinto lo spilungone e a Brian quasi prese una sincope.
“Jim!” urlò con una voce assurda.
“Curiosità….. secondo me sono un gran figo….” disse fra sé il più alto.
“Potresti piantarla?” fece Brina scazzato.
“Okok, parlavamo di te, vero?”
“Non proprio”
“Se si parla di Meg tu c’entri sempre”
“Ma…. WTF?”
Jim sospirò pesantemente e sono abbastanza sicura che alzò gli occhi al cielo, mezzo disperato.
“Brian, porca puttana, quando lo capirai che Meg non è un uomo, che tu passi il 90% del tuo tempo con lei e per il restante 9 pensi a lei e alle prossime cazzate che potresti fare con lei?”
“Nove? Ci manca un 1 %”
“Quello lo passi a sopportare e/o scoparti Michelle. Dice stronzate pure quando fate sesso o lì si ammutolisce?”
“No, tranquillo. È troppo impegnata a fare altro per poter parlare” disse divertito e Jim fece una risatina soddisfatta, poi il chitarrista continuò.
“Ma a me Mich piace….” disse dopo un po’ Brian, quasi imbarazzato.
“A te piacciono il culo e le tette di Mich, nient’altro”
“Non farmi così animale….”
“Qual è il suo color preferito?” chiese Jim.
“Il viola” rispose di getto Brian.
“La sua band preferita?” ritentò Jim
“I Guns n’ Roses” Haner fu repentino come la prima volta.
“Il suo membro preferito dei guns”
“Slash” Brian rispose e Jimmy sbuffò
“Bro, questo sei tu o al massimo Meg. Michelle non sa nemmeno che forma abbia una chitarra. Prova a dire che Slash è pelato e ti dirà di si. Dì la verità che tu hai detto qualcosa e lei non ha fatto altro che dire ‘wow, anche io!’ e tu ci hai creduto”
Brian sospirò afflitto.
“Minchia bro, con te non ci devo più parlare: mi sento troppo coglione”
“Certo che mi devi parlare! Sono io che riattivo ogni tanto il tuo cervello! È grazie a me che ancora non è morto del tutto!” la voce di Jim si era alzata di almeno tre tonalità e aveva cambiato timbro.
“Jim e dai….” Rev fece uno strano verso e cambiò timbro, diventando quasi serio.
“Brian, io ti voglio bene, lo sai, no?”
“Certo, sei il mio migliore amico”
“Ecco. Io lo dico per il tuo bene. Non puoi essere geloso di Meg se dici che non ti piace e non puoi dichiarare amore ad una bambola gonfiabile che ti segue come un cagnolino fedele e te lo succhia ogni volta che vuoi, ok? Adesso su, dimmi, cosa ti piace di Michelle?” il ragazzo ci rifletté parecchio.
“Il fatto che…. Mi adori e sembri dipendere da ogni mio movimento o preferenza. Di base ha la stessa intelligenza di una zucchina, ma è sexy e mi adora”
“E cosa ti piace di Meg?”
“Meg non mi piace” disse l’altro e tranquillo, convinto.
“Come amica, intendo” specificò Jim, stufo di non essere capito al volo dall’interlocutore.
“Beh… Meg è completamente fuori di testa, riesce a farmi ragionare e farmi quasi credere che ci sia arrivato da solo oppure me lo sputtana senza farsi scrupoli. Non s’imbarazza quando sta vicino a me, mi abbraccia, scherziamo, ci picchiamo, capisce quello che voglio e penso e tu non sai quanto possa diventare dolce quella ragazza”
“Tu come lo sai?” ero abbastanza sicura che Jim lo sapesse, ma lo aveva chiesto a Brian per farglielo dire ad alta voce. Dire le cose ad alta voce le rende reali.
“Semplicemente mi ha parlato di Zack e ho visto i suoi occhi cambiare luce e il suo sorriso illuminarsi. Credo le piaccia sentirsi amata e ricambiare questo amore”
“Sei geloso?” ci pensò un po’, ormai troppo sincero.
“Si, ma non di Zack, ma dei loro sentimenti, del loro rapporto. Io non potrò mai avere una cosa del genere con la zucchina, là. Lei mi venera, non mi ama. Mi adora, non mi contraddice mai. È come un rapporto fra una divinità e un fedele. È….. cazzo, è orribile” Credo di aver sentito il coro di Alleluia che si levò nella testa di Jimmy.
“Beh, cosa farai adesso?” Gli ingranaggi del cervello di Brian scricchiolavano fin da qui.
“Penso…. Lasciare Michelle. E magari trovarmi una ragazza vera”
“Quindi è questo il punto del problema?”
“Si, credo di si. Sono geloso del loro rapporto che sembra vero, basato su i sentimenti” Jim scrollò le spalle e fece una faccia strana.
“Bene, l’importante è che tu abbia capito cosa vuoi, no?”
“Si, almeno credo…”
“Briiii….”
“Si, vado” disse più convinto.
“Dove?” Chiese Jim non capendo.
“A mollare Michelle. Anzi no, la mollo lunedì”
“Perché lunedì?”
“Perché venerdì e sabato usciamo, me la scopo e dopo la lascio” Jimmy scoppiò a ridere.
“Sei un fottutissimo pezzo di merda!”
“Forse, ma non sai che numeri….”
Oh cazzo.
Stavo seriamente pensando di doverne parlare con Meg quando mi arrivò un messaggio della diretta interessata che a pranzo se l’era squagliata.
-Zack mi ha detto che mi ama. E’ grave?-
Miiinchia…… Si stava creando una situazione leggermente interessante, non trovate?


*La frase dello striscione in verità è di quel figo di Johnny Deep, quindi se vi fa schifo prendetevela con lui.

Ehm, salve.
Mi vergogno come una ladra, lo ammetto
Quanto tempo è che non aggiorno?
Quasi sicuramente prima del compleanno di Shad o.o
Sono stata impegnata…. Avete presente il “MA DATTI ALL’IPPICA!” che urlate mentalmente ad ogni capitolo?
Ecco, ho seguito il consiglio.
Forse potrebbe andare un po’ meglio di come sta andando….. babbè.
E dopo tutto questo tempo, me ne vengo fuori con questa…. Cosa.
Dio, che cosa orribile…
Vi è servita l’insulina, vero?
Ci avrei giurato v.v
Beh beh beh v.v
Io vi saluto, ringraziando la mia semi-Omonima per aver recensito :D (amori mie dove sieteee c.c <3)
Me lo lasciate un commentino? Anche solo per dirmi che fa schifo….
E poi vorrei chiedervi una cosuccia… Io avrei cominciato a pubblicare QUESTA storia, che aggiornerò quando ci sarà un po’ di sole, quest’oggi visto che adesso sono quasi le due…..
Potreste gentilmente dirmi se fa schifo? Non so, mi lasciate una racensioncina… perchè comincio a soffrire di depressione c.c
Baci baci <3
The Cactus Incident
  
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