Viaggiava la mia mente, in
preda ai ricordi di una guerra asprissima. Davanti ai miei occhi le immagini
della carneficina: Nico Robin intrappolata da Aokiji,
Zoro alle prese con Mihawk, Rubber
che cerca di salvare Ace, io cado a terra e non capisco nulla, Sanji mi prende per mano, ma è ferito anche lui e sanguina.
Poi il vuoto, il
terrore. Urlai.
Dalla porta entrò Bepo come un fulmine e mi resi conto che stavo sognando
"Tutto bene, signorina?" chiese preoccupato.
Mi passai una mano tra
i capelli sudati e chiusi gli occhi "Hai qualche tranquillante o qualche
altra schifezza del genere da darmi?"
"Il capitano me
l'ha espressamente vietato, signorina" rispose sempre più agitato
"Dice che i pazienti si devono calmare da soli, senza l'aiuto dei
farmaci"
Sbraitai "Oh,
fanculo il tuo stupido capitano! Dammi almeno un antidolorifico!"
"Anche per quello
dovrei chiedere l'autorizzazione"
"CHIEDILA!"
mi esasperai.
Sembrò impaurito
"Adesso non posso. Il capitano sta operando, signorina"
Non riuscivo a calmarmi
"Dov'è il tuo capitano adesso?! Almeno strappagli di mano quella maledetta
bottiglia di sakè e portamela, dannazione!" mi agitavo nel letto e ad ogni
movimento sentivo sempre più dolore.
"E' in sala
operatoria, signorina. Non posso disturbarlo" disse con tono spaventato
"Forse le farebbe bene mangiare un po', sono due giorni che dorme..."
"COSA?!"
gridai.
Bepo si allontanò con gli occhi sgranati.
Solo allora mi resi conto che il tavolino pullulava di vassoi carichi di
cibarie, alcune persino andate a male.
"Ho dormito
davvero per così tanto?" chiesi con tono più docile.
Annuì "Il capitano
mi ha ordinato di non smettere di portarle vassoi, aveva pensato che prima o
poi si sarebbe svegliata e avrebbe divorato tutto..." esitò, poi aggiunse
"...signorina"
Osservai con attenzione
il cibo: pensava davvero di poter prevedere tutte le mie mosse, quel Trafalgar
Law?
"Grazie, ma puoi
dire al tuo capitano che non ho bisogno della sua carità"
"Ma non è carità,
signorina, si tratta solo di..."
"E SMETTILA DI
CHIAMARMI SIGNORINA!" gli lanciai addosso un vassoio e inciampò nel miele.
"Mi scusi,
signorina!" cercò di rialzarsi con tutte le sue forze, imbarazzato.
Digrignai i denti e
stavo per dirgliene quattro, ma era già sparito all'orizzonte chiudendosi la
porta alle spalle.
Trafalgar Law aveva
detto che quella sottospecie di orsetto polare sarebbe stato a mia
disposizione, eh? Ebbene, non faceva altro che irritarmi!
Mi rigirai di nuovo,
scomoda, impaziente, sudata. Avevo quasi paura ad addormentarmi: non volevo
fare di nuovo brutti sogni. I miei occhi stavano per chiudersi, ma combattei il
sonno con tutta me stessa e mi trascinai giù dal letto.
Non durai molto:
sentivo le ferite bruciare lungo tutto il corpo, come se qualcuno avesse dato
fuoco ad ogni mia singola cellula.
Mi girò pericolosamente
la testa e cominciarono a salirmi conati di vomito. Riuscii soltanto a
risedermi, poi il buio.
Quando mi svegliai, ero
di nuovo a letto e sentii chiaramente il rumore di una porta che si chiudeva.
Notai del the fumante sul tavolino, affiancato da pasticcini che profumavano di
mandorla. Decisi di assaggiarli: erano davvero ottimi.
Mi riscoprii molto
affamata, dal momento che feci strage di tutte le cose buone che affollavano
l'esile tavolino di legno. Feci un lungo sorso di latte e appoggiai la testa
pesante sul cuscino.
Solo in quel momento mi
accorsi di un termometro sotto il mio braccio "Merda!" sbuffai
"Ci mancava anche questa!" in effetti segnava trentotto e mezzo.
Probabilmente avrei
dovuto prendere una medicina o che so io, ma non c'era nulla del genere nella
stanza. Solo strumenti metallici, forbici, carta bianca e una tabella del corpo
degli uomini pesce. Niente finestre. Niente cartine.
Doveva essere proprio
un tipo strano, quel ragazzaccio stratatuato che si
spacciava per dottore...
"Franky,
non farlo!" urlai "E tu, Usopp, mettiti in
salvo!" ma le cannonate cadevano su di noi come meteoriti. Cercai di
deviarne la traettoria con il Climattack,
ma non servì a un bel niente.
"Ragazzi!"
ero in preda alla disperazione "Rubber,
ragazzi!" poi, improvvisamente sentii un brivido attraversarmi tutto il
corpo "Amici!"
Aprii di scatto gli
occhi e incontrai quelli di Trafalgar Law "...tranquilla" stava
dicendo "Va tutto bene..."
La sua voce arrivò come
narcotico ai miei timpani e sentivo le sue mani smanettare sulle mie ferite con
fare esperto.
Ma l'incubo non era
ancora finito: c'era ancora Brook, e Chopper, e
Robin! Chiusi gli occhi e li strinsi fino a sentire dolore alle pupille.
"Nami..." una mano si posò sulla mia guancia "Nami!" mi schiaffeggiò, ma urlai ancora, incapace di
distinguere tra sogno e realtà.
Fu quando quella mano
mi accarezzò il volto che mi calmai all'istante. Smisi di dimenarmi e aprii gli
occhi lentamente.
Il viso di Law era a
quattro centimetri dal mio "...va tutto bene, calmati..." lo guardai
per un momento interminabile. Probabilmente stava cercando di assumere
un'espressione rassicurante. Ci riuscì.
Cercai di alzarmi,
confusa, ma mi fermò "Alt! Dove credi di andare? Ti avevo detto che non
dovevi alzarti!" disse con aria severa.
Mi accorsi che la mia
testa era ancora pesante, ma non m'importava. Lo afferrai per la felpa
"Senti, dottorino" sembrò sorpreso "Io non posso continuare a
stare qui a poltrire, DEVO TROVARE I MIEI AMICI!"
"Li ho trovati,
ragazzina impertinente" si liberò dalla mia presa, scaltro "So dove
sono" aggiunse con un’espressione poco amichevole.
"Cosa?!
Davvero?"
Si sedette ai piedi del
letto "Cappello di Paglia, il cuoco e il cecchino sono a bordo della nave
di Drake; lo spadaccino, l'archeologa e il dottore sono da Bonney;
lo scheletro è da Hawkins e il carpentiere è da Eustass" soffocò un ghigno "Povero lui"
Restai interdetta per
qualche istante, poi ripresi "E come l'hai saputo?"
"Ho i miei
informatori. Adesso ti sei calmata?"
Feci un respiro
profondo. Sì, ero decisamente più calma "Quanto tempo è passato?"
"Circa quattro
giorni"
"Che...cosa stavi
facendo?"
"Controllavo
l'andamento delle tue ferite, ma non importa: il dottorino tornerà quando
dormi, così sarà più semplice"
"Ho la
febbre" lo informai.
"Lo so"
disse.
Ma ci era nato con
quell'espressione divertita o cosa?
"Il tuo orsetto
lavatore mi dà sui nervi" continuai.
Sorrise "Sì, so
anche questo"
"Cosa? Te l'ha
detto? Gli avevo soltanto chiesto dei banalissimi tranquillanti, maledizione!"
"Dei
tranquillanti?" si alzò e si abbassò il cappello sugli occhi "Nami...per te ci vorrebbe un esorcista!"
Sgranai gli occhi
"COME HAI DETTO?!" come si permetteva di parlarmi in quel modo?
Afferrai un vassoio e glielo lanciai alle spalle, ma si scaraventò contro la
porta chiusa.
Maledetto presuntuoso.
Trascorsi il resto
della mattinata cercando di non riaddormentarmi, con un terribile cerchio alla
testa.
Ma che razza di dottore
era, uno che non mi prescriveva una cavolo di medicina?
Ripensai di nuovo ai
miei compagni e mi chiesi se stessero bene. Avevo una voglia matta di alzarmi,
di andare a cercarli, ma non avevo nemmeno la forza di muovere un dito.
E se fossi fuggita?
Provai per l'ennesima volta ad alzarmi dal letto, ma ecco che tornò il senso di
vuoto e le vertigini.
"Oh mio Dio"
sospirai "Per quanto ancora durerà?" ©
3SpadeZORO: Grazie per i complimenti e per le preziose
osservazioni, spero che troverai interessante anche il seguito della storia!
Funeral of Hearts: Ti ringrazio molto, spero
che questo secondo capitolo non deluderà le tue aspettative!
Angel_Demon: Sinceramente neanch’io avevo mai sentito Trafalgar/Nami, però mi è venuta così, senza pensarci…ovviamente, se
continuerà a piacerti anche il resto della storia sarò molto felice!
SheylaLaila: Quello del ‘far avvenire le cose troppo in fretta’ purtroppo è
uno dei miei punti deboli! Ma m’impegnerò per migliorare ;) e comunque sono
molto ‘aperta’ in fatto di coppie, quindi magari prima o poi potrei anche
scrivere una Sanji/Nami!