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Autore: carmilla1324    22/02/2007    4 recensioni
Harry e Draco iniziano l'ultimo anno ad Hogwarts, ma molte cose sono cambiate...soprattutto una!
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Charlie Weasley, Il trio protagonista, Neville Paciock, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo è interamente dedicato a Harry e alla sua estate...

Grazie a chi ancora continua a seguire questa storia e a chi commenta.

Grazie anche a chi ha letto e commentato "On the Bus" e "Romanticismo".

 

 

Chapter Sixteen
- Dalle 12 alle 13 - seconda parte

 

Dopo che la porta dello scompartimento fu chiusa, i due rimasero in silenzio per lunghi minuti. Ogniuno immerso nei propri pensieri.

Harry si era sistemato sul sedile dove frettolosamente si era messo quando erano arrivati gli Auror.

Non sapeva come spiegarsi la reazione che aveva avuto di fronte a Malfoy e Bluewood che stavano palesemente litigando.
Era vero. Bluewood gli stava antipatico. Non c'era una motivazione precisa...o forse sì? Ma era troppo "rivelatrice" per renderla accettabile alla sua povera psiche.
Ad ogni modo quel tipo non gli piaceva.
L'aveva capito la prima volta che l'aveva visto. Troppo gentile, troppo innocente, troppo "gatto morto" direbbe qualche malalingua. Troppo subdolo. Ecco! Era subdolo...o forse no? Forse era lui che voleva vedere solo lati negativi nella personalità di Bluewood, per giustificare a sè stesso quello che aveva provato vedendo Draco così agitato per colpa dell'Auror.
Se Adam fosse stato una persona meschina, odiosa, piena di secondi fini sarebbe stato più facile spiegarsi perchè aveva sentito una così grande voglia di proteggere Malfoy e di prendere a scarpate quel bellimbusto.
E poi...perchè non aveva fermato Malfoy quando chiaramente stava per baciarlo?
Perchè era sicuro che volesse baciarlo. Non era una messa in scena per prenderlo in giro. Ne era certo. Lo aveva sentito...in tutti i sensi.
Ripensando a quell'episodio arrossì leggermente.
Non sarebbe stata la prima volta che baciava un maschio, ma baciare Malfoy sarebbe stata tutta un'altra cosa.

L'estate precendente era stata difficile per lui, sotto vari punti di vista.
Ogni volta che pensava a Dumbledore tutti i ricordi spiacevoli accumulati durante la sua breve vita si facevano largo nella mente. I suoi genitori, Voldemort, Snape, Sirius e la famiglia Malfoy, Draco compreso.
In quei momenti o voleva distruggere con tutte le sue forze la causa di tutto quello che gli era capitato, oppure voleva raggiungere chi non era più con lui. Era troppo da sopportare per un ragazzo di soli diciassette anni.

Questi momenti di totale sconforto erano frequenti, soprattutto all'inizio e le prime volte li aveva affrontati da solo. Non voleva far soffrire anche gli altri più del necessario. Così cercava un posto isolato, silenzioso e buio. Il luogo che considerò più adatto era una delle tante stanze in disuso a Grimmauld Place.
C'era poco lì dentro.
Un paio di poltrone rivolte verso un camino, sbarrato da delle assi. Un piccolo tavolino. Pesanti tende color porpora a coprire l'unica finestra e al centro ci doveva essere stato un grande letto, spostato dopo il totale abbandono della stanza, perchè lo strato di polvere che ricopriva l'intero pavimento era più sottile ed era di forma rettangolare.

La prima volta che ci capitò, non fece molto caso all'arredamento. Era stravolto.
Entrò, si chiuse la porta alle spalle, vi ci si appoggiò contro e si lasciò scivolare. Piegò e abbracciò le ginocchia scoppiando a piangere. Pianse a lungo quel giorno e alla fine si addormentò. Anche quando si svegliò non pensò di dare un'occhiata alla stanza e se ne andò.
La volta successiva invece, dopo aver pianto e aver dormito, sempre contro la porta, si alzò, spostò le tende e osservò la stanza.
Doveva essere stata molto bella un tempo, penso. E più di una volta si domando chi ci avesse dormito.

Non la sistemò mai. La lasciò sempre così.
Sentiva quella stanza come una rappresentazione di sè stesso. Buia, polverosa, abbandonata...triste, alla quale mancava qualcosa e qualcuno per essere davvero completa e utile.
Venne cambiata solo la posizione delle poltrone, ma questa variazione non fu decisa da lui.

Un giorno quando aprì la porta della ormai sua seconda stanza a Grimmauld Place si sorprese.
Il locale era luminoso, perchè le tende erano state aperte completamente e c'era un uomo sul fondo che sembrava osservare con curiosità lo spazio intorno a sè.

Harry che aveva già il viso bagnato dalle lacrime spalancò la bocca con l'intenzine di dire qualcosa, ma nussun suono uscì.
"E così è quì che vieni ogni volta che sparisci per ore?" Disse, invece, l'uomo mentre si voltava per guardarlo.
Harry annuì, incapace di parlare.
Velocemente chiuse la porta, si asciugò le lacrime e deglutì cercando di mandar giù il dolore che anche in questa occasione era venuto a sfogare lì dentro.

A passi lenti l'ospite gli si avvicinò.
"Ma perchè vieni quì?"

"Per stare solo." Rispose Harry con un filo di voce tremante.
"E' peggio stare da soli, fidati. Parlo per esperienza." Rispose l'altro.
La luce che prima Harry aveva intravisto negli splendidi occhi azzurri dell'uomo si era spenta mentre pronunciava quelle parole.
Possibile che lui capisse cosa stava provando Harry?

L'uomo si spostò verso le poltrone e le spostò verso la finestra, verso la luce.
Diede qualche colpo deciso per far andar via quanta più polvere possibile e si sedette sulla poltrona di destra facendo segno ad Harry di accomodarsi sull'altra.
Harry ubbidì e sorrise ironico. Per la prima volta era in quella stanza e non stava seduto sul pavimento.
"Io..."- incominciò l'uomo - "mi sono unito all'Ordine da qualche settimana e so poco di come avete vissuto gli avvenimenti degli ultimi mesi. Conosco i resoconti. Ho parlato con mamma e papà e con molte altre persone, persino Ron ha voluto dirmi la sua."- sorrise ed Harry con lui - "Ho sentito un sacco di versioni, tutte molto dolorose, ma non ho mai sentito la tua, Harry."

Harry sentiva gli occhi dell'uomo addosso mentre lui fissava il suo affezionato pavimento.
"Come stai?" Chiese gentilmente l'uomo.
Non gli andava di rispondere a quella semplice domanda. Voleva prima sapere se colui che aveva davanti poteva davvero capirlo e se fosse sincero. Certo, la famiglia da cui veniva praticamente era anche la sua ed erano tutti meravigliosi, ma non conosceva quell'uomo. Non ne aveva ancora avuto il tempo.

"Perchè dici che è peggio stare soli?" Chiese infine Harry, sviando la domanda che gli era stata fatta.
"Perchè quando stai male e hai qualcuno vicino che ti vuole aiutare, ti vuole bene, che ti capisce, con cui puoi condividere il dolore, il peso che provi si dimezza. Non passa all'altro, semplicemente viene tolto a te e alla fine stai un po' meglio."
Per qualche minuto ci fu silenzio poi l'uomo riprese:
"Io ero solo perchè lontano da chi avrebbe potuto starmi vicino in quei momenti, ma tu hai tante persone intorno disposte ad aiutarti Harry. Non infliggerti volontariamente anche questa tortura." Il tono della sua voce era dolce e comprensivo.
Harry sospirò e incominciò a piangere.
"Aiutami...Charlie, perfavore!"

***

Da qual giorno quando Harry andava in quella stanza con lui c'era anche Charlie Weasley.
Stavano seduti sulle poltrone con le tende aperte.
Harry parlava, piangeva, si arrabbiava e urlava mentre Charlie ascoltava e basta. Massimo annuiva o si commuoveva senza che l'altro se ne potesse accorgere.

Ogni volta che usciva da quella stanza Harry ringraziava Charlie, che lo abbracciava fraternamente, e lui si sentiva un pochino più leggero.

***

A metà Agosto Charlie dovette partire per la sua prima missione come membro effettivo dell'Ordine.
Harry era triste. Non voleva separarsi dall'unica persona che sembrava capirlo e poi dal giorno del processo di Malfoy qualcosa in lui era cambiato. Draco era innocente, quindi colui che aveva seguito per tutto il sesto anno non era il vero Draco. Gli era venuta voglia di conoscere Draco, quello vero. E poi era successa una cosa che gli aveva fatto venire degli strani dubbi su sè stesso, su Charlie e soprattutto su Malfoy.

Harry e Charlie si salutarono nella stanza che avava fatto da sfondo ai loro tanti incontri (di psicoterapia...ndCarmilla1324).
"Harry mi raccomando, non tenerti tutto dentro. Sfogati!" Disse Charlie con fare quasi paterno.
"Va bene, lo farò." Rispose Harry sincero.
Si abbracciarono e prima di separarsi Harry si alzò sulle punte dei piedi e posò le sue labbra su quelle di Charlie.
Fu un bacio casto e veloce. Per Harry una specie di prova del nove...che però non aveva chiarito molto.
"Harry, io non..." Disse titubante e sorpreso Charlie.
"Non preoccuparti."- Disse Harry arrossendo leggermente - "Era solo per ringraziarti e per augurarti in bocca al lupo!"
"Crepi!"
Sciolserò l'abbraccio e andarono verso la porta.
"Scrivimi, mi raccomando!" Disse Harry.
"Se potrò lo farò, ma tu non rispondermi!"
Harry lo guardò ferito.
"Se la lettera viene intercettata da chi-sai-tu la missione va a monte e tu rischieresti di essere trovato."
Spiegò l'uomo.
"Ah! Sì! Hai ragione. Parli come se fossi un vero Auror."
"Mi hanno fatto il lavaggio dl cervello, ricordi?"
Sorrisero, chiusero la porta e ogniuno andò per la sua strada.

***

Mentre si trovava sul treno che l'avrebbe portato per l'ultima volta ad Hogwarts, Harry ripensò al bacio che l'aveva visto protagonista, al bacio del quale invece era stato spettatore ed al bacio che ancora non c'era stato.


Continua....

 

  
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