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Autore: FairySweet    10/08/2012    1 recensioni
Perché ora? Perché proprio in questo momento? Che aveva fatto di male a Dio per ritrovarsi incastrata in un mondo che non le apparteneva più?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cristina Yang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Burke 18                                                                                     Trova conforto nel Dolore







“Mi dispiace ”
  era rimasta con lui per ore intere cercando anche solo una stupida ragione che potesse giustificare quell'incubo “Non era questo che ... non sapevo nemmeno cosa mi stesse accadendo e ora, ora sono qui a guardarti, posso vederti, posso vedere il tuo dolore ma non posso fare nient’altro” Owen  sospirò nascondendo il viso tra le mani quasi come se le sue parole gli avessero perforato il cervello.
Aveva pianto per ore intere, lontano da tutti, lontano dalla vita che scorreva veloce fuori da quella porta, lontano da suo figlio che ora, era l’unica cosa che lo tenesse inchiodato alla vita.
“Mi hai lasciato ...” mormorò nel silenzio gelido “ ... te ne sei andata e ...” un singhiozzo ancora a rompergli il respiro “Sono qui” ma la mano passò attraverso il suo viso, chiuse gli occhi cercando di calmare i battiti di quel cuore che ormai non aveva più “Non odiarmi ti prego, non odiare il nostro bambino, lui non ha colpe” si alzò lentamente ricacciando indietro la commozione.
Nella carrozzina accanto alla finestra dormiva serena  la sua ragione di vita, posò le mani sul bordo della piccola culla  trattenendo il respiro.
Pensava troppo, in quella stanza buia e triste pensava davvero troppo, pensava al futuro, a tutti i piani che aveva fatto quando suo figlio aveva pianto la prima volta.
Pensava alla sua nuova casa, al futuro che aveva immaginato per loro e che ora era ridotto in brandelli.
Un’altro respiro a rompere il silenzio, sollevò dolcemente il bambino, era così piccolo e indifeso, così maledettamente importante da togliergli ogni respiro.
“Va tutto bene tesoro” si mosse dolcemente infastidito da quell’improvvisa intrusione nei suoi sogni “Ce la caveremo  vedrai” un gemito indifeso a strappargli un sorriso “Io e te ce la caveremo” lo guardava, ne inspirava il profumo, ne studiava i movimenti cercando di non piangere ma quel sorriso falso, colorato dagli occhi pieni di lacrime e dalla voce tremula non poteva mascherare granché “Vedi, al momento papà e un po’ arrabbiato ma non devi preoccuparti tesoro, non è colpa tua, non sei stato tu a fare del male alla mamma” Cristina sorrise sollevando lo sguardo dal pavimento “Lei è ... lei ha avuto un po’ di problemi e ...” ma non riuscì a dire nient’altro, strinse il bambino scoppiando a piangere, ancora, per l’ennesima volta aveva permesso alle emozioni di avere il sopravvento “Sei pronta Scheggia?” si voltò appena fino agli occhi di Burke, al suo sorriso apparso dal nulla “Arrivo”   un passo e poi un altro ancora fino ad Owen, al visino del bambino posato dolcemente sulla spalla del suo papà “Ciao amore mio”  gli occhioni del piccolo si spalancarono e quella smorfia accennata, una specie di sorriso a riempirle gli occhi di lacrime “Lo so che puoi vedermi, dicono che i bambini appena nati riescano a vedere cose che tutti gli altri non vedono perciò ... beh ... ti voglio bene amore mio, te ne ho sempre voluto nonostante la mia mente, a volte troppo razionale, rifiutasse l’idea di diventare madre”  Burke sorrise avvicinandosi a lei “Non è stata colpa tua, non è stata colpa di nessuno e non devi avere paura perché starai bene, hai un papà che ti ama e che si prenderà cura di te e poi una zia che ti insegnerà tutto sulla chirurgia ...” si fermò qualche secondo, le mani strette attorno alle spalle di Owen “ ... è un bravo papà, è stato un marito meraviglioso e vedrai che sarà perfetto”  le labbra  a posarsi dolcemente sul visino del piccolo “La mamma ti ama William”  Owen trasalì voltandosi di colpo ma c’era solo aria e niente di più “Prenditi cura del nostro bambino” una carezza leggera su quel viso confuso e sfinito che cercava nel vuoto la sua presenza “Sei stata brava”  sussurrò Burke  asciugandole il volto, strinse la sua mano allontanandosi lentamente da quel mondo, quel mondo che tanto aveva amato e che le era stato strappato alla velocità della luce.
Sapeva che presto, tutto il male, il dolore e la rabbia sarebbero passate, sapeva che probabilmente si sarebbe scordata ogni cosa ma come poteva farlo? Come poteva stare bene lasciando sulla terra un pezzo del proprio cuore? Chiuse gli occhi lasciando che Burke la portasse via, lontano, oltre tutte quelle lacrime dove la dolcezza e l'amore avrebbero lenito le  ferite profonde del cuore e forse, avrebbe pregato chiunque fosse lassù, per Owen, per l'amore che la legava a lui e per il suo bambino.
Ecco ... forse era questo che avrebbe fatto, forse sarebbe bastato perché per ora, tutto quello che poteva pretendere da suo marito era semplicemente un sorriso tra le lacrime, un sorriso per ricordargli che tutto quel dolore sarebbe passato, che crescere un figlio l'avrebbe distratto dal pensare troppo, da lei, dal loro passato e col tempo, avrebbe imparato a trovare conforto in quel dolore che ora tanto odiava.
  
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