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Autore: pict shewolf    10/08/2012    1 recensioni
...Amare e essere amato... Questa è la continuazione del titolo! è una fanfiction su Franziska von Karma ambientata appena dopo la fine di Justice for all... Non so ancora quanto sarà lunga però ho molte idee su come farla andare avanti, spero che la leggerete!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franziska von Karma, Miles Edgeworth, Phoenix Wright, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo tre:


La festa è finita, per gli avvocati


 
26 OTTOBRE  7:12  Camera da letto

 
“Franziska?... Sveglia Frannie…”

Una mano mi stava dolcemente accarezzando i capelli. Era un tocco piacevole e delicato, non avrei voluto muovermi e interromperlo, ma mi costrinsi ad aprire gli occhi.

Con la vista ancora assonnata vidi la figura sfocata di Edgeworth, seduto di fianco a me sul bordo del letto. Il suo viso aveva un’espressione totalmente rilassata, dovevo ammetterlo: era bello.
Scacciai questo sciocco pensiero e mi tirai su di scatto, il movimento fu sufficiente per far scivolare via le coperte lasciando parzialmente scoperta la mia vestaglia bianca, quasi trasparente.

“Edgeworth! Che diavolo stai facendo?!!”

Ritirò la mano.

“Scusa. Ho bussato ma non hai risposto. Ero venuto a chiederti se volevi venire con me al lavoro oppure restare qui a riposare…”

Sorrise. Probabilmente era sveglio da poco visto che indossava ancora i pantaloni neri del pigiama e una canottiera bianca.

Anch’io sorrisi timidamente. Forse ero stata un po’ troppo dura. Quel sorriso cosi sincero che non rivolgeva mai agli altri riusciva sempre a calmarmi.

“Non volevo disturbarti”

“No, fa niente. Grazie per avermi chiamato, mi vesto e…”

Non riuscii a finire la frase perché un forte bussare alla porta mi fermò.

“Ehi! Sveglia!!” tuonò la voce della Oldbag da dietro la porta.

“In piedi subito o entro e ti atomizzo con la mia pistola!”

Sentii che stava abbassando la maniglia. Edgeworth si alzò di scatto e io gli feci segno di nascondersi dietro al letto. Chissà quale scenata avrebbe fatto se ci avesse visto insieme…

“Si sono sveglia!” urlai verso la porta e subito dopo la sentii allontanarsi a grandi passi.

“Meglio che vada. Ti aspetto di sotto per la colazione” Edgeworth si diresse verso l’uscita.

“Va bene”

Aprii la valigia e per vestirmi scelsi una gonna nerache arrivava fino a mezza coscia, una camicetta bianca con sopra un gilet nero dai bottoni color del ghiaccio, come i miei occhi, e hai piedi scarpe con il tacco alto, come al solito insomma. Il viso? Acqua e sapone, ovviamente. Mi truccavo solo in poche occasioni. Presi anche una borsa nera dove misi la mia fidata frusta.

Scesi in cucina. Edgeworth mi stava aspettando vestito di tutto punto. Appena mi vide mi offrì una tazza di caffè. Non parlammo durante la colazione finchè alla fine non ruppi il silenzio:

“Andiamo?” dissi appena anche lui ebbe finito.

“Si”

Andammo all’ingresso, lui si mise il suo cappotto, poi prese il mio dall’attaccapanni e mi aiutò a metterlo. Mi girai e notai la “megera” che mi guardava in cagnesco.

“Dove andate?” chiese duramente mentre alternava sguardi di miele a Edgeworth e occhiatacce a me.

Lui rispose tranquillamente:

“Al lavoro signora Oldbag”

Sfoderò un falso sorriso, se lo avesse fatto a me lo avrei come minimo frustato. Comunque la Oldbag si sciolse come il burro:

“Va bene Milessuccio, ma non tornare tardi. Qui c’è qualcuno che ti aspetta con ansia ogni giorno! E ricorda cosa ti ho detto ieri”

Si indicò il petto lanciandomi una sguardo di sfida. Trattenni la voglia di frustarla e mi limitai a sbuffare.

“Certo”

Poi Edgeworth mi prese malamente una mano inguantata e mi condusse alla macchina.

“Maledetta Oldbag! Non sai che sermone mi ha fatto ieri sera! Adesso oltre che follemente innamorata è anche gelosa di te! Non ne posso più…” esclamò appena mise in moto.

“Ma se non ti piace perché non la licenzi?” gli chiesi sorridendo divertita.

“Pensi che non ci abbia già provato? È tornata dicendo che il suo sogno è farmi da domestica e che nessuno potrebbe prendersi cura di me meglio di lei, perché mi ama alla follia. Tu porta pazienza” spiegò

“Ci proverò”

Ma probabilmente anche lui sapeva che alla prima occasione l’avrei frustata a dovere.



26 OTTOBRE  8:33  Procura

 
“Buongiorno procuratore Edgeworth! Oggi sarò in tribunale a farle il tifo, amico”

Esclamò il detective Dick Gumshoe appena vide Edgeworth. Poi la sua attenzione si spostò sulla persona accanto all’uomo e sorrise:

“Ah! Procuratore von Karma! È un piacere rivederla signorina!”

“Ciao Herr Sciattone” dissi con molto meno entusiasmo prima di rivolgermi a Edgeworth.

“Hai un processo oggi?”

“Si, scusa se non te l’ho detto, me n’ero scordato! Per fortuna ho tutte le prove nel mio ufficio… meglio che vada!”

“Sei uno sciocco”

Mi sorrise.

“Faresti meglio ad andare dal procuratore capo, sa già che sei qui” poi si avviò verso le scale.

“La accompagno all’ufficio del procuratore signorina?”

Feci un segno di indifferenza con la mano e il detective mi seguì.

Tutte le persone che incontrai mi salutarono calorosamente e davanti alla porta dell’ufficio del procuratore capo sorrisi compiaciuta.

“Scommetto signorina…” iniziò Gumshoe “Che gli avvocati non saranno cosi felici di rivederla, in tribunale” disse sorridendo a sua volta.

“Esatto Herr Sciattone” concordai “La festa è finita per quegli sciocchi. Ora ci penso io a far riprendere la procura”

Bussai alla porta e feci segno a Gumshoe di andarsene.

“Avanti”

Entrai.

Geoffrey Maclaine mi sorrideva da dietro la scrivania.

Era un uomo di circa 26 anni. Alto, capelli biondi, occhi verdi e sempre allegro. Il contrario di Edgeworth più o meno. Molte volte ho sospettato che fra lui e Edgeworth ci fosse rivalità, non so perché, ma certi sguardi e certe frasi mi hanno dato questa idea.

“Procuratore von Karma! Sono felice di rivederti! Prego siediti”

Mi indicò la sedia di fronte a lui. Feci come mi aveva chiesto.

“Anch’io sono felice di rivederti” ci eravamo sempre dati del tu.

“Beh, non fa niente se saltiamo i convenevoli giusto?” annuii

“Immagino che il procuratore Edgeworth ti abbia già informata della nostra situazione…” annuii di nuovo

“Ecco… ci sarebbe un caso che Winston Payne ha già preparato e tutto, solo che si è ammalato” aspettai che continuasse.
“Volevo chiederti se tu volessi accettarlo, vedi il processo è domani”

“Domani?!”

“Esatto, Payne è malato, non può rappresentare l’accusa. So che è proprio l’ultimo minuto, ma dopotutto tu sei il genio”

Si, io ero un genio, mio padre anni fa non aveva rifiutato un caso all’ultimo minuto, anche se poi l’ha dovuto studiare tutta la notte per arrivare preparato. Io non potevo essere da meno.

“Accetto”

Maclaine sorrise ancora di più.

“Fantastico. Sapevo che non avresti rifiutato questa sfida Franziska”

Aprì un cassetto della scrivania e ne tirò fuori un piccolo fascicolo e una cartelletta.

“I dettagli e le prove sono tutte qui. L’imputato si chiama Brad Irwing, ha molti contatti anche con altri criminali già in prigione. È accusato dell’omicidio di Clare Empson, la vittima”

Presi il fascicolo e la cartelletta e andai verso l’uscita.

“Sarà come bere un bicchiere d’acqua” dissi prima di uscire.

“Ne sono convinto, non è un caso complicato”

Salutai il procuratore, poi andai nel mio ufficio. Mi sedetti alla scrivania e iniziai a leggere.
Era un caso molto semplice e avrei ottenuto al 100% un verdetto di colpevolezza.

Ero tornata in America ed ero pronta a far pagare agli avvocati tutte le umilianti sconfitte che aveva subito la procura negli ultimi tre mesi con sconfitte ancora più pesanti.


 
Spazio autore:

Prima di tutto vorrei specificare che Geoffrey Maclaine e Brad Irwing sono personaggi di mia invenzione.
Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemelo sapere con le recensioni!! A presto!

  
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