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Autore: Nerospirito    11/08/2012    3 recensioni
Lucifel ha capelli rosso fiamma e occhi verdi,Metatron invece Occhi blu profondo e capelli tra il blu e il turchese. Le vicende tratteranno la leggendaria Caduta e la vita successiva di questo angelo traditore, ma solo per voglia di libertà e.. eh eh c'è molto di più, come guerre, congiure, amori e .. ah, il resto a chi è interessato!
Ho cercato di "nobilitare" la figura di Lucifero,questo angelo che ha perso tutto,perfino il suo Stato di Grazia... Spero che piaccia,o almeno attiri un po' l'attenzione,essendo la mia prima vera storia. Grazie in anticipo a chi la leggerà!
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cielo Primo Mobile, anello dei Cherubini       12499 A.C.

L’inizio di quel nuovo ciclo, che doveva inaugurarsi con la più bella giornata estiva, era invece freddo e silenzioso .
L’aria era elettrica e la tensione palpabile, lì nella Piana della Aurora, la pianura che occupava gran parte dell’anello dei Cherubini: Il motivo era solo uno.
Presto quello si sarebbe trasformato in un vero e proprio campo di battaglia e il Paradiso sarebbe stato scosso dalla più cupa e crudele guerra di sempre.
Angelo contro angelo, fede contro ambizione, Fratello contro Fratello nella leggendaria Guerra delle Piume Bruciate.

Un vento carico di presagi e pregno dell’odore della terra fradicia spazzava la terra che si apriva davanti agli occhi di Lucifel, ma
la cosa che davvero gli fece sprofondare il cuore era la vista del suo unico gemello che ora stava fermo e deciso di fronte a lui.
Metatron era al comando di una sterminata schiera di angeli bardati di tutto punto, sul volto scoperto solo un’ algida maschera al posto dei sorrisi che ricordava.
Ci stava male,ma in fondo era ciò che voleva: Lui, Lucifel, il futuro Caduto, stava portando le sue schiere di Impuri, gli angeli ossessionati dal potere, dritti al palazzo d’Avorio, sede del Trono di Dio; era naturale che suo fratello cercasse di fermarlo.
 Se lo aspettava, certo, ma non avrebbe mai immaginato di trovarselo di fronte in quel modo, pronto a giocarsi il tutto per tutto in un unico scontro risolutivo … Ne avrebbe mollato tutto in quel luogo: Voleva la libertà, voleva vincere, voleva … Il volto di Lilith gli balenò davanti agli occhi.
Non le avrebbe permesso di vivere da schiava, per nulla al mondo.
E mentre questi e mille altri pensieri affollavano la mente dell’angelo scarlatto, tutti i combattenti erano in attesa di qualcosa.
Forse un grido di incitamento,forse qualcuno che scoppiasse a ridere e dicesse “è uno scherzo,tranquilli” , ma no ... c’era solo silenzio, silenzio e quel senso di incombenza sempre più pressante e soffocante.
Quello non era uno scherzo, ma una battaglia fratricida all’ultimo sangue per decidere quale dei loro credi fosse più forte.
Silenziosamente il potere di Lucifel e Metatron, fratelli gemelli e prima inseparabili, andava miscelandosi,crescendo e alterando l’atmosfera. Senza che nessuno se ne accorgesse, nel cielo candido e benigno si stavano addensando immensi cumulonembi gonfi di pioggia. Alimentati dalla forza degli angeli in contrasto queste nubi si avvolsero in una gigantesca spirale ... Un uragano stava per abbattersi sulla Piana.
Il segnale stava arrivando, lo sapevano tutti, sia buoni, sia malvagi ... Restavano in attesa, col fiato sospeso e i muscoli brucianti e carichi di adrenalina …
 E poi, ad un tratto, il cielo si squarciò e dall’alto della massa di nubi piovvero due fulmini gemelli, uno rosso e uno blu, uniti in una spirale di morte.

Con il rombo assordante del tuono che ne seguì, i due schieramenti si lanciarono l’uno contro l’altro con un grido di guerra che riverberò ovunque in tutti i Cieli.

Era iniziata.

In un istante, sotto la pioggia torrenziale scoppiò un caos di piume, magia, ferro e sangue da cui si alzavano grida e lamenti di agonia a rivaleggiare con il rombo dei tuoni.
E questi suoni agghiaccianti, misti allo stridente rumore dell’acciaio sull’acciaio feriva le orecchie e il cuore dei due condottieri, impegnati in un duello mozzafiato al centro dello scontro: erano due scie confuse di colori che variavano dal giallo all’indaco, in un caleidoscopio unico e tanto spettacolare quanto letale.
Spesso apparivano per una manciata di secondi tra un contrasto e l’altro, sempre coperti da nuovi tagli, graffi e bruciature.

Ben presto il puzzo acre di carne e penne bruciate si mischiò all’odore della terra fradicia e del sangue, impegnando tutti i combattenti e annebbiando loro i sensi.

A pomeriggio inoltrato quella che era iniziata come una battaglia decisiva divenne in ogni modo e da ognuna delle parti una mattanza; perché si sa, un angelo è un angelo e non può reggere a lungo l’idea di spezzare così le vite dei propri fratelli.
Infatti molti dei più giovani rimasero presto inermi sotto i colpi degli angeli più esperti e abituati ai compagni feriti o uccisi, che anche se scossi da quell’idea non si fermavano in mezzo a una battaglia.
Tuttavia non era questo a causare tutto quell’orrore, ma la potenza esplosiva e crudele degli Impuri, tra cui spiccavano i potentissimi Samael e Azazel, due angeli maggiori che possedevano tremende capacità di combattimento, sia fisico che magico.
Samael controllava il fuoco e la terra, oltre che potenti tecniche angeliche corrotte dalla sua brama di dominio, mentre Azazel era spinto da schiaccianti capacità strategiche e da una sete di potere già elevata quando era ancora fedele a Dio.
I due combattevano come alleati, spargendo morte attorno a loro e aprendo un varco per i loro schieramenti, formati da angeli e arcangeli corrotti dalle loro stesse brame.
I due comandanti decimarono rapidamente i plotoni nemici, chi con esplosioni di energia pura, chi con impressionanti serie di colpi e figure di scherma. Azazel soprattutto poteva avvalersi di sei spade intrise di una fiamma violacea che fluttuavano attorno a lui dotate di vita propria, infusa con un rituale proibito ben più antico della sua stirpe.
Chi aveva l’ardore o la sfortuna di mettersi sul loro cammino finiva smembrato o squartato senza nemmeno il tempo di gridare,quando era fortunato.

Il terreno ormai era una densa poltiglia rossa e vischiosa che puzzava di ferro e insozzava le ali degli angeli, rendendole pesanti e inutilizzabili.
Ovviamente questo rendeva la situazione ancora più soffocante, perché senza la possibilità di volare, si rimaneva schiacciati in quel caos difendendo o attaccando con la forza della disperazione, almeno finche un colpo non notato ti strappava la vita di dosso.
E in quel macello le capacità di Michael e Metatron si facevano valere: mentre lottavano i due generali della Guardia impartivano ordini diretti e precisi, che costringevano gli Impuri a retrocedere, ma in generale quella battaglia era in una situazione di stallo.
Come lo era il duello tra i gemelli.
Loro erano gli unici a essersi spostati in cielo, perché la ferocia dei loro attacchi finiva per travolgere anche i loro sottoposti.
E lo scontro infuriava sempre più cruento, tra schivate e affondi e fendenti. Erano due tifoni di potenza pura, ogni colpo rapidissimo e fatale.
Lucifel a un certo punto rallentò, perché ferito gravemente a una delle ali da un dardo di luce del fratello.
Metatron ne approfittò subito, lanciandosi in una serie di fendenti brutali in cui concentrava tutto il disprezzo per il fratello tanto amato. Ogni colpo riversava nell’angelo rosso pensieri pesanti come macigni attraverso le braccia vibranti e insensibili dopo tanti colpi e ore di lotta.
Rispose con ferocia,colpo su colpo,alimentato dalla voglia di libertà e di difendere quello che reputava il suo tesoro più prezioso, la luce che il cosmo stesso gli aveva donato, a lui che portava la luce al cosmo.
La vista gli si annebbiava,mentre i suoi colpi si facevano furiosi, colmi di frustrazione, e raggiungevano la carne del fratello, fendendola e lacerandola.
Schizzi di sangue bollente gli arrivarono sul viso, mischiandosi alle lacrime abbondanti che gli rigavano le guance.
Non ce la faceva più, tutto era andato storto! Tutto!
E così fece qualcosa che mai si sarebbe mai immaginato: Per un solo istante desiderò vedere suo fratello, morente, ai suoi piedi.
Ma quell’istante di odio, semplice e profondo, bastò a far esplodere tutto il suo potere.
Incontrollato. Puro. Distruttivo.
E in quell’ istante, tutto si fermò: Nemici,amici e semplici osservatori, rimasero inermi, travolti da quel potenziale immenso da sempre represso.
Attorno a Lucifel fiamme scarlatte calde come la superficie di una stella si erano unite, addensate e cristallizzate fino a diventare un enorme, potente e terrificante drago: Sette teste sbavanti lava guardavano Metatron con bramosia assoluta nei loro occhi neri e profondi come un abisso senza fine; dieci corna proiettavano la loro ombra rossastra sugli eserciti attoniti e immobili.
Un ruggito di potenza unica squassò l’universo intero quando il Drago si lanciò contro il serafino blu con tutta la sua furia,nella mente un solo pensiero: MUORI!

E lì il tempo si fermò; il drago scomparve e Lucifel si ritrovò ansante a terra,la pelle bruciata dal suo steso potere e lo sguardo di suo padre, gelido e austero, su di lui. Non lo vedeva, ma avvertiva chiaramente il suo sdegno in ogni cellula del proprio corpo.
- Lucifel, questo tuo comportamento è stato inammissibile. Non ti ho donato tutto quel potere per usarlo in Quel modo! Ti sei lasciato dominare dalle passioni,dal tuo desiderio per un essere inferiore come quella mela marcia di Lilith! Sei un angelo, il più bello e quello col compito più importante, portare la Luce al mondo!  Non devi, non puoi rivolgere la tua attenzione a qualcuno in particolare … il tuo amore deve andare al mondo intero, figlio Mio - . Lucifel strinse i denti. Ancora le sue parole come catene ai piedi, come lance nelle ali .
Non avrebbe più chinato il capo, mai più.
L’ angelo si alzò in piedi a fatica, tremando e barcollando fece due passi verso il padre, negli occhi il fuoco della determinazione.
- è Lei il mio mondo, Padre! Lei la mia ragione d’esistere! Lei ... Uno spirito libero chiuso in un corpo di una donna come in una prigione! Lei ... Lei vuole me, come io voglio lei ... E Tu non mi fermerai stavolta, Dio! – E con un grido in cui infuse tutto se stesso lanciò una fera di fuoco verso il volto di suo padre.
Ovviamente la magia non raggiunse mai il suo obbiettivo,e la rabbia di suo padre travolse come una tempesta il suo corpo distrutto,scagliandolo giù, nel mondo degli uomini avvolto dalle fiamme fredde e asfissianti della delusione di suo padre.

Mentre perdeva i sensi, forse per l’ultima volta, il suo pensiero corse a Lilith, e finalmente pronunciò le due parole che da mesi covava dentro di se – … Ti amo … - .
E tutto divenne nero …

 

 

  
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