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Autore: TheCristopher94    13/08/2012    6 recensioni
Ispirato dal gioco Prototype, ma segue un trama leggermente diversa e riadattata:
"La città era completamente in rovina, macchine distrutte sparpagliate da tutte le parti, cadaveri dappertutto, ma non solo. Anche un innaturale silenzio, in quella che una volta era la città che non dormiva mai.
Un ragazzo con dei jeans e una felpa con cappuccio, che celava il suo viso, si trovava su un grattacielo, mentre vedeva passare sotto di sé molte persone armate, che altro non facevano che cercare lui. Ma non l’avrebbero trovato mai! Lui era troppo furbo per loro."
Per scoprire come andrà a finire cominciate a leggerla. . .
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Naruto Uzumaki, Orochimaru, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Prototype Special Naruto -La serie-'
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Iniziamo col gioco duro

L’uomo incappucciato correva velocemente verso una nuova zona dove sperava di poter trovare qualcuno con cui potersi divertire, quando vide degli infetti, che correvano dietro ad un bambino che si era smarrito nella parte della città infetta. Ovvio che non appena vide che agli zombie mancava poco per prenderla si lanciò per recuperarlo, e lo mise subito in spalla.
-Stai bene, piccolo?- chiese il ragazzo. 
Il bambino annuì spaventato, ma subito lui lo consolò dicendogli: –Non ti preoccupare! Ti proteggerò io! Adesso aggrappati alle mie spalle perché dovremmo batterci contro quei mostri. Tu chiudi gli occhi e reggiti più forte possibile, ok?- 
Il piccolo annuì, chiuse gli occhi e appoggiò la testa sulle spalle del ragazzo, cercando di coprirsi meglio e cercando di non vedere niente.
Subito il ragazzo trasformò le sue braccia, che diventarono più grandi, ma erano anche cambiate, infatti ogni dito ora era una specie di artiglio. Con queste sue armi si lanciò all’attacco, uccidendo gli infetti. 
A chi gli stritolava la testa, a chi gli mozzava la testa di netto; e di tanto in tanto ne assorbiva qualcuno per riprendere le forze e continuare a lottare ancora, però gli infetti lo circondarono e ciò non sfuggì al ragazzo, che trasformò il suo braccio in una frusta, simile ad una spina dorsale con tante lame, e iniziando a girare su se stesso, usò la sua arma che decapitava o mutilava le braccia o le gambe degli altri nemici. Questo giochetto era divertente, ma anche lui iniziava a stancarsi, così trasformò le sue braccia in tentacoli e, colpendo la strada, dalla terra uscirono migliaia di tentacoli che colpirono tutti gli infetti, lasciandone solo due in vita, per permettergli di riprendersi dopo lo scontro che lui aveva sostenuto. 
Una volta nutritosi con la loro linfa vitale, il biondo disse al piccolo: -Dimmi, come ti chiami?- 
Il bambino era ancora sotto shock, e debolmente rispose: -Ko-Konohamaru- per poi piangere. 
Il ragazzo fece scendere dalle spalle il piccolo per prenderlo in braccio. -Non ti preoccupare, piccolo!- disse serio. –Ci sono io qui a prendermi cura di te!- Dopo aver detto questo, prese il piccolo e lo portò con sé.

Intanto, al quartiere operativo dell’Akatsuki, il capitano dei soldati, Madara, un mercenario a pagamento che si era unito ad Orochimaru, finanziando le sue ricerche, era molto contrariato.
-La situazione è diventata insostenibile! Io perdo molti dei miei uomini, invece lei che fa?- disse indicando lo scienziato, per poi battere il pugno violentemente sul tavolo, –Rimane qui al sicuro, giocando all’allegro chirurgo! E quello lì diventa allo stesso tempo sempre più forte! Perché non decide a darsi una mossa?- 
Orochimaru alzò gli occhi verso l’uomo e rispose: -Non posso! Ciò che è successo a quel ragazzo é stato un caso! Per poterlo ripetere e riprodurre ho bisogno di lui per potere condurre degli esperimenti! E comunque quel ragazzo ha un nome, ed è Prototype!- 
Madara lo guardò come per dargli del folle, per avere dato un nome a una cosa del genere. -Prototype?- 
Orochimaru annuì. -Esatto! E come dice il nome lui è un prototipo, se me lo portasse… Anche solo un piccolo campione! Potrei crearne molti altri come lui, ma che dico, più forti di lui! Perciò, se vuole il potere, deve portarmelo qui vivo! Mi raccomando, vivo!- 
A quelle parole l’uomo uscì, e fu raggiunto da Pain, il suo secondo al comando.
-Che cosa le ha detto?- chiese il giovane. 
L’uomo, urtato, rispose: -Che dobbiamo catturarlo vivo!- 
Il giovane a fianco strabuzzò gli occhi. -Ma è impossibile! Quello lì è immune a qualsiasi attacco! Avremmo bisogno di armi a reazioni nucleari per poterlo battere!- disse il ragazzo, scioccato.
-Non dirlo a me! E poi, anche se ci avesse detto che possiamo ucciderlo, non è che cambia poi tanto! Non ci riusciremo comunque!- 
Proprio in quel momento arrivò Konan, tornata da una ricerca fatta su richiesta di Pain. –Pain, ecco i documenti che mi hai chiesto!- 
Madara guardò il ragazzo, torvo, per poi chiedere spiegazioni: -Che cosa sono quelli?- domandò il capo.
-Ho fatto fare delle ricerche a Konan su una certa squadra Taka, che appartiene all’esercito Americano, specializzata in attacchi terroristici, e che da qualche tempo ha ricevuto delle armi ultratecnologiche, che forse potrebbero fare al caso nostro!- 
Ma a quel punto intervenne subito Madara, che disse: -Sì! Bella idea del cazzo! Così, come scoprono che cosa abbiamo combinato, ci mandano tutti davanti alla corte suprema! Ma sei impazzito?- chiese alterato l’uomo. 
Il ragazzo continuò a rimanere calmo. -No signore! Non avremmo nessun problema, perché lo scopo del laboratorio era creare un organismo biochimico che reagisse alle nano macchine, giusto?- L’uomo annuì, e chiese di continuare. –Ma che purtroppo per l’evoluzioni degli eventi che ci sono stati è diventata quella che è adesso! Noi siamo stati presentati come guardie e siamo stati integrati per cercare di ripulire la zona infetta! Per quando riguarda il governo, basta inventarsi una scusa plausibile e chiedere il loro intervento, tutto qui!- 
L’uomo ci ragionò su, e considerando gli eventi era l’unica soluzione, altrimenti avrebbero perso uomini inutilmente, così acconsentì.

Nel frattempo, la squadra nominata prima era in Iraq per una missione di pace. Stavano scortando dei viveri per delle famiglie povere che vivevano lì, mentre le dottoresse medicavano i feriti.
-Sakura, io ho finito qui, tu invece? Ti serve aiuto?- chiese una ragazza bionda.
-No Ino, a me qui mi manca l’ultimo e ho finito! Chiedi a Karin o a Hinata!- 
La ragazza fece come chiesto e andò ad aiutare Hinata, la quale era molto indietro con i pazienti, mentre Sakura andò aiutare subito dopo Karin.
Subito dopo, nella casetta dove vi erano i malati, entrarono i ragazzi, con un soggetto ferito.
-Ragazze, venite qui!- gridò Shikamaru. –Choji è stato ferito! Vedete cosa ha!- chiese notevolmente preoccupato, mentre Kakashi, Sasuke, Neji e Itachi erano appostati alle finestre.
-Shikamaru, non perdere tempo e vieni a darci una mano!- 
Il ragazzo annuì, ma prima prese la radio e chiese che venissero mandati i rinforzi. Subito dopo si aggiunse a loro. 
Poco dopo qualche attimo di sparatorie arrivarono i rinforzi, con molti aerei bombardieri e uno solo da trasporto, che serviva per loro e il ferito più grave. Non appena arrivati, gli avversari ingaggiarono il fuoco contro gli aerei, ma a ben poco servì. Non appena questi ripulirono la zona, l’aereo da trasporto atterrò e le quattro mediche fecero trasportare subito il ferito per lasciare quel posto e ritornare alla base. 
Per ora la loro missione era conclusa.

   
 
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