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Autore: iseasy_believe    15/08/2012    0 recensioni
Come puoi cercare di cancellare dalla tua vita una persona che la tua vita lo è diventato? Cerchiamo scuse, pretesti, ma non riusciremo mai ad eliminare veramente ogni gesto, ogni parola, ogni sguardo, ogni abbraccio...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nonostante fossi una a cui la confusione non piace affatto per un evento del 
genere avrei fatto un eccezione. La mia macchina come sempre nel momento del bisogno ci lasciò a piedi, così prendemmo quella della madre di Isabelle e volammo alla festa.
Parcheggiai e non appena ebbi spento il motore lui si avvicinò alla mia porta 
e mi prese per mano per 'aiutarmi' a scendere. Liam era dall'altro lato ad accogliere la mia biondina che probabilmente aveva fatto colpo su di lui.
≪Sei bellissima, lo sai?≫ mi sussurrò mentre il suo braccio abbracciava il mio fianco. Sorrisi. Io non mi reputavo neppure carina, figuriamoci 'bellissima', ma di certo non l'avrei contraddetto. 
Ci dirigemmo all'entrata tutti e quattro e appena entrammo la musica mi distrusse l'udito. Harry si avvicino al mio orecchio proprio come aveva fatto quel pomeriggio e un brivido mi percorse.
«Vado a prendere qualcosa da bere ok? Aspettami qui torno subito». Per riuscire a farmi sentire avrei dovuto urlare, così mi limitai a fare cenno di si con la testa.
Liam e Isabelle erano praticamente scomparsi. Iniziai a scutare tutti i presenti nella sala in modo scrupoloso e critico mentre con lo sguardo cercavo loro due.
Ad un certo punto una mano mi accarezza la spalla, una mano sconosciuta. Avrei riconosciuto le sue mani anche ad occhi chiusi tra quelle di milioni di persone. Quando prima mi aveva abbracciato il fianco avevo sentito il suo tocco, tanto delicato ma allo stesso tempo anche fermo e possessivo.
Mi girai di scatto e vidi un ragazzo sulla ventina di fronte a me. La sua mano stava per accarezzare il mio volto quando la mia arrivò dritta sulla sua guancia. Cazzo se ero stata violenta... ero quasi certa di avergli lasciato il segno. 
«Brutta troia» disse lui e mi prese il braccio per fermarmi mentre indietreggiavo velocemente per sfuggirgli.
Per un attimo ebbi paura. Tanta paura. Poi arrivò lui, che con un pugno lo stese. Era a terra, ma lo vedevo deciso a rialzarsi e rispondere all'agressione (se così si poteva chiamare) quindi tirai con forza Harry fuori dal locale, lo presi per mano e iniziammo a correre per allontanarci da lì.
Quando fummo abbastanza al sicuro mi lasciai cadere a terra e lui fece lo stesso. Ci guardammo negli occhi e con il respiro ancora affannato iniziammo a ridere come se fossimo ubriachi. Non so bene perchè ridevamo, ma gli avrei chiesto di smettere neppure morta. La sua risata era così fottutamente bella.
Mi porse una delle due birre che aveva ancora in mano. 
«Heineken! La mia preferita» dissi con la voce ancora tremante per le risate.
Avvicinò la sua alla mia e 'brindammo'.
«Alla nostra fuga!» esclamò.
«Alla nostra fuga» ripetetti io e portai la bottiglia alla bocca.
Eravamo seduti uno accanto all'altro, e la sua mano pian piano si avvicinò alla mia. D'un tratto la mia birra volò in aria. Lui mi prese il volto e mi baciò. 
Non paragonare quel bacio a quello che c'era stato tra me e Caren fu impossibile. Lui era stato delicato, dolce. Nei suoi baci c'era affetto, amore forse. In questo invece più che altro c'era passione. Harry mi stava baciando con davvero tanta passione. Lo sentivo.
Le sue labbra si intrecciavano con le mie freneticamente. Tremavo. Non perchè non mi sentissi al sicuro tra le sue mani. Tremavo perchè quel momento l'avevo sognato, e ora avevo paura di svegliarmi nel mio letto e non ritrovarmi seduta li terra con lui. 
≪È una vita che ti aspetto≫ mi sussurrò mentre spostava le sue labbra dietro il mio orecchio e poi sul mio collo. Lo fermai. Non insistette e si tirò leggermente indietro. Mi guardò negli occhi e mi accarezzò il viso. 
«Scusa» mi uscì spontaneamente.
«Tranquilla piccola» rispose lui cacciando via ogni mia preoccupazione.
Squillò il suo telefono, e dal nome capì che era Louis.
«Ma dove sei finito?!» lo sentì urlare.
«Sto arrivando, mi sono allontanato un attimo ma ora sto tornando. Due minuti e sono lì» ribattè lui con un tono che avrebbe rassicurato chiunque in qualsiasi momento.
Chiuse la telefonata e si alzò in piedi. Mi porse la mano, mi aggrappai a lui e tirò su anche me. Iniziammo a tornare verso il locale e quando fummo arrivati notai che quel posto si era svuotato almeno del 70% delle persone che c'erano prima. 
Probabilmente era passato parecchio da quando eravamo 'scappati'. Senza rendercene conto avevamo trascorso più di quanto credevamo lì nascosti ed estraniati dal resto del mondo.
Quando ci vide Louis saltò addosso ad Harry e lo stese per la troppa forza con cui l'aveva fatto. Mi scappò una risata. Vederli lì per terra, stesi, abbracciati l'uno all'altro. Era strano, ma era anche divertente. Quei due si volevano veramente bene. 
Mi si avvicinò Isabelle e mi chiese dov'ero stata. 
«Dopo ti spiego tutto...» le dissi e le feci un occhiolino. 
Imrpovvisamente un senso di colpa mi pervase. Salutai Harry con un bacio sulla guancia, dissi a Isabelle che dovevo andare via e che le avrei spiegato tutto più tardi, corsi in macchina e partì ad una velocità che andava ben oltre i limiti prescritti.
Quando arrivai parcheggiai la macchina non curandomi che fosse fuori dalle strisce e bussai subito il citofono. 
«Sono io apri ti prego» dissi prima che avesse il tempo di pronunciare il tipico 'chi è?'.
Non esitò e mi aprì. Mi venne in contro nelle scale. Nel vederlo scoppiai a piangere. Non lo so perchè, ma mi fece quell'effetto. 
Non lo lasciai parlare. Baciarlo fu la prima cosa che mi venne in mente, e probabilmente fu anche la migliore che avessi potuto fare. Ricambiò il bacio, ma poi mi fermò.
«Aspetta Karen, che ti è successo?» mi chiese preoccupato.
«Niente».
«Non ci credo».
«Niente ti ho detto!» gli urlai mentre le lacrime scendevano ancora più freneticamente.
Mi strinse così forte nel suo abbraccio che quasi non riuscivo a respirare. Ma non avrei mai opposto resistenza, non verso le sue braccia. 
«Continua a stringermi ti prego» furono le uniche cose che riuscirono a uscire dalla mia bocca. 
  
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