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Autore: LH2    16/08/2012    3 recensioni
Lo guardavo estasiata mentre camminavamo nel vicolo di Becmead Avenue, non solo perche' fosse tremendamente bello ma perche' per quanto non volesse darlo a vedere era protettivo, fin troppo geloso e inaspettatamente intelligente. Si giro' di scatto e si accorse che lo stavo fissando, sorrise mostrando i denti bianchissimi ma non disse nulla. Continuava a fumare l'ennesima sigaretta senza battere ciglio, guardando davanti a se', incurante della sua stessa bellezza.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Con la testa appoggiata sul finestrino guardavo le immagini sfocate delle strade ancora affollate di Londra. Zayn era anch'esso seduto sul sedile posteriore della macchina, ben distante dal mio corpo; Louis guidava silenzioso mentre Liam accanto a lui, teneva il telefono tra le mani, probabilmente messaggiando con qualcuno. Da dopo che avevamo incontrato Sam, io e il moro non ci eravamo piu' rivolti parola; l'avevo lasciato a parlare con la sua ex fiamma e me l'ero svignata dentro, incapace di sopportare ancora per molto i loro sguardi languidi. Era piuttosto evidente quanto Zayn fosse ancora innamorato di lei: si erano lasciati solo perche' la riccia era stata costretta a partire per Parigi con la madre, per questioni lavorative. Sapevano bene tutti e due che una relazione a distanza sarebbe stata quasi impossibile da portare avanti, cosi', con i cuori in frantumi, avevano messo un punto alla loro storia, convinti del fatto che in quel modo non avrebbero distrutto il bel rapporto che avevano costruito fino a quel momento. Zayn non l'aveva mai dimenticata, evitava di parlare di lei ma per quanto bene lo conoscessi, sapevo che le mancava terribilmente. Su Sam invece, avevo provato in tutti i modi a trovarle dei difetti; mi costrinsi addirittura a credere che stesse prendendo in giro Zayn e che non lo amasse veramente, ma per quanto mi sforzassi non riuscivo a darle nessuna colpa. Era perfetta, e lui era perfetto per lei. C'era poco da stupirsi che in quel momento fossi caduta completamente in depressione, a rimproverarmi del fatto che mai e poi mai mi sarei dovuta prendere una cotta per il mio cugino di secondo grado. Cosa diavolo avevo in mente? Ero venuta a Londra per vederlo, per averlo il piu' vicino possibile ma speravo in qualcosa di irrealizzabile. Dovevo starmene a Roma, sarebbe stato meglio. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore e invece, cosa volevo ottenere? Ora che Sam era tornata tutti i miei piani erano stati smontati e iniziai davvero a considerare il fatto di fare un biglietto di ritorno per l'Italia. Feci un lungo respiro e mi voltai per guardare Zayn che dormiva, a mio avviso, in una delle posizioni piu' scomode del mondo. Non potevo basare la mia vita su di lui, per quanto bello, sexy, intelligente, onesto e puro fosse. Mio cugino, di primo, secondo o cinquantesimo grado non importava, era pur sempre mio cugino ed io dovevo togliermelo dalla testa. Forse Sam era arrivata al momento giusto, era pronta a rubarmelo dalle mani cosi' che non mi ci sarei potuta rovinare io; era la cosa migliore in quel momento. Dopo aver riflettutto in uno dei miei pochi momenti di lucidita', ritornai con la testa appoggiata sul vetro e aspettai impaziente di arrivare a casa.
Louis mi lascio' per prima -eccoci arrivati- bisbiglio' per non svegliare Zayn e Liam che si era accasciato anch'esso sul sedile. -grazie Lou. Piacere di averti conosciuto, sei una forza della natura, sappilo- risi, prima di sporgermi per dargli un piccolo bacio sulla guancia. -il piacere e' stato tutto mio. Vediamoci uno di questi giorni, magari riandiamo a ballare che ne dici?- -tu dimmi dove e quando. Io ci sto sempre quando si parla di feste o discoteche- risposi facendogli l'occhiolino. -dai lasciami il tuo numero cosi' ci sentiamo- esclamo' lui, tirando fuori dalla tasca il suo cellulare. Glielo dettai e mi ripromise che mi avrebbe fatto uno squillo cosi' che anche io mi sarei memorizzata il suo. Cercai di fare il piu' piano possibile per non svegliare Liam e Zayn e sgattaiolai fuori dalla macchina. Corsi, per il troppo freddo verso il portone di casa e prima di chiudermi la porta alle spalle, feci cenno di saluto a Louis che sfreccio' via veloce. Quando entrai il silenzio calo' e l'unica idea che mi venne per eliminare tutti quei pensieri dalla testa fu buttarmi sul letto di peso.

Non avendo chiuso la sera prima le persiane, la luce del sole filtro' accecante dalla finestra, svegliandomi fin troppo presto per i miei standard. Mi stropicciai gli occhi e tirandomi lentamente su, notai di essere ancora vestita con gli stessi abiti della sera prima. Non volevo osare guardarmi allo specchio, perche' cio' che avrei visto non sarebbe stato un bello spettacolo, ne ero certa. Ciondolai verso il bagno, decisa a darmi una sistemata: aprii la doccia, aspettando che il vapore caldo riempisse la stanza. L'acqua bollente che scivolava sul mio corpo mi diede la forza per riprendermi dalla serata precedente ma soprattutto per schiarirmi le idee; i miei piani si erano capovolti nel giro di poche ore, adesso ero passata al piano B: dimenticare Zayn, per i limiti del possibile. E l'unico modo era evitarlo. Londra era grande, nonostante abitassimo vicini sarebbe stato difficile incontrarlo; ok che non conoscevo nessun altro che lui ma non mi consideravo di certo un'asociale incapace di rapportarsi con il mondo esterno. Mi sarei vestita, coperta bene e sarei uscita a farmi un giro, magari fosse stata la volta buona che avessi incontrato l'anima gemella. Scossi la testa tra me e me e dopo aver ragionato sulla cazzata che avevo appena sparato, mi insaponai bene, sperando che anche il trucco colato sparisse dal mio viso. Volevo che si cancellasse ogni minimo ricordo della sera precedente: tutto tranne Louis. Louis e Liam. Cavolo se era bello, non facevo che ripetermelo; quel sorriso non riuscivo a staccarmelo dalla testa, e poi era straordinariamente educato, divertente e sexy. Quell'ultimo pensiero mi fece trasalire: Zayn era probabilmente la persona piu' sexy che avessi mai visto. Quando mostrava i denti bianchi e perfettamente allineati, mi saliva un tremolio dalle mani fino alla punta delle orecchie, che era difficile da nascondere. Ogni parte di lui trasudava sex apeal, c'era poco da discutere. Improvvisamente spensi l'acqua, accorgendomi del sorrisetto sghembo e degli occhi lucidi che erano comparsi sulla mia faccia: perche' cavolo continuavo a pensarlo? Un momento prima c'era Liam e quello dopo contemplavo il viso d'angelo di Zayn. Ma che angelo, era il diavolo in persona quello li. Infuocava tutto cio' che lo circondava, infuocava me ogni volta che incrociavo i suoi occhi. Mi sciacquai velocemente, giudicando quella doccia tutto fuorche' rilassante o terapeutica; prima sarei uscita meglio sarei stata. Mi attorcigliai l'asciugamano tra i capelli e mi allacciai l'accappatoio ben stretto in vita; avevo bisogno di uscire di casa, magari farmi un giro per la citta'. Tutto cio' che volevo era cambiare aria, e per quanto quella londinese fosse nebbiosa e piena di smog, la giudicavo la medicina migliore. Mi phonai i capelli per non rischiare di prendermi una bronco polmonite e uscii dal bagno, diretta verso la camera da letto. Mi infilai delle calze di lana nere, con sopra degli shorts dello stesso colore; una felpona rossa e bianca di Gap e le ormai consumate converse bianche, che non le lavavo da chissa quanto tempo. Cliccai un tasto a caso sul cellulare per guardare l'ora e notai di avere tre chiamate perse: Zayn. Che voleva ancora? Sbuffai, maledicendolo con il pensiero visto che stava gia' mandando a puttane il mio obiettivo di dimenticarlo, e premetti il tasto rosso per cancellare le chiamate. Non lo avrei di certo richiamato altrimenti il piano B sarebbe crollato con piu' facilita' del piano A. E di certo, un piano C ancora non lo avevo progettato. Presi una tracolla, ci infilai cellulare, portafoglio, oistercard e delle cuffiette per poi chiudermi la porta alle spalle e uscire di casa. Il freddo era pungente e valutai per un attimo di tornare indietro e ributtarmi sotto le coperte; scossi nuovamente la testa, come se quel gesto potesse convincermi di piu' e mi avvicinai alla fermata del 159. Una volta salita, decisi che sarei scesa appena avessi visto una caffetteria abbastanza accogliente in cui fiondarmi dentro e prendermi un cappuccino bollente, con magari vicino una brioche. Ammiravo le casette a schiera e i giardini pubblici immensi: non c'era cosa piu' bella che stare seduti in uno di quegli autobus rossi a due piani, magari al secondo livello, in prima fila di lato, con la tua musica preferita tra le orecchie, ad osservare quel caos cosi' ordinato qual'era Londra. Per me era tutto perfetto, neanche Zyan, Sam o Liam avrebbero potuto distogliermi da quella tranquillita'.
Proprio in quel momento mi salto' all'occhio uno Starbucks, uno dei tanto oserei dire; cosi' prenotai la fermata e scesi di corsa dal bus. Feci giusto in tempo ad entrare nel localetto abbastanza affollato che inizio' a piovere. Classico. Mi misi in fila, aspettando il mio turno.
Passarono pochi minuti prima che un ragazzo riccio dagli occhi verdi si volto' a me con aria scocciata. -Dimmi- esclamo' con un sorriso sforzato. In quel momento sarebbe voluto essere ovunque tranne che li, a giudicare dalla sua faccia. -mmmmh- dissi pensando un attimo a che tipo di muffin scegliere. -non possiamo stare qui tutta la giornata- sussurro' lui sbuffando. Lo guardai accigliata -se preferisci me ne vado proprio cosi' ti evito il disturbo- risposi irritata. Lui alzo' gli occhi al cielo e ripresentandomi quel sorrisetto fastidiosamente finto, ripete' -cosa desidera allora?- -un muffin con i frutti di bosco, grazie- risposi senza neanche aver avuto il tempo di scegliere. Mi aveva messo l'ansia, possibile che non potevo neanche prendermi il tempo di decidere quale maledetto muffin mangiare?! -e comunque non credo che con quella faccia tu riesca ad avvicinare molti clienti. Scapperanno, te lo assicuro- esordii sincera, aspettando che facesse lo scontrino. Il riccio mi guardo' di sottecchi, sogghignando -se sono eterni indecisi come te allora meglio perderli che trovarli- rispose ridendo. Mi aveva appena invitato gentilmente ad andarmene?! -non stai migliorando la situazione, lo sai vero?!- risposi infastidita. -hai azzardato questa affermazione prima ancora che ti pagassi. Non mi sembri molto intelligente..- lo guardai con i soldi ancora chiusi nella mano, senza la minima voglia di aprirsi e far scivolare le monete sul piattello della cassa. -credo che il gelo e la pioggia che ci sta fuori ti costringera' a lasciarmi quei soldi e prenderti il cappuccino e il muffin che hai appena ordinato- rispose sicuro di se'. Scossi la testa, incapace di ribattere a quella realta' e mi allontanai dal bancone aspettando li' accanto che fosse pronto il cappuccino. Mi guardai intorno cercando con gli occhi un posto in cui sedermi quando mi salto' all'occhio un annuncio attaccato sulla parete di fronte a me. -state cercando del personale?- chiesi al riccio, affacciandomi dal bancone. Si giro' verso di me, chiudendo il tappo del bicchiere di cartone. -il cartello mi sembra piuttosto chiaro..- rispose con la sua solita faccia insopportabile. Volevo evitare di fare polemica e poiche' quel lavoro mi sembro' la soluzione migliore ai miei turbamenti amorosi, decisi di sorvolare. -vorrei provare se e' possibile- dissi decisa, aprendo una bustina di zucchero. -tu?!- fece lui sorpreso. -no, quella signora sulla settantina dietro di me- risposi sarcastica. -i minorenni non li assumiamo..- esclamo' secco. Lo guardai con la faccia di una che sta per avere un attacco omicida -non sono minorenne e tu mi sembri un pochino troppo saccente- gli avrei volentieri versato il cappuccino fumante su quelle fossette indisponenti. -scusa baby, e' che sembra tu abbia quindici anni- rise, appoggiando i gomiti sul bancone. Baby? Davvero?! Possibile che l'universo mi voleva cosi' male da farmi ricordare Zayn in ogni minimo secondo della mia vita?! -primo: non mi chiamare baby. Secondo: sorvolero' al fatto che tu mi abbia appena dato della quindicenne, quando ne ho diciannove. Terzo: stai qui, flirtando con me, quando c'e' una fila di persone che aspetta che tu le serva- risposi piu' strafottente di lui. Ci stavo quasi prendendo gusto a rispondergli in quel modo. Il riccio mi guardo' accigliato -con che presunzione affermi che io stia flirtando con te?- disse sorridendo prima di avvicinarsi alla cassa. Alzai gli occhi al cielo, non prendendo in considerazione la sua espressione da pervertito, e mi avvicinai anch'io ad essa. -allora sono in prova?!- chiesi, affacciandomi con il cappuccino tra le mani. -vieni domani mattina alle sette- -alle sette?!- esclamai a voce troppo alta. La gente si giro' confusa a guardarmi -alle sette si. Vorrei essere sicuro di non aver fatto una cazzata ad averti assunto- -ma tu non mi hai assunta..- lo corressi. -lo vuoi o no questo lavoro?!- continuo' mentre faceva lo scontrino ad un signorotto che era gia' abbastanza infastidito dalla mia presenza e dal mio continuo parlare con colui che avrebbe dovuto servirlo. -vabe' ci vediamo domani mattina alle sette, ho capito- sbuffai, dirigendomi alla poltrona che avevo adocchiato poco prima. Neanche feci in tempo a sedermi che notai che mancava la cosa principale; feci dietro front e tornai al bancone. -ehm ehm- mi schiarii la voce. -Harry..- fece lui, avendo capito la mia insinuazione. -Harry- ripetei -il mio muffin..- dissi allungando la mano. Lo prese velocemente da dietro il vetro e me lo diede, per poi tornare a servire le altre nove persone che aspettavano impazienti il loro caffe'. Risi sotto i baffi pensando a tutto il lavoro che gli sarebbe spettato quel giorno di pioggia. Avrebbe dovuto per forza placare il suo umore.
Poi riflettei meglio: il giorno dopo sarebbe toccato a me, ma se non fosse stato per quell'insopportabile Harry, senza voglia di fare nulla e con un ego grande quanto una casa, sarei stata felice e stranamente eccitata di iniziare quel nuovo lavoro. Mi spaparanzai sulla poltrona sorseggiando il mio tanto agoniato cappuccino caldo. Tuttavia il muffin ai frutti di bosco non riuscii ad addentarlo in tempo, prima che il cellulare suonasse. Ero gia' pronta a premere il tasto rosso, quando lessi il nome di Louis sullo schermo. Feci un grande sorriso -hey Lou!- dissi euforica. -solo alle mie chiamate non rispondi?!- quella voce non era decisamente di Lou.









Allora premettendo che devo scappare, volevo solo farvi un salutino! Come potete vedere ho introdotto un nuovo personaggio! Forse Hazza e' in un contesto un po' particolare ma ho provato ad immaginarmelo cosi'! Volevo ringraziare chi segue, recensisce o anche semplicemente legge la storia!
Scappo! Vi adoro, xx
   
 
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