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Autore: Padfoot_    16/08/2012    3 recensioni
-Hogwarts sembra sempre la stessa, io non ho notato nulla d’insolito..- borbottò Hermione fra sé e sé
-A parte i musi appesi dei Tassorosso, vorrai dire..- le rispose Draco, spaparanzandosi comodamente sul letto.
-Sinceramente ero troppo distratta dai Serpeverde che facevano baldoria..sembra che la tragedia non li abbia toccati neanche un po’..-
-Oh andiamo, anche i Grifoni e i Corvi facevano baccano..- le fece notare lui, alzando gli occhi al cielo.
Hermione lo fulminò con lo sguardo.
-Senti, Granger- esordì Malfoy, mettendosi a sedere e fissandola con espressione decisamente seria –Dovremo convivere in questa stanza e soprattutto collaborare- mise particolare enfasi nell’ultimo verbo –Per acciuffare il colpevole e spedirlo per direttissima dai dissennatori a calci in culo. Cerca di chiudere un occhio sul fatto che sono un Serpeverde, che non mi sopporti e che mi inceneriresti volentieri seduta stante, ok? Renderai il lavoro di entrambi molto più semplice-
Hermione annuì, sospirando: -Hai ragione, perdonami. E’ che le vecchie abitudini sono dure a morire..-
Già..tregua?- propose il biondo, tendendole una mano.
-Tregua- acconsentì la ragazza, stringendola con foga.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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-Hogwarts sembra sempre la stessa, io non ho notato nulla d’insolito..- borbottò Hermione fra sé e sé, aprendo il baule e cominciando a riporre i vestiti nell’armadio a fianco del suo baldacchino.

-A parte i musi appesi dei Tassorosso, vorrai dire..- le rispose Draco, che aveva schiaffato il suo baule, ancora pieno, sotto al letto e ci si era spaparanzato sopra comodamente, con le braccia incrociate dietro al collo e lo sguardo fisso sopra di sé.

-Sinceramente ero troppo distratta dai Serpeverde che facevano baldoria..sembra che la tragedia non li abbia toccati neanche un po’..- sibilò lei fra i denti, irritata dal fatto che quando aveva aperto bocca non si stava propriamente rivolgendo al ragazzo..più che altro stava riflettendo ad alta voce.

-Oh andiamo, anche i Grifoni e i Corvi facevano baccano..- le fece notare lui, alzando gli occhi al cielo.

Hermione lo fulminò con lo sguardo.

-Senti, Granger- esordì Malfoy, mettendosi a sedere e fissandola con espressione decisamente seria –Dovremo convivere in questa stanza e soprattutto collaborare- mise particolare enfasi nell’ultimo verbo –Per acciuffare il colpevole e spedirlo per direttissima dai dissennatori a calci in culo. Cerca di chiudere un occhio sul fatto che sono un Serpeverde, che non mi sopporti e che mi inceneriresti volentieri seduta stante, ok? Renderai il lavoro di entrambi molto più semplice-

Hermione annuì, sospirando: -Hai ragione, perdonami. E’ che le vecchie abitudini sono dure a morire..-

-Già..tregua?- propose il biondo, tendendole una mano.

-Tregua- acconsentì la ragazza, stringendola con foga.

 

Hermione era china su un mucchio di carte dietro la scrivania dell’ufficio che la McGranitt aveva riservato solo ed esclusivamente per le loro indagini.

Draco era in piedi davanti alla porta e si limitava a osservarla con aria perplessa.

-Che c’è Malfoy, ho qualcosa fra i denti?- si decise finalmente a chiedergli lei, che con gli occhi di lui puntati addosso non riusciva a concentrarsi.

-No, no..è solo che..- Draco lasciò la frase a metà scuotendo il capo.

-E’ solo che..?-

-Niente, niente..non mi va di discutere anche per questo-

La riccia sbuffò.

 -Parla. Tanto comunque queste non mi portano da nessuna parte- disse, alludendo alle varie mappe di Hogwarts e ai registri degli studenti che fino a un minuto prima stava studiando con tanto interesse.

-Secondo me stiamo sbagliando metodo, ecco- si decise a confessare lui, alzando le spalle.

-Metodo?-

-Si, metodo. Possiamo star qui sommersi dalle scartoffie fino a domani mattina, senza risolvere nulla. Non è così che arriveremo a capo del mistero: per quel che mi riguarda dovremmo mischiarci agli studenti, chiedere a loro, tentare di ottenere indizi, provare a mettere insieme i pezzi del puzzle..-

Hermione aveva l’espressione di chi ha appena ricevuto un bolide in piena faccia.

-Ma chi sono io per dirti come fare il tuo lavoro? Torna alle carte, forse riuscirai a capirci qualcosa..- si affrettò a concludere il biondo, tentando di riparare il danno che aveva fatto.

La riccia prese a respirare profondamente, prima dal naso e poi dalla bocca. Era rossa in viso e aveva uno sguardo talmente incattivito che a Draco ricordava quello di sua zia Bellatrix.

-Sul serio, non devi darmi retta per forza..fa’ come ti pare..- ribadì, fingendo una serenità che in quel momento proprio non aveva.

Hermione lo fulminò con lo sguardo: -Sai che c’è, Malfoy? Che, accidenti a te e a Salazar Serpeverde..potresti avere ragione!-

Draco, senza riuscire a contenersi, scoppiò a ridere: -Accidenti a me e a Salazar Serpeverde?- ripetè, tenendosi le costole.

La riccia alzò gli occhi al cielo –Io ti odio. A che gioco sta giocando Kingsley? Metterci in coppia..ma come diavolo gli è venuto in mente?-

-Ah, non chiederlo a me. La mia ipotesi è che ci sia una telecamera nascosta da qualche parte o qualcosa del genere e che al ministero si stiano facendo tutti quanti grasse risate a spese nostre..-

Hermione fece per rispondere: -Per la millesima volta, aggeggi babbani come le telecamere non sono permessi a Hog..-

Quando Draco la interruppe, alzando una mano: -A Hogwarts, si..lo so. Era solo una battuta..-

-Fai meno lo spiritoso e mettiamoci a lavoro!- lo rimbeccò la ragazza, sistemando le carte in pila sulla scrivania e alzandosi in piedi.

-Signor si signore! – trillò Malfoy, mettendosi sull’attenti.

 

-Jared Flicht- chiamò Hermione, vedendosi comparire davanti un ragazzino del quarto anno, terrorizzato.

Lo fece accomodare di fronte a lei, dall’altro lato della scrivania, e gli sorrise affettuosamente.

-Allora Jared, conoscevi Ted, giusto?- gli chiese con delicatezza.

Il ragazzo annuì.

-Cosa puoi dirmi di lui?-

Jared non rispose. Si limitava a fissarla con espressione sconcertata.

-Lo so che è difficile parlarne, credimi, vorrei non doverti fare questa domanda ma devo. Cosa puoi dirmi di lui?- ripetè.

-Io..Io..Eravamo amici, nulla di più. Era un ragazzo molto timido, nessuno lo conosceva davvero bene. So solo che era..era..era simpatico..era bravo a scuola..molto..il migliore quasi in tutte le materie..-

-Stai andando benissimo, Jared- gli sorrise Draco, incoraggiante. Era in piedi dietro ad Hermione e stava registrando con una prendi appunti tutte le parole del ragazzo.

-Io..io non so dirvi altro..-

-Non preoccuparti, va benissimo così..puoi andare..uscendo puoi, per favore, fare entrare al posto tuo..- Hermione s’interruppe per consultare la lista di alunni che le aveva dato la McGranitt –Loisa McNigen?-

Jared fece segno di si con la testa prima di alzarsi ed uscire dalla stanza in tutta fretta.

Al suo posto entrò una ragazzina con le lacrime agli occhi e una scorta di fazzoletti tra le mani.

-Tutto bene?- le chiese Hermione.

La ragazza annuì, tirando su col naso.

-Cosa volete sapere?- chiese, pratica.

Stavolta fu Draco a rispondere: -Tutto quello che puoi dirci su Ted-

Lei scosse il capo: -Non so dirvi molto. Era riservato. Timido. Tutto quello che posso dirvi su di lui..ho conosciuto i genitori all’inizio di quest’anno..l’hanno accompagnato al binario..simpatici, bonari..pur essendo babbani si sforzavano di supportare il figlio..l’hanno accompagnato fin dentro lo scompartimento e Ted..lui si è seduto vicino a me durante il viaggio..io..- s’interruppe, singhiozzando.

Hermione decise che non era il caso di andare oltre: -Grazie Loisa, ci sei stata di grande aiuto..-

La ragazza si alzò di scatto, guardando Draco come a volergli chiedere il permesso per andarsene.

-Va pure- disse quest’ultimo, indicandole la porta con la mano.

-Che dici, facciamo entrare Steve Garson?- gli chiese Hermione, accennando alla lista che aveva ancora fra le mani.

-Lo vado a chiamare..- rispose Draco, avviandosi a grandi passi verso la porta e rientrando pochi secondi dopo con un ragazzino alto almeno un metro e ottanta.

Lui non sembrava scosso né impaurito. Era semplicemente assente: sguardo vitreo, bocca semi aperta..

-Steve?- lo chiamò Hermione, scuotendogli una mano davanti agli occhi.

Quello la guardò come se fosse matta: -Scusate io non posso. Non posso, non posso, non posso, non posso..- continuava a dire, come un disco rotto.

Draco si voltò verso la riccia, regalandole un’occhiata eloquente.

Hermione annuì.

-Vieni con me, Steve..usciamo di qui..sù..- lo confortò a quel punto il biondo, accompagnandolo fuori.

 

Hermione era di nuovo seduta dietro la solita scrivania.

Intinse la piuma nella boccetta d’inchiostro e iniziò a scrivere:

Ted McQueen. Tassorosso. Babbano di nascita. Ottimo studente. Timido.

Draco le passò accanto, sbirciando la pergamena.

-Timido?- ripetè, ridacchiando: -A cosa pensi ci possa servire appuntarci che il ragazzo era timido?-

La riccia scrollò le spalle, senza neanche degnarsi di rispondere.

Poi ripose con cura la piuma e arrotolò la pergamena, stipandola nel cassetto e sigillando quest’ultimo con la magia.

-Ecco fatto- annunciò, alzandosi e dirigendosi verso la porta.

-Dove vai?- le chiese Draco, rincorrendola.

-A fare un giro nella sala comune dei Serpeverde, vieni con me?-

Il biondo la raggiunse e la tirò per un braccio, costringendola a voltarsi.

-Come mai dai Serpeverde?- chiese, fingendo di non capire.

-E’ stato assassinato un mezzosangue, Malfoy. Un mezzosangue- rispose lei, gelida.

Draco si rabbuiò improvvisamente: -E con questo?- sbottò.

-Oh beh i Serpeverde sono famosi per essere allegri compagnoni dei maghi col “sangue sporco”, no? E’ risaputo-

-Stai scherzando, spero-

Hermione, in silenzio, riprese a camminare.

-Hey, Granger, io sono serio. Non puoi fare irruzione nella sala comune dei Serpeverde e interrogarli a uno a uno solo per un tuo stupido pregiudizio..- le urlò dietro lui, piccato.

La riccia si voltò allargando le braccia, senza però fermarsi: -Certo che posso ed è proprio quel che farò!- concluse, continuando a marciare decisa verso i sotterranei.

Draco prese a correre e le si parò davanti: -No- disse, bloccandole il passaggio con aria di sfida.

-Come sarebbe a dire, no?-

-Sarebbe a dire che non ti lascerò insinuare che l’assassino sia un Serpeverde senza uno straccio di prova. E’ tremendamente ingiusto-

Hermione rise, sprezzante: -Senza uno straccio di prova? E anni e anni di insulti? A me e a chiunque abbia avuto la “sfortuna” di nascere da genitori babbani? Non è abbastanza per te, signor “sono-un-Malfoy-ho-il-sangue-blu-guai-a-chi-mi-tocca!”?-

Draco ringhiò, visibilmente arrabbiato: -Granger, così come tu non hai scelto i tuoi genitori, che saranno sicuramente persone meravigliose, io non ho scelto i miei, che erano dei vigliacchi. Sono cresciuto nella merda, sono stato allevato da una merda d’uomo. Ma ora sono io l’uomo, sono diventato un uomo, e so la differenza tra ciò che giusto e ciò che è sbagliato. Tra quel che si fa e quel che non si fa. Tra bene e male. Oggi posso affermare con tutta sicurezza che tu sei una strega migliore di me anche se il tuo sangue non è blu, come dici tu. Quindi non mettere in mezzo la storia del “sono-un-malfoy e blablabla” perché con me non attacca. Ok? E, tornando al discorso di prima, l’assassino potrebbe essere un Serpeverde come un Grifondoro o un Corvonero o addirittura un Tassorosso. Si, i pupilli di Salazar sono famosi per essere purosangue e tutte quelle cazzate lì ma questo non ti da il diritto di accusarli senza un movente logico che non sia un pregiudizio..-

Hermione rimase a bocca aperta, colpita da quel discorso.

Voleva rispondere, voleva davvero rispondergli a tono perché era semplicemente furiosa: anche se una vocina da qualche parte nei meandri del suo cervello le stava dicendo che Malfoy aveva ragione, che non poteva interrogare i Serpeverde così, su due piedi, per uno suo stupido pregiudizio..lei era comunque furiosa. Chi diavolo era quel biondo allampanato per dirle quello che poteva o non poteva fare?

Respirò profondamente, tentando di calmarsi: -Ok. Per stasera non interrogherò i Serpeverde. Ma domani parleremo con la McGranitt e le chiederemo il permesso di interrogare chi ci pare e piace..-

Draco stava per interromperla, il viso ancora contratto per il nervosismo, quando Hermione lo precedette, continuando a parlare decisa a far valere la sua opinione: -Sta’ tranquillo, non è mia intenzione interrogare solo i Serpeverde. Anche i Grifondoro, i Corvonero e i Tassorosso avranno una bella strigliata-

Concluse,  facendo dietro front e tornando verso lo studio.

Il biondo sospirò: -Grazie..- disse, fra sé e sé.

Hermione fece finta di non sentire quel ringraziamento sussurrato fra i denti che però la fece sorridere sotto i baffi: anche Malfoy era un essere umano, fatto di carne e sangue, come tutti quanti..

Buono a sapersi.

 

Quella notte Hermione dormì malissimo. Draco non faceva altro che agitarsi, mugugnare e parlare nel sonno. Si alzò perfino un paio di volte per buttarsi sotto la doccia ma neanche quello sembrò sortire alcun effetto sui suoi nervi. Appena si infilava di nuovo sotto le coperte e chiudeva gli occhi gli incubi continuavano e così anche le sue urla e gli strepiti..

La riccia rimase perfettamente sveglia tutta la notte anche se evitò di darlo a vedere: il più delle volte fece finta di dormire più che profondamente.

Voleva evitare di dover parlare con Malfoy di questa situazione il giorno dopo..e voleva risparmiargli l’umiliazione di doverle spiegare il perché di tutto quel baccano.

Anche se non serviva un genio per capirlo. Anche Malfoy, come lei, come Harry, come Ron, come Ginny, come tutti loro, aveva vissuto la seconda guerra magica, anche se da un altro punto di vista.

C’erano notti in cui, per Hermione, il ricordo degli orrori che aveva vissuto era talmente schiacciante che le impediva di respirare.

Ginny, dopo la morte di Fred, si era svegliata in lacrime, urlando, per settimane se non mesi e poco tempo fa Harry, confidandosi con l’amica, le aveva raccontato che a volte succedeva ancora.

Era più che normale.

Ed era una cosa così triste..

 

La mattina dopo i due trovarono la colazione sui rispettivi comodini.

Hermione, che si era ovviamente alzata di pessimo umore, non toccò neanche una briciola di quello che gli elfi domestici si erano premurati di portarle.

Aveva lasciato perdere il CREPA tanto tempo fa e si era rassegnata al fatto che, di natura, gli elfi erano creature servizievoli e che liberarli sarebbe stata una forzatura inutile. Ma addirittura la colazione a letto? Quello era troppo.

Draco la guardava senza capire: -‘Erchè on ‘cchi ‘bo?- farfugliò con la bocca ancora piena di torta di melassa.

-Scusami?- fece lei, piccata.

-No, scusami tu. Avrei dovuto ingoiare prima di parlare- le sorrise lui, dopo aver mandato giù il boccone. Si pulì educatamente la bocca con un fazzoletto e mandando giù un bicchiere d’acqua in un nano secondo: -Perché non tocchi cibo?- ripetè poi, quando ebbe finito di bere.

-Non ho fame- si limitò a rispondere Hermione, scrollando le spalle.

-Contenta tu- commentò lui, facendo sparire con un “pop” entrambi i vassoi.

-Li ho rimandati in cucina..- disse in risposta allo sguardo perplesso della ragazza.

Hermione era sempre più basita: -Potevano farlo gli elfi. Sai, avrebbero provveduto appena noi ci fossimo distratti- gli fece notare.

Draco scosse il capo –Sarà, ma hanno tante di quelle cose da fare che perdere mezzo minuti per rispedire la colazione al mittente non mi sembra tanto gravoso..-

 

-Come pensi di procedere?- chiese Hermione, sprofondando in una delle poltroncine del loro affezionato studio.

Stavolta era Draco ad essere piazzato dietro la scrivania, sommerso dalle carte: -Mhh, non saprei. Interrogare tutta la scuola è impossibile..possiamo restringere il cerchio ai purosangue..-

La riccia scosse il capo: -No, no..il colpevole potrebbe anche essere un mezzosangue un po’ tocco. Ti ricordo che Lord Voldemort, il più grande sostenitore delle “razze pure”, era nato babbano..-

Draco annuì, pratico: -E allora che si fa?-

-Non saprei..potremmo parlare con i professori. O meglio, con i direttori delle varie case per chiedere loro se sanno o sospettano qualcosa..-

Stavolta fu lui a scuotere il capo, profondamente convinto –Non possiamo basarci sui tuoi pregiudizi così come non possiamo basarci su quelli del corpo insegnanti..- le fece notare.

Hermione sbuffò: -Io non vedo altro modo..-

Proprio in quel momento furono interrotti dalla McGranitt che fece irruzione nella stanza con gli occhi di fuori e la solita crocchia tutta scompigliata: -Granger, Malfoy, con me in infermieria-

-IMMEDIATAMENTE!- aggiunse poi, uscendo a velocità della luce, il mantello che le svolazzava tra i piedi.

 

L’infermeria era pulita e accogliente come al solito. C’era ancora Madama Chips, anche se era visibilmente invecchiata, che faceva avanti e indietro fra i letti degli studenti malati e / o feriti.

L’ultimo letto della stanza era l’unico ad avere le tende tirate. Chissà chi o cosa nascondeva..

La McGranitt era in un angolo, impegnata a parlare fitto fitto con l’infermiera. Dopo qualche minuto le due si congedarono e madama Chips si diresse verso il letto dalle tende tirate, fermandosi ogni tanto qua e là per controllare gli altri occupanti dell’infermeria.

Draco ed Hermione aspettavano educatamente la preside, in piedi, davanti all’ingresso.

Finalmente la McGranitt si decise ad andare verso di loro con un espressione di profonda preoccupazione dipinta sul viso.

-Una ragazza del terzo anno è stata trovata ferita in uno dei bagni del secondo piano. E’ lì dietro le tende.. Poppy è riuscita a interrogarla prima che perdesse i sensi..dice che stava tentando di lavarsi le mani quando qualcuno le è comparso alle spalle e le ha lanciato uno schiantesimo..-

Hermione aveva drizzato le orecchie già da un po’.

Bagno del secondo piano..e la ragazza aveva “tentato” di lavarsi le mani..

-Professoressa, sa dirmi con precisione qual è il bagno in questione?-

-Il bagno del secondo piano, quello delle ragazze..-

-Il bagno del secondo piano, delle ragazze..professoressa, non sarà mica il bagno perennemente guasto di Mirtilla Malcontenta?-

La McGranitt spalancò gli occhi di colpo:-Ma certo! Certo! E’ perfettamente plausibile, adesso quel bagno è in uso..l’abbiamo fatto riparare tanto tempo fa..anche se ogni tanto fa ancora le bizze..-

Draco spostò lo sguardo dalla preside a Hermione e poi nuovamente da Hermione alla preside.

-Sareste così gentili da spiegarmi cosa..?-

La riccia lo interruppe: -Lei crede che sia ancora possibile..insomma, che qualcuno, che, che, che..-

-La camera dei segreti?- concluse la donna, con un brivido.

-E’ possibile, sì..- rispose infine, allontanandosi con un sospiro.

Draco era sconvolto: -La camera dei segreti? Cosa c’entra la camera dei segreti con tutto questo?-

Hermione fece un respiro profondo prima di iniziare a raccontare: -L’ingresso della camera dei segreti è situato nel bagno del secondo piano, quello che una volta era il bagno di Mirtilla Malcontenta. Basta parlare con i rubinetti, in Serpentese, e quelli si aprono lasciandoti un varco. E’ una cosa tremenda, tremenda..è un brutto affare..la camera dei segreti, questa proprio non ci voleva..-

Il biondo le posò una mano sulla spalla –Tu credi che la ragazzina stesse tentando di aprire la camera dei segreti o è stata una coincidenza?-

-Non lo so, può anche essere che è stata davvero aggredita come dice..aspetteremo domani per interrogarla- decise, salutando la Chips con la mano e alzando i tacchi.

 

Anche quella notte Hermione aveva dormito male. Draco aveva rinunciato completamente al sonno e si era chiuso in bagno a singhiozzare, sperando che la ragazza non lo sentisse. Lei, ovviamente, aveva sentito tutto e altrettanto ovviamente, per rispetto, aveva fatto finta di niente.

Il mattino dopo i due si alzarono di buona lena e, senza neanche fare colazione, trottarono in infermeria.

La ragazza stava meglio, era cosciente ed era perfettamente in grado di parlare anche se Madama Chips insisteva sul fatto che avrebbero potuto interrogarla quando lei l’avrebbe dimessa: -E’ stanca, non mi sembra il caso di metterla sotto pressione adesso..- continuava a ripetere, scuotendo il capo.

Draco le rispose con tono esageratamente gentile: -Ci servono le sue dichiarazioni a mente fresca, abbiamo bisogno di sapere le cose nei minimi particolari. Siamo auror, ci lasci fare il nostro lavoro..-

-Ma io sto tentando di fare il mio!- sbottò l’infermiera, spazientita: -Quella ragazza è ancora in convalescenza, non mi sembra proprio il caso che voi le..-

S’interruppe a metà frase. Minerva McGranitt era appena entrata nella stanza.

-Lasciali passare, Poppy- non era un’ordine né una richiesta: semplicemente, la preside aveva parlato.

La Chips si fece da parte, maledicendo il giorno in cui aveva accettato l’incarico di venire a lavorare qui a Hogwarts.

-Nessun rispetto per le cure mediche, nessun rispetto..- borbottò, allontanandosi.

-Granger, Malfoy: la ragazza è tutta vostra. Mi aspetto un rapporto completo sulla vicenda appena avrete finito di interrogarla. Nel mio ufficio, alle sette in punto- decretò, uscendo dalla stanza a grandi passi.

Hermione sospirò di sollievo: il suo intervento era stato la loro ancora di salvezza.

Si avvicinò al letto della vittima che aveva ancora le tende chiuse. La ragazza era minuta, pallida e aveva i capelli biondo sporco legati sopra la testa, in una crocchia. Sembrava stanca.

-Ciao..tu devi essere Teresa- la salutò Hermione, carezzandole la fronte con delicatezza.

-Teresa Bones- precisò la ragazza, mettendosi a sedere a fatica e ricambiando il saluto.

-Bones..sei per caso parente di Susan Bones?- chiese Hermione, ragionando ad alta voce.

La ragazzina scosse il capo: -I miei sono babbani, quindi ne dubito- confessò, scrollando le spalle.

-Interessante..- fece una voce da dietro le tende: era Draco.

-Posso?- chiese poi, spostando una tenda con una mano e lasciando intendere che le avrebbe voluto spostarle entrambe.

Teresa annuì e strizzò gli occhi quando la luce la colpì in piena faccia.

-Buongiorno!- la salutò il biondo, sfoderando il suo sorriso più ammaliante, targato Malfoy.

La ragazzina arrossì, prendendo finalmente un po’ di colorito.

-‘Giorno- balbettò, a mò di saluto.

Hermione alzò gli occhi al cielo: non era proprio il momento di perdersi in moine e carinerie.

-Allora, puoi raccontarci con precisione cosa ti è successo ieri?- chiese, in tono pratico.

-Ero a lezione di trasfigurazione, stavamo provando a trasfigurare una tazza di caffè in un furetto..-

Hermione, sentendo la parola furetto, si fece scappare una risatina e Draco alzò il pugno mimando un gesto decisamente poco fine.

-..quando la mia tazza è esplosa. Ero tutta sporca e così sono uscita per andarmi a lavare le mani. Ero in bagno e stavo tentando di aprire il rubinetto quando ho sentito qualcuno che sussurrava alle mie spalle..-

-Sussurrava?- ripetè la riccia, colpita.

-Si, come a voler imitare lo sciacquone di uno scarico..-

-O un serpente..- concluse Draco: -I conti tornano..-

Hermione gli tappò la bocca, posandoci sopra la mano.

-Continua pure il tuo racconto..- disse, rivolta a Teresa.

Quando mi sono girata ho visto un ragazzo. Aveva un libro in mano ed evidentemente stava leggendo qualcosa..quando si è accorto di me ha tirato fuori la bacchetta e io sono stata scaraventata al suolo. Ho perso i sensi, non ricordo più niente..mi ha trovato una mia compagnia di casa una mezz’oretta dopo, ancora svenuta..-

-Ero tanto spaventata..- aggiunse poi, quasi speranzosa, facendo gli occhi dolci a Draco che, in tutta risposta, le mise una mano sulla spalla accompagnando il gesto con un solidale –Lo so, lo so..-

La riccia sbuffò, spazientita: -Non sapresti dirmi vero chi è il ragazzo che ti ha aggredita? Oppure a che casa appartiene?-

La ragazza scosse il capo: -Era alto però. Molto alto. Doveva essere almeno del quinto anno se non più grande..-

Hermione annuì, grata di quell’informazione.

-Grazie mille, ci sei stata molto d’aiuto..ora ti lasciamo riposare..-

Draco gemette: -Non possiamo tenerle un altro po’ di compagnia?- chiese, sorridendo sotto i baffi.

Hermione lo afferrò per la collottola, trascinandoselo dietro: -Proprio no!- gli bisbigliò all’orecchio, salutando invece la ragazza con un sorriso a trentadue denti e richiudendole le tende.

-Ma ti ha dato di volta il cervello?- sbuffò, appena furono abbastanza lontani da non essere sentiti.

-Che ho fatto?- domandò lui, fingendosi innocente e mettendo su una patetica espressione da cane bastonato.

-Lo stronzo- rispose lei, sbuffando.

-Gelosa, Granger?- la punzecchiò il biondo.

-Ti piacerebbe..-

 

-Credi davvero che ci sia un nesso fra il bagno del secondo piano e i recenti avventimenti?- chiese Draco, servendosi di una porzione di torta di mele.

Erano scesi a cena in sala grande verso le cinque per essere sicuri di mangiare indisturbati.

-Ne sono quasi sicura- rispose Hermione, pulendosi la bocca con un tovagliolo.

-Che tipo di nesso esattamente?-

-Mhh. Sappiamo che l’assassino se la prende con i nati babbani perché siamo a quota due e secondo me non è un caso. Sappiamo anche che bazzica il secondo piano..è chiaro che sta tentando di riaprire la camera dei segreti. E’ il fine ultimo a sfuggirmi però..-

-Il fine ultimo?-

-Si. Il basilisco che abitava nelle condutture di Hogwarts è stato ucciso da Harry quasi dieci anni fa. Mi chiedo che utilizzo voglia fare il nostro uomo della camera..-

Draco alzò le spalle: -Magari è un caso-

-Magari no..- fece Hermione, fulminandolo con lo sguardo.

-Sarà..cosa può farci uno studente con un enorme stanzone vuoto?-

La riccia scosse il capo: -Non ne ho idea..purtroppo non ne ho la minima idea..-

 

Se possibile quella notte fu ancora più terribile delle precedenti.

Gli incubi di Draco sembravano essere davvero terrificanti.

Hermione si alzò, spazientita, e gli posò una mano sulla fronte nel tentativo di svegliarlo con una carezza: era febbricitante.

-Draco?- chiamò, sottovoce.

Nessuna risposta: il ragazzo continuava però ad agitarsi.

-Draco?- ripetè, delicata.

Ancora nessuna reazione particolare.

La riccia si sedette a terra ai piedi del letto del ragazzo e posò la sua mano in quella di lui, cominciando a carezzargli il palmo.

-Shhhhh, shhhh, shhh..va tutto bene..- gli sussurrò all’orecchio.

-Ci sono io qui, va tutto bene..-

-Mamma?- fece lui, mugugnando nel sonno.

-Sono Hermione..- fu la risposta della ragazza.

-Mamma..- insistette Draco, stringendole la mano e ricominciando a piangere.

Era scosso da singhiozzi violentissimi.

-Draco?- lo chiamò di nuovo lei, straziata.

Il biondo smise improvvisamente di agitarsi ma le lacrime continuavano a scendere, una dopo l’altra, in una folle cascata di dolore.

Hermione slacciò la sua mano da quella di lui per posargliela su una guancia e cominciare a carezzarlo dolcemente.

-Sono qui..- continuava a ripetere, come un disco rotto.

-Non andartene..- la supplicò lui, senza però aprire gli occhi.

Chissà che accidenti stava sognando.

Era una situazione davvero bizzarra: Hermione si sentì le guancie a fuoco e fu sorpresa di trovarle bagnate quando vi passò le dita per frizionarle.

Stava piangendo anche lei..

Sentiva un peso nello stomaco come se qualcuno le avesse improvvisamente fatto ingoiare mezza tonnellata di piombo..

Respirò profondamente e s’infilò, in silenzio, nel letto del ragazzo, stringendosi a lui nel disperato tentativo di farle sentire il suo calore: Draco infatti aveva ricominciato a tremare ed agitarsi, in preda a chissà quale follia.

Lo tenne stretto fra le braccia fino al mattino, carezzandogli i capelli biondo platino con tocco quasi materno..

Alla fine, verso le prime luci dell’alba, il ragazzo mosse un braccio spostandosi su un fianco e dandole le spalle ed Hermione decise che quello era il momento giusto per filarsela.

Essendo sicura di non riuscire a prendere nuovamente sonno scese le scale e si chiuse nello studio, acciambellandosi in poltrona con uno dei suoi amati libri, nel disperato tentativo di smettere di pensare a tutte le emozioni che la notte appena passata aveva portato con sé.

  
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