Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Gelidha Oleron    17/08/2012    2 recensioni
Un'imbranata, mia sorella. La tipica ragazza che sopporta senza lamentarsi, che soffre in silenzio e che cova passioni segrete per individui con le vene sporche.
Mi divertivo all'inizio: insomma, vederla aspettare ansiosa alla finestra che lui tornasse a cavallo dopo la caccia e scoprire che aveva con sè anche la bella Cecilia, mi faceva sbellicare dalle risate! Ed era questa una scena che si ripeteva quasi ogni sera, a volte il signorino si fermava al ruscello di fronte per dare da bere al cavallo. E lo so, cazzo se lo so, che mia sorella in quel momento avrebbe fatto di tutto pur di uscire e andare a parlargli. Lo vedevo dai suoi occhi acquosi e delusi. Mio padre ovviamente non sospettava niente, ma solo io con la mia acutezza di spirito ne ero a conoscenza.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hepzibah Smith, Merope Gaunt, Orfin Gaunt, Tom O. Riddle
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

ORFIN GAUNT

Avevo 24 anni quando fui rilasciato da Azkaban. Tornai nella vecchia baracca di Little Hangleton e scoprii che mia sorella era fuggita con quel sudicio Babbano che le piaceva tanto.

"Sgualdrina! Puttana! Ha disonorato la nostra famiglia!" il vecchio Orvoloson morì qualche anno dopo. Una spina di traverso o qualcosa del genere.

E prima di spirare, mi cedette il suo prezioso anello "Attento Orfin, che i serpenti ti cercano" furono le sue ultime parole in serpentese.

Ma non mi interessava più appendere serpenti morti sulle pareti. Non li degnavo neanche più di uno sguardo ormai, nemmeno quando mi strisciavano sulle caviglie in cerca di attenzioni.

Senza Merope la casa andò lentamente in rovina, proprio come me. Ero diventato uno di quei barbuti che scolano vino come se fosse acqua. Ero diventato mio padre.

Ma poi vedevo la casa grande lassù e pensavo a quanto fosse stupido Riddle, pensiero che all'inizio mi divertiva ma che poi si rovesciava in un misto di rabbia e odio convulsi.

Una giornata di metà luglio, quando avevo già mandato giù quattro fiaschette, mi ritrovai alla porta un ragazzo che mi fissava disgustato. Lo fissai anch'io e sembrò che il tempo non fosse mai passato: gli stessi occhi, gli stessi capelli e lo stesso pallore di tanti anni prima.

"TU!" mi alzai dalla poltrona barcollando "TU!"

"Fermo" mi ammonì lui in serpentese.

Da quando in qua i Babbani parlavano serpentese? Mi ero perso qualcosa?

"Lo parli?" gli chiesi sospettoso.

"Sì, lo parlo" rispose impassibile.

Cercava mio padre. Gli dissi che era morto e gli rivelai che l'avevo scambiato per quel Babbano schifoso che viveva nella casa grande lassù.

"Tu devi essere Orfin" si guardò intorno con fare sospettoso, come se cercasse qualcosa.

"Bravo, hai indovinato" sogghignai "Ahahah...ahah...ah...ah" mi fermai di colpo "Che cosa vuoi, forestiero?"

Sfoderò un ampio sorriso che avrebbe sciolto mia sorella in un batter d'occhio "Hai qualcosa che io bramo, vecchio. Qualcosa per cui UCCIDEREI"

"Vecchio lo dici al tuo stupido padre, rammollito!" ringhiai. Ma poi scoppiai a ridere "Ebbene, cosa posso avere di tanto interessante? Una barba troppo folta e un rasoio a pezzi?"

Alzò gli occhi al cielo. Sembrava che le mie battute lo annoiassero "No"

"E cosa allora?"

Poi i suoi occhi divennero spaventosi tutt'a un tratto "Voglio il tuo anello"

Esitai per qualche istante, poi mi accorsi che guardava con insistenza il mio indice. Lo osservai anch'io: in effetti era un anello bellissimo. Portava pietre preziose incastonate e c'era inciso il nome di Salazar Serpeverde.

"E perchè mai dovrei dartelo, ragazzino?"

"Perchè mi serve"

"Lo devi regalare alla tua fidanzatina?" lo guardai di sottecchi. Forse avevo bevuto troppo, cominciavo a vederci doppio "Questo non è un giocattolo, sai?"

Sbuffò "So benissimo cos'è! E so per certo che tu non meriti di indossarlo. NON NE SEI DEGNO"

"Ahah...ahah...ah" mi piegai sulle ginocchia dal ridere "Questa è bella! Ahahah! Questa è davvero bella!"

Si avvicinò velocemente e mi tese la mano "Avanti, dammelo"

Smisi di ridere all'istante "No, fai sul serio?"

Digrignò i denti "Ti sembro uno che scherza?" i muscoli del suo volto tremavano di rabbia.

"Chi sei tu?" gli chiesi, improvvisamente incuriosito.

Sul suo viso apparve un sorriso beffardo "Amico, se te lo dicessi dovrei ucciderti"

Forse stavo semplicemente sognando. A pensarci bene, avevo già avuto diverse volte delle allucinazioni. Avevo visto Merope che lavava i piatti in piena notte, oppure mio padre che scolava vino a mezzogiorno. Ma non avrei mai pensato che un giorno avrei potuto immaginarmi una simile feccia umana.

"Potrei sconvolgerti..." continuò il ragazzino "Potrei ridurti a pezzi...potrei trasformarti in un cumulo di letame"

"Non disturbarti" barcollai "Lo sono già diventato" afferrai un'altra bottiglia di vino dal tavolo, ma un colpo di bacchetta la fece cadere rovinosamente al suolo. Il vetro si frantumò in mille pezzi e il liquido rosso bagnò il pavimento "CHE HAI FATTO?" urlai, in preda alla disperazione "Quella era la mia ultima bottiglia, figlio di puttana!" gli sputai addosso.

M'inginocchiai, cercando di leccare le ultime tracce di vino che erano rimaste. Mi guardò con disprezzo "Sei veramente disgustoso. Mi fai pena"

Un altro incantesimo mi colpì e mi fece rivoltare a pancia all'aria, come una formica calpestata da un bambino capriccioso che non riesce a rimettersi in piedi e lotta, lotta, lotta fino allo stremo, nei suoi movimenti convulsi, per poi essere schiacciata nuovamente senza pietà.

"Mia madre era veramente una puttana!" urlò il ragazzo, mentre i miei movimenti stavano diventando sempre più agitati "Ha sposato uno stupido Babbano! L'ha fatto solo per capriccio!" piangeva adesso "Tu non hai idea di come ci si sente! TU NON SEI DEGNO di essere un discendente di Salazar Serpeverde!" il suo tono era carico di rabbia, risentito, ma soprattutto severo "Guarda che cosa ne hai fatto, della tua vita! Avresti potuto diventare grande e far conoscere il tuo nome tra i più temuti maghi oscuri del mondo! E invece guardati...non hai nemmeno il coraggio di alzarti e pestare a sangue questo moccioso che ti sta dando del fallito!"

Arrancai, cercando di allungare una mano verso di lui, rendendomi conto soltanto allora che quello era veramente il figlio di mia sorella, che Merope non si era arresa e aveva fatto carte false pur di avere quel bamboccio Riddle, quello era....mio nipote.

I miei occhi sconvolti si scontrarono con il disprezzo dei suoi. Non era altro che il risultato della testardaggine di mia sorella, un demonio nato senz'amore, colpevole già per il solo fatto di essere nato. Non riuscivo a crederci. Era davvero questo, il desiderio di mia sorella? Voleva davvero che un essere del genere potesse avere la vita?

"Il mondo non ha bisogno di uno come te...AVADA KEDAVRA!" ©

 

 

 

 

 

Eccomi qui, ad aggiornare di nuovo questa vecchia storia dopo un mese! La differenza con il primo capitolo è evidente, è stato scritto qualche anno fa…adesso è passato un po’ di tempo e non sono più così pratica del mondo potteriano, infatti questa scrittura manca di dettagli.

Ma mi sono intestardita a voler continuare, ormai manca soltanto un altro piccolo capitolo e odio non portare a termine le cose cominciate!

Spero che possa ugualmente essere di vostro gradimento!

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Gelidha Oleron