Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: _leavemealonetodie_    17/08/2012    2 recensioni
Chi nasce per inseguire il proprio sogno, muore realizzandolo.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando mi risvegliai, ero in una camera da letto enorme. Intorno a me arieggiava la tranquillità, e l’incoscienza totale di ciò ch’era successo la sera prima. Mi voltai e vicino a me c’era Celeste, illuminata dal sole e dal blu delle tende. Eravamo vestite esattamene come la sera prima, e cercai di ricordare dov’eravamo state. Scesi dal letto e qualcosa mi paralizzò le gambe ed un flashback venne alla mia mente: delle mani che mi sfioravano le cosce, e mi palpavano il sedere, ed il seno. Mi toccai il petto ed una lacrima mi rigò il viso. Eravamo in discoteca, e poi in un’auto. Questo me lo ricordavo.
E adesso, dov’eravamo? Decisi di lasciare Cels dormire, mentre a piedi nudi mi dirigevo verso l’uscita della camera da letto. C’era un odore di pasta al sugo e carne arrosto. Feci per entrare nel luogo d’origine di quell’odore, e trovai, con mia grande sorpresa, Louis, il ragazzo di Celeste.
‘Buongiorno! Vi ho preparato la pasta e la carne, sono ottimi metodi per far passare la sbornia. Lì c’è anche la coca cola, bevine un po’.’
Guardai la bottiglia di coca cola, l’aprii e ne bevvi un sorso. Poi rimasi dinnanzi a lui, fissandolo, cercando di capire.
‘Cosa c’è? 
Chiese lui, lasciando il cucchiaio in legno nella pentola.
‘Cosa ci facciamo qui? Io e Celeste, intendo. E soprattutto, come hai fatto a trovarci? Mi pare di ricordare che non eravamo assieme a te, ieri sera. ’
‘Ricordi bene. E’ che ho trovato in casa mia, sul pavimento, il cellulare di Celeste, e c’era un tuo messaggio in cui dicevi che vi sareste incontrate direttamente fuori alla discoteca. Dato che lei mi aveva lasciato da solo quella mattina, decisi i raggiungervi in discoteca. Ho chiesto di voi a della gente che non era ubriaca, per fortuna, e vi avevano visto rimettere nel parcheggio, e poi portate in un’auto da due ragazzi. Li ho presi a pugni e vi ho portate a casa con l’aiuto di un ragazzo che non aveva ancora bevuto quella sera. Siete state fortunate.’ Si rimise a mescolare il sugo, pensieroso. Forse pensava a Celeste, a cosa le sarebbe accaduto se non fosse arrivato in tempo. Abbassai lo sguardo e vidi la cerniera sbottonata dei miei jeans stretti e alcuni graffi vicino l’ombelico. ‘Vado a svegliare Cels, così mangiamo.’
Lui annuì ed io rientrai in quella camera da letto, scuotendo un po’ Celeste nella speranza che si svegliasse.
‘Dai Cels, svegliati, dobbiamo pranzare.’ La scuotevo ancora, e dalla sua bocca venne fuori solo un mormorio, per poi girarsi verso di me e aprire leggermente le palpebre. ‘Dove siamo?’
‘Dal tuo ragazzo, dai vieni!’
Si sistemò in fretta, ancora un po’ assonnata, e ci dirigemmo entrambe verso la sala da pranzo, ben apparecchiata.
‘Spero vi piaccia, non sono sicuro di saper cucinare bene.’  E ridacchiò un po’, lasciando i due piatti di pasta al sugo sotto il nostro naso, che al sentire quel buon profumino, non poté che invogliare la bocca a mangiare.
Era abbastanza buono per essere un piatto cucinato da un ragazzo di diciassette anni, chissà da chi aveva imparato dato che viveva da solo. Dopo aver mangiato la carne, anche questa buonissima, io e Cels ci demmo una rinfrescata in doccia e finalmente passò la sbornia.
‘Grazie, grazie davvero.’ Dissi io, a pochi passi dalla porta d’entrata.
‘E’ stato un piacere, ma posso essere tranquillo adesso?’ Sorrisi, e Cels gli dette un bacio a stampo, sulle labbra. ‘Certo’, gli sussurrò.
Quel pomeriggio lo passammo a fare le valigie.
L’Italia ci stava aspettando.
 
 
‘Dai Cels, voglio occupare  il primo posto, andiamo!’ Esclamai io, invogliandola a sbrigarsi.
Salimmo sull’aereo lasciando i bagagli all’addetto a quest’ultimi, e ci sedemmo al primo posto della terza fila. Io a destra, falla parte del finestrino, Cels a sinistra.
‘Signorine, gradite qualcosa?’ ci chiese una donna giovane, in divisa da hostess, con un block notes per prendere le ordinazioni.
‘Gradiremmo due coca-cole e due sandwiches, con patatine dentro, grazie.’
‘Amo la prima classe.’
Sospirò Cels, cercando di avere un accento italiano, ma invano.
Le sorrisi e guardai fuori dal finestrino: le nuvole bianche che sembravano zucchero filato, su cui ci si poteva saltare, come se fosse ovatta. Scrissi un po’ sul mio quaderno, mentre Cels sorseggiava la sua coca-cola con quella sua solita aria da bambina.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: _leavemealonetodie_