Anime & Manga > Inazuma Eleven
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Autore: Light Lynx    19/08/2012    2 recensioni
Questa FF parla di ciò che è successo nei 15 anni tra la fine della terza serie di inazuma eleven e l'inizio di Inazuma leven Go.
Qui i protagonisti saranno i personaggi di Inazuma eleven. ci sarano però citazioni o riferimenti a Inazuma eleven Go.
Ultime informazioni: userò i nomi occidentali per comodità mia e del lettore, se volete sapere chi equivale a chi potete andare su Wikipedia. (i principali sono: someoka=kevin, Endo=mark, goeji=axel, fubuki=shawn, Sakuma=david, Kazemaru=nathan, kidou=jude...)
ho deciso che farò sposare Mark con Nelly (natsumi), raccontando anche la loro storia, e non con Camelia (fuyuka).
ho aggunto Fluff nel genere solo per pochi capitoli e secifici capitoli.
fine della predica, leggete (se mai lo farete) in pace ;)
Genere: Fluff, Sovrannaturale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*toc toc toc*
Loretta si affacciò dalla porta del bagno con un asciugamano in testa: -Xavier, Jordan andate voi?-
Jordan aprì la porta.
-Possiamo?- Lina e Astram erano sulla soglia.
-Certo.- rispose Jordan.
Xavier si tolse gli auricolari e si sedette sul letto sulla quale era sbraiato.
-Papà! Sorella!-
Loretta uscì del bagno avvolta in un grosso asciugamano, i lunghi capelli blu, ancora bagnati, le scendevano sulla schiena e sul decolté. Appena vide i due ospiti sulla soglia le guance le
si tinsero di un leggero rosso.
-I tuoi vestiti sono sul bordo del letto.- le disse Xavier indicando il mucchio di vestiti in bilico sul bordo del letto.
-G-Grazie.- prese i vestiti e si andò a cambiare.
-Aspettiamo che Loretta sia uscita.- annunciò Astram.
Poco dopo la ragazza uscì vestita, ma con ancora i capelli bagnati.
-Credo sia giunto il momento che voi sappiate.-
Bellatrix si sedette sul bordo del letto accanto a Xavier. Jordan si sedete sul letto affianco.
-Voi facevate parte del programma Soldato Perfetto.- la voce di Astram tremava. -fin da piccoli ho iniziato ad allenarvi, praticamente dopo la morte di Xavier, mio secondo figlio. Quando è
morto voi avevate solo pochi anni e Lina ne aveva solo tredici.
Quando Xavier è morto aveva solo undici anni. Tutti credevano fosse stato un incidente, ma era stato il figlio di un politico ad ucciderlo.- prese un respiro. -Il peggio è che a oggi non
abbiamo un tomba dove posare un fiore. Il corpo di Xavier non fu mai trovato, lo presero i suoi assassini per farci chissà cosa. Quel ragazzino amava il calcio, così come lo amate voi. Gli
assomigliate tantissimo, sopratutto Xavier.-
Soffocò le lacrime. -Lui è morto circa tredici anni fa oramai. Lina aveva solo 13 anni e aveva già perso la madre. Poi otto anni fa abbiamo ritrovato la pietra alius e il resto già lo sapete.-
-Dove vuoi arrivare padre?- chiese Xavier.
Astram prese un profondo respiro: -Vanguard mi ha dato il permesso di indagare. Vi chiedo solo di potervi avere sempre affianco.-
Bellatrix scoppiò a ridere. Lina e Astram la guardavano con sguardi stupiti e infastiditi.
-Cosa ci trovi di tanto divertente Loretta?- le sbotto contro Astram.
Lei si rimise composta asciugando le lacrime che le scendevano sulle guance, faceva di tutto per soffocare i risolini.
Guardò con occhi pieni di determinazione Astram e Lina. Gli occhi azzurri della ragazza rilucevano di una luce propria.
-Questa mi è nuova.-
-Loretta! Da dove tiri fuori questa arroganza!-
-Sempre avuta padre, tu piuttosto, dove tiri fuori questa poca fiducia?-
Astram stava diventando rosso dalla rabbia.
-Bellatrix smettila immediatamente!- le intimò Lina, prima che i due iniziassero a menarsi.
-Come ti permetti di parlare così a tuo padre!-
-Tu come ti permetti di parlare così ai tuoi figli!-
-Questa insolenza da te non me la sarei mai aspettata Loretta!-
-Noi come dovremmo reagire?-
Xavier e Jordan la guardavano con sguardi interrogativi.
-Sei venuto qui, ci hai raccontato una storia che mille volte abbiamo sentito, e poi al chiudi chiedendo di fidarsi di te? Di aiutarti? Che razza di padre sei?-
La ragazza si buttò di schiena sul letto schivando uno schiaffo. Mise le mani dietro le spalle e, aiutandosi con lo slancio della caduta sul letto si spinse in avanti, alzò le gambe e si spinse
con le braccia. Si ritrovò in piedi davanti a Astram.
-Siamo i tuoi figli maledizione! Come puoi chiederci di fidarci di te! Lo avremmo fatto sempre e comunque! Per chi ci hai preso? Dei stupidi bambinetti? Non pensavo ci sottovalutassi
tanto.-
Disse uscendo dalla stanza.
-Dove vai Bellatrix?- le urlò Lina.-A fare un giro.-
Girò l'angolo e si mise a correre.

Uscì dall'imponente edificio dei
angaurd e corse verso il campo da calcio. Tutto quello che voleva in quel momento era prendere a calci un pallone.
Stava per mettere un piede in campo, ma notò che era già occupato.
Lo stratega della raimon eleven stava dando colpi al pallone colpendo il palo della porta e riprendendo al volo il pallone stoppandolo di petto e ritirandolo verso il palo..
“occupato.” pensò la ragazza.
Si avvicinò senza farsi notare a un albero e ci si arrampicò sopra.
La quercia scelta per l'arrampicata era possente e antica, rami alti e robusti. Avrebbero sicuramente retto il suo peso.
Si arrampicò sui rami alti e si mise a guardare il cielo nero spruzzato di stelle.
Jude si sposto dal campo e andò verso la porta secondaria. Diede un ultimo calcio al pallone dirigendolo verso la ragazza.
Bellatrix si alzò sul ramo e bloccò il tiro con il piede. Il tiro non era potente, ma ci mise qualche attimo a smettere di roteare.
Su una zona bianca del pallone era incisa una piccola scritta:
Bellatrix diede un calcio al pallone facendolo volare in mezzo al campo.Rimase ancora qualche attimo a guardare il cielo, poi si accorse di una presenza nel campo.
Non voleva parlarci, ne farsi vedere, ma persistere era inutile. Scese dal
la quercia e si diresse verso il campo.
-Sorella.-
-Bellatrix ti stiamo cercando da mò!-
-Lo so.-
Disse muovendosi a passo deciso verso la porta.
-Vuoi almeno dirmi perché Hai reagito così?-
-Perché nostro padre non credeva che non gli avremmo date ne fiducia ne aiuto se non avesse fatto quel discorso strappalacrime.- detto ciò si allontanò. Quando la ragazzà voltò l'angolo
dietro la porta Astram uscì dall'ombra.
-Ha ragione povera piccola.-
-Papà!-
-Li ho trattati come fasero qualcuno di estraneo. Ho sbagliato.-
Lina sorrise al padre, lui ricambiò e insieme andarono verso la porta.

-Capisco signor Evans.-
-Mi chiami David, Primo ministro.-
-Ok David, il tuo ragionamento non fa una piega ma perché non avrebbero ancora agito?-
-Aspettano che migliorino nonostante le difficoltà.-
-Secondo ciò che mi hai detto potrebbe essere una seria minaccia, ma per ora non è successo nulla, non posso ancora agire. Farò tenere sotto controllo al situazione però.-
-Grazie signor Vanguard.-
-Cosa farà ora David?-
-Tenterò di rimediare a ciò che ho fatto.-
-Buona fortuna David.-
Dave annuì e e uscì dalla porta in silenzio.
Era ancora notte. Fece a tempo a vedere Bellatrix con i capelli bagnati andare verso la sua stanza. Non disse nulla. Si limitò ad andare verso la sua camera e prepararsi a un lungo sonno.

Il sonno di Mark fu tempestato da incubi. Axel, Nelly, il nonno, Jude, Xavier, Silvia. Tutti. Tutti che ruotavano in quel circolo vizioso dei suoi sogni.
Si sveglio fradicio e impaurito.
-Che cazzo è successo?-
Si alzò e si mise al davanzale a godersi l'aria della sera.
La sua finestra dava sul campo da calcio. Vide Jude che tirava ritmicamente il pallone sul palo. Quel rumore gli piaceva, gli ricordava le sue partite, non quelle per per sconfiggere Dark o
gli alieni, quelle per divertirsi, per far sì che la sua passione venisse a galla.
Si sentiva strano, quell'incubo lo preoccupava parecchio. Non era ne spaventoso ne niente di simile, solo sembrava reale.
Una normale partita a calcio, contro Xavier. Xavier si muoveva veloce, molto veloce. Sembravano essere due. Ma Mark non capiva, uno di due gli tirava continuamente in porta, tiri deboli
ma precisi.
Poi Axel e Nelly, non capiva. Non erano in campo e Nelly era in lacrime. Silvia svenuta e Erik a suo fianco. Shadow era la punta della raimon e Lilly aiutava Nathan a rialzarsi.
C'erano tutti e tutti non sembravano a loro posto.
Era spaventato.
Si costrinse a rimettersi a letto, ma lasciò la finestra aperta. Il rumore dei colpi di Jude e il vento fresco della sera erano piacevoli per il povero ragazzo.



Lo sò fà schifo, non ha senso, è corto, è pesimmo, ma alemno sono riuscita a farlo, non era come me o aspettavo ma sono fiera di essere arrivata al capitolo 17. nel prossimo capitolo forse vedremo un pallone e qualche hisatsu! yuhu... no mi faccio pena da sola, la devo chiudere qui, meglio.
   
 
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