Lo rividi giorni dopo. Non sapevo neanche come si chiamasse, perché per quel poco che conoscevo Marco non mi sembrava il caso di chiedere informazioni riguardo il suo affascinante chitarrista. Il ragazzo misterioso era lì, in piedi, assorto a contemplare un vinile degli Oasis, nella Feltrinelli in centro. Dall’inconfondibile copertina riconobbi Be here now.
“ Definitely Maybe è molto meglio. “
Non so come mi uscirono quelle parole dalla bocca. Aveva gli occhiali che indossava al concerto attaccati al collo della maglietta, e mi fissò con un’espressione stupita. Successivamente, posò lo sguardo sul vinile.
“ Be here now è sottovalutato, secondo me. Secondo me è un lavoro molto più maturo di Definitely Maybe.”
Spostò lo sguardo su di me e sul cd degli Strokes che avevo in mano.
“Però hai gusto. Is this it? è il mio preferito.”
“Anche il mio."Abbozzai un sorriso, che ricambiò.
Mi squadrò un poco, esitando. “ Sbaglio o tu eri al concerto l’altro giorno? Sei un’amica di Marco?”
In quel momento probabilmente assunsi il colorito di un pomodoro maturo. “ Sì sì, ero al concerto. Siete bravi. Marco è solo un conoscente, è un amico di Elisa, diciamo.”
“Capito. Beh, posso sapere il tuo nome?”
“ Ginevra. E tu sei?”
“ Lorenzo” .