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Autore: Lilyth    21/08/2012    1 recensioni
una vita che ricomincia, un grande buio alle sue spalle e una grande luce davanti a se...chi sei, e cosa sai di me?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo la bocca secca, serrata, mi morsi le labbra mentre lui annuiva.                                                                             < lo so…sembra strano detto così, ma capirai…non ora, ma in futuro capirai tutto se vorrai che io ti racconti… > il mo volto doveva essere una lastra di ghiaccio, non sentivo più nulla, ero come anestetizzata dagli occhi in giù.
Mi alzai barcollando e tornai nella camera dove mi ero svegliata, se avevo potuto guardare bene c’era uno specchio attaccato al muro, eccolo. Avanzai verso di lui, avevo paura di quello che avrei potuto scorgere, il mio riflesso, chi ero io.
Chiusi gli occhi e mi ci posizionai davanti, dovevo farlo, dovevo aprire gli occhi e osservarmi, dovevo trovare la forza. Sentii i suoi passi, era dietro di me, mi mise le mani sulle spalle e sussurrò < puoi aprire gli occhi, guardati…sei solo tu. > lo feci, e rimasi turbata ma non troppo. Lo specchio rifletteva la mia figura, più smagrita e pallida del solido, i capelli castano scuro arruffati, gli occhi tremanti, le sopracciglia inarcate, effettivamente ero solo io.
< più tranquilla ora? > mi voltai verso di lui fissandolo negli occhi, l’unica cosa di me che ancora non ero riuscita a percepire era la voce…che fossi diventata muta…lui scosse la testa ridacchiando < non sei muta fidati…la tua lingua è rimasta la stessa, prova. >
Storsi la bocca, inghiottii saliva e schiarendomi la voce chiesi < ma tu chi sei? >                                              
Continuò a sorridere < sai, sapevo che mi avresti fatto questa domanda…dicono che alcune persone risvegliandosi dal sonno eterno perdano la memoria…questo sì, mi turba un po’, ma ti spiegherò, tranquilla. > 
Annuii, l’unica cosa che volevo fare in quel momento era farmi una doccia, cambiarmi d’abito, pettinarmi e…avevo pensato di poter avere fame, invece no. Il mio stomaco sembrava colmo, come se avessi mangiato fino ad abbuffarmi, eppure se poco prima dormivo, non avevo mangiato nulla da chi sa quanto tempo.
< non ti servirà più mangiare, questa è una delle nuove cose a cui devi abituarti; essendo morta, come me d’altronde, non hai bisogno ne di mangiare ne di bere. Il tuo corpo non muterà mai, non hai, ecco, bisogni fisiologici. >
Ok, quelle informazioni erano strane,ma potevo accettarle, almeno ora che non sapevo ancora nulla. Annuii ricominciando a pensare a cosa volevo fare e a come potevo farlo < se ti serve, il bagno è da quella parte, le tue cose sono tutte in quell’armadio, vado di la, ci vediamo dopo. >
Di una cosa ero certa, la cosa strana in tutta quella situazione era lui; non sapevo chi era e perché mi conoscesse, ma era l’unica persona che avevo vicino in quel momento e che mi potesse fornire le spiegazioni necessarie per capire.
Mi infilai sotto la doccia, sentire l’acqua calda scorrermi addosso mi liberò la mente da tutti i pensieri, non pensavo ed era meglio così. Uscii dal bagno con i capelli gocciolanti, tornai nella camera che supposi fosse la mia stanza e aprii l’armadio che mi aveva indicato lui.
Lo aprii, all’interno c’erano i miei vestiti, li riconoscevo. Mi vestii e avvolsi il capelli gocciolanti in un asciugamano, mi specchiai nuovamente, come per controllare che fossi sempre io.
Era confermato non ero cambiata, almeno fisicamente. Il viso era solo più scarno ma ospitava la stessa bocca, gli stessi occhi giallastri, lo stesso naso greco che mi avevano caratterizzato fin dalla nascita.
< se hai finito puoi venire di qua >  mossi dei passi indecisi verso la porta, era seduto a terra a gambe incrociate e mi guardava. Sorrise < sei sempre la stessa, hai dei ricordi di com’eri vero? > annuii stranita < sì, mi ricordo di come ero, o meglio sono…ma tu… >
Mi fece cenno di avvicinarmi, lo feci senza esitazione < capisco che tu voglia delle spiegazioni, ma non posso dartele ora, ci vuole del tempo, posso solo dirti che io mi chiamo Lan e ti conosco meglio di quanto tu possa immaginare. >
Strizzai gli occhi < scusa se te lo chiedo, ma quanti anni avresti? > sorrise < esattamente oggi venti, ma avrò le sembianze di un eterno diciottenne…Nala…ti senti bene? >
Certo che mi sentivo bene, che domande erano? Stavo benissimo, almeno pensavo, perché il suo sguardo non mi diceva proprio la stessa cosa. < cos’hai? > scossi la testa < veramente io nulla, non so perché tu mi stia guardando così ma io sto benissimo. >
Scosse la testa < non lo so, mi sembri strana… >  alzai le spalle, non mi sentivo strana, cioè, ero morta eppure ero viva, se non era strano quello.
Lan mi guardava pensieroso < dobbiamo decidere cosa fare ora, lo sai vero… >
< perché, cosa dovremmo fare? >
Alzò le spalle < beh, sai, hai le sembianze di una quindicenne, anche se tecnicamente hai 18 anni…dovremmo, beh, che so, iscriverti a scuola. >
Scuola? Mi stava parlando di scuola?
< scusa Lan, ma io vorrei prima sapere chi sono, da dove vengo e perché sono qui…solo dopo inizierò un’altra vita. >
Il suo sguardo si era indurito di colpo < tipico di te…vuoi fare sempre di testa tua. >
Iniziai ad implorarlo con lo sguardo di raccontarmi tutto, volevo sapere.
Scosse la testa rassegnato < va bene, ok, ma ti avverto…non sarà un racconto allegro. >
Annui, ero pronta ad ascoltare tutto.
< immagino che tu sappia chi sei, arriverò al dunque. Tre anni fa, hai avuto un incidente e sei morta. >
Lo interruppi sarcastica < sì, ma ora sono viva…come te lo spieghi? >
< fammi arrivare a quel punto…beh, dicevamo, sei morta e…ti ho trovata io. >
Lo interruppi di nuovo < anche tu sei morto? > < sì > < come? > < prima parliamo di te, e poi di me >
Annuii e lui continuò < allora, ti ho trovata, e ho sentito che tu dovevi vivere ancora, per sempre…e allora ho trovato Remì >
< Remì? > annuì < sì, Remì…il tuo gatto, la tua fonte di vita… > scoppiai a ridere < sì, certo, e io sono catwoman… >
Lui non rideva < non sto giocando Nala, anche io ho un gatto…anche io sono stato salvato da lui… >
Cominciavo a pensare di aver a che vedere con un pazzo < Nala non sono pazzo..guarda… >
Si  alzò in piedi fissando la porta è urlò < Roly…vieni… > era vero, dalla porta sbucò un gatto completamente nero con due occhi azzurri abbaglianti, si avvicinò al divano e saltò sulle gambe di Lan che lo carezzò dietro alla nuca.
< questo è Roly…la mia, ecco, “vita” > <  e Remì dove sarebbe? > gli occhi di ghiaccio di Lan si posarono su di me < chiamalo. >
Mi schiarii la voce e pronunciai tremante < Remì?? > nulla, non successe nulla.
Stavo per risedermi quando sentii un fruscio intorno alle caviglie, guarda in basso.
Ai miei piedi c’era un gatto con il pelo nero-rossiccio. Mi stava fissando, miagolò.
Mi sedetti di colpo sul divano, quello mi montò sulle ginocchia.
Lan sorrideva continuando a carezzare Roly < ecco Remì…ora sei completa, anzi, siamo completi. >
< non mi hai ancora detto molte cose… >
< per oggi direi che può bastare. >
< NO! > mi guardò sbigottito < io voglio sapere chi sei tu. > distolse lo sguardo < questo non te lo posso dire, dovresti sentirlo >
Iniziavo ad innervosirmi < come sentirlo?cosa dovrei sentire…insomma Lan! > gli posai una mano su un ginocchio e Roly vi ci conficcò i canini.
< ahia! > Lan prese Roly e lo posò a terra < ma è impazzito o cosa… > Lan scosse la testa < no, è normale…non mi puoi toccare in sua presenza. >
< ti ha fatto male? > scossi la testa < ma tu dimmi chi sei. >
Perché era così difficile per lui dirmi chi era? Cioè, non ci vedevo nulla di complicato.
< invece è difficile…e ora capirai perché. > 
Si voltò verso Roly < tu vai… > guardò Remì < seguilo. >  Remì scese dalle mie gambe e andò via con Roly.
Lan mi guardò < Nala, io sono…sono il tuo ragazzo… >
< tu sei cosa? > < io…noi stavamo insieme Nala…ci amavamo, ora so che tu non ti ricordi, ma è così. >
Rimasi paralizzata a fissarlo, lui era il mio ragazzo?? Ci amavamo?? Ed io avevo rimosso tutto??
< so che per te è tutto così strano, ma se solo potessi… > si avvicinò prendendomi una mano < …se solo potessi provare a… > < a baciarmi? >
Rimase in silenzio, poi però annuì. < pensi che servirebbe a qualcosa baciarmi Lan? >
< io…io credo di sì… > ci pensai qualche secondo, poi annuii < ok, baciami. >
Mi avvicinò a se lentamente e poggiò la sua bocca sulla mia, sentivo il suo bacio, e non era brutto…ma non sentivo nulla, per me era nullo.
Lan si staccò visibilmente deluso e amareggiato < beh, io ci ho provato… > alzai le spalle < non so, forse mi ci vuole un po’ di tempo… > non mi guardò negli occhi e annuì < forse >.
Vedevo che qualcosa in lui era cambiata, lo percepivo, ma non sapevo come fare per aiutarlo. Io per lui non provavo assolutamente nulla.
Mi alzai in piedi stiracchiandomi < Remì… > il micio sbucò dalla porta alle mie spalle e iniziò a farmi le fusa.
Lo presi in braccio e guardai Lan < cioè, io con lui che dovrei fare? > mi guardò < nulla, devi solo sapere che quando voi due state insieme siete al massimo della vostra forza. Avete una vita propria, ma se stai con lui tu non puoi farti toccare da nessuno. Tu gli appartieni. >
Lo guardai male < cioè, io appartengo ad un gatto? > Remì mi poggiò una zampa su una spalla e iniziò a leccarmi il viso < sì… > < e se tu mi volessi toccare ora, lui ti attaccherebbe? >
Tirò fuori un messo sorriso < beh, in quel caso no. > alzai un sopracciglio < e perché no? > < perché mi conosce oramai…guarda. >
Mi prese una mano e si avvicinò a me, passò il suo braccio intorno alle mie spalle.
Remì non reagì minimamente, anzi, si strusciò contro la sua mano tranquillamente.
Lan mi guardò < visto? Io faccio sempre la differenza. > < e perché invece il tuo gatto mi ha attaccata prima? >
Alzò le spalle < perché…beh, tu sei appena rinata, non ti conosce abbastanza, e poi tu non ti ricordi di me… > annuii facendo finta di capire il collegamento.
< stavamo parlando di scuola prima… > lo guardai di sottecchi < perché vuoi mandarmi a scuola? > < perché per legge tu ci devi andare. > < per legge io non dovrei vivere ancora. >
Rimase in silenzio, pensavo si fosse arrabbiato, però scoppiò a ridere < sei sempre la solita. >
Si alzò dandomi le spalle, chiamò Roly che gli saltò in braccio < comunque, che tu lo voglia o no, io ti ho già inscritta ad una scuola superiore. Comincerai a frequentarla da domani. >
Non controbattei, era meglio per me stare in silenzio e fare quello che voleva lui, almeno finché non avessi scoperto tutta la verità.
 
   
 
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