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Autore: Illa_Horan    23/08/2012    1 recensioni
Questa storia parla di una ragazza che a soli 6 anni viene violentata da suo zio, i suoi genitori morirono a causa di un "incidente" stradale. lei viene affidata ad una famiglia italiana, ma i ricordi e soprattutto la paura di vedere di nuovo suo zio la perseguitano cosģ decide di parlare con gli assistenti sociali che la trasferiscono in una nuova cittą, Londra.
Qui incontrerą poi cinque ragazzi che le salveranno la vita, la aiuteranno a riacquistare fiducia nella persone e soprattutto a credere in sč stessa e nei proprio sogni, in poche parole la faranno tornare a vivere.
questa storia č abbastanza delicata, ma č anche una storia molto sentimentale, ci saranno litigi, pianti, sofferenze, intrighi d'amore, amicizie, incidenti, brutti incontri...
il resto lo scoprirete leggendola
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I signori passeggeri sono pregati di dirigersi verso l'imbarco, l'aereo decollerà tra 20 minuti, grazie.”

 

Ore 14.05.

Mi trovavo all'aeroporto, con una sola valigia e dentro le uniche cose che avevo, non erano molte ma mi sono sempre arrangiata. Vestiti, soldi, trucchi, cellulare, una foto mia e della mia famiglia. Tra qualche ora mi sarei trovata a Londra, da una famiglia che mi ospiterà fin quando non compirò 18 anni.

 

Salì sull'aereo mi sedetti al mio posto e misi subito le cuffie alle orecchie, partì more than this, una delle mie canzoni preferite. Per il resto del viaggio guardai fuori dal finestrino, era nuvoloso, pieno di nuvoloni neri, probabilmente a terra stava piovendo. Amavo la pioggia, in qualche modo non mi sentivo sola, potevo piangere. Quando sono sull'aereo mi sembra sempre di volare, di essere nascosta da quelle nuvole che sembrano panna montata, di essere lontana da quel mondo. In qualche modo mi sento anche più vicina ai miei genitori, lo so una cosa ridicola starete pensando, ma per me non lo è.

 

Scendo dall'aereo, prendo la valigia e mi dirigo verso l'uscita dell'aeroporto.
Vedo in lontananza un cartello con su scritto il mio nome. Evidentemente erano loro così decido di andargli incontro ma quelli mi dicono che l'Ilaria che stavano aspettando non ero io. Brava, sei proprio una cretina, pensai.
mi siedo sul muretto che c'era nel parcheggio e dopo 10 minuti ecco che sento chiamarmi, a fianco a me c'erano due persone che penso abbiano avuto 55 anni circa.

X: ”piacere, Denise”

X: “piacere Paul”

Io: “Ciao, piacere di conoscervi, Ilaria”

Denise: “vieni, andiamo a casa, credo che sarai stanca”

Io: “un po', è da questa mattina presto che sono sveglia”

Paul: “non hai dormito?”

Io: “Non molto, sono dovuta andare ad una festa”

Paul: “ eh birichina “

Paul mi fece l'occhiolino, mentre Denise si mise a ridere, sul mio volto era spuntato un sorriso, ma spento come tutti quelli che ho fatto in questi due anni. A primo impatto sembravano davvero molto dolci, spero che almeno loro mi possano dare tutto l'affetto di cui ho bisogno, e che mi è stato tolto.

 

 

http://static.blogo.it/deluxeblog/villa-con-piscina/villa_marbella_1_03.jpg

Arrivammo a “casa”, casa era un modo di dire, cioè era una villa di 2 piani color panna, con un giardino enorme ben curato, tipico degli inglesi, con al suo interno una piscina anch'essa grande e una scalinata che portava alla porta d'ingresso. La cosa che mi colpì di più però erano delle primule, i fiori della speranza, che si trovavano in un angolo del giardino. Erano davvero belle, blu sfumate di un azzurrino bianco.

Denise: “ Benvenuta a casa, ti piace?”

Io: “ scherzi, vero? Questa è la casa dei miei sogni, è stupenda, non vi smetterò mai di ringraziare, grazie, per quello che state facendo per me”

Paul: “ Non lo devi neanche dire, ormai fai parte della famiglia”.

 

Quando entrammo, rimasi a bocca aperta, era ancora più bella vista da dentro.

Paul: “ vieni ti faccio vedere la tua stanza, non è del tutto arredata, cioè sinceramente c'è solo il letto e un comodino...”

Denise: “ non spaventarla Paul, scherza cara, abbiamo preferito aspettarti così domani andiamo a prendere tutto quello di cui hai bisogno”

Io: “ma non volevo disturbarvi”

Paul fece un colpo di tosse e disse: “ cosa ti ho detto prima signorina? Èh?”

Io: “ che sono parte della famiglia ora”

Paul: “ecco brava, vedo che impari in fretta” sorrise e mi spettinò i capelli scherzando.

 

Un'ora dopo andai a letto, ero davvero stanca, tant'è che le mie gambe non reggevano più in piedi e i miei occhi si chiudevano in continuazione.

L'indomani sarei dovuta uscire con Denise per fare acquisti e naturalmente trovarmi un lavoro estivo, almeno per queste 2 settimane visto che erano appena iniziate le vacanze e presto Denise e Paul sarebbero dovuti partire per una settimana a Los Angeles. Purtroppo non mi potranno portare con loro perchè il biglietto è già stato prenotato da 4 mesi, inoltre sarebbero dovuti partire per lavoro.

  
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