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Autore: Amore    26/08/2012    3 recensioni
"Spostai il cuscino e guardai fuori dalla finestra. Che bella luna che c’era quella notte. Bianca e piena. Quasi un presagio. Sospirai. E se fossi andata a Konoha? Se lo avessi cercato e visto, cosa sarebbe successo?"
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Salve ragazzi vi presento questa mia nuova storia. E' uscita fuori dopo svariate notti insonne quindi abbiate pazienza per quello che ho scritto. Fatemi sapere se vi piace, mi raccomando. ^^
Genere: Comico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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[Come promesso sono tornata attiva. Cercherò di rispettare tutte le scadenze - ehii ci sto provando! - quindi eccomi ritornata anche con IL FILO ROSSO DEL DESTINO. Mi sa tanto di avervi un so fatti incaz**** visto che i miei untimi due aggiornamenti sono andati a vuoto. Totalmente a vuoto, non ho ricevuto nessuna recensione, solo un mucchio di lettori che leggono e spariscono. Questo mi ha fatto venire un sacco di seghe mentali "Sono io che scrivo da schifo? O sono arrabbiati? O troppo pigri? O sono davvero io che scrivo cose così pessime?" insomma pensieri che aumentano la mia autostima. xD Con il terzo capitolo di I-F-R-D-D vi chiedo umilmente una recensione, almeno per non farmi diventare pazza ok? ^^'' Fatemi sapere cosa ne pensate. Buona lettura popolo di Efp e buona notte.
xo xo Amore]  


03. Il quartetto ninja

 

La porta si scagliava maestosa e imponente nella notte scura.
Mossa da chissà quale forza, feci un passo per avvicinarmi.
“Quella era Konoha... ” Pensai.
Una strana sensazione attraversò il mio corpo, mi guardai attorno.
C’era troppo silenzio. Avevo di sicuro attraversato da molto la barriera del villaggio, eppure nessun ninja era ancora venuto a fermarmi. Quando sarebbe arrivata la prima squadra di confine per controllare la falla nella barriera?
Intorno a me nulla si muoveva.
Possibile che un villaggio grande come la foglia non badasse ai sui confini? Possibile che nessuno si era accorto che ero qui? Possibile che non erano stai inviati dei ninja per controllare?
No, impossibile.
Se intorno a me si muovevano solo le foglie portate via dal vento, non era perché non c’era nessuno, ma solo perché chi c’era si stava nascondendo.
Misi in allarme i miei sensi, alla ricerca di un nemico nascosto nell’ombra. E non fu molto difficile trovare i quattro ninja che mi stavano sorvegliando.
Sorrisi.
La mia mano si mosse da sola e, stesa lungo il fianco, accarezzo la punta del primo shuriken.
Le immagini di uno scontro con uno shinobi sconosciuto di Konoha fecero subito capolinea nella mia testa.
Azione. Adrenalina. Justu nuovi e inaspettati.
Uno scontro senza esclusione di colpi si disegnò nella mia mente, ma presto arrivò la figura della Mizukage a frenare ogni mia fantasia. La presenza dei rotoli di pace si fece sentire, così tanto, da farmi rinunciare definitivamente ad attaccare chiunque mi stesse aspettando dietro quegli alberi.
«Ehi voi, lì dietro. Che ne dite di smettere di giocare a nascondino?» dissi piano e con un tono scocciato. Odio ammetterlo, ma uno scontro mi sarebbe piaciuto.
Da bravi shinobi addestrati, non si mossero.
Aspettai altri pochi minuti ma la situazione non cambiò.
Nessuno dei miei nemici fece la prima mossa.
Sospirai scocciata, ma dentro di me sorrisi soddisfatta.
Era proprio quello che volevo, un tacito assenso per uno scontro memorabile.
“Cara Mizukage, io le buone maniere le ho usate.. ma non sono voluti venire fuori..” pensai divertita.
In due secondi scattai alle spalle del ninja più vicino. Lo bloccai, braccia e gambe erano legate con il mio filo di chakra.
Il ninja non ebbe neanche il tempo per opporsi che già lo avevo trascinato giù dall’albero dove si era nascosto.
“Questo avversario è troppo lento.” pensai dispiaciuta.
«Meno uno..» sussurrai.
Mi voltai pronta per catturare un altro ninja, ma la squadra di Konoha mi blocco la strada.
«Il gioco finisce qui.» sentenzio uno dei ninja. «Liberalo.» La sua voce taglio l’aria, in un ordine secco che non ammetteva repliche.
Lo guardai. Aveva la classica tuta da jonin e il coprifronte del villaggio. Un tipo strano, dalla capigliatura insolita che lo faceva assomigliare a uno spaventapasseri. Però aveva un certo carisma, della serie che le sue parole erano state poche ma efficaci, mi avevano messo i brividi.
Per quanto i loro riflessi lasciassero desiderare, sembravano comunque bel addestrati gli shinobi di Konoha. Addestrati ad uccidere. E l’unica cosa che riuscivo a pensare in quel momento era che volevo mettere alla prova lo strano bamboccio che aveva parlato.
Nessuno degl’altri mi interessava, ma lui.. lui mi trasmetteva quella scarica d’adrenalina che cercavo.
«Liberalo. Non lo ripeterò un’altra volta.» sentenziò ancora il ninja dall’aria fiera e arrabbiata. Nella notte scura non riuscivo a vedere nulla del suo viso.
Allentai i fili di chakra e liberai il suo compagno.
«Abbassate le armi ninja scemi del villaggio dell’alga fritta! Sono un ambu del quinto Mizukage, aprite questa diavolo di porta e fatemi entrare. Voglio tornare a casa entro domani.» Dissi in fretta e con un tono di sfida.
Volevo provocarli.
Almeno così, in uno probabile scontro, la mia sarebbe stata legittima difesa.
«Un ambu del paese dell’acqua?» chiese diffidente un membro della squadra. Aveva i capelli scuri e gli occhi stanchi, segno di un turno lavorativo lungo e faticoso. La cosa che colpiva di più nel suo aspetto era il grande shuriken che si portava dietro la schiena. Le punte affilate si vedevano luccicare anche di notte.
Non risposi ne cercai di rassicurarli, attesi la loro reazione sperando per il peggio.
Volevo combattere.
«Cosa vuole la Mizukage per mandare un ambu in piena notte senza avvertire prima?» domando il terzo componente, mentre aiutava il compagno che avevo catturato a rialzarsi da terra.
Cercai di stare in silenzio ma i loro sguardi interrogativi cercavano risposte e mi costrinsero a parlare. «Questa è un informazione che non posso dare a chiunque. Mi è stato ordinato di parlare solo con l’Hokage in carica. Quindi aprite il portone, odio ripetermi.»
«Non è di certo così facile entrare nel nostro villaggio.» Rispose divertito il ninja spaventapasseri.
Io sorrisi tranquilla.
«O voi aprite il cancello, o me lo apro da sola. Decidete.» Avrei tanto voluto dirlo!
Dio quanto avrei voluto!!
Ma l’immagine della Mizukage mi ricordò che quella era una missione “pacifica”, per quanto io odiassi Konoha dovevo trattenermi.
Per questo non dissi niente e aspettai, arrabbiata come non mai.
Davanti a me ora vedevo solo quattro scimmie cretine che non volevano aprire il cancello.
«Se lei è realmente quello che dice di essere non ci saranno problemi se mi mostra il sigillo della missione..» chiese cortese lo spaventapasseri. Il suo tono era cambiato drasticamente dalle prime battute, ora sembrava gentile e cordiale.
Mi stupii di questo cambiamento, ma cercai di non badarci imbarazzata. Sentimento che non capii da dove nasceva.
Infilai la mano sotto la tunica da viaggio e cercai il sigillo dove era scritta la mia missione. Si trattava di un rotolo riconosciuto dai cinque paesi che a contatto con il mio chakra - quello di un ambu riconosciuto - faceva apparire il sigillo dei mio paese d’origine. Una sorta di passaporto legale per entrare negli altri paesi e per svolgere missioni burocratiche come questa.
Un passaporto che.. non trovavo!
Cercai la seconda, terza e quarta volta nelle poche tasche interne che avevo ma niente.
Il panico iniziò a impossessarsi di me.
“Ora va a finire che mi crederanno davvero un impostore e che non mi faranno entrare! E.. e poi la Mizukage chi la sente? Ao? Nonna Mai?” pensai allarmata.
«Allora..?» chiesero i ninja.
Terrorizzata balbettai qualche parola di rammarico e continuai a cercare.
«Il sigillo dov’è? Qui non vogliamo perdere tempo, anche noi vorremmo tonare a casa entro domani.» disse ironicamente il ninja stressato dal lavoro facendosi scappare una risatina.
Cosa che era meglio evitare, perché io odiavo essere presa in giro.
Lo odiavo così tanto, che sentii il mio chakra divampare furioso nel mio corpo e gli occhi infuocarsi.
«NON STO MENTENDO! SONO UN AMBU DEL PAESE DELL’ACQUA. QUINDI O APRITE QUEL MALEDETTO PORTONE DI VOSTRA SONTANEA VOLONTA’ O ME LO APRO DA SOLA. AVETE CAPITO ORA!»
Mi accorsi di aver urlato ad alta voce quello che stavo pensando e ormai era troppo tardi per rimangiarsi qualsiasi parola.
I ninja della foglia si spaventarono nel vedere quella versione di me.
«Ma lei chi si crede di essere?»
«E’ un individuo pericoloso dovremmo allontanarlo al più presto.»
«Si hai ragione non c’è altro da fare. Tecnica di confinamento: Sonno eterno! »
Stava succedendo tutto così in fretta.
Avevo sottovalutato questi ninja.
Uno di loro - quello che avevo catturato in pochi secondi - in altrettanti aveva composto i sigilli e mi stava per addormentare con un jutsu.
Non sapevo cosa fare per fermarli.. io.. io non stavo mentendo!
Il mio chakra si espanse così tanto da creare una sorta di guscio protettivo. Una barriera.
I ninja che mi stavano attaccando mi guardarono spaventati, stavano pensando che li stessi attaccando. Ma la mia era solo una istintiva mossa di difesa!
Nella mia mente una voce urlava che quella sarebbe stata la fine, quei quattro ninja mi avrebbero giudicata colpevole di un attacco kamikaze al villaggio della foglia!
Stavo per essere giustiziata! No peggio, torturata per estorcermi dei segreti di stato.
«Ok va bene calmiamoci. Signorina, cioè ambu del paese dell’acqua mi segua può entrare.» disse calmo il ninja spaventapasseri mostrandomi un sorriso.
Shokata lo guardai.
«Come?» chiesi imbambolata.
Non mi stavano per trascinare in un buia cella per torturarmi fino alla morte?
«Può entrare.» disse sorridendomi.
«Sensei ma cosa dice? E’ un nemico che deve essere allontanato dal villaggio!» dissero in coro i suoi compagni.
“Giusto giusto!” pensai nella mia mente. Io nemico. Loro torturatori.
«Oddio! Non mi dite che non vi siete accorti di niente..» dissi il ninja indicando un punto preciso vicino ai miei piedi.
Abbassai lo sguardo e lo vidi: il sigillo!
Il sigillo splendeva di una luce celeste accesa mostrando quattro piccole onde, simbolo del mio paese.
Il mio cervello velocemente collegò ogni tassello: nella fretta di cercarlo il rotolo doveva essermi caduto per terra, e grazie alla mia barriera difensiva il mio chakra era riuscito a raggiungerlo e ad essere assorbito.
Sorrisi rassicurata.
«Quindi.. se ancora desidera entrare, può seguirmi.» disse Mr. Spaventapasseri con un tono di voce caldo e accogliente.
Lo vidi superarmi e farmi strada verso il grande portone in legno.
Senza indugiare lo seguii e quando gli fui accanto, proprio quando le porte iniziarono a schiudersi, gli bisbiglia  «Arigatou gozaimasu.» assicurandomi che potesse sentire solo lui. 



   
 
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