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Autore: Eugenie    27/08/2012    3 recensioni
C'è una Bellatrix vecchia, una Bellatrix che non conosce Azkaban.
C'è una Bellatrix che si precipita dal Signore Oscuro, perché è l'unica a poterlo fare.
Un incarico, una responsabilità di proporzioni gigantesche.
Dovrà custodire qualcosa di molto importante, qualcosa che appartiente al suo Signore.
-Dal testo:
'Giunse di fronte all'immenso portone intarsiato. Si fermò.
Raddrizzò le spalle, benché non ne avesse alcun bisogno: camminava sempre a testa alta, fissando le iridi scure sui volti di tutti quelli che incrociava. Squadrandoli, giudicandoli, disprezzandoli, biasimandoli.
Sollevò la mano destra, rapidamente, e afferrò il battente di ottone. Inspirò forte, e batté con forza.
Aspettò.
Aspettò ancora. E ancora.
Genere: Dark, Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Voldemort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lithium




"Throw down your umbilical noose so I can climb right back."

Nirvana, Heart Shaped Box

 

Passi rapidi, passi leggeri... passi d'impazienza.
Bellatrix Black saliva le scale con palpabile eccitazione, calpestando tutti quelli che non erano alla sua altezza.
Calpestando chiunque.

Lo sapeva. L'aveva sempre saputo. Era lei, lei che sarebbe stata scelta. Lei, che sarebbe stata convocata; quel giorno.
Era sempre stato chiaro. Scontato, quasi. 

Più in fretta, più in fretta.
Non finiscono più, queste scale?

"Bella, ti sta aspettando... è appena tornato."
"Sì... sì lo so. Mi sta aspettando. Sta aspettando proprio me, capisci? Non te, non voi, nessun altro: me."

Avrebbe potuto scivolargli accanto senza nemmeno sfiorarlo, ma oltrepassandolo lo urtò. Non ricordava il suo nome, non si era mai neanche data la pena di impararlo.
Perché perdere tempo curandosi di qualcuno che non le sarebbe mai stato utile?

Attraversò la sala immensa, attraversò l'eco di decine di voci che non udiva nemmeno. Sussurri, mormorii... non era il momento di preoccuparsene.

La mia curiosità è per le urla assordanti, la mia attenzione è per l'infinito frastuono dentro di me.

Giunse di fronte all'immenso portone intarsiato. Si fermò.
Raddrizzò le spalle, benché non ne avesse alcun bisogno: camminava sempre a testa alta, fissando le iridi scure sui volti di tutti quelli che incrociava. Squadrandoli, giudicandoli, disprezzandoli, biasimandoli.
Sollevò la mano destra, rapidamente, e afferrò il battente di ottone. Inspirò forte, e batté con forza.
Aspettò.
Aspettò ancora. E ancora.

"Entra, Bellatrix."

E Bellatrix entrò. 

  
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