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Autore: brendy    27/08/2012    8 recensioni
”Hai trovato chi stavi cercando?”
”Forse” aggiunse lei, osservandolo mentre si sistemava meglio quella massa di ricci ”Si chiama Harry, lo conosci?”
Lui scoppiò a ridere ”L’ho già sentito nominare e come mai lo stai cercando?”
Backy gli si avvicinò, in modo tale che a dividerli fossero a malapena dieci centimetri.
”Ho bisogno di parlargli, spiegargli alcune cose e chiedergli alcune cose”
”E sei sicura che lui voglia parlarti?”
Lei si portò una mano ad accarezzarsi il collo, imbarazzata per la scena surreale che si stava creando.
”Non so, dovrei chiederglielo”
”Cosa stai aspettando allora?”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 1
Prologue - silly life


 


 

Backy, era semisdraiata sul sedile posteriore dell’auto di sua zia, domandandosi più volte come mai l’intero mondo la odiasse così tanto.
Quella, era l’unica risposta plausibile o per lo meno, accettabile del perché in meno di cinque ore tutta la sua vita era cambiata,senza nemmeno degnarla di un avviso.
Nella sua testa aveva ancora impresse le parole del capo della polizia, Derek, che balbettando, l’avvisava del tragico incidente avvenuto quella sera ai suoi genitori, sulla spiaggia.
Morti, per colpa di alcuni ragazzi che non erano stati attenti all’alta marea e ubriachi, avevano deciso di farsi il bagno ignorando la forte corrente che c’era quella sera in mare.
Backy fece scoppiare il palloncino fatto con la gomma da masticare.
Era una cosa che sua zia detestava, proprio per questo lo aveva fatto senza mai fermarsi per tutto il viaggio lungo la E-27.
Per Backy, l’autostrada era una vera e propria tortura a meno che non si abbia un debole per i cibi straunti dei fastfood, i disgustosi bagni con odori da voltastomaco delle aree di servizio e le interminabili file di pini che rischiavano di farti addormentare con la loro terribile, monotonia.
La ragazza aveva ripetuto queste parole ancora prima che il motore si accendesse ma sua zia Beth, aveva finto di non ascoltarla iniziando una conversazione con suo fratello Kurt.
”Siamo ancora in tempo per fare retromarcia e tornare alla soleggiata Los Angeles”
sospirò contrariata, mentre scioglieva i nodi che si erano formati ai fili degli auricolari.
”Ho già sentito questa frase un milione di volte da quando siamo partiti. Se proprio vuoi farmi capire che qui non ci vuoi stare, sii un po’ più originale”
Backy fece scoppiare di nuovo la gomma e lanciando un veloce sguardo davanti a sé, vide la zia trasalire per poi alzare leggermente, il volume della radio.
Appoggiò la testa sul finestrino, cercando disperatamente di riuscire a prendere un po’ di sonno, in modo da alleggerire quel viaggio a cui non voleva per niente, parteciparvi.
La zia, prese in pieno una buca dato che il terreno non era più liscio e scorrevole come in autostrada.
Segno che erano arrivati a Malibù, una piccola cittadina sperduta e dimenticata da Dio, nella costa sud della California.
Backy sbatté la testa contro il vetro, mentre un ‘wow’ pieno di stupore usciva dalle labbra screpolate di Kurt.
”Siamo arrivati, zia Beth?”
Kurt, giocò per alcuni minuti con il ciuffo biondo cenere che gli ricadeva sugli occhi marroni, mentre con un sorriso a 32 denti stampato sul viso, aspettava una risposta da parte della donna.
”Finalmente –disse posteggiando l’auto in un piccolo parcheggio- si Kurt. Siamo arrivati. Contento?”
”E me lo chiedi anche? Sarà sicuramente fantastico!”
”Sono davvero colpita che tu abbia questo atteggiamento positivo. Forse, potresti insegnarlo anche a tua sorella, che dici?”
Lui sbuffò sonoramente, prima di afferrare il suo zainetto ”si, come no” aggiunse, camminando fino alla casa.
La ragazza ancora non era scesa dalla macchina e la sua espressione, faceva intuire che non aveva intenzione di muoversi nemmeno di mezzo millimetro.
Non era pronta ai sorrisi finti della gente, a quegli sguardi pieni di compassione che avrebbe ricevuto da quel momento in avanti.
Non se la sentiva di essere soprannominata come la ragazza a cui sono morti i genitori e che ora, è costretta ad iniziare una nuova vita.
Era Backy, semplicemente Backy.
Sospirò un’altra volta, non voleva assolutamente essere li.
 ”Hai intenzione di rimanere li dentro per tutta la notte? In tal caso ti conviene metterti una felpa, di sera qui c’è umidità e rischi di prenderti un accidente”
Sempre meglio di entrare in quell’inferno. Pensò ironicamente Backy.
Mentre prendendo un po’ d’aria, afferrò lo scatolone che teneva tra le mani e si trascinò, fino alla porta di legno scuro.
Ad aprire la porta fu un ragazzo decisamente giovane, che a stento arrivava alla trentina d’anni. Jay, questo era il suo nome.
Aveva capelli color miele che mettevano in risalto la pelle decisamente abbronzata mentre gli occhi azzurri, la scrutavano attentamente.
Dopo aver dato il benvenuto alla ragazza e a suo fratello, si affrettò a scaricare i borsoni dalla macchina.
La casa era decisamente molto più grande rispetto a quella dove Backy abitava prima.
La tavola era apparecchiata e dalla cucina proveniva un delizioso profumo di sugo, mentre dalle vetrate si poteva ammirare l’oceano che, con il riflesso del sole, sembrava brillare.
”.. mentre la tua stanza –Beth, si voltò verso di lei con sguardo dolce- è al piano superiore, al posto della mansarda. Jay e Mary, l’hanno pulita e ci hanno messo lo stretto necessario”
Backy annui. Prese le sue robe e con un po’ di fatica, salii le rampe di scale fino ad arrivare davanti alla piccola porta panna, che aprì velocemente.
Beth aveva ragione. La stanza era semplice, non aveva nulla di particolare. Un armadio che occupava gran parte della parete, mentre un letto a due piazze era posizionato sotto la finestra, opposto alla piccola scrivania ordinata.
Era un brutto sogno. Quella non era la realtà.
Adesso avrebbe chiuso gli occhi, fatto un bel respiro e quando li avrebbe riaperti, al posto di trovarsi in quel luogo sconosciuto avrebbe visto il viso dolce di sua madre mentre la richiamava per la cena, o sorridente, le diceva che finalmente i biscotti al cocco le erano riusciti e non li aveva bruciati.
In quel momento, si sarebbe accontenta anche che alzasse il tono della voce; convinta che se avesse urlato più forte per i suoi voti, o per le sue amicizie, o per il fatto che infrangeva costantemente il coprifuoco, sarebbe aumentata la probabilità che Backy l’ascoltasse.
Ma quando la ragazza riaprì gli occhi, l’unica realtà che vide era il materasso nuovo su cui era sprofondata a peso morto e il profumo nauseante di vaniglia, che c’era in quella stanza.


”Jay, che cos’è questa musica?”
Chiese Kurt al ragazzo troppo concentrato a seguire una gara di surf in televisione.
”Viene dalla spiaggia ometto. Ci sono le bancarelle e la ruota panoramica per via del luna park che c’è in città”
”Possiamo andarci dopo cena? Tutti insieme?”
”Dovrai chiederlo a Beth, è lei che comanda qui” gli fece l’occhiolino, prima di prestare attenzione alla ragazza che era appena scesa dalle scale.  
”Certo e magari, andiamo in spiaggia e ci sediamo intorno al falò ad arrostire marshmallow” dichiarò Backy con un finto sorriso sul viso ”Proprio come una bella famiglia felice e spensierata”
Nella sala calò un silenzio teso e tutti, questa volta, la ignorarono.
”Pensi di potermi accompagnare?”
”Certo e nel caso io non potessi, sono sicura che tua sorella verrà più che volentieri”
”Sto trattenendo l’emozione, davvero”
Backy si accasciò disperatamente sulla sedia, mentre Mary, una donna di 37 anni, con lunghi capelli neri e occhi altrettanto scuri, metteva nei piatti la cena.
La verità è che Backy non odiava sua zia, ne tantomeno i due coinquilini che da anni vivevano con lei.
Lei odiava il fatto che per quello stupidissimo scherzo del calendario che la rendeva ancora una diciassettenne, era obbligata a trasferirsi da Beth, al posto di rimanere con suo fratello, nella sua città, insieme a tutti i suoi amici ma soprattutto, nella casa dove aveva abitato per lunghi anni con i suoi genitori.
”Ho finito, vado a farmi una doccia”
Si alzò lentamente dalla sedia, mentre saliva le scale si sentì costantemente gli occhi di tutti fissi sulla sua esile figura.
Perché ormai, la ragazzina che era un tempo era sparita e al suo posto c’era una giovane donna che stava crescendo, con una ciocca fucsia, a cui nessuno piaceva, tra i capelli biondi e mossi, le unghie mangiucchiate e poco curate e uno stile tutto suo.
Assomigliava incredibilmente a sua madre, glielo dicevano sempre tutti e comunque, era incantevole, come sempre.
”E’ sempre così?”
Kurt scosse la testa.
”No, in realtà Backy è una sorella forte, solo che si è un po’ persa” scrollò le spalle, in modo da dedicarsi completamente al suo budino al cioccolato.
Mary fece un cenno con il capo a Beth e Jay, che la raggiunsero immediatamente fuori in balcone.
”Come stanno?”
”Kurt è troppo piccolo per capire esattamente quello che è successo” sospirò Beth ”ma Backy non so come stia e credo che non lo sappia nemmeno lei. Insomma, quando andavo a trovarla era sempre felice di vedermi, ieri invece non mi ha degnata nemmeno di uno sguardo” scosse la testa ”Capisco che per lei non è semplice e non lo è nemmeno per me, dato che ho perso mia sorella, ma quando cerco di parlarle, di farle capire che può sfogarsi e che io ci sono, lei non fa altro che rispondermi bruscamente e tornare a chiudersi nel suo mondo”
”E’ nella fase dell’adolescenza, ci siamo passati tutti no? Quell’età ribelle, in cui tutto ciò che è proibito ti affascina, che vivi le emozioni il doppio se non il triplo e..”
”Jay, ci siamo passati tutti in questa fase. Ma scappare dai problemi non la aiuterà di certo a superare il dolore”
Jay prese la bottiglia di birra e ne porse una a Beth, che prese e si voltò a guardare Kurt, che con aria spensierata di un bambino di sette anni, si avvicinava a loro chiedendogli, ripetutamente, di andare al luna park.
”Chiama tua sorella e dille che l’aspettiamo così andiamo tutti insieme, va bene?”
Kurt li guardò per qualche secondo, poi scosse la testa.
”Non penso che verrà con noi”
”E perché no?”
”Perché –indicò la porta sul retro che si affacciava dal balcone, sulla spiaggia- sta già andando da qualche parte per conto suo”
Tutti si voltarono a guardare Backy, che furtivamente, sgattaiolava lungo la spiaggia in direzione della musica e di tutta quella folla di gente.
Si prometteva una lunga giornata, per tutti.
 









I'm baaaack!
Ciao gente, come state?
Io sono appena tornata dalle vacanze e dato che senza internet avevo molto tempo (?) ne ho approfittato per scrivere alcune ff.
Questo è il primo capitolo è il capitolo di transito che viene sempre a rompere le palle.
Anyway, per adesso ho fatto una breve descrizione di Backy la nostra protagonista.
Mi sono inspirata a 'the last song, summerland, o.c, summer paradise, pretty little liars e altre cose' un po' contorto come cosa, ma va beh.
Fatemi sapere che cosa ne pensate :3
LOL ok, adesso vi lascio.
tanto amore,
brandy.



 
  
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