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Autore: Justanotherpsycho    29/08/2012    2 recensioni
Raccolta di brevi storie ispirate al mondo di The Elder Scrolls V: Skyrim
Genere: Azione, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La Caccia La luna.
Grande, lucente, bellissima.
Diffondeva dolcemente su quelle terre la sua luce argentea, dell'intensità perfetta per nascondere i propri figli e illuminare al contempo le loro prede.
A lei cantava il suo amore con versi bestiali, forse senza un motivo, forse per propiziarsi i suoi favori.
Poi, ad un tratto, quella diventava rossa, come se un manto di sangue l'avesse improvvisamente avvolta, ed era come se, sogghignando,  stesse invogliando la sua prole ad entrare in azione: era l'ora della caccia.

 

Stupida luna!
Se solo ci fosse un po' più di luce sarebbe già riuscito a trovare la strada per uscire da quel bosco.
E invece vagava per quella selva senza vita da un tempo che gli sembrava l'eternità, e non ricordava nemmeno come ci fosse entrato.
Sapeva solo che doveva uscirne, ma ad ogni falcata tra rovi e grovigli di fogliame la sua carne si faceva più pesante.
Sapeva solo che doveva scappare, ma le gambe diventavano sempre più deboli e dolenti e il freddo vento che spirava tra le fronde sembrava attraversarlo da parte a parte.
Sapeva solo che doveva mettersi in salvo. Da cosa? Qualcosa dentro di sé lo sapeva, ma aveva paura a confessarglielo.
- un ululato -
Come faceva a saperlo? Sentiva il suo respiro.

 

Respirare,
sempre più forte, sempre più avidamente, mentre correva fra gli alberi; foglie e ramoscelli gli sbattevano addosso senza scalfirlo, ma anzi sembravano trasmettergli la forza di raggiungere al più presto il suo obiettivo.
Poi finalmente gli alberi finirono e sbucò in una radura.
Lì il vento accarezzava la terra muovendo armoniosamente l'erba proprio come faceva col suo pelo.
E lì, imponente, troneggiava sopra il prato sanguigno, alla luce della sua luna rossa, il suo principe e padrone, Hircine.

 

Rosso!
Tutto era diventato ad un tratto rosso!
Come in un incubo il cielo e la luna sembravano grondare sangue. Il che non faceva altro che alimentare ancora di più il suo terrore. Prese allora a correre, per quanto concessogli dall'ambiente, verso una direzione qualsiasi, agitando le braccia per liberarsi della vegetazione, mentre sentiva il suo affannoso respiro montargli nelle orecchie e confondersi con quell'altro.
Finché finalmente ne fu fuori. Giusto il tempo di riprendere il fiato che avvistò la figura che si stagliava dall'altra parte della radura: la sua più grande paura, il principe daedrico della caccia, suo torturatore e boia, Hircine.

 

Preda avvistata!
Basta un gesto del braccio e la muta di lupi obbedisce al cacciatore e parte all'inseguimento della preda.
Già pregustava il suo sangue caldo zampillargli sul collo e impregnare la sua pelliccia.
Assaggiava l'aria e avvertiva paura: il suo gusto preferito.
L'aria attraverso il pelo, l'erba tra gli artigli, il rombo del cavallo del suo padrone che gli correva accanto e l'impeto dei suoi fratelli che lo circondavano... non sapeva chi fosse la preda, né cosa avesse fatto per meritarsi quel supplizio, ma non gli importava, perché quella era l'unica vera ebbrezza che avesse mai provato nella sua vita, anzi, l'unica prova che fosse vivo.

 

Era la fine.
La prima cosa che pensò, quando vide gli uomini-lupo e il loro padrone caricarlo attraverso la radura.
Era inutile anche solo provare a scappare, ma mentre pensava ciò l'istinto di sopravvivenza aveva già mosso le sue gambe, anche se lui se ne accorse solo dopo aver visto scorrere davanti a sé la sua intera vita.
Di nuovo nel bosco, ora non si accorgeva quasi degli ostacoli che prima lo avevano provato tanto. Ciò non significava che non lo provassero ancora, anzi, forse anche più di prima, ma nella sua testa era ormai tutto un vortice di rosso, latrati e tonfi di zoccoli. E poi quel respiro, sempre più vicino.

 

Ci siamo quasi.
Tronchi e cespugli gli sfrecciavano accanto, ma tutti i suoi sensi erano focalizzati sulla preda: ormai non aveva più alcuna speranza, la foresta l'avrebbe sfiancato o disorientato e lui poi avrebbe finito il lavoro.
Ci siamo quasi.

 

Una massa di peli salta fuori da un cespuglio e lo atterra all'istante.

 

Ora può vedere la paura nei suoi occhi e specchiarvisi dentro.

 

L'ultima immagine che vide fu il suo volto, e orripilato, vi riconobbe la verità.

 

 

 

Svegliarsi di soprassalto, con un urlo e tutto sudato, freddo e pallido, di certo non si addiceva alla sua posizione di saggio e guerriero. Per fortuna nessuno se ne avvide.
Dalla finestra, tirò una rapida occhiata alla luna, e per fortuna constatò che effettivamente era ancora argentata... era stupido, lo sapeva, ma lo faceva ogni volta.
E ogni volta si alzava dal letto e lentamente camminava fino alla finestra, alzando spaventato lo sguardo verso il vetro fino ad incrociare quello del suo riflesso, e sperava ogni volta di vedere una faccia diversa, ma quella che vi trovava era sempre la stessa: quella del lupo mannaro.




Odio la sigla "NdA", quindi da adesso questo spazio si chiamerà "Il Cantuccio" (cit?) XD
Che si nasconda questo dietro la scritta "Il tuo sangue di bestia non ti fa riposare bene" ogni volta che vi svegliate? Beh, se è così, ogni volta che fate dormire il vostro pg lo costringete a questa tortura... siete davvero delle brutte persone... XD
Comunque questa probabilmente sarà la prima di una "raccolta nella raccolta", una serie di one-shot dedicate ai principi daedrici, anche se purtroppo per Hircine volevo parlare di più dell'aspetto riguardante la questione del Sovngarde (se avete completato la quest-line dei lupimannari avrete sicuramete capito di cosa sto parlando) e del dualismo uomo/lupo, ma mi stava piacendo il ritmo che andava assumendo questa storia, e frenarlo con una lunga riflessione filosofico-religiosa alla fine mi sembrava uno spreco, quindi penso che gli dedicherò un'altra storia... così sarà una "raccolta nella raccolta nella raccolta" su Hircine XD no, vabbè, al massimo ne scriverei solo un'altra... forse...
Ah, e spero che abbiate riconosciuto e gradito il font originale dei libri di Skyrim ;) penso che lo userò anche per le altre storie.
  
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