Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Klaineinlove    31/08/2012    12 recensioni
Cosa succederebbe se potessi decidere il tuo futuro?
Se in un singolo momento potessi scegliere il tuo destino?
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un consiglio: ricordate che non tutto è come sembra!



PASSATO

 

 

La mattina seguente Blaine non si alzò con l'entusiasmo del primo giorno. Aveva lo stomaco che gli faceva male, e non era mal di pancia. Sbriciolò tra le mani una fetta di pane tostato e non toccò il latte che la madre gli aveva preparato sul tavolo.

Come al solito suo padre era seduto a leggere il giornale. La loro era una routine completa: Blaine si alzava e trovava la colazione pronta, la madre era già a lavoro e il padre si rilassava prima di uscire anch'egli e Blaine andava a scuola. Ma quella mattina la voglia di andarci era poca, ed era solo il secondo giorno.

“Qualcosa non va?” domandò suo padre chiudendo il giornale per dare attenzione a suo figlio. Blaine scrollò le spalle: non sapeva se suo padre fosse realmente interessato o se lo facesse perché doveva appunto ricoprire il ruolo di 'padre'.

“Tutto okay. Vado o farò tardi” Blaine si alzò di corsa e uscì di casa ripercorrendo gli stessi passaggi del giorno prima fino a che non arrivò a scuola. Il suo lucchetto si rifiutava di aprirsi e doveva ricordarsi di chiedere alla segreteria di farlo cambiare, ma per il momento era costretto a portarsi tutti i libri con sé. Guardò l'orario delle lezioni e si diresse nella classe di Spagnolo. Quando entrò il professore era già in piedi vicino alla cattedra e i ragazzi erano seduti ai loro posti, compresi Kurt Hummel e Smythe.

“Tu devi essere Blaine Anderson” fece il professore. Blaine lo squadrò: camicia, gilet e una raffica di ricci biondi e poi Blaine si illuminò: era lo stesso insegnante della stanza del coro. Dall’espressione meravigliata dipinta sul volto di Blaine il professore intuì immediatamente i suoi pensieri.

“Si, dirigo anche il glee club se te lo stessi chiedendo. Allora Blaine, vuoi dirci qualcosa su di te?”

Il professore prese il ragazzo per le spalle e lo mise di fronte alla classe, così che tutti potessero fissarlo in attesa di qualche sua parola.

“Mi chiamo Blaine e mi sono trasferito qui perché mia nonna è morta ed ora abbiamo la sua casa. Mi piace cantare e fare nuove amicizie”

“E' sei gay” urlò dal fondo della classe Sebastian mentre si fissava le unghia

“C-Cosa?”

“Sei gay, è palese” ribatté Sebastian con indifferenza.

“Non sono gay!” provò a difendersi Blaine.

“Il tuo papillon sta urlando: gay, sono gay, gay,gay” tutti scoppiarono a ridere e Sebastian batté il cinque con Kurt.

“Sebastian, Kurt, per favore. Voi siete gay ma nessuno qui vi mai ha creato problemi” fece il professor Shuester.

“Perché ho la Sylvester che mi difende, ecco perché” rispose Kurt con tono soddisfacente.

Il professore sospirò arrendendosi. “Vai a sederti, lì davanti a Sebastian” Will gli indicò il posto e Blaine si fece strada, sistemò i suoi libri sul tavolo e nel momento in cui provò a sedersi, Sebastian, con il piede gli tirò la sedia facendolo cadere all'indietro fino a sbattere la testa contro la sua sedia stessa.

La classe scoppiò in una grossa risata, anche se alcuni erano seriamente preoccupati vendendo Blaine stringersi forte il capo.

“Stai bene Blaine?” disse il professore avvicinandosi a lui e cercando di alzarlo. “Stai sanguinando. Kurt, portarlo in infermeria, Sebastian io e te andiamo dal preside immediatamente!”

“Io che c'entro? Perché deve punire anche me?” domandò Kurt sconcertato.

“Kurt, accompagnalo, adesso!”

Il Cheerio sbruffò e si alzò aspettando che anche Blaine facesse lo stesso. Uscirono nel corridoio e Kurt notò la mano macchiata di sangue. Dalla sua tasca estrasse un fazzoletto e l'offrì a Blaine.

“Grazie” fece il ragazzo piazzandosi il fazzoletto dietro la testa. Kurt camminava poco più veloce di lui e si affrettò ad entrare nell'infermeria.

“Signorina Olivia?” la chiamò Kurt annoiato. L'infermiera uscì da dietro ad una tenda “Allora Kurt, quale malore fingerai oggi?”

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo “Non sono qui per me” e con il dito indicò Blaine che aveva appena varcato la porta dell'infermeria.

La donna lo fece stendere a pancia in giù sul lettino e gli mise del ghiaccio dietro la testa.

“Niente di grave” sentenziò infine “vado a prendere il numero dei tuoi genitori in segreteria, non muoverti di qui.”

“No- non c'è né-” Blaine non finì la frase che l'infermiera era già andata via.

“Sei sbadato, dovresti fare più attenzione” disse Kurt sorridendo beffardo sapendo che Blaine non poteva vederlo.

“Non sono sbadato. Il tuo ragazzo mi ha tirato via la sedia” borbottò irritato Blaine.

Kurt scoppiò in una risata “Sebastian non è il mio ragazzo. Lui non potrebbe mai esserlo. Ma comunque non sono affari tuoi, mio piccolo gay nascosto”

Blaine girò la testa per fissarlo mantenendosi il ghiaccio dietro al capo “Non sono gay” ribatté di nuovo.

“Certo, ed io me la spasso con il principe Harry quando Kate non c'è.”

Blaine lo fissò confuso e poi provò ad alzarsi dal lettino, con la botta ricevuta però, si sentì sbandare e Kurt lo afferrò prima che potesse cadere.

“Mettiti disteso, se ti gira la testa è peggio. Potresti vomitare, e ti lascerei qui da solo, non posso permettermi di sporcare la divisa.”

Questa volta Blaine alzò gli occhi al cielo. Kurt sembrava quel tipo di ragazzo da lasciar perdere, quel ragazzo di cui sai che non potrai mai diventare amico, ma Blaine, lui non si arrendeva.

“Cosa fate qui a Lima per divertirvi?” domandò cercando di iniziare un argomento con Kurt.

“Divertirsi? Qui a Lima? Sei caduto all'inferno, tesoro mio. Ci divertiamo certo, ma per noi giovani gay non c'è molto se questo ti interessa.”

“Non sono gay, non farmelo ripetere sempre”

“Negare poi diventa più difficile vero?” gli fece l'occhiolino Kurt.

Blaine sbruffò ma non aggiunse altro. Dalla porta dell'infermeria entrò Sebastian.

“Come sta il nostro migliore amico?” domandò sarcastico sedendosi sul lettino accanto a Kurt.

Blaine alzò la testa per fissarlo quasi spaventato. “C-Che ci fai qui? Il preside non ti ha sospeso?” domandò confuso il ragazzo.

Sebastian scoppiò a ridere e Kurt si morse le labbra per non fare lo stesso.

“Ti dirò una cosa adorabile nano: questa scuola la gestisco a modo mio, che piaccia o no ai professori e al preside stesso”

“Smettila Sebastian, ti vanti solo perché tuo padre ha potere su questa scuola visto che l'ha comprata non appena hai deciso di venire qui” spiegò Kurt con finta irritazione.

“Esatto, quindi il preside finge di farmi una ramanzina e poi come sempre fa: Per questa volta te la lascio passare liscia. Ho perso il conto di quante volte mi abbia detto questa frase”

Kurt e Sebastian cominciarono a chiacchierare animatamente tra loro mentre Blaine venne ignorato, ancora disteso sul lettino e con la testa che gli doleva.

Venti minuti dopo, sua madre arrivò nell'infermeria.

“Cos'è successo?” urlò spostando la tenda dove c'erano i due lettini sui quali i ragazzi erano seduti.

“M-Mamma, non c'era bisogno-”

Melanie si avvicinò a lui preoccupata. “Vieni, preferisco farti controllare da tuo padre, però prima spiegami cosa è successo”

Blaine si morse il labbro perché adesso era indeciso se dire la verità oppure no.

Vide Sebastian alzare la mano spontaneamente, forse per dichiararsi colpevole dell'accaduto.

Ma Blaine fu più veloce di lui.

“Sono scivolato, c'era dell'acqua e sono caduto, non volevo”

Melanie sospirò e gli passò una mano dietro la schiena per confortarlo. “Su andiamo” fece con tono decisamente più calmo. “Grazie ragazzi per averlo aiutato.”

Kurt e Sebastian abbozzarono un “Non c'è di che” imbarazzato ed uscirono dall'infermeria con la coda tra le gambe, Melanie invece, aiutò suo figlio ad infilarsi in auto nonostante Blaine avesse provato a dirle più volte che stesse bene.

 

“Non ti hanno fatto del male, vero? Blaine odio quando non sei sincero con me. Hanno saputo che sei gay e ti hanno picchiato?” Melanie sputò tutte quelle domande mentre entravano nel reparto dove suo marito lavorava.

“No mamma. Nessuno sa che sono gay” borbottò Blaine cercando di essere convincente.

Melanie aveva imparato ad accettare l'omosessualità di suo figlio a differenza di suo marito ed ogni giorno era una lotta completa. Litigavano sempre per Blaine e Melanie la sera si infilava nel letto di un uomo che non riconosceva più.

Blaine la vedeva soffrire, ma lei aveva il coraggio di piazzarsi un sorriso sulle labbra e di ripetere che stava bene, non dovevano preoccuparsi per lei.

Quando Richard li vide nel corridoio del suo reparto si spaventò.

“Che succede?” disse puntando gli occhi prima sulla moglie e poi sul figlio.

“Ha preso una botta in testa e-”

“Mamma sto bene. Non ti preoccupare papà, io torno a casa e-” Blaine venne bloccato dal padre che gli mise una mano sulla spalla.

“Vieni, fatti controllare”

Blaine annuì quando sapeva che tutto ciò era banale, aveva un bernoccolo, non c'era bisogno di preoccuparsi, un altro po' di ghiaccio e sarebbe passato tutto.

Purtroppo non fu così perché il padre gli fece diversi controlli e, quando finalmente finì, lasciò che suo figlio tornasse a casa a riposare.

 

Prima di tornare a casa però, madre e figlio entrarono nel supermercato per fare la spesa, era già passata l'ora di pranzo, Richard aveva dovuto fare altri controlli prima di visitare il figlio. Le ore di lezione a scuola erano sicuramente finite e Blaine si era assentato già solo al secondo giorno.

“Blaine prendi la pasta, io vado nel reparto salumi”

Il ragazzo si allontanò con il carrello fino a scontrarsi con una donna.

“Oh mi scusi” fece Blaine spostandosi per farla passare.

“Tranquillo, devo prendere la pasta” fece la signora.

“Anche io” rispose Blaine.

“Kurt, allora hai trovato lo yogurt?” gridò la donna.

A quel nome Blaine alzò il volto per ritrovarsi di fronte a quei due occhi chiari come diamanti.

“Blaine!” urlò Kurt, come se non fosse possibile che il ragazzo potesse trovarsi lì, “C-Che ci fai, la testa, va tutto bene?”

Blaine arrossì per il modo in cui Kurt si era preoccupato per lui “Sto bene, non ho niente” disse imbarazzato.

La donna osservò i due discutere e poi il volto si illuminò “Oh ma è quel Blaine? Il nuovo ragazzo della scuola!”

“Carole!” la richiamò Kurt in segno di rimprovero. Quella donna non riusciva a tenere la bocca chiusa.

Blaine batté le palpebre in modo confuso.

“Noi dobbiamo andare” fece Kurt in modo sbrigativo “Ci si vede, ciao!” non diede nemmeno agio a Blaine di rispondere che filò via verso le casse.

Blaine rimase immobile perché era strano, Kurt non lo aveva trattato nel migliore dei modi, ma si era preoccupato per lui e aveva palesemente parlato di lui a quella donna. Blaine dovette ammettere a se stesso che trovava Kurt Hummel piuttosto interessante.

 

 

PRESENTE

 

 

 

 

Cosa Kurt. Cosa avrebbe fatto?” domandò Blaine terrorizzato.

Kurt deglutì “Ha detto: che ci avrebbe ucciso tutti”

 

“No” urlò Blaine in preda al panico e Kurt immediatamente gli piazzò una mano tremante sulle labbra per non permettergli di parlare.

“Ci troverà” sussurrò Kurt.

Blaine strinse la mano di Kurt, il quale aveva gli occhi arrossati dalle lacrime, proprio come lui. Si voltò verso le porte dei bagni e pensò di trascinarsi Kurt con sé.

Non fecero nemmeno in tempo ad avvicinarsi che la porta principale venne spalancata con un solo calcio.

Entrambi si fermarono immobili e lentamente girarono le loro teste, e le loro mani, se possibile, si strinsero ancora di più.

Di fronte a loro c'era Tayler che imbracciava un'arma piuttosto grande, rivolta contro loro due. Dietro alle spalle di lui giaceva l'insegnante di Scienze, sul suo corpo c'era sangue ovunque e un enorme buco nel petto.

Kurt scoppiò in un singhiozzo di disperazione e Blaine istintivamente lo strinse a sé tirandolo per i fianchi.

“Hummel” pronunciò Tayler a mo’ di saluto. Poi il suo sguardo si spostò su Blaine e gli fece un cenno con la testa.

Tyler e Blaine non si conoscevano, non avevano nessun corso in comune, ma tutti ormai conoscevano la coppia gay nell'istituto.

“T-Ti prego Tyler, non ucciderci” balbettò Kurt tenendosi stretto a Blaine. Il ragazzo sorrise.

“Siete così belli tutti quanti voi, così spaventati, così indifesi, siete diventati dei burattini nelle mie mani, un colpo e vi faccio fuori.”

Tyler puntò l'arma contro la fronte di Kurt, quest'ultimo istintivamente chiuse forte gli occhi trattenendo il fiato. Blaine si strinse a lui incapace di muoversi, come se i piedi si fossero cementati sul pavimento, come se avesse perso tutte le sue forze in un solo secondo.

“Nessuno mi ascolta in questa scuola, nessuno! Ma voglio essere generoso con voi due. Insomma Hummel tu mi hai solo deriso in classe, nient'altro,” finalmente Tyler spostò l'arma e i due ragazzi tornarono a respirare, “Vi darò una possibilità. Sarete voi a scegliere: ne ammazzerò uno solo, ma chi?”

 

 

FUTURO

 

 

 

Era già il terzo negozio di fiori a cui Kurt passava accanto senza fermarsi e non perché non avessero i fiori giusti, ma perché era un vigliacco. Stava cercando di perdere tempo per non entrare nella scuola. Fermò l'auto proprio di fronte ad un negozio e prese il cellulare e compose un numero.

“Pronto?”

“Non posso farcela” bisbigliò trattenendo le lacrime.

“Dove sei?”

“Poco distante da lì, volevo-volevo prendere dei fiori, ma io non so quali fiori prendere. Finn, che fiori piacciono a lui? Non lo ricordo maledizione!” sbottò Kurt ormai in lacrime.

“Calmati Kurt, qualsiasi fiore va benissimo, forza, io e Rachel stiamo arrivando, ti aspettiamo lì.”

Kurt staccò la chiamata e sospirò. Uscì dall'auto e comprò diversi mazzi di fiori poi raggiunse di nuovo l'istituto.

Lì, tra le croci bianche, Kurt si scontrò con un volto conosciuto, un volto che era sempre più difficile da guardare.

“Kurt, è un piacere rivederti” disse l'uomo con un sorriso.

“Ciao, Cooper” Kurt si scambiò un veloce abbraccio.

“Un altro anno è passato” disse Cooper guardandosi intorno. “Lo sento sempre vicino a me.”

“Lo sogno ogni notte” gli disse invece Kurt guardandosi in cerca di volti conosciuti. Da lontano intravide Tina Cohen-Chang con i genitori di Mike Chang che sistemavano dei fiori su una croce bianca poco lontani da loro.

“Allora, come sta il tuo-tuo ragazzo giusto? Avete deciso quando sposarvi?” chiese Cooper per dare inizio ad una conversazione.

“No.” disse deciso Kurt “Non abbiamo nulla del genere in mente” disse con tono secco.

Cooper sorrise, “Vado a vedere se mia madre è arrivata”, si allontanò e Kurt proseguì verso l'interno dell'istituto. Appena varcata la porta, però, si sentì mancare, tanto che dovette aggrapparsi alla maniglia.

“Tutto bene?” domandò una donna che lo resse prima che potesse cadere.

“Sto bene grazie”

E Kurt camminò lungo il corridoio fino a fermarsi di fronte alla porta dei bagni maschili del McKinley

 

   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Klaineinlove