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Autore: CatcatKhad    02/09/2012    7 recensioni
Alice e Bella hanno 17 anni e sono sorelle. Classiche sfigatelle, si vestono male e hanno una popolarità e una compagnia pari a zero.
Menomale che c'è Emmett, loro fratello maggiore, che se le porta appresso sotto preghiera dei genitori.
Emmett è tutto il contrario. Il bello della scuola, ammirato da tutti, ma chissà che anche lui non abbia avuto problemi in passato..
L'arrivo di una ragazza sconvolgerà la vita di tutti, ma fra le (dis)avventure dei ragazzi, che non si nasconda qualcosa di più grande.
Tratto dalla storia:
'Il luccichio di quel pezzo di metallo, spuntato dalla sua tasca all'improvviso, e la follia omicida che si leggeva nei suoi occhi, iniettati di sangue e pieni di un odio sadico, la fecero impallidire e, sfortunatamente, rendere consapevole del guaio in cui erano finiti. Cercò di divincolarsi dalla presa che la immobilizzava, in un ultimo, disperato, gesto d'amore.'
Genere: Erotico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, J.Jenks, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, PWP, Violenza | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Capitolo tre Salve a tutti! Eccoci con un altro capitolo, finalmente Rose sta per arrivare in America, e farà da subito conoscenze importanti.. Vedremo!
Buona lettura!
P.s. Vi faccio una domanda: preferite la storia raccontata in terza persona o con tutti i POV? Rispondete in una recensione, così mi baserò in base ai vostri desideri! (:



Le occhiate rivolte verso di lei non la facevano sentire molto a suo agio. Rose doveva contenersi parecchio per non mandare a quel paese quei due che non la smettevano di fissarla. Insomma, che c'era di tanto strano?
Guardò l'orologio per l'ennesima volta. Mancava solo mezz'ora, e finalmente sarebbe arrivata a Washington, poi il viaggio con il taxi e alla fine casa dolce casa.
Purtroppo, il suo vocabolario di inglese era scarso, e già da un paio d'ora continuava a domandarsi come avrebbe potuto farsi capire. Con suo fratello con lei era pià facile, ma per qualche giorno sarebbe rimasta sola. Si sarebbe messa d'impegno.

Il pilota avvisò l'imminente atterraggio, quindi Rose si allacciò la cintura e attese. Venti minuti dopo era all'uscita dall'aereoporto, e stava chiamando un taxi.
Si fermò accanto al marciapiede e la ragazza salì in fretta, prendendo dalla tasca il biglietto con su scritta la via dove abitava il fratello. Menomale che se l'era scritto, qualche errore lo faceva ma non era così tanto male.
Si accomodò sul sedile posteriore mentre il tassista, dopo aver caricato le sue valigie, mise in moto e partì verso Forks.
Guardò fuori dal finestrino, non era come in Russia, erano molto diverse le prospettive, ma anche lì non era male. Prese il cellulare e cercò sulla rubrica il numero di suo padre.
Due squilli, poi rispose una donna sulla quarantina. - Pronto?* - Rose sorrise e guardò di nuovo fuori. - Mamma, sono io, Rosaliya.* - Sentì un rumore strano. - Ah, ciao tesoro mio. Sei già arrivata a casa?* -
- No, non ancora, ma sono arrivata da poco meno di un'ora in America e sto andando verso Forks. E' carino, tutto sommato.* - Il tassista ogni tanto dava un'occhiata allo specchietto retrovisore, quella ragazza gli ispirava un qualcosa che non sapeva descrivere nemmeno lui.
- Immagino. Mi manchi piccolina, lo sai?*- Rose si fece per un istante triste, poi scrollò il capo e sorrise. - Anche tu mamma, mi manchi molto, ma dovevo venire qui. Sai, tutta quella faccenda..* - Si mise a giocare con una ciocca di capelli. - Lo so, tesoro, lo so, e se la tua volontà è questa, né io né tuo padre possiamo mettere bocca su nulla. Ma ricordati di stare attenta, sei ancora piccola amore... * - Rosalie lo interruppe bonariamente. - Mamma, non preoccuparti, infondo non sono da sola, c'è Dmitrij con me, e so cavarmela benissimo. Tu salutami Vadim, e digli che gli voglio bene. E, come procede il resto?* - Una risata cristallina partì dalla parte opposta della comunicazione. - Bene tesoro, sono eccitata ed entusiasta, e anche Vad lo è. Poi va beh, ogni tanto gli attacchi di nausea, ma nient'altro.* - Rosalie sorrise e mise a posto lo specchietto che aveva tirato fuori per darsi una controllata. - Bene mamma, sono davvero contenta, e mi raccomando aggiornami ad ogni piccolo mutamento! Ora ti lascio, devo cercare di non perdermi ancora prima di arrivare a destinazione! * - Sia lei che la madre scoppiarono a ridere, poi chiuse la chiamata.


Il tassista entrò in una via poco trafficata e Rosalie finalmente vide il cartello con la scritta 'Benvenuti a Forks.' - Scusi, quanto manca ancora? - La ragazza si avvicinò all'uomo e lui si mise a posto gli occhiali da sole. - Mancano dieci minuti, più o meno, non si preoccupi signorina. - Sorrise e tornò a concentrarsi sulla guida.
Rosalie si guardava attorno per memorizzare la città, e la trovò graziosa, non molto popolata, ma erano le sei di sera, non poteva aspettarsi molto.
Qualche minuto dopo, il taxi si fermò davanti a una casa a due piani, bianca con le persiane rosse, e la ragazza scese tutta elettrizzata. Il tassita la aiutò a scaricare le valigie e, dopo esser stato pagato, se ne andò facendo un cenno di saluto a quella incantevole fanciulla.
Rosalie rimase qualche minuto a guardare il quartiere, era tranquillo, tutte case con il giardino curato e alcune avevano anche la piscina, certo che Dmitrij si trattava bene.
Le chiavi di casa sono nel posto dove tu tenevi le caramelle. Rosalie si avvicinò alla cassetta della posta e, dentro a una busta con su scritto il suo nome, trovò un mazzo di chiavi nuovo di zecca.
Si avvicinò alla porta e posò le valigie accanto a lei e, dopo qualche tentativo, riuscì a prendere la chiave giusta e ad entrare in casa.
Subito il profumo di pini le riempì le narici, e socchiuse gli occhi per un istante, poi a passo svelto entrò dentro e portò, molto lentamente, le valigie in una camera spaziosa e soprattutto vuota.
Si buttò poi sul letto, e si fermò qualche minuto.
Non sapeva ancora come trovare le due ragazze, ma in qualche modo lo avrebbe fatto e, prima dell'arrivo di Dmitrij, sarebbe riuscita a compiere la sua missione.
Ma prima, un po' di riposo.
Aprì la valigia e tirò fuori un paio di vestiti, al resto ci avrebbe pensato poi. Si diresse verso il bagno, dopo averlo cercato, e aprì l'acqua per fare la doccia. Nel frattempo, prese il telefono e mandò un sms al fratello, per avvertirlo del suo arrivo.
Entrò nella doccia e si buttò sotto il getto d'acqua, chiudendo gli occhi e sospirando rilassata. Dopo essersi insaponata, prese lo shampoo e si fregò delicatamente i lunghi capelli.
Dieci minuti dopo uscì e si avvolse in un asciugamano, si sedette sul letto e tirò fuori il phon.
Si asciugò, si mise la camicetta da notte e si infilò fra le coperte, stravolta, e pochi minuti dopo si addormentò.




Il campanello suonò, e Rose si svegliò di soprassalto, guardandosi attorno confusa. Poi si alzò scocciata, si legò i capelli in una coda di cavallo alta e andò ad aprire.
Una ragazza bruna e non tanto alta la guardò scioccata e strinse i pugni. - E tu chi sei scusa?!? - Sbraitò. Rose subito pensò di essersi ritrovata davanti a una schizofrenica. - Io vivo qui, chi sei tu invece? - La guardò alzando un sopracciglio. Idiota. - Io sono la ragazza di Dmitrij, e non so chi sia tu ma non ti voglio vedere in questa casa un minuto di più! - Cominciò a urlare più forte fino a che una vecchietta si fermò a vedere cosa succedeva.
Rose sbuffò sonoramente. - Senti, fammi un favore, vai via da casa mia. - E rientrò, chiudendo la porta e lasciando la pseudo-fidanzata di Dmitrij fuori dalla porta a sbraitare ancora un po', da sola.
Scrollò la testa e rise. Una pazza. Andò in cucina a prepararsi colazione in fretta e, dopo essersi preparata e dopo aver preso tutto il necessario, carte di credito gold incluse, uscì di casa col sorriso e si avviò all'indirizzo che suo fratello le aveva lasciato scritto su un bigliettino.



Alice e Bella si erano appena svegliate, quando il campanello suonò un paio di volte. Alice si alzò per andare ad aprire scocciata, e quando una biondona incantevole le apparve davanti le venne quasi voglia di prenderla a pugni.
- Se vuole venderci qualche prodotto per la casa, creme di bellezza o roba del genere non siamo interessate, grazie! - Fece per chiudere la porta ma il tacco della ragazza bloccò la porta.
- Tu sei Alice Cullen? - Ok, era una stalker, e le faceva anche paura. - Come fai a sapere chi sono? Cosa vuoi da me? Sono armata! - Si guardò attorno e afferrò il bastone che sua nonna aveva dimenticato lì una settimana prima, dandosi della ridicola da sola.
La bionda la guardò sconvolta e arretrò di un passo. - Mio fratello mi ha parlato di te e di tua sorella, mi chiamo Rosaliya e sono arrivata ieri da Mosca. Sono qui per aiutarvi, mio fratello mi ha detto di farlo e non lo deluderò. - Sorrise e allungò una mano verso Alice, che dopo averla guardata sospettosa per qualche istante, la strinse titubante.
Nel frattempo Bella si era avvicinata per vedere cosa stava succedendo, e quando vide la ragazza sulla porta rimase a fissarla per un po'.
L'aveva già vista da qualche parte, in una fotografia forse, e le era familiare. - Ci conosciamo? - Affiancò sua sorella, guardandola male per il bastone, e tornò con lo sguardo sulla bionda. - Sì, tu devi essere Isabella, piacere di conoscerti. Sono la sorella di Dmitrij. Posso entrare? - Strinse la mano anche a Bella e si accomodò in casa senza attendere risposta.
Le due sorelle si guardarono senza capire nulla e la seguirono fino in salotto.
Rose posò una valigetta sul tavolino e si sedette sul divano, la aprì e tirò fuori una borsetta e dei tubetti strani, un paio di forbici e dei pettini.
- Mio fratello sa che voi vorreste cambiare aspetto, e mi ha chiesto di aiutarvi a farlo. Dov'è il bagno? -
Alice sapeva perfettamente che avrebbe dovuto essere arrabbiata con Dmitrij per aver fatto una cosa del genere, ma la ragazza le ispirava fiducia ed era davvero molto bella.
- E' la prima porta dopo le scale, ma noi dobbiamo ancora fare colazione.. - Alice si grattò la testa delicatamente e la guardò alzarsi.
- Nessun problema, io vado a preparare tutto e voi mangiate con comodo, quando avete finito venite di sopra. - Sorrise e si dileguò.


- Alice, secondo te dobbiamo fidarci? - Bella era seduta al tavolo in cucina e stava finendo di bere del caffè. Alice sorseggiò un po' di thè e guardò davanti a sè.
- Se devo essere sincera, non lo so. Potrebbe essere una truffatrice, Dmitrij non mi ha mai parlato di una sorella, nè tantomeno ho mai visto delle sue foto con lui. Ma il mio istinto dice di fidarmi, quindi sì, potremmo fidarci. Fammi fare una telefonata, tu vai di sopra, e se hai bisogno urla. - Bella scrollò il capo, posò la tazzina e il piatto nel lavandino e andò su di sopra.
Alice afferrò il cellulare e compose velocemente un numero.
- Pronto? - Si alzò e appoggiò una mano al bancone della cucina. - Dmitrij, perchè non ci hai detto niente di questa tua sorella? - Sperò con tutto il cuore che Rose fosse davvero sua sorella, o sarebbe entrata nel panico più totale.
- Volevo farvi una sorpresa, non ti sarai mica arrabbiata, vero Alice? - Sbuffò lievemente e sorrise. - No, sei il mio migliore amico, lo so che l'hai fatto per il mio bene. Grazie, non me l'aspettavo! -
- L'ho fatto con piacere, e mia sorella adora rifare il look alle persone. Trattatela bene, è preziosa. A presto Al, ti saluta tuo fratello. - Chiuse la chiamata e prese un lungo respiro.
Ancora non sapeva cosa doveva aspettarsi, ma in fondo al suo cuore sperava fortemente in qualcosa che le cambiasse la vita.





Spero vi sia piaciuto! Recensite numerosi! A presto, Alba97.







   
 
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