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Autore: EliCF    05/09/2012    5 recensioni
Una raccolta di flashfic; siccome ho spesso in mente dei flash in cui i personaggi della saga raccontano in poche righe un momento particolare, eccone qui una raccolta. Enjoy!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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3. socks

«
Mamma, non indosso i calzini.»
Ho sempre sospirato e scosso la testa, ogni volta che me ne porgeva un paio. La donna che mi sta di fronte stringe un paio di calze nere, apparentemente stufa del mio comportamento. Ma che posso farci? Non indosso i calzini.
«Ti ho detto che non li metto,» sventolo il dorso della mano verso la sua faccia «te ne puoi andare!»
La donna trae un ultimo sospiro, mi ficca in mano i calzini e attraversa la stanza in poche falcate. Quando si richiude la porta alle spalle, hanno già preso il volo in direzione del cestino. Non capisco come anche mia madre possa essere caduta nel regime dittatoriale che vige qui, al Distretto 13. Dov'è l'aria aperta? Dove sono le finestre? Le case?
Molto spesso alle persone non va giù che i miei pensieri non si concludano nel modo in cui si aspettano. A me non pare giusto. Non indosso i calzini perché mi ricordano che le cose cambiano. Non so cosa in particolare, ma so che tutto cambia. Le stagioni, appunto: per questo d'inverno mettiamo i calzini. Per proteggerci dal freddo. 
O, almeno, così mi hanno detto. 
Ma io non voglio che tutto cambi; non voglio che il tempo passi, che le stagioni scorrano e che le menti si evolvano. 
Perché da quando sono tornata dall'Arena, tutti sono diversi. Solo io sono rimasta la stessa: intrappolata in una palla di vetro che non lascia che cresca, come un burattino nelle mani di gente che mi guarda con gli occhi pazzi e persi. Non indosserò quei dannati calzini, perché non voglio che arrivi un altro inverno. 
Dalle mie parti è sempre estate e seppur qualche notte mi venga l'idea di raccoglierli dal cestino, rimango a tremare nel mio letto.
Perché il mio tempo non passa.
Le mie mani non tremano.
Il mio sguardo non è perso. 
La mia mente non è pazza.





NdA: Penso che questa sia la sfida più dura in cui mi sia mai lanciata: scrivere di Annie. Sono spaventatissima all'idea delle vostre recensioni scritte con bava schiumosa alla bocca, ma non credo di saper fare di meglio... 
"Molto spesso alle persone non va giù che le frasi non si concludano nel modo in cui si pistacchio": questa è la frase, a mio parere geniale, che mi ha ispirato per il capitolo. Ieri notte, inspiegabilmente, avevo in mente questa frase senza senso: "non indosso i calzini". Ecco cosa ne è uscito. 
Ovviamente la donna che Annie chiama mamma non è realmente la madre, solo una senza-voce. Ho immaginato la chiamasse così per creare un qualsiasi tipo di legame con casa sua. Inoltre mi piaceva l'idea che Annie pensasse che fossero gli altri ad essere impazziti: l'idea mi è venuta ripensando ad un film in cui una madre con dei bambini pensava di vivere in una casa infestata da fantasmi, ma in realtà i fantasmi erano loro.
Spero di non ricevere botte ma, per farmi perdonare, vi svelerò un piccolo segreto: nemmeno io indosso mai i calzini. 
Stay tuned, stay strong!
Eli
cf
   
 
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