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Autore: Louisseyes    06/09/2012    0 recensioni
“Vedo che non sono l’unica ad essere triste, qui!”- esclama una ragazza in inglese avvicinandosi a me.
Dopo poco una risata arriva ovattata alle mie orecchie, proviene dall’interno.
è una risata inconfondibile, la sua.
Potrei benissimo confonderla per un angelo, dal suono della sua risata.
Abbasso lo sguardo di scatto serrando le palpebre per proibire alle lacrime di scendere.
“La ami?”- mi chiede quella ragazza
“Più di quanto credessi.”- sussurro ma so che mi ha sentito....
“....Se potessi ora sarei dentro senza fregarmene di nulla!”-
“Perché? Non puoi?”-
“Senti ma tu i fatti tuoi no?”-
“......Sai, amare è la cosa più bella e più difficile e complicata che l’uomo possa fare.
E’ l’unico sentimento capace di farti andare in pappa il cervello, capace di farti impazzire positivamente. E’ una sensazione indescrivibile, che impari a conoscere solo se la provi davvero, solo se ci sei dentro veramente.
Cioè, dico. Tu sei Harry Styles, non credo ti faccia mettere i piedi in testa da un sentimento così semplice e complicato allo stesso tempo.”-
“Mai come in questo momento vorrei non essere quello che sono.”-
“Davvero rinunceresti al tuo sogno per lei?”-
“Ora come ora, il mio sogno più grande è lei.”-
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Io credo nei sogni e se qusta ragazza esiste davvero io la troverò!

Capitolo 1


Una settimana dopo…

HARRY’S POV

“Harry svegliati, siamo arrivati.”- mi dice Louis scuotendomi.
“Ah!!!”- salto su improvvisamente facendo prendere un colpo a tutti.
“Harry tutto bene?”- mi chiede Emma, la nostra assistente e una dei nostri manager. 
Annuisco tranquillizzandola.

“Ho fatto un sogno!”- dico ancora un po’ scosso. “C’era una ragazza che ballava ‘Moments’ tutta sudata. Era bellissima.”- continuo con un sorriso da ebete in faccia.

“Questi sono i giorni d’astinenza dal sesso, te lo dico io!”- afferma Louis con aria da esperto. Tutti lo guardiamo straniti mentre l’aereo atterra.

“Scommetto quello che vuoi che questa ragazza aveva i capelli neri, occhi azzurri quasi blu, corpo sinuoso da ballerina, labbra rosee e carnose e gambe lunghissime.”- afferma.
“Come fai a saperlo?”- gli chiedo.

“Harry è una settimana che sogni sempre e solo la stessa ragazza. Inizialmente faceva la scrittrice, poi la receptionist ora la ballerina. e' diventata un'ossessione, ormai. A te manca una ragazza, ti manca l’amore.”- afferma con tono di ovvietà. Gli altri annuiscono.

“Parli facile tu che con Eleanor vai tranquillo.”- protesto io.

“Dai, Hazza. siamo o non siamo in Italia? Sai quante belle ragazze troverai qui a Napoli?”- mi chiede retorico. “E poi, cavolo, le fan non fanno altro che guardare te. E’ impossibile che non esista una ragazza che ti piaccia.”- continua.

“Il problema non è che non mi piaccia una ragazza, anzi. Il problema è che non voglio la ragazza fan che non vuole altro che fidanzarsi con me solo per avere un po’ di popolarità oppure per far scattare l’invidia delle persone attorno. Non voglio una persona che sta con me solo per i soldi. A questo ci a già pensato Caroline.- mi sorride- Voglio una persona che mi ami perché sono io, Harry, non Harry Styles.- continuo.- Voglio che mi ami per quello che sono e non per quello che posseggo. Capisci Louis!”- gli metto una mano sulla spalla. “Io credo nei sogni e se questa ragazza esiste davvero allora io la troverò. Sia chiaro.”- dichiaro guardandolo negli occhi.

“E noi ti aiuteremo!”- esclamano Liam, Zayn e Niall venendomi ad abbracciare appena ci dicono di essere atterrati e di slacciare le cinture.

“Alla ricerca della mora perduta!”- esclama Louis alzando un braccio. Scoppiamo a ridere.
Arrivati in hotel ci fanno conoscere il cuoco che ci hanno proposto e devo dire che è simpaticissimo e fa dei piatti squisiti.
Per la felicità di Niall lo assumiamo all’istante.
Dopo aver esplorato la suite dove alloggeremo per l’intero mese, m’incappuccio per benino ed esco dall’hotel per fare una passeggiata mentre gli altri si riposano un po’.

PULA’S POV

“Chi è?”- chiedo rispondendo al citofono che ha appena suonato.
“Sono papà, Pula apri!”- lo sento un po’ strano. Chissà cosa sarà successo.
“Certo!”- affermo premendo il pulsante per aprire il portone per poi mettere la cornetta al suo posto.
“Allora?”- chiede mamma fissando papà che rientra dopo una mattinata di duro lavoro mentre io metto a lavare la sua divisa.

“Allora cosa?”- chiede papà confuso.
“Oggi è 14!”- afferma lei incrociando le braccia al petto.
“E quindi?”- chiede ancora papà.
“Come ‘e quindi’? esattamente un mese fa hai detto che mi avresti portato il mensile. Dov’è?”- ecco che inizia la solita litigata mensile.
Ma il problema non è mai il fatto che papà non guadagna a fine mese, anzi. 

Il problema è che se mia mamma sa che mio padre guadagna molto più di quanto porta a casa, lui è costretto a dargli tutto il mensile così che lei possa avere tutti i soldi necessari per soddisfare i suoi bisogni.
E se questo succede a casa non si mangia.
Ogni volta che lei ha qualche soldo in tasca subito li spende.
Ha la mania del denaro.
Tartassa sempre mio padre perché crede che lui abbia chissà quanti soldi, ma non è così.
Anche perché se non fosse per i soldi che guadagniamo io e mia sorella non avremmo più un tetto sulla testa. Purtroppo mio padre, per non litigare continuamente, le da qualcosa, giusto per calmarla.

“Ecco, questo è il mese di Aprile.”- dice papà porgendole cento euro.
“Ma lo vuoi capire che io con cento euro non ce la faccio. Come faccio a farti da mangiare?”- urla lei.
“Perché quando ci hai fatto da mangiare tu? Dimmi una sola volta in cui tu ci hai preparato da mangiare.”- propone lui.

“Ah si…….- sospira- E chi è che fa la spesa?”- cerca di trovare un’altra scusa anche se sa benissimo contro chi si è messa.

“Pula e Anna, con i soldi che guadagnano lavorando. E’ sempre stata Pula a preparare colazione, pranzo e cena mentre tu non facevi e fai altro che stare seduta a guardare, come se stessi al cinema.”- cerca d’imitarla papà. “Loro lavorano mentre tu te ne esci  oppure consumi miliardi di pacchetti di sigarette al giorno spaparanzata sul divano o sul letto in camera tua. Non ti vergogni?”- le chiede cercando di farla reagire.

“Ti voglio ricordare che io sono la loro madre. Già è tanto che le ho fatte nascere….”- urla lei.

Basta, non ce la faccio più.
Raccolgo la mia coda di cavallo nel mio adorato berretto grigio, lasciando in bella vista il tatuaggio.
Prendo la borsa in tinta con il cappellino, l’i-phone che mi ha prestato Marco perché il mio BB si è rotto, l’mp3 con le auricolari ed esco mentre loro continuano a litigare.
Faccio una passeggiata sul lungomare di Napoli.
Indosso le cuffie e m’immergo nelle meravigliose voci di quei cinque deficienti.

Molto spesso li chiamo deficienti o cretini, in senso affettivo, perché con tutte le cazzate che fanno, riescono a tirarmi su il morale, a farmi ridere nei momenti peggiori e tristi e, credetemi, sono tanti.

Mi metto comoda sulla sabbia mentre le parole di ‘Moments’ invadono le mie orecchie.
Per tutto il tempo non faccio altro che sorridere come un’ ebete. Sorriso che dura pochissimo.
Oggi ho il turno di pomeriggio insieme a Chiara, quindi tra qualche minuto dovrei essere in albergo.

Mentre cerco di vedere l’ora tirando fuori dalla borsa il cellulare un ragazzo incappucciato dalla testa ai piedi mi cade addosso facendomi ritrovare sotto di lui. Ha una sciarpa e un cappello di lana nonostante qui facesse un caldo della madonna.
Siamo a pochi centimetri di distanza.
Riesco a capire il colore dei suoi occhi: verde smeraldo.

Quel verde smeraldo.
Quegli occhi.

Di colpo mi sorride e mi chiede scusa in inglese abbassandosi di poco la sciarpa, il giusto per riuscire ad intravedere il suo sorriso.

Quel sorriso.
Quelle fossette.
Le mie amate fossette.

Per più di due minuti caliamo in un silenzio abbastanza imbarazzante, che viene rotto dalla mia voce.
Non avrei mai voluto parlare in quel momento ma è inevitabile se non voglio perdere il lavoro.

“Mh, potresti alzarti? Sono in ritardo”- gli chiedo cortesemente e in un inglese perfetto.
Si, l’inglese è la mia lingua preferita in assoluto perciò lo parlo come se fosse la mia lingua madre.

“Oh, certo!”- esclama alzandosi e scrollandosi la testa facendo spuntare qualche riccio ribelle dal cappello.

Quei ricci.

Ma no, non può essere lui.
Non può essere a Napoli.
Qui a malapena ci viene Gigi D’Alessio che ci è nato qui, figurarsi Harry Styles.
Dopo aver intravisto l’orario sul display del mp3 mi accorgo di essere in un ritardo pazzesco.

“Senti devo andare, sono in ritardo. Ci si vede in giro.”- affermo sorridendo e iniziando a correre verso l’hotel.
“Scusa ancora!”- lo sento urlare da lontano.




HARRY’S POV

Stavo evitando le fans quando ho cominciato a correre.
Paul ed Emma ci dicono sempre di non uscire mai senza guardia del corpo, soprattutto ora che ci conosce praticamente tutto il mondo.
Io amo le fans ma in questo momento non ho proprio voglia di fare foto o autografi.
Ho bisogno di stare da solo.
Non so neanche come, ma mi ritrovo in una piccola spiaggetta molto vicina alla strada.
Un po’ più lontano c’è una scogliera lunga un paio di kilometri.
Forse mi trovo sul lungomare di Napoli.
Questo posto è fantastico c’è una luce meravigliosa.
E poi l’odore del mare che mi invade le narici è indescrivibile.

Mi volto qualche secondo per accertarmi che le fan non mi avessero avvistato.
Ma non faccio in tempo a rivoltarmi che inciampo su una borsa e cado rovinosamente su una bellissima ragazza.

“Scusa!”- le dico mentre cerca di capire cosa sia successo.
Di scatto volta il suo sguardo nel mio.
Solo adesso posso definire il colore dei suoi occhi.
Sono di un blu fantastico, tanto da intrappolarmici dentro.
Non riesco più ad uscirne.
Non riesco più a distogliere lo sguardo. 
Ci siamo calati in un silenzio abbastanza imbarazzante ma da parte mia piacevole.
La sua voce limpida e meravigliosa mi fa ritornare alla realtà.

“Mh, potresti alzarti? Sono in ritardo!”- mi dice in un inglese perfetto.
Mentre parla noto le sue labbra carnose ed invitanti, troppo; e un piccolissimo neo a destra del labbro superiore visibile solo a questa distanza.

“Oh, certo!”- mi lascio cadere alla sua sinistra tanto da intravedere un tatuaggio sotto l’orecchio.
Ci alziamo entrambi mentre io sorrido ebete.
Scuoto di poco la testa per aggiustarmi i capelli.
Entrambi andiamo alla ricerca dei nostri effetti personali.
Lei trova il suo cellulare mentre io continuo a cercare il mio che, non so come, si trova un po’ più lontano da dove siamo caduti.

“Senti, devo andare. Sono in ritardo, ci si vede in giro!”- mi liquida sorridendomi lievemente prima di iniziare a correre.

“Scusa ancora!”- urlo mentre lei è già lontana.
Continuo a pensare alla bellissima ragazza che mi sono appena fatto sfuggire, quando sento un piccolo vociare e un ‘Eccolo’ strillato in italiano tartassarmi le orecchie. Sibilo un ‘Oh, cazzo!’ a bassa voce. 
Cavolo le fan, me ne ero dimenticato.
Ma ormai è troppo tardi per rimediare.
Sfoggio un bel sorriso e dopo 20 minuti abbondanti di foto e autografi riesco a liquidarle.

Mi incammino verso l’hotel, per fortuna non mi sono allontanato di molto.
Per strada mi vibra il cellulare in tasca. Lo prendo.
Una certa Chiara mi sta chiamando.
Guardo il cellulare squillare cercando di capire chi sia questa ragazza.
E un altro ‘Oh, cazzo’ esce dalla mia bocca.
Ci siamo scambiati i cellulari nel vero senso della parola.
Ora come cavolo faccio?

Angolo autrice...

Ciaooo a tutte.

Questa è la prima fanfiction che pubblico e, a dirla tutta, mi vergogno da morire.
Il prologo di questa storia non ha avuto molto successo e lo capisco perchè si capisce poco e niente.
Ma dal primo capitolo la storia inizierà a prendere forma.
Voglio solo dirvi che mi piacerebbe molto sapere i vostri pareri e, perchè no, imparare qualcosa dalle vostre probabili critiche. Io adoro scrivere e molto raramente faccio leggere le mie storie ad altre persone.
Quindi ora vorrei sprofondare per quello che sto facendo, me la sto facendo addosso, ma a voi non interessa.
Spero che la storia vi piaccia, tutto qui.


Grazie per aver letto.

 hllzn4ever

   
 
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