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Autore: Gelidha Oleron    06/09/2012    8 recensioni
Sorrise "Potrei aver mentito" scrollò le spalle come se niente fosse.
"Sì" lo sfidai, inchiodandolo con lo sguardo "Avresti potuto, ma non l'hai fatto"
Aveva perennemente un'espressione sarcastica, ironica, come una continua presa per il culo. Fu con questa sua solita espressione, che mi chiese divertito "Ti fidi ciecamente di ciò che dico?"
Non risposi. Qualcosa, dentro me, mi diceva che il suo sarcasmo non era altro che un'arma per nascondere le sue buone intenzioni.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nami, Trafalgar Law
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I miei occhi si aprirono pigramente, lasciando che il bianco della sala operatoria invadesse le mie pupille.

Era la seconda volta che mi svegliavo distesa sul pavimento, era diventata una brutta abitudine. In effetti, lo spettacolo era più o meno lo stesso: pezzi di vetro, liquido arancione misto a disinfettante, medicazioni e roba varia. Stavolta però il mio corpo era umido, appiccicato da qualche sostanza cadutaci addosso durante la notte.

Feci per alzarmi e mi accorsi che le bende sul mio corpo erano sparite. Trafalgar Law aveva fatto davvero un ottimo lavoro: le ferite, infatti, si erano perfettamente rimarginate.

Sorrisi tra me e me, dopotutto non era un dottorino saputello.

Notai con piacere che questa volta i miei vestiti erano proprio dove li avevo lasciati la sera precedente. Tirai un sospiro di sollievo: non avrei indossato di nuovo lenzuola!

Cercai di liberarmi degli ultimi residui di ansiolitico che erano rimasti sulle mie dita: leccai piano i polpastrelli, curiosa di scoprire se anche quella minima dose (ingerita per via orale e non endovenosa) avesse avuto effetti benefici sul mio sistema nervoso.

Il mio gesto era distratto, spontaneo, fatto senza pensarci. Ma ciò che scoprii, mi sconcertò completamente...

ARANCIA. L'ansiolitico aveva un misterioso sapore di arancia.

Mi leccai di nuovo le dita, convinta di essermi sbagliata. STRA-ARANCIA.

Agrottai le sopracciglia. Cosa significava? Probabilmente stavo sognando.

Raccolsi da terra una fiala ancora intatta e feci la prova del nove: con un po' di coraggio, la bevvi tutta d'un fiato...

Digrignai i denti. Mi vestii in tutta furia e corsi nella camera del capitano, senza perdermi in saluti mattutini ai pirati che incrociai in corridoio (i quali, però, sembrarono piuttosto intimoriti al mio passaggio).

Attraversai la biblioteca in un lampo, spostai lo scaffale ed entrai nella stanza dal letto enorme e dal pavimento trasparente. Ero fuori di me.

Trafalgar Law dormiva nel suo gigantesco lettone: era completamente nudo e il lenzuolo gli copriva a malapena le parti intime. Quando feci il mio ingresso, i suoi occhi si aprirono quel tanto che bastava per mettere a fuoco la mia immagine, per poi richiudersi di nuovo.

"Che c'è adesso?" chiese con tono stanco.

"SEI DAVVERO UN PEZZO DI MERDA!" ringhiai.

Sbadigliò, grattandosi l'erezione mattutina "Buongiorno anche a te"

"Come hai potuto?! Mi hai ingannata fin dall'inizio!" continuai, al colmo della rabbia "Sei un imbroglione! Un bugiardo!"

Si passò una mano tra i capelli scompigliati, senza riaprire gli occhi "Chi ti ha dato il permesso di entrare?"

Gli mostrai la fiala sporca di liquido arancione, anche se non poteva vederla "SUCCO D'ARANCIA!" urlai "E' così che sedi i tuoi pazienti?! Cosa sei, un esperimentologo del cavolo?"

Finalmente volse lo sguardo nella mia direzione e mi scrutò da capo a piedi "No, lo uso solo con te" confessò come se niente fosse.

Sgranai gli occhi. Allora era tutto vero.

"Vuoi dire che mi hai riempito le vene di...SUCCO D'ARANCIA?" lasciai cadere la fiala "Mi hai...mi hai drogata di arancia?"

Non riuscivo a crederci. Cos'era, una barzelletta? Io una cosa del genere non l'avevo mai sentita.

Trafalgar si decise infine a spiegare "Dovevo farti credere che fosse tranquillante" scrollò le spalle "Altrimenti non ti saresti mai calmata"

Strinsi i pugni, incredula, cercando dannatamente di contenermi "E perchè non mi hai somministrato dei tranquillanti VERI, accidenti?!"

"Bepo ti avrà detto che sono contrario a quella robaccia" sorrise "E poi tu crollavi in un sonno profondo non appena vedevi la fiala arancione. E' stato molto divertente" soffocò un ghigno "E' tutta questione di psicologia, sai..."

"Non me ne faccio niente della tua stupida psicologia!" non saprei dire se fossi più scandalizzata o infuriata "Tutte le volte che..."

"Ti ho sedata sul serio soltanto quando dovevo operarti" ammise.

Non ci vidi più "IO TI AMMAZZO!" gli saltai addosso e cercai di colpirlo, ma le sue mani furono più veloci delle mie e mi bloccarono i polsi con una forza che avrebbe immobilizzato anche un orso inferocito.

"La smetti di urlare? Mi sono appena svegliato" disse tranquillamente.

"Io dovrei smetterla di...aah..." si portò una mia mano umida alla bocca e la leccò.

Sorrise non appena si accorse della mia reazione "E' più buono di quanto ricordassi" mormorò in estasi, mentre le mie dita sporche di succo erano ancora tra le sue labbra.

Dio, se lo stavo odiando!

"Bene" incalzò "Adesso che ho la tua attenzione..." ammiccò.

La mia rabbia aveva ormai raggiunto le stelle "Sei proprio un..."

"Quando ti ho curata eri agitatissima, Nami. Non riuscivi a calmarti nemmeno nel sonno" smisi di guardarlo in modo severo e cominciai ad osservare quegli occhi grigi con sguardo sorpreso. Il chirurgo continuò "Non facevi altro che ripetere i nomi dei tuoi compagni e hai quasi picchiato Bepo perchè volevi un tranquillante" la sua voce era velluto e i suoi occhi erano fuoco "Ho dovuto inventarmi qualcosa per farti riacquistare la calma. Preferisci che ti racconti qualche frottola o vuoi la storia vera?"

Le sue labbra erano il sesso e per un attimo tentennai: ero indecisa se saltargli addosso e ucciderlo o saltargli addosso e baciarlo. Si accorse del mio ammorbidimento e mi lasciò andare i polsi.

"Io adoro le arance..." farfugliai in trance, senza sapere cosa dire.

Sorrise "Lo so"

"Beh, preferisco i mandarini!" ringhiai.

"So anche questo" affermò in tono conquistatore.

Sbuffai "Ebbene, cosa mi succederà adesso? Mi cresceranno le arance addosso o che so io?"

Sghignazzò "Tranquilla, non ci sono effetti collaterali, se non un leggero incremento dell'urinazione...e nel tuo caso anche dell'isteria" aggiunse velenoso.

"Diventi ogni giorno più stronzo!" ma i miei insulti non facevano altro che divertirlo.

Poi, improvvisamente, si alzò dal letto e cominciò a vestirsi. Con mio grande rammarico.

"Ti invidio molto" divenne serio, mentre si abbottonava i jeans.

Sgranai gli occhi: cosa poteva mai avere da invidiarmi una Supernova potente e temuta come lui?

"Sono nato nel mare settentrionale, in un piccolo villaggio perennemente innevato" s'infilò la felpa "Purtroppo non sempre riuscivamo a procurarci frutta fresca. E così, dovevo accontentarmi delle granite" indossò il cappello "Quella all'arancia era in assoluto la mia preferita"

Eccolo, il bambino terribile che ripeteva le parolacce! Mi era mancato, anche se l'avevo visto in pochissime occasioni. Se non altro, dimenticai per un istante il succo nelle mie vene e la mia rabbia sbollì.

"Cosa c'era nel tuo villaggio?" chiesi incuriosita, ricordandomi che lui mi aveva posto la stessa domanda a proposito di Coconut Village.

Sorrise, pensando probabilmente che fossi una ragazzina impertinente "Tanta neve" fu la risposta.

"E poi?" chiesi ancora, notando una scintilla nei suoi occhi che lo rendeva insolitamente affabile.

"Non ricordo altro"

"Eh?" aggrottai le sopracciglia "Ma non è possibile. Ci dev'essere qualcos'altro!"

Si rabbuiò. Allora mi alzai dal letto e mi avvicinai a lui "Vivevi lì con i tuoi genitori?" osai, ma sapevo benissimo che non mi avrebbe raccontato niente del suo passato.

Il suo sguardo era basso, ma si rialzò immediatamente quando gli presi la mano e lo guardai con dolcezza "Non devi inventarti frottole" d'un tratto, sentivo di non avercela più con lui "Puoi raccontarmi la storia vera"

Sgranò gli occhi e cercò di reprimere un moto di sorpresa senza, però, riuscirci.

Perchè, Trafalgar, devi distruggere ogni momento in cui i nostri cuori sono così tremendamente vicini?

Si liberò bruscamente dalla mia mano e indietreggiò "Non c'è nessuna storia" il suo tono si era fatto scontroso.

La delusione m'invase: avvilente vedere che non si fidasse di me nemmeno dopo che gli avevo parlato di Arlong.

"Law..." cercai di dire "Ma la tua famiglia..."

Fu la goccia che fece traboccare il vaso: i suoi occhi s'iniettarono improvvisamente di odio.

"Non esiste" gelido, il suo tono. Come la terra da cui proveniva.

Ripensai ai volti dei suoi genitori che avevo visto nelle fotografie e alla lettera di suo padre "Ma avranno pur fatto qualcosa di buono..." insistetti ancora.

Mi strinse il polso e alzò la voce "Mio padre era un mentecatto! UN FOLLE!" mi spaventai, mentre la stretta diventava sempre più potente "Tu hai letto quella lettera, lo so" mi guardò negli occhi intensamente e la mia paura si confuse con la sua rabbia "Non devi farne parola con nessuno, hai capito? CON NESSUNO"

Non riuscivo a parlare. Ero sconvolta. Non mi aspettavo una reazione del genere. Non l'avevo mai visto così, non immaginavo neanche che un tipo freddo come lui potesse provare tanto odio.

Trafalgar Law osservò delle gocce di sangue scivolare a terra e, imbarazzato, mi liberò il polso. Nessuno dei due riuscì a dire nulla per i successivi dieci secondi.

Poi il chirurgo parlò "Dovresti andare a fare colazione"

Ma i miei piedi non si muovevano. Dovetti compiere uno sforzo immenso per uscire dalla stanza senza voltarmi indietro. ©

 

 

 

 

Ed ecco svelato il mistero del titolo della storia! xD Devo dire la verità: adesso, ripensandoci, mi sembra un po’ una cazzata…cioè, tutta la storia dell’ansiolitico e del succo d’arancia…spero vivamente che non vi abbia deluso D:

All’inzio volevo intitolarla “Succo di mandarino” per riagganciarmi anche al passato di Nami, ma poi non mi piaceva come suonava e ho optato per “Succo d’arancia”.

 

Se ricordate bene, nel sesto capitolo si accenna qualcosa sul passato di Law (che ora viene ripreso e approfondito) e si parla anche di questa famigerata granita all’arancia xD Comunque sia, il chirurgo è molto restio a parlare del suo passato, infatti mormora soltanto frasi brevi qua e là, nonostante la navigatrice insista e cerchi di far aprire il suo cuore ermetico.

 

Sono felice di comunicarvi che finalmente ieri sera ho finito di scrivere questa storia (era pure ora, sto da un mese! ò___ò)! Mancano soltanto due capitoli e spero vi piaceranno! Alla prossima! ;)

 

  
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