Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: silverhind    08/09/2012    2 recensioni
E se il protagonista di Harry Potter non fosse più il famoso Harry ma una semplice altra ragazza di Hogwarts? Se il prescelto fosse una prescelta ignara fino all'ultimo del suo destino? Bene questa è la storia del destino di una ragazza. La storia di un amore difficile, ostacolato, combattuto, ricercato, rinato, tormentato, dimenticato, maturo, dolce, di sacrifici, vissuto, impulsivo, prorompente, vivace, segreto, esagerato, tenero. La storia d'amore tra un professore all'apparenza severo, insensibile, arrogante e prepotente ma in realtà anche lui capace di provare ammirevoli sentimeti, e una studentessa, all'apparenza normale ma in realtà l'essere più speciale per lui. E se è vero che il fiore nato nella tempesta è il fiore più bello e duraturo, i problemi e le difficoltà che i due protagonisti dovranno affrontare li uniranno in un legame indissolubile... o almeno lo spero!
Genere: Azione, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Una delle tante notti prima della II guerra magica. Il clima tra professori e studenti era acceso, carico di tensione ma corollato da misteriosi silenzi, i corridoi erano bui, e percorsi da passi veloci, decisi, tanti piedi che provenivano da parti diverse del castello ma che correvano tutti verso un unico punto. Lo studio della preside era illuminato di una luce fioca, che di certo non alleggeriva l’aria, ma permetteva di vedere i tappeti e i cuscini che lo addobbavano e i quadri alla parete che erano abitati dai vecchi presidi di Hogwarts. La McGranitt era in piedi, vicino alla sua grande e ordinata scrivania, di fronte al quadro con l’immagine di un suo predecessore, uno dei più grandi maghi della storia, Albus Silente.
<< E’ una cosa da pazzi Albus, come puoi pretendere che una studentessa fugga dal castello senza dare nell’occhio, scortata da un manipolo di uomini e resti nascosta in una casa di babbani, il tutto senza essere scoperta dai Mangiamorte che ormai tengono sotto controllo tutti i confini di Hogwarts? >> diceva la McGranitt.
<< Minerva, calmati, vedrai che andrà tutto bene. In qualche modo la ragazza è coinvolta, e noi abbiamo il dovere di proteggerla. Ormai non c’è più modo di tenerla al sicuro qui >> rispondeva la figura del quadro, con voce austera, autorevole ma pur sempre gentile. Silente aveva sempre avuto questo tono con la McGranitt, talvolta anche dolce e tenero, quasi amorevole. Era stato un duro colpo per la professoressa la morte del famoso preside di Hogwarts, un grande mago, un grande amico, e… I suoi pensieri si bloccavano sempre a questo punto, come se non sapesse come continuarli, quasi avesse paura di osare, di immaginarsi con lui… E anche ora che di lui rimaneva solo la figura appesa in un quadro, i suoi sentimenti non si erano placati, ma i suoi pensieri si bloccavano sempre.
Per non continuare a discutere, la McGranitt si allontanò dal quadro e prese a camminare per la stanza, guardandosi in giro come se volesse catturare ogni particolare non ancora colto. In realtà cercava di sembrare assorta nei suoi pensieri per non dover incrociare lo sguardo di alcuna figura appesa alle pareti. E i suoi occhi si posarono su un quadro vuoto, che presentava solo una cornice di legno scuro, freddo, pronta ad accogliere un altro preside di quella scuola. Dopo Silente per volere di Voldemort era divenuto preside Severus Piton, il professore di Pozioni di Hogwarts, fedelissimo del Signore Oscuro, considerato da tutti una persona insensibile, arrogante, viscida, incapace di provare veri sentimenti come tutti gli altri. E il suo abbigliamento rifletteva esattamente il suo carattere: vestiva sempre con abiti scuri, giacche lunghe chiuse da tanti bottoni, maniche lunghe oltre il polso, pantaloni e scarpe rigorosamente neri, capelli e occhi scuri, naso grande, sguardo sempre severo. Nessuno dei suoi studenti aveva mai trovato in lui qualcosa di divertente o di buono. Severus Piton era il tipico insegnante insoddisfatto (per non essere riuscito ad avere la cattedra di insegnante di Difesa contro le Arti Oscure), duro con tutti quelli che si imbattevano in lui, per nulla socievole, sempre infastidito da tutto e da tutti. Un uomo in cui era meglio non imbattersi per i corridoi.  Eppure quella notte anche lui si stava dirigendo a passo veloce verso lo studio della McGranitt, con lo sguardo ovviamente severo, come se di lì a poco dovesse fare qualcosa di cui non abbia la minima voglia, magari per uno studente, uno di quelli strafottenti e insolenti che non sanno stare al proprio posto. Il passo e il modo di fare però tradivano una certa sicurezza e decisione: doveva fare ciò che andava fatto.
La McGranitt aveva sempre pensato che Piton in fondo non fosse una cattiva persona, se Silente lo aveva scelto come insegnante di Hogwarts o conosceva un lato buono di Piton che a tutti era invece celato, oppure aveva riposto la massima fiducia nella persona più falsa di tutto il mondo della magia ed era rimasto illuso e fregato. Per come si stavano però evolvendo le cose quella notte la neo preside di Hogwarts iniziava a capire perché quel giorno Piton si era dimesso da preside della scuola, e perché Silente continuasse a insistere perché fosse lui a proteggere la ragazza. Lui, Piton, l’insegnante più schivo, asociale e arrogante, forse neppure fedele a Silente e alla scuola stessa, era stato scelto dall’ex-preside che lui stesso aveva ucciso per proteggere una studentessa. La McGranitt decise di liberare la mente da questi pensieri e di dedicarsi solamente a non incrociare lo sguardo di Silente, e di attendere l’arrivo di tutti sistemando qua e là le cose che trovava fuori posto, ordinando meticolosamente ogni oggetto presente nella stanza.
 
Arrivarono tutti insieme davanti alle scale che portavano allo studio della McGranitt: Piton, Lupin, Hagrid (per lui era stato complicato entrare e muoversi senza far troppo rumore, essendo un omone alto e grosso, con la barba lunga e la pancia prominente), Kingsley e Vitious. Pochi erano quelli chiamati all’appello dalla McGranitt perché la faccenda era molto seria e da mantenere segreta, a costo della vita.
<< Finalmente siete arrivati. È tempo di spiegazioni e decisioni >> disse la McGranitt rivolgendosi con evidente nervosismo agli uomini che, dopo aver salito le scale marmoree a chiocciola che portavano allo studio, si erano disposti a semicerchio davanti alla sua scrivania, con il quadro di Silente ben visibile.
<< Come ben sapete una nostra studentessa corre un pericolo ogni giorno maggiore fino a che rimane qui ad Hogwarts. È necessario prendere provvedimenti drastici e seri >>. Gli uomini si guardavano con aria decisa, convinti che quella che stavano per prendere fosse la decisione migliore per tutti. << Ovviamente dovremo tutti collaborare perché l’operazione si svolga al meglio. La ragazza è diventata un pericolo per Voldemort, che a quanto pare ha intenzione di combattere una vera e propria guerra contro chiunque intralci il suo cammino. Il Signore Oscuro è convinto che la sua magia possa fermarlo se ben coltivata e soprattutto scatenata, e sta cercando in tutti i modi di mandare suoi infiltrati qui ad Hogwarts per eliminarla. Quello che il professor Silente ritiene sia la cosa migliore è di trasferirla in una casa in mezzo a tante di babbani, e di lasciare lì uno di voi tutto il tempo, per proteggerla da eventuali attacchi. In quanto professori è giusto che difendiamo Hogwarts e i suoi studenti, soprattutto se sono i Mangiamorte a minacciarla >>.
Tutti annuirono e il loro sguardo si posò sul quadro di Silente che iniziò a parlare. << Io direi che sarebbe il caso di chiamare qui la ragazza e dirle tutto. Anche chi la accompagnerà in questa avventura>>.
 
Un’ora prima dell’alba tre manici di scopa guidati da altrettante figure incappucciate si alzarono in volo e oltrepassarono i confini di Hogwarts, muovendosi velocemente e cercando di nascondersi il più possibile. I Mangiamorte iniziarono a seguire le strane figure, pensando di smascherare un tentativo di fuga da parte di qualche studente insonne o magari di messaggeri che celano un segreto. Il piano per sviare i servitori di Voldemort aveva sortito l’effetto desiderato, perché non avevano fatto minimamente caso alle stanze illuminate e ai movimenti al loro interno, insoliti per quell’orario.
Intanto nel castello, alla luce che scaturiva da un caminetto acceso, Piton era avvolto nel suo mantello da viaggio (ovviamente nero), visibilmente infastidito dalla presenza della McGranitt e della ragazza che avrebbe dovuto controllare durante la missione. Era nauseato dal fatto che la studentessa fosse una ragazza di Grifondoro, e che fosse stato scelto lui come vittima da immolare per un compito del genere. È vero, andava fatto, ma restava infastidito comunque!
Quando la ragazza fu pronta e la McGranitt terminò la lista di raccomandazioni fu un attimo: in un lampo la ragazza vide tutto cambiare attorno a sé, le mancò letteralmente la terra sotto i piedi, e per la paura si aggrappò con crescente forza al braccio di Piton. Era la prima volta che si smaterializzava, e l’effetto fu quello di provare un forte senso di nausea e giramenti di testa. Una volta ripresasi dallo shock si guardò attentamente attorno: si trovava in una casa come se ne vedono spesso tra i babbani, la cucina vicino all’entrata, entrambe direttamente collegate a un salotto costituito da una tv incastrata in un insieme di mensole di legno e cassetti in vetro, due divani e una poltrona di color viola scuro quasi nero e in centro un tappeto con un tavolino molto basso di vetro, con sopra un centrino, un vaso di fiori, una sveglia e una rivista di moda. “ Accogliente il piano terra ” pensò la ragazza. “ ….” Pensò invece Piton, sempre visibilmente scocciato da qualsiasi espressione facesse lei. Di fianco alla cucina cominciava una rampa di scale che portava al piano superiore, dove si trovavano due camere da letto e il bagno.
Piton si ritirò nella sua stanza, non curandosi minimamente di come stesse la ragazza o di cosa facesse. Lei invece osservò ogni angolo di quella nuova casa con attenzione, poi si sedette sul grande divano viola scuro e si rannicchiò, conscia di essere praticamente sola, lontana da tutto, dai suoi amici, da Hogwarts.
 
Fu così che iniziò l’avventura del professor Severus Piton, schivo e scorbutico, e della studentessa, scoraggiata dall’idea di dover passare un certo periodo della sua vita sola con il professore meno ricercato e meno amato di Hogwarts. Entrambi erano totalmente ignari di ciò che li aspettava, delle tempeste che avrebbero dovuto attraversare, delle piccole cose di cui avrebbero gioito, del rapporto che avrebbero instaurato.
 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: silverhind