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Autore: Bellas    08/09/2012    2 recensioni
Occhi neri, capelli corvini, aria da bello e dannato. E' stato amore a prima vista per Aliisa Kirsi, quando il più amato del King’s College, Zayn Malik fa il suo ingresso in aula.
Dopo tre anni di segreta ammirazione e una folle ossessione per questo ragazzo, Aliisa decide di dichiararsi donando il proprio cuore nelle mani di Zayn, ma quello che otterrà in cambio sarà solamente una pubblica umiliazione.
Ricolma di rancore Aliisa ha un unico abbiottivo in mente...
Vendetta
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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you took my breath away
Capitolo II » Zayn Malik/Aliisa Kirsi
I’m still alive inside

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Occhiatacce, risate maligne, parole cattive,
tutte dirette verso di me.
Cos'ho fatto di male per meritarmi questo?
Cosa?



zayn malik

Luce.
Apro gli occhi assonati e guardo fuori dalla finestra mentre un timido bagliore penetra all'interno della mia stanza, mezzo intontito dal sonno controllo la radiosveglia che segna le otto in punto.
Che gran seccatura doversi svegliare presto, è una delle cose che odio di più al mondo seguita a ruota dalle stupide lezioni di matematica... Mi chiedo chi sia l'idiota ad aver inventato una materia tanto sciocca quanto inutile. Andiamo, chi vuole fare il ragioniere in un fututo remoto?
Nel momento in cui sollevo quell' ammasso di coperte calde e confortanti, un lungo brivido di freddo mi investisce all'istante, facendo riscuotere le mie povere membra intorpidite, stizzito mi alzo di malavoglia dal mio dolce giaciglio e mi fiondo in bagno, prima che una delle mie sorelle si barricasse dentro per un' ora intera. Le donne e la loro vanità, proprio non riesco a capirle nè a digerirle, ai miei occhi appaiono come delle creature incomprensibili.
Dopo aver lavato i denti e fatto una doccia veloce, corro in camera per mettermi qualcosa di pulito addosso. Alla fine dopo tante ricerche nell'armadio opto per una semplice t-shirt bianca a scollo V, un maglioncino grigio con complicati intrecci fatti a mano e dei comodi jeans scuri, come accessorio: indosso una semplice kefiah bianca e nera. Una volta concluso il mio solito rituale mattutino, scendo annoiato giù in cucina trovando mia madre intenta a preparare la colazione, la saluto mollemente con un semplice ciao e senza toccare il cibo in tavola mi dirigo alla porta. Sarà anche una brutta abitudine, ma non ho mai sopportato mangiare qualcosa al mattino, non sono un tipo fissato con le diete, anzi tutt'altro, semplicemente il mio stomaco è sempre chiuso o forse -dal mio punto di vista- addormentato alle prime ore del giorno; mi dirigo con passo svelto verso l'ingresso, prendo la mia giacca sull'attaccapanni e la tracolla che avevo lasciato lì per terra ieri pomeriggio, troppo stanco e svogliato per portarla in camera, per mia fortuna mamma non l'ha ancora notato, altrimenti mi avrebbe già linciato.
Appena metto un passo fuori dalla porta di casa un vento gelido mi colpisce, portandomi alla memoria il mio profondo odio per Londra e il suo terribile clima mite, in cui le giornate di sole si possono contare con la punta delle dita. Perchè non sono nato su una calda isola tropicale, come per esempio le Hawaii?
Scocciato per l'ennesima volta mi dirigo alla fermata degli autobus, dove prendo il mio solito posto davanti alla finestra e chiudo gli occhi, mentre lascio vagare la mia mente.

Non appena alle nove meno un quarto, oltrepasso la soglia del King's College, migliaia di sguardi sono puntati su di me, sulla mia figura. Inizialmente tutte queste attenzioni mi infastidivano e innervosivano allo stesso tempo, ma dopo anni di preclusione in questa scuola pubblica ci ho semplicemente fatto il callo, in fondo non posso biasimare gli altri se sono dannatamente bello e accattivante.
Camminando ancora tra i lunghi e spaziosi corridoi della scuola, trovo Ace Morris il mio migliore amico e il suo carissimo compare Chris Anderson, impegnati in un' importantissima discussione sul football, senza nemmeno ascoltarli alzo gli occhi al cielo, ma è mai possibile che non sapessero pensare a nient'altro che allo sport? Litigano sempre su quale sia la migliore squadra di calcio, sono a dir poco insopportabili, peggio di un branco di mocciosi!
Dopo averli raggiunti, stronco sul nascere la loro stupida discussione e più irritato che mai, mi dirigo verso il mio armadietto, per recuperare il mio dannato libro di letteratura; senza fiatare i ragazzi mi seguono a ruota, evidentemente avevano capito che oggi non era proprio la mia giornata.
Dopo svariati minuti, veniamo raggiunti da Liz, -diminutivo di Elizabeth- e dalla sua tutto fare, Amy Jenkins, Liz è una ragazza dall'apparenza angelica, ma non fidatevi del suo aspetto fisico, perchè nel suo carattere non c'è niente di dolce o gentile. Basta guardare la piccola Amy per capirlo, infatti la poveratta si sta trattenendo dallo scoppiare davanti a tutti per la frustrazione.

« Ma che diavolo...» Quando apro il mio armadietto, l'attenzione di tutti si focalizza interamente su di me, all'interno del mio mobiletto personale c'è una scatola lilla... Privo di qualsiasi buona maniera, Chris mi spintona di lato e prende la scatola, la apre in un batter d'occhio e guarda il contenuto dell'incartato lilla, curiosi i ragazzi gli si avvicinano per dare una sbirciatina, tutti tranne me, che sono concentrato a focalzzare la mia attenzione verso un foglio ben ripiegato al centro del mio armadietto, lo prendo e con riluttanza inizio a leggerlo.
« Cos'è una lettera d'amore?» Con derisione Liz mi strappa di mano la lettera e inizia a leggerla, mentre io la fulmino con lo sguardo, volto gli occhi verso quell'insignificante scatola, che al momento è tutta spiegazzata.
« Mmm... Cavolo è favolosa questa torta, perchè non mi avete mai fatto un regalo del genere?» Quel brontolone di Anderson sta letteralmente divorando quella che a quanto sembra essere una cheesecake al cioccolato, lo guardo disgustato, prima di sbattere con furia il mio armadietto. Al diavolo tutti, compreso quella Aliisa, che non avevo la più pallida idea di chi fosse.
« Hei, che ti prende?» Mi domanda preoccupato Ace.
« Niente!» Rispondo in modo brusco, prima di strappare quella lettera dalle mani di quell'impicciona di Liz, la appallottolo e la getto con irritazione dentro il mio armadietto, prima di richiuderlo rudemente.
« Forza, andiamo a lezione che non ho voglia di beccarmi una nota da quella vecchia della Williams.» I ragazzi mi guardano in modo strano, quando insieme ci dirigiamo alla prima lezione del giorno, ovvero letteratura.
Per tutta la durata della lezione mille pensieri mi hanno pervaso la mente, mi chiedo chi sia questa Aliisa, come cavolo abbia fatto ad aprire il mio armadietto e come si sia permessa di mettermi in ridicolo davanti ai miei amici. Appena avrò scoperto l'identità di quella persona, giuro che farò tutto ciò che è in mio potere per ripagarla con la stessa moneta.

aliisa kirsi

Trattengo il fiato, Lui è qui, in classe. Con la coda dell'occhio cerco di decodificare la sua espressione, ma stranamente mi è difficile, oggi il suo volto è impassibile. Mi chiedo se abbia aperto l'armadietto, se abbia letto la mia lettera oppure se abbia assaggiato la mia torta.
Thum thum, thum thum, thum thum
Al solo pensiero il mio misarabile cuore batte all'impazzata, il suo palpitare continuo è talmente forte che mi sembra di sentirlo in tutta la classe, sono talmente nervosa che per l'agitazione stritolo convulsamente le mie povere dita. Il tempo passa in fretta e per mia fortuna senza nessun intoppo, solo verso la seconda ora sento dei continui schiamazzi provenienti dal fondo dell'aula di Mrs Williams. Incuriosita giro leggermente la testa per vedere il motivo di tanto divertimento.
Chris Anderson sta ridendo a crepapelle, mentre addita Zayn, quest'ultimo adirato gli tira in testa una pallina di carta per farlo desistere, ma per sua sfortuna Anderson si trattiene la mano nella pancia e crolla sul banco continuando a ridere come un idiota. Zayn, più infuriato che mai sposta lo sguardo e punta i suoi magnetici occhi color ossidiana verso di me. Arrossisco di colpo e mi giro di scatto, continuando a guardare il mio quaderno degli appunti. Apro e chiudo i miei pugni cercando di rilassarmi, ma non serve a niente, in questo momento sono più agitata che mai. Se prima non ne ero sicura, adesso ne ho l'assoluta certezza, ha davvero letto la mia lettera.
Come faccio a saperlo? Semplice, i suoi occhi, non mentono.
Finalmente anche la seconda ora passa, raccatto velocemente la mia roba e mi dirigo verso l'uscita.
« Aspetta... Sei Aliisa, giusto?» Mi volto e guardo il viso di Elizabeth Sanders, che si avvicina pian piano a me, mi tende un timido sorriso e immediatamente sento puzza di bruciato, io e lei non ci siamo mai parlate, ma imbambolata come sono annuisco per la sorpresa.
« Mi chiedevo, beh... se volevi partecipare alla festa di inaugurazione per l'apertura di un nuovo locale vicino a Brixton» Scioccata guardo la brunetta di fronte a me, mi stava invitata ad una.. Una festa ? Sbatto tre o quattro volte le palpebre, completamente stordita dalla richiesta.
« Ecco... Io... Io...» Balbetto come un'imbranata, non sapendo cosa rispondere. Elizabeth mi regala un sorriso indulgente, come per rassicurarmi.
« Il mio nome è Elizabeth Sanders, ma puoi benissimo chiamarmi Liz, la festa sarà alle 9.00 al Plan B, non vedo l'ora di vederti, a sta sera Aliisa. » Senza nemmeno darmi il tempo di replicare, vedo il quintetto del King's College sparire dalla porta.
E adesso che faccio? Sono obbligata a venire alla festa... Forse è un bene che io non abbia avuto il tempo di rifiutare, così almeno potrò vedere Zayn fuori da scuola...
Anche se rivivo più volte la stessa scena non riesco a crederci, mi sembra di essere in un sogno o in un incubo, non so... Sono dannatamente confusa. Mi pizzico malamente la guancia per risvegliarmi, ma quello che ottengo in cambio è solo un fastidioso dolore sulla mia gota.
Prendo un bel respiro e vado verso la mia lezione successiva.

Il Plan B è un club notturno situato nelle vie più esclusive di Londra, per vestirmi ho avuto bisgono di un consiglio mirato da parte di mia madre, che scalpitante mi ha invitata seduta stante nel suo piccolo appartamento nel centro di Londra. Abbiamo passato un pomeriggio intero nella sua camera da letto parlando di cose futili come i vestiti, il trucco e le scarpe.
E' stato uno dei pomeriggi più belli della mia vita. Io e mia madre, non abbiamo mai avuto molto di cui parlare, quando stavo da lei per qualche giorno, ripetevamo sempre lo stesso copione, del come stai? A Scuola tutto bene? E così via... Mentre questa volta è stato tutto diverso, è stato tutto meraviglioso.
Dal guardaroba, mamma ha prelevato un bel abito nero, dalla gonna abbastanza corta e dalle maniche lunghe. Dopo averlo indossato con qualche -difficoltà a causa della lampo che non si voleva chiudere-, mia madre quasi scoppia a piangere, dicendomi quanto quel vestito mi donasse. In seguito è passata alla seconda fase: acconciandomi abilmente i capelli in un elegante chignon, lasciando qualche ciocca ai lati del viso; poi è passata al trucco e infine mi ha infilato ai piedi le sue decoltè nere preferite, per le occasioni speciali. Guardandomi allo specchio non sembravo più io. Chi è quella ragazza?
E' proprio vero che il nero snellisce, non mi sono mai sentita così bene con me stessa e con il mio corpo. Se è un sogno, vorrei non svegliarmi mai.

Sono davanti al locale e terrorizzata leggo l'insegna del night club, deglutisco il groppo che si è formato in gola e con fermezza entro all'interno del Plan B .
Al mio arrivo centinaia di luci florescenti mi abbagliano costringendomi a strizzare gli occhi per il fastidio. A quanto pare la festa è già iniziata.
Muovo timidamente qualche passo all'interno del club che è completamente ghermito di gente. D'improvviso tutte le luci si accendono, lasciando risplendere la fantastica discoteca, disorientata lascio vagare i mei occhi verso l'intero locale. Vengo riportata alla realtà solo quando, qualcuno appoggia una mano sulla mia spalla, facendomi sussultare per lo spavento.
«Aliisa, sono contenta che tu sia venuta! Andiamo, ti porta dagli altri, sicuramente ti staranno aspettando!» La voce squillante di Liz, quasi mi stordisce, mentre mi trascina per una mano al centro della pista da ballo, dove il resto del quintetto sorseggia qualche cocktail.
Thum thum, thum thum, thum thum
Di colpo l'aria intorno a me sembra irrespirabile, il cuore batte e batte incessantemente scandendo il suo thum thum sempre più velocemente. Le mie gambe sembrano aver preso vita propria, perchè muovono un passo uno dopo l'altro autonomamente, anche se la mia mente è completamente in black-out.
Una volta arrivata al centro della pista, Liz molla con poca gentilezza la mia mano, turbata mi guardo intorno e scopro di avere tantissimi occhi puntanti su di me, mi sento dannatamente a disagio e per non essere costretta a guardare gli altri, punto gli occhi sui miei piedi, lasciando che i miei capelli coprissero almeno in parte la mia visuale. Sento uno strano rumore, come delle ruote che vengono trascinate su un pavimento lucido , sorpresa sollevo il mio volto e guardo stupita un carrello che trasporta una gigante torta al cioccolato. Non capisco... Che c'entra la torta?
Vengo strappata dal mio mondo fatato, da un dito birichino color caramello, che seducente si avvicina alla torta e l'accarezza lentamente portando via una striscia di cioccolato. Il dito ritorna sù lentamente e si infila all'interno di una bocca peccaminosa. Inutile aggiungere che il proprietario di quelle stupende labbra è Zayn Malik. Lo guardo affascinata, aspettando d'incontrare i suoi occhi nero petrolio, che impertinenti mi trafiggono con una sola occhiata.
«Delizioso.»

E' l'unica parole che pronuncia sensualmente prima che qualcuno prendesse in mano una manciata di torta e me la tirasse addosso. Dritto in petto, poco sopra il seno. Spaventata sussulto interiormente, mentre altri pezzi di torta vengono lanciati contro di me. Chiudo gli occhi per proteggermi quando del Cheesecake al cioccolato si spiaccica in faccia. Con le mani cerco di parare i colpi, ma inutilmente e così finisco per togliere la torta dagli occhi che fastidiosi iniziano a versare una valanga di lacrime.
Guardo attentamente la stanza, tanti volti sconosciuti ridono, ridono di me, compresa quella che pensavo fosse una nuova amica. Volto lo sguardo in quello di Malik, che impassibile mi guarda.
Crack
Sento il mio cuore spezzarsi in tanti piccoli frammenti... Stringo le mani in una morsa dolorosa, cercando di dominare i miei singhiozzi che convulsi continuano a squassarmi il petto. Perchè mi trattano in questo modo?
Senza pensarci minimamente scanso le persone che mi stanno accanto e continuo a corre e corre, il più lontano possibile da tutto e tutti.
Calde lacrime mi rigano il viso, andando a sciogliere quell'impasto burroso. E così la torta che avevo preparato ieri sera non gli era affatto piaciuta, nonostante tutto il lavoro, la dedizione e i sentimenti che ci avevo messo...
Fa freddo fuori, eppure non accenno a diminuire il mio andamento, con le mani stringo le mie braccia e imperterrita continuo a correre il più lontano possibile.
Crack
Mille sogni e fantasie si spezzano in un attimo. Sono davanti al portone di casa, con mani tremanti prendo le chiavi da sotto lo zerbino, dopo diversi tentativi falliti, finalmente riesco ad aprire il portone. Salgo le scale e busso contro una porta di legno, accanendomi con rabbia verso quella superficie liscia.
La soglia si apre e rivela la figura di mia madre che sorpresa e preoccupata mia guarda.
«T-ti... Prego aiutami» Non so come abbia fatto a capirlo, però si sa, la mamma è sempre la mamma, ed è l'unica in grado di comprenderti al meglio.
Non voglio più essere questa Aliisa grassa e trasandata, quella dolce e gentile. Voglio essere un'altra persona, voglio avere la mia vendetta.

zayn malik

Un senso di nausea mi attanaglia lo stomaco. La mia mente è frastornata e non riesce a pensare ad altro se non a quella marea in tempesta. I suoi occhi.
Amareggiato per quell'inutile scherzo architettato da Chris e Liz, stringo con forza la lettera di Aliisa, che è rimasta per tutto il pomeriggio dentro la tasca dei miei pantaloni.
Sono tra le vie di Londra e tanta gente mi passa accanto senza guardarmi realmente. Chiudo un'attimo gli occhi e ripercorro a memoria le calde parole di quella sconosciuta dai corti capelli biondo miele.

Non è facile seguire il proprio cuore,
a volte questo, per uno strano scherzo del destino ti porta in luoghi sconosciuti, dove non dovresti andare.
A volte ti fa vivere storie che non potranno avere un lieto fine,
però al cuore non si comanda per cui l'unica strada da percorrere è diretta verso l'ignoto.
Molto probabilmente non saprai nemmeno della mia esistenza, ma sono stanca di nascondere i miei sentimenti.
Con queste parole non chiedo di essere ricambiata, voglio solo essere capita e ascoltata.
Se avrai letto questa lettera , ti ringrazio per avermi concesso questi pochi attimi.
Aliisa.


Perchè sento un vuoto incolmabile dentro al petto? Non ho ottenuto quello che volevo, la mia rivincita?
E allora perchè mi sento uno schifo?

But Somehow
I’m still alive inside
You took my breath
But i survived
I don’t know how
But i don’t even care


To be Continued...

Spazio dell'Autrice

Dopo una settimana, eccomi qui, sono tornata prota all'attacco con un nuovo capitolo.
Ovviamente con questo aggiornamento spero di trovare nuovi lettori, pronti a leggere questa storia senza senso, che ho provato a scrivere per sgranchirmi le dita.
Attenzione: Nel racconto, alcuni riferimenti, come per esempio il nome della scuola> King's College, e il nome del locale: Plan B esistono veramente, e sono presenti a Londra.
Il racconto sarà breve, infatti sono previsti 3 capitoli, e se cliccherete nel bannerino in alto potrete accedere al video musicale, dalla quale mi sono ispirata per prendere il titolo della storia e dei capitoli. >> ORDIN SPARKS Ft. CHRIS BROWN LYRICS – NO AIR
Buona lettura e un grosso bacione Bellas

Immagini:

Abbigliamento di Zayn

Abbigliamento di Allisa (Party)

Le lacrime di Aliisa

  
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