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Autore: Medea00    09/09/2012    13 recensioni
Scritta per la Seblaine Week, una raccolta che ha come filo conduttore Blaine e Sebastian come coinquilini.
Day 1: Dalton
Day 2: Family
Day 3: Kink
Day 4: AU/Crossover
Day 5: Occasions
Day 6: Angst
Day 7: Fluff
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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“Non ci posso credere”, continuava a sbuffare Sebastian, tirando calci a destra e a sinistra, all’armadio, al letto, alla scrivania e a qualunque cosa gli capitasse sotto tiro. “Non ci posso credere, dove cazzo è finito!?”
Riprovò a cercare dovunque, perfino sotto al materasso, ma non ci fu niente da fare: il suo computer era sparito. Volatilizzato. Scomparso. E non era possibile perchè l’aveva usato quella mattina in facoltà e- oh, forse lo aveva lasciato in facoltà? Allora poteva anche salutarlo definitivamente. Ma no, metabolizzò una parte della sua mente, non era possibile, ricordava bene di averlo messo dentro la tracolla, non si sarebbe mai potuto scordare il computer in facoltà, mica si chiamava Blaine Anderson!
E poi, l’illuminazione.
Blaine Anderson.
Il suo cavolo di coinquilino che gli prendeva le cose senza permesso; che aveva un tasso di disordine che superava quello di una donna in crisi ormonale, che era smemorato e sbadato e che sicuramente aveva preso il suo portatile.
Si diresse a grandi passi verso l’altra parte della casa, sogghignando di fronte alla tazza di caffè abbandonata sul tavolino, alla felpa appoggiata sul divano e a tutto il resto del casino provocato dal suo amico: era ora di dargli una bella strigliata. Ma di quelle che se ne sarebbe ricordato per altri tre anni, così imparava a comportarsi come un adolescente in un college.
Non si preoccupò nemmeno di aprire la porta con gentilezza nel caso stesse studiando, perchè era arrabbiato, era più che arrabbiato, e voleva essere sicuro di ottenere tutta l’attenzione e subito; con sua grande sorpresa e delusione, non avvenne: Blaine era sdraiato sul suo letto, di fianco, con un libro aperto accanto al braccio, appoggiato inerme sul suo bacino. I suoi capelli, nonostante il gel, erano scompigliati per via del cuscino e qualche ricciolo ribelle cadeva liberamente sulla fronte; il suo corpo ondeggiava scosso da respiri profondi e regolari.
Sebastian si era avvicinato a lui senza nemmeno accorgersene. Appoggiò il libro sul comodino, spegnendo la torcia che gli era scivolata dalle dita e sorridendo, quando vide il suo polso reagire con un riflesso incondizionato; un secondo dopo, forse, in cerca della torcia perduta, andò a stringere la sua mano, accarezzandola lentamente. Sebastian fissò per lunghi minuti quel piccolo gesto prima di sviare lo sguardo verso il suo viso: le ciglia lunghe e folte sfioravano le sue guance morbide, le labbra rosee ed invitanti erano leggermente dischiuse, con l’ombra di un sorriso.
Si chiese che cosa stesse sognando: Blaine sembrava così felice, che contagiò perfino l’umore di Sebastian facendogli dimenticare del tutto il motivo per cui fosse entrato in camera. Ma lo trovò nel momento in cui si guardò intorno quasi senza pensarci, scorgendo finalmente il suo computer portatile ancora aperto sulla scrivania.
“Guarda chi si rivede”, mormorò, ma nemmeno quello gli fece passare il buon umore; anzi, in realtà, quel computer aveva perso completamente d’attrattiva. Restò a fissare Blaine per un tempo indefinito, beandosi di quel piccolo contatto scaturito dalle loro mani, dei suoi respiri caldi e accoglienti che gli riscaldavano il cuore.
Erano tre anni che, nel bene o nel male, condividevano lo stesso tetto. Tre anni in cui avevano riso, avevano pianto, si erano sbattuti rispettivamente la porta in faccia e si erano aiutati nei momenti del bisogno, anche quando non c’era più nessuno disposto a farlo.
E gli vennero in mente tanti ricordi di quei tre anni, immagini che erano rimaste sopite nella sua memoria, che aveva custodito, quasi con gelosia e perfezione: gli si presentarono davanti proprio così com’erano accadute.
Come quella volta in cui pioveva a dirotto e non avevano più ombrelli, e Blaine era tornato a casa bagnato come un pulcino e tremante come un cucciolo; come quella volta in cui si era ubriacato alla festa studentesca e aveva svegliato Sebastian nel bel mezzo della notte, costringendolo a passarla in bianco con lui, le sue lamentele e un secchio di plastica successivamente buttato via. Oppure, ci fu quella volta in cui aveva preso il suo primo voto massimo all’esame, dopo una settimana di piagnistei e vita da vegetale, ed era rientrato a casa facendo un salto che perfino nei suoi ricordi sembrò esagerato, abbracciandolo così stretto da spezzargli qualche costola; quella sera avevano festeggiato con vino e cucina italiana, in un ristorante sulla diciannovesima.
Si ricordò di quando Blaine aveva litigato al telefono con i suoi genitori e si era chiuso in se stesso per tre giorni, non parlando con nessuno, non degnandosi nemmeno di aprire alla porta quando suonava il campanello; poi, un giorno, era entrato in camera di Sebastian, si era seduto sul suo letto e aveva cominciato a sfogarsi e a urlare contro una madre che non lo voleva capire e un padre che non lo meritava, e Sebastian era rimasto per tutto il tempo in silenzio, ascoltandolo, non permettendosi di commentare per non criticare i suoi genitori.
Si ricordò di quei momenti e molti altri ancora, e fu solo dopo tutto quel tempo, fu solo in quel momento, che lui capì.
“Sebastian... che ci fai qui?”
Il ragazzo riportò i suoi occhi verdi, così intensi in quel momento, verso un Blaine che si stava lentamente risvegliando strofinandosi il viso con il braccio libero. Credette che il suo cuore sarebbe scoppiato da un momento all’altro, ma per sua grande fortuna resistette il tempo di far svegliare Blaine completamente, ricevere un suo sorriso languido, sincero, meraviglioso, per poi potersi sporgere verso di lui e sussurrare: “Mi sa tanto che ti amo.”
E no, niente al mondo avrebbe potuto essere paragonato all’espressione di Blaine di quell’istante.
Balbettò qualcosa di sconnesso, si alzò a sedere, Sebastian ridacchiò di fronte al suo pallore perchè era impallidito, quale persona sana di mente impallidisce di fronte ad una dichiarazione? Ma era così bello, così adorabile e oh, aveva così tanta voglia di baciarlo. Ma prima doveva sentire la sua risposta, così, lo fissò solerte, in paziente attesa.
“Ma...” Blaine si guardò intorno, confuso. “Sto sognando? E’ successo qualcosa? Stanno tutti bene? Hai la febbre?”
“In ordine, no, no, sì e ancora no.” Rispose Sebastian, divertito, le loro mani erano ancora intrecciate.
Blaine lo fissò per altro lungo tempo e sembrava sul punto di scoppiare: di felicità, di emozione, di stupore, forse. E poi mormorò intimidito, nel modo con cui solo lui sapeva fare: “Credevo che fosse il continuo del mio sogno.”
“Che cosa stavi sognando?” Sussurrò Sebastian, e si fece più vicino a lui, la sua mano libera andò a posizionarsi sulla su un lato del viso, lavando via una lacrima che era sfuggita ai suoi occhi splendenti.
“Tu”, rispose sincero Blaine, “E io. E stavamo insieme. E ti amavo.”
“E adesso mi ami?” Sebastian fece scorrere il pollice lungo tutta la sua guancia e non riusciva a non fissare Blaine, non riusciva a non sorridere, a sentirsi realizzato, completo, felice, perfetto.
La risposta arrivò un secondo dopo, ed era così ovvia, così bella, che l’unica reazione di Sebastian fu di sorridere un po’ di più.
“Sì. Credo... credo che ti amo da un paio di anni, ormai.”
“Solo un paio?” Scherzò, e Blaine si sciolse di fronte al suo respiro caldo contro di lui, alla loro distanza adesso pressochè inesistente.
Prima di baciarsi, per lungo tempo e con tutti i sentimenti che avevano celato fino ad allora, Sebastian prese il suo viso con entrambe le mani, facendo scontrare la fronte contro la sua.
“Perchè io ti amo da una vita.”



***

Angolo di Fra
Ringrazio Dalila perchè mi ha dato l’idea geniale. E poi vabè, chi l’avrebbe mai detto che mi sarebbe riuscito di scrivere una scena completamente fluffosa? Sono fiera di me. Brava Fra *si dà pacche sulle spalle*
E insomma questa week è finita, grazie a tutti per avermi seguita e spero di rivedervi magari nella long Seblaine (o in quella Klaine, perchè SO che ci sono anche un bel po’ di KlainerZ qui!)

Fra


   
 
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