Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: Cheshire_Blue_Cat    09/09/2012    4 recensioni
La mia prima storia di Soul Eater *felice*
Non vorrei anticipare nulla anche perché non so neppure io cosa sarò capace di scrivere O.O
Aggiungerò un nuovo personaggio, una ragazza dal passato rubato e che è stata dormiente per più di ottocento anni, la sorella di Ashura, il Kishin.
La storia è ambientata dopo la prima serie ed è basata sull'anime ^.^
... a Soul bastò solo un’occhiata per capire che quello non era per niente un comportamento da Maka oltre ad aver captato quella piccola distorsione nell’onda della sua anima.
- Maka? Non eri tu quella che correva dicendo che siamo in ritardo? - chiese prendendola per una spalla e dandole un piccolo scossone.
Lei si girò fissando un punto lontano nel deserto che circondava Death City: - Un’anima… - mormorò...
Tratto dal primo capitolo.
//Dolore al cuoricino ma *sigh* ho deciso di farlo, cambiato modo di scrivere, cambiato città, cambiato casa, ... incompiuta... ma prima o poi finirà anche questa uwu//
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Justin Law, Kishin Ashura, Nuovo Personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Un’anima sola in mezzo al deserto

 
Voglio smettere di respirare, ora…
C’è troppo silenzio e troppo buio, è insopportabile.
Non ricordo… dove sono? Mi ero addormentata, ma non c’era così buio… e non ero neanche sola. Quanto tempo sarà passato?
Dove sono Kaim e Meru? L’ultima volta erano sulla mia cintura, ora è vuota…
Non c’è nessuno.
Ashura dove sei? Mi stai facendo paura… avanti, salta fuori…
Non sento la sua anima… Non sento quella di nessuno…
Dove sono? Nessun luogo al mondo può essere così vuoto…
Voglio uscire!
 

 
- Soul! Alzati, finiremo per arrivare in ritardo! - urlò Maka spalancando la porta della stanza con una padella in mano tenuta a mo’ di arma.
- Tanto siamo sempre in ritardo! - le urlò di rimando lui cercando di strisciare giù dal letto e raggiungere la cucina per fare colazione
Erano passati a malapena due mesi da quando avevano combattuto contro il Kishin e la vita di tutti aveva ripreso a scorrere normalmente.
Le solite alzatacce per arrivare a scuola puntualmente in ritardo;
Le solite lezione tenute da quel pazzo sadico di Stain;
Le litigate con Maka che finivano sempre con il solito MAKA-CHOP;
Insomma, il tutto era abbastanza noioso, monotono e uguale a se stesso, pensava Soul mentre s’incamminava insieme a Maka verso la Shibusen con la sua lenta camminata da figo.
- Ti muovi? - gli urlò la sua Maister tornando indietro di quei tre metri di cui l’aveva distanziato e afferrandolo per il colletto per poi trascinarlo verso scuola di corsa.
Erano quasi arrivati che lei si fermò di colpo guardandosi intorno spaesata, a Soul bastò solo un’occhiata per capire che quello non era per niente un comportamento da Maka oltre ad aver captato quella piccola distorsione nell’onda della sua anima.
- Maka? Non eri tu quella che correva dicendo che siamo in ritardo? - chiese prendendola per una spalla e dandole un piccolo scossone.
Lei si girò fissando un punto lontano nel deserto che circondava Death City: - Un’anima… - mormorò, così piano che sembrò parlare tra se e se, un’improvvisa ondata di gelo l’aveva avvolta anche se leggera e non riusciva a capirne la posizione.
- Cosa? Maka, che hai? - le chiese ancora l’arma, stavolta con un po’ più di preoccupazione nella voce.
Lei scosse la testa liberandosi di quel gelo da dosso: - Niente. - mentì: - Avanti andiamo. - disse con un tono che non ammetteva repliche e salì la scalinata della Shibusen quasi a passo di marcia.
Rimase taciturna per tutte le lezioni, persa nei suoi pensieri tentando di scrollarsi il ricordo di quel freddo che aveva all’improvviso avvolto la sua anima.
- Maka, tutto bene? - chiese Tsubaki sedutale affianco.
Maka sospirò: - Non lo so Tsubaki… è strano, sento come se una scheggia di ghiaccio mi si fosse appena piantata nel petto. -
L’arma in un primo momento sembrò non capire: - Ne hai parlato con Soul? - le sembrava la cosa più logica da fare.
Lei scosse la testa, Tsubaki sembrò sul punto di ribattere.
- Maka e Tsubaki, vi conviene fare silenzio se non volete rischiare di essere vivisezionate. - le minacciò Stain mettendo in bella mostra il bisturi che teneva nel camice.
A Tsubaki venne la pelle d’oca: - Certo prof, faremo silenzio. - balbettò mentre Maka non disse niente: - Sarà meglio parlarne dopo le lezioni. - le sussurrò dopo poco.
 
Appena Stain uscì finalmente dalla classe, Tsubaki se avvicinò a Soul insieme e Black*Star: - Maka sembra avere qualcosa che non và. - gli disse girandosi poi a guardare l’amica, che se ne stava ancora seduta e con un’ombra sul viso.
La falce annuì: - Lo so, si comporta così da stamattina. È strana. -
- Che vuoi dire con questo? - chiese Kid avvicinandosi avendo sentito solo le ultime parole. Liz e Patty lo seguivano un passo più indietro.
- Si può sapere che state dicendo? State parlando solo di Maka e non di chi veramente dovete parlare ossia di ME! - urlò Black*Star immischiandosi quasi violentemente nella conversazione con l’unico risultato che la sua arma per poco non gli bucò la testa con un shruiken; e se Tsubaki diventava violenta in quel modo significa che era veramente preoccupata.
La ragazza stava per avvicinarsi a Maka che Stain  rientrò in classe: - Soul e Maka nella Camera della Morte. - disse solo.
Maka si alzò come un automa non curandosi di Tsubaki e uscì dalla classe sotto lo sguardo stupito di tutti, Soul si affrettò a raggiungere la sua Maestra e le si mise affianco senza fiatare fino a che il silenzio di lei non divenne insostenibile: - Vuoi dirmi cosa è successo stamattina? - le chiese esasperato.
Maka gli rispose con uno sbuffo e finalmente parlò: - Veramente non hai sentito niente? -
Soul ci pensò un po’ su: - Intendi la distorsione dell’onda della tua anima, ho sentito un improvviso freddo poi nient’altro. -
- Non solo… - sospirò lei mentre passavano sotto la moltitudine di ghigliottine che portavano alla Camera di Lord Shinigami: - Tu non puoi aver sentito quella fredda presenza, ma c’era un’anima lì, un’anima incredibilmente sola e affranta. -
- Sicura fosse un’anima? In ogni caso sarebbe meglio parlarne con Shinigami… - fece Soul pensieroso.
Lei annuì.
- Soul, Maka. Come va? - chiese Shinigami salutandoli con la gigantesca mano, spostò lo sguardo verso Maka: - Stein mi ha detto di averti vista molto assente, qualcosa non va piccola Maka? -
Lei abbassò ancora di più la testa: - Ho percepito un’anima, era sola, ma non ho capito dove fosse. -
- Mmm… un’anima dici? Sicura non fosse un uovo di Kishin? Ashura è stato sconfitto, ma dubito che anche la follia se ne sia andata. -
Maka scosse la testa: - No, era un’anima umana. -
- Molto bene perché data la tua capacità di percepire le anime ti volevo mandare a cercare quest’anima! -
- Cosa? - chiese Maka stranita: - Ma se non so neanche dove sia! -
- A Ovest di Death City, in mezzo al deserto. Sta a te capire in che punto, ma confido nelle tue capacità. -
Maka stava per congedarsi che Shinigami la bloccò: - Potete consideratela una missione extra, quindi impegnatevi. -
Appena i due uscirono Shinigami incrociò le braccia pensoso, anche lui aveva percepito quella strana anima che, per quanto si sforzasse, non riusciva a definire altro che familiare.
Sperava solo che Maka e Soul la trovassero.
 
- Allora Maka? Andiamo? - chiese Soul seguendola nei corridoi della scuola, dove incontrarono Black*Star e Tsubaki, Kid se n’era già andato.
- Allora? - chiese l’arma di Black*Star.
Siccome Maka non rispondeva, Soul si fece avanti: - Shinigami ci ha affidato una missione. -
Mentre Tsubaki annuiva Black*Star si fece avanti e lo prese per il colletto: - Ehi Soul! Hai intenzione di rubarmi la scena? -
Soul ghignò nel suo solito modo guardando l’amico.
- Black*Star. - mormorò Maka.
Tutti si voltarono verso di lei, che fino ad ora non aveva detto una parola: - MAKA-CHOP!!! - prima che Black*Star potesse rendersene conto un pesantissimo volume di settemila pagine gli si sfondò sul cranio.
- È tornata la Maka di sempre. - sorrise Tsubaki prendendo Black*Star per un braccio prima che potesse vendicarsi su di lei.
- Bene, allora andiamo. - disse Soul affiancando la propria Maestra mentre uscivano dalla scuola tra le minacce di Black*Star ancora mezzo riverso a terra.
Presero la moto di Soul e si diressero dove aveva detto loro Shinigami, a poco meno di un chilometro Maka cominciò a sentire qualcosa: - Soul fermati! - gli urlò in prossimità si uno scheletro sbiancato dal sole, sembrava un grosso lupo.
Che strano… pensò Maka avvicinandosi: Non mi risulta che nel Nevada ci siano lupi così grandi…
Ripensandoci non era neanche un lupo dato che aveva la schiena irta di spine e sulla testa delle corna attribuibili ad un toro.
- Cos’è? - chiese Soul scendendo anche lui dalla moto, diede un lieve calcio al teschio, che si crepò con un sinistro “crack”, Maka non gli disse niente: - Sicura sia qui? -
Maka rabbrividì nonostante la brezza arida che soffiava, annuì e fece qualche passo.
- Ma non c’è niente. - le fece notare Soul.
- Non sopra idiota! Credo dovremo guardare sotto! -
Soul sbuffò e si inginocchiò insieme a lei nella sabbia rovente, accidenti, non riusciva a toccare per terra che per qualche secondo che diventava subito troppo calda.
- Ahi! - gridò Maka facendo un salto dopo il tentativo di scavare a mani nude: - Soul, trasformati in falce. - gli ordinò massaggiandosi la mano leggermente bruciata.
Lui obbedì: - Ma se qui non c’è nessuno! - sbraitò prima che lei lo mettesse con la lama sulla sabbia: - Maka, no, scordatelo. - gridò ancora quando capì cosa voleva fare: - Non ho nessuna intenzione di essere la tua pala! -
Lei lo ritirò su: - Allora fallo tu a mani nude. - lo provocò.
La falce sbuffò: - È bello riaverti tra di noi. - disse sarcastico mentre Maka infilava la lama per terra e scostava la sabbia.
Arrivata ad una certa profondità Maka si bloccò e sembrò cadere nello stato vegetativo di quella mattina.
- Maka? - la chiamò Soul.
No, non stava impazzendo, sentiva delle voci, una voce che cantava, era tanto struggente da farle venire le lacrime agli occhi.
 
It has been so long since we have talked
I hope that things are still the same
Hoping they will never change… *
 
“Maka?” pensò rapita dal suono di quella parola, aprì gli occhi e il buio attorno a lei sembrò danzare.
Sentiva dei rumori provenire da sopra di lei; buffo, pensava, le sembrava di essersi svegliata dopo un lungo perché qualcuno aveva acceso la luce.
“Ashura?” pensò speranzosa.
Non sapeva da quanto tempo se ne stava lì sotto, o lì sopra, senza sentire neanche uno scricchiolio.
Quella voce però arrivava da sopra, alzò la testa non riuscendo altro che una volta nera.
“Uh… la voce di prima…”
- Soul! Aspetta! Non puoi spaccare tutto! -
“Che? Spaccare cosa?”
- Stai zitta Maka, se qui sotto c’è un’anima voglio subito sapere di cosa si tratta e non aspetterò i tuoi comodi. -
“Un’anima?” nell’oscurità si strinse le gambe al petto, quel senso di tepore che l’aveva avvolta fino ad allora stava lentamente svanendo e questo la spaventava non poco.
Una lama di luce filtrò oltre la sua coperta seguita dallo stridere di una lama, poi un’altra, e un’altra alcora.
Cercò di schermarsi la faccia, ma ugualmente quel bagliore le ferì gli occhi costringendola a rannicchiarsi su se stessa a cercare il suo amato e rassicurante buio.
- Maka! Maka! Guarda! -
La voce era vicinissima, si voltò sfidando la luce e socchiuse le palpebre, si ritrovò ad un soffio dal naso la punta di quella che sembrava una falce, spostò lo sguardo più in su trovando l’origine dell’arma, ossia un ragazzo il cui braccio destro era trasformato in falce, i capelli candidi e gli occhi rosso sangue che la guardava a bocca aperta.
“Un’arma!” raggelò appena lo capì e cercò a tentoni quei familiari pezzi di ferro che solitamente le pendevano dalla cintura. La trovò vuota.
Cercò disperatamente di indietreggiare quando vide comparire affianco al ragazzo anche una ragazza con due codini biondi e dei grandi occhi verdi, certo aveva la faccia più rassicurante dell’altro, ma ugualmente tremò.
Li guardò entrambi cercando ancora con le mani qualcosa sul terreno di quella che si era rivelata una piccola cella di al massimo due metri per uno.
Resasi conto delle reali dimensioni del luogo in cui era stata per quel tempo indeterminato, cominciò ad ansimare, aveva sempre sofferto di una tremenda claustrofobia e la paura aumentava sempre di più non trovando ciò che cercava.
- Tu chi saresti? -
La voce della ragazza. Troppo vicina.
Si voltò di scatto schiacciando la schiena contro il muro.
Lei portò le mani in avanti: - Non vogliamo farti niente, solo… che ci fai qui tutta sola? -
- Chi siete voi? - disse in un mormorio estremamente flebile.
Maka le sorrise: - Io sono Maka, maestra della falce e lui è Soul, la mia arma. - le disse gentilmente.
Lei annuì: - Dove siamo? -
Soul sbuffò: - Se non lo sai tu. - le rispose poco accomodante facendole abbassare il capo all’istante
Maka gli tirò una gomitata per farlo star zitto: - Non badare a Soul, lui è un po’ così. Piuttosto, tu dov’eri? -
- N-non lo so… ero con Ashura poi mi sono addormentata… - balbettò.
-Ashura? - fece Maka stranita.
- Ashura… - ripeté: - Mio fratello. -
Maka e Soul guardarono prima lei poi si guardarono, non era possibile, Ashura era morto.
- Ma… - riprese la ragazza sfondando il silenzio che si era creato: - Dove sono Kaim e Meru? - chiese dandosi l’ennesima occhiata intorno.
- E chi sono? - chiese Soul.
- Le mie armi… Erano qui con me quando mi sono addormentata… -
Maka le sorrise tentando di mascherare l’inquietudine che si sentiva addosso: - Senti, quanti anni hai? -
- Tredici. - rispose subito lei.
Maka ammutolì, più guardava quella strana ragazza più si convinceva che quello non poteva essere il fisico di una tredicenne, minimo doveva avere vent’anni: la superava di una spanna buona, il corpo era slanciato e magro, i fianchi sinuosi, era pallidissima mentre i capelli, lunghi fino alle spalle erano una cascata d’inchiostro e le cadevano disordinatamente sulla fronte in una trascurata frangetta, gli occhi, molto più accesi di quelli di Soul, rosso carminio e, per un certo verso, poteva ricordare il Kishin…
Anzi, gli somigliava parecchio e quel piccolo neo che aveva in mezzo alla fronte poteva sembrare il terzo occhio di Ashura.
Addosso aveva solo una specie di tunica fatta di bende incrostate di sabbia e che lasciva ampie porzioni di pelle candida in vista.
Maka visionò velocemente la sua anima, era lei che aveva sentito quella mattina e facendoci più attenzione poteva notare due gigantesche voragini in quell’anima.
- Eri tu che cantavi? - chiese cautamente Maka con ancora gli occhi lucidi.
La ragazza in tutta risposta arrossì.
 
In neanche mezz’ora furono sulla scalinata della Shibusen, Maka teneva per mano la ragazza che spaventata procedeva curandosi di procedere nascosta dalla sua schiena.
Shinigami li attendeva in cima alle scale.
Fecero i gradini a tre a tre facendo incespicare più volte la ragazza del deserto: - Sommo Shinigami, eccola! È lei l’anima sola in mezzo al deserto! - ansimò Maka dopo la lunga corsa.
Lei fissò incuriosita la maschera di Shinigami, per un qualche motivo cominciò a tremare, si sentiva nuda.
Kaim e Meru non c’erano per proteggerla e non c’era neanche Ashura.
Shinigami le si avvicinò: - Come ti chiami bambina? - le chiese cercando di sembrare gentile.
- S-Shine… Mi chiamo Shine… - mormorò lei.
 
SPAZIO ME
*salta fuori da un’angolino e saluta con la mano*
La prima cosa da dire è ciao a tutti i cari lettori che hanno prestato attenzione a questo mio misero tentativo di fere una “storia” su Soul Eater.
“misero tentativo” perché è la prima volta che provo a fare una storia su questo manga/anime dato che fino ad ora mi sono limitata a scrivere solo due One-Shot su Soul Eater e non aveva ancora inserito un personaggio di mia fabbricazione.
Spero che come inizio stuzzichi la curiosità quindi, chi ha voglia recensisca e giudichi questo mio vaneggio delle 22.51 ^.^
Prefisso anche che, siccome io ho visto solo l’anime (si , lo so… faccio schifo T.T anche se a grandi linee so cosa cambia dall’anime al manga) quindi mi baserò solo su quello riguardo i personaggi e il loro comportamento ecc… ecc… perciò… niente Gopher, niente Noah e Justin e Giriko rimangono lì dove sono ossia “eterni rivali che non si decidono a dare mai il colpo decisivo”
Bene, credo di aver detto tutto, un’enorme grazie a chi seguirò la storia :D
 
Lirin97
 
P.s. se ho fatto qualche errore di battitura vi prego di farmelo sapere così correggo ^.^

 
*=No Secrets-I’ll remember you
  
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